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MUSICA PASSIONE







Lella
Contro il Femminicidio
««Te la ricordi Lella, quella ricca,
la moje de Proietti er cravattaro,
quello che cià il negozio su ar Tritone...»»
(Edoardo De Angelis 1969)








 

 

Adamo, Lella compie cinquant’anni…
Era il 1969 quando Edoardo De Angelis con il suo amico d'infanzia Stelio Gicca Palli compose quel brano, ma trascorsero ancora tre anni prima che la canzone venisse pubblicata nell’album “Il paese dove nascono i limoni”.

Passò quasi inosservata…
Il disco non ebbe riscontri di vendite, fino a che non venne ascoltata per caso da Edoardo Vianello, che decise di inciderla insieme alla moglie Wilma Goich come Vianella e grazie a questa interpretazione che la canzone entrò in Hit Parade iniziando a scalare le classifiche e Lella divenne famosa. In seguito divenne un classico della canzone romana interpretata su tutti dalla Schola Cantorum, Lando Fiorini, Antonello Venditti fino ai recenti Ardecore, Orchestraccia e Muro del Canto. Ma anche Paola Turci.

Chi era al tempo Edoardo De Angelis?
Un cantautore e paroliere italiano, nato a Roma nel 1945. Durante gli anni del liceo classico iniziò ad interessarsi di musica ed imparò a suonare la chitarra. Con Gicca Palli, suo compagno di scuola, formò così il duo Edoardo e Stelio e compose le prime canzoni tra cui Lella approdando al Folkstudio. Era il ’69, ma già l’anno prima De Angelis aveva scritto insieme a Minghi “Vojo er canto de ‘na canzone” cantata sempre dai Vianella.

Tornando al Folkstudio, qualcuno ascoltò Lella…
Oltre a Venditti che se ne innamorò, il brano in questione colpì il musicista Gianni Marchetti, il quale non perse tempo e nel 1971 fece firmare ai due un contratto per la Valiant, un'etichetta satellite della RCA Italiana. Nello stesso anno i due parteciparono al Cantagiro, ed iniziarono le registrazioni del loro primo LP.

Quindi arrivò la popolarità…
De Angelis sull’onda del successo collaborò con Venditti e Minghi, Vianello, Dalla e la Schola Cantorum con Donati. Nel 1972 assieme a De Gregori scrisse nientemeno che “La casa di Hilde” uno dei testi più interessanti del panorama musicale italiano, che racconta un episodio dell'infanzia di De Angelis accaduto durante una vacanza in Trentino, però nella realtà il contrabbandiere di diamanti non era il padre del cantautore, ma un signore conosciuto nel rifugio di Hilde.

Come nasce Lella?
È lo stesso cantautore a spiegare il parto di questa meravigliosa canzone. “Ero a bordo di un autobus che mi portava a pranzo da mia nonna Maddalena (Nena) all’altro capo della città. Passando per Piazza Barberini, notai l’insegna di un negozio di cravatte: “Proietti“. Un cognome tipicamente romano. Fui preso da quel meraviglioso stato d’animo che precede una creazione: una tenaglia che ti stringe anima e corpo, fino a quando l’opera non è compiuta. Le parole della storia arrivavano da sole, una dopo l’altra, senza vera consapevolezza. Sceso alla mia fermata, continuavo a farneticare, verso dopo verso, immagine dopo immagine, le strofe si sovrapponevano, arrivavano come barche trascinate dalla corrente. Arrivai a casa di mia nonna, e subito telefonai a Stelio, dettandogli il fiume in piena. Lui mise ordine, ci ragionò, mi richiamo, e continuammo la canzone per telefono, davanti agli occhi stupiti di mia nonna. Era nata così “Lella!”

Di cosa narra la canzone?
Tieni conto che è cantata in dialetto romanesco che per forza di cose dà ancora più enfasi e tragicità alla storia. Narra di un uomo che confessa ad un amico di quando, quattro anni prima, aveva ammazzato la sua amante: “E te lo vojo dì, che so stato io… E so' quattr'anni che me tengo 'sto segreto…” L’amante in questione era appunto Lella: “La moje de Proietti er cravattaro, quello che c'ha er negozio su ar Tritone, che voleva lasciarlo proprio l'ultimo giorno dell'anno.”

