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MUSICA PASSIONE 
Fiori trasteverini
Il grande cuore generoso dei romani
«Il grande cuore generoso dei romani in questa canzone popolare
dell'Ottocento, che ancora oggi viene cantata per lo più nei cori
delle feste di piazza e nelle gite fuori porta.» (1891)

.Adamo cos’è lo stornello? È un tipo di poesia
generalmente improvvisata molto semplice, d'argomento
amoroso o satirico. Lo stornello è tipico dell'Italia
centrale, in particolare Toscana, Lazio e Marche,
successivamente si è diffuso anche nell'Italia
meridionale.
Perché il termine stornello? Cosa
significa? Secondo alcuni storici della letteratura e
della musica, il termine stornello deriverebbe dall'uso
di cantare a storno e a rimbalzo di voce da un luogo ad
un altro. Composto da un numero imprecisato di strofe ed
ogni strofa è solitamente composta da tre versi. Un
esempio tipico di stornello è quello "con fiore":
«Fior di giaggiolo, gli angeli belli stanno a mille in
cielo, ma bello come lui ce n'è uno solo.»
E
quelli romani? Sono stornelli nati
dall'improvvisazione, traggono la loro forza dalla
genuinità. Brevi ed immediati, cantati dalle popolane
come “sfottò” da balcone a balcone. Un aspetto
pittoresco e popolare della vita quotidiana, legato alla
passione per la battuta e la tavola.
Quelli
invece a dispetto? È una forma, tipicamente Romana,
di insultarsi a vicenda e la base del gioco è quella di
attendere la fine della strofa senza reagire per poi
restituire la cortesia con l’estro e l’improvvisazione
del momento.
A proposito di quelli detti “con
fiore”, il brano Fiori trasteverini è uno stornello?
Beh no, non è tipicamente uno stornello, ma una vera e
propria canzone popolare dell'ottocento, anche se ancora
oggi viene cantata per lo più nei cori delle feste
popolari. Insomma è la classica canzone da osteria e
spunta automaticamente dopo il terzo o quarto bicchiere.
Chi è l’autore? È rimasto anonimo. Di sicuro
sappiamo che l’hanno cantata tutti i più famosi cantanti
romani tra cui Gabriella Ferri, Alvaro Amici, Claudio
Villa e Lando Fiorini… Tra l’altro il testo varia da
cantante a cantante e quindi ne esistono molte versioni,
più o meno lunghe.
Questo brano può essere eretto
a colonna sonora per i romani? C’è tanta Roma qui
dentro e racconta sicuramente l’essenza del romano doc
attaccato alle tradizioni della sua città e alle usanze
locali. Più propriamente rappresenta i trasteverini,
ovvero gli storici abitanti del Rione Trastevere:
“Semo romani, trasteverini semo signori senza
quatrini er core nostro è na capanna core
sincero che nun te 'nganna.”
Rappresenta anche
il cuore generoso dei romani e la loro scaltrezza…
“Se stai in bolletta noi t’aiutamo” “Però da micchi
nun ce passamo.” Per micchi si intende stupidi.
Sempre con la mente al pasto ed al vino comunque…
Famo li pranzi mejio de Nerone bevemo er vino co la
conculina n'abbacchio in quattro a noi ce va benone
e p'antipasto ognuno na gallina. Conculina sta
per catino.
Poi ovviamente l’amore: ‘Na
ciumachella che je brilla er core che te vo bene e
nun te sa mentì na serenata che sospira amore e
dimme amico come voi morì … Ciumachella sta per
ragazza.
Poi torna la generosità del popolo
romano, la famosa Città aperta verso tutta la gente che
viene a Roma, al tempo c’era una forte migrazione
interna. Ribadendo il concetto di uno ius soli in
anticipo… Se dice che nun è Roma de na vorta
perché mo ce so troppi forestieri tu lassali
chiacchierà ma che te 'mporta Roma ritornerà quella
de ieri. Venenno tutti a Roma certo è un vanto la
madre e er padre se faranno anziani li figli
nasceranno per incanto nascenno qui je crescheno
romani.
Il grande impero nel DNA di qualsiasi
romano e la sicurezza che venendo a contatto qualsiasi
popolo apprezzerà i costumi romani e l’orgoglio di
diventare. Le milanesi co le toscane se
'mpareranno a parlà romane se chiameranno: Viè giù
Marietta s'annamo a beve mezza foglietta. La
veneziana, ch'è fumantina, la chiameremo cor nome
Nina, e le baresi e le napoletane lassatele
passà che so' Romane
Poi il finale che è
fantastico: Roma bella, Roma mia, te se vonno
portà via Campidoglio co' Sampietro, se
vorebbero comprà. Qui se vonno comprà tutto pure
er sole e l'aria fresca ma la fava romanesca je
potemo arigalà … Ovvero l’orgoglio di essere romani,
l’essenza e la schiettezza che mai morirà raccontata con
quell’ironia tipica dei romani.
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L'ARTICOLO E' A CURA DI ADAMO BENCIVENGA E' STATO
REALIZZATO GRAZIE A: .https://it.wikipedia.org/wiki/Stornello.

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