Praticamente un fatto di cronaca nera…
Potrei dire cinquant’anni ma non li dimostra! Perché Lella per molti versi è una canzone contro il femminicidio. Un oscuro delitto di città commesso da un bullo di periferia che ha una “storiaccia” con una donna sposata, ricca e tanto bella da vantarsene con gli amici. Insomma una storia di sesso da consumare in fretta, finché per un rifiuto di lei la strangola uccidendola. Però poi come ogni assassino torna sul luogo del delitto e racconta la sua “storiaccia” ad un amico per sgravarsi la coscienza. Di bocca in bocca il testo e la melodia, tipicamente romana, diventano una canzone di protesta e di lotta e per questo motivo tacitamente censurata per molti anni fino al suo completo sdoganamento.













Su Youtube ci sono varie versioni...
Edoardo De Angelis
https://www.youtube.com/watch?v=LcobSti39yQ
schola canthorum
https://www.youtube.com/watch?v=XewlMR0oH9E
fiorini
https://www.youtube.com/watch?v=wOwoErOBWKw
orchestraccia
https://www.youtube.com/watch?v=33RVSjQsgXo















Il testo
Te la ricordi Lella quella ricca
La moje de Proietti er cravattaro
Quello che cia' er negozio su ar Tritone
Te la ricordi te l'ho fatta vede
Quattr'anni fa e nun volevi crede
Che 'nsieme a lei ce stavo proprio io
Te la ricordi poi ch'era sparita
E che la gente e che la polizia
S'era creduta ch'era annata via
Co' uno co' più sordi der marito...
E te lo vojo di' che so' stato io
E so' quattr'anni che me tengo 'sto segreto
E Te lo vojo di' ma nun lo fa sape'
Nun lo di' a nessuno tiettelo pe' te
Je piaceva anna' ar mare quann'è inverno
Fa' l'amore cor freddo che faceva
Però le carze nun se le tojeva
A la fiumara 'ndo ce sta er baretto
Tra le reti e le barche abbandonate
Cor cielo griggio a facce su da tetto
Na matina ch'era l'urtimo dell'anno
Me dice co' la faccia indifferente:
Me so stufata nun ne famo gnente
E tireme su la lampo der vestito...
E te lo vojo di' che so' stato io
E so' quattr'anni che me tengo 'sto segreto
E te lo vojo di' ma nun lo fa sape'
Nun lo di' a nessuno tiettelo pe' te
Tu nun ce crederai nun ciò più visto
l'ho presa ar collo e nun me so' fermato
che quann'è annata a tera senza fiato...
Ner cielo da 'no squarcio er sole è uscito
e io la sotterravo co' 'ste mano
attento a nun sporcamme sur vestito.
Me ne so' annato senza guarda' 'ndietro
nun ciò rimorsi e mo' ce torno pure
ma nun ce penso a chi ce sta la' sotto...
io ce ritorno solo a guarda' er mare...
E te lo vojo di' che so' stato io
E so' quattr'anni che me tengo 'sto segreto
E te lo vojo di' ma nun lo fa sape'
Nun lo di' a nessuno tiettelo pe' te?

Il testo contenuto in questa pagina è di proprietà dell’autore. La pubblicazione da parte di LiberaEva ha lo scopo di far conoscere a quante più persone possibile il panorama musicale.









 

 
 
 



L'INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
E' STATA REALIZZATA
 GRAZIE A:

https://www.rockol.it/testi/34679776/lando-fiorini-lella
https://www.omero.it/omero-magazine/gli-speciali-di-omero/piu-libri-piu-liberi-te-la-ricordi-lella/
https://it.wikipedia.org/wiki/Edoardo_De_Angelis
https://www.storiedicanzoni.it/edoardo-de-angelis-lella/
http://meiweb.it/2019/10/24/ecco-i-50-anni-di-lella-su-sky-tg-con-edoardo-de-angelis-e-nuovo-album-di-stelio-gicca-palli-in-collaborazione-con-il-mei/
https://www.ponzaracconta.it/2019/05/05/una-canzone-per-la-domenica-41-lella-un-femminicidio-dantan/




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