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INTERVISTA IMPOSSIBILE

Nilde Iotti
L'amore Clandestino
Politica italiana
è stata la prima donna nella storia dell'Italia repubblicana a
ricoprire tra il 1979 e il 1992 una delle tre massime cariche dello
Stato. Visse un amore travolgente e passionale con l’allora
Segretario del PCI Palmiro Togliatti, lottando contro i pregiudizi e
le convenzioni (Reggio nell'Emilia, 10 aprile 1920 – Poli, 4
dicembre 1999)

Madame le sue origini?
Il mio nome vero è Leonilde e sono figlia di un
ferroviere e sindacalista socialista, Egidio, licenziato
a causa del suo impegno politico, e di una casalinga.
Vissi gli anni dell'adolescenza in un contesto di forti
difficoltà economiche. All’età di 14 anni rimasi orfana
di mio padre, ma per fortuna riuscii a proseguire la
scuola grazie alle borse di studio che mi permisero di
iscrivermi all'Università Cattolica di Milano,
laureandomi in lettere nel 1942.
Dalla sua
biografia leggo che si iscrisse al Partito Nazionale
Fascista di Reggio Emilia… Appena laureata mi resi
conto che senza quell’iscrizione non avrei potuto
svolgere la mia attività di insegnante. Le mie idee
politiche ovviamente erano del tutto contrarie tanto che
mi avvicinai al PCI e nel contempo insegnai per qualche
anno all’Istituto tecnico industriale di Reggio Emilia.
Erano gli anni della Resistenza per cui divenni
partigiana svolgendo inizialmente la funzione di
staffetta porta-ordini.
Dopo la guerra fu eletta
presidente dell'Unione Donne Italiane di Reggio Emilia…
Era il 1946 e sempre nello stesso anni venni eletta nel
consiglio comunale di Reggio Emilia come indipendente e
a giugno venni candidata ed eletta membro dell'Assemblea
Costituente.
A Roma però successe qualcosa di
importante… Conobbi alla Camera il primo giorno in
cui si riunì l'Assemblea Costituente il Segretario
Nazionale del PCI, Palmiro Togliatti! Galeotto fu un
incontro in ascensore, lo ricordo ancora! Indossavo un
vestito a fiorellini con un colletto bianco di pizzo e
lui, vedendomi, chiese subito al cronista dell’Unità,
Emanuele Rocco, che lo accompagnava, chi fossi. E quindi
venne a sapere il mio nome e che ero di Reggio Emilia.
Poi cosa successe? Alcuni giorni dopo Palmiro,
mentre scendevamo le scale di Montecitorio mi accarezzò
i capelli. Seppur leggero quel contatto fisico fu
l’inizio della nostra amicizia. Ricordo che passavamo
ore in appassionate conversazioni sui poemi
cavallereschi di Ariosto, poi dopo qualche incontro
intimo e segreto scoppiò l’amore.
Perché si
innamorò di lui? Domanda difficile… come si fa a
chiedere le cause di un innamoramento? Non saprei
davvero cosa dirle. So solo che Palmiro in quei primi
giorni mi disse che avvertiva vedendomi una «vertigine
davanti a un abisso» ed io gli confidai il mio «sgomento
per quell’immenso mistero d’amore che mi dava le
vertigini».
Però c’erano dei problemi vero?
Lui aveva 27 anni più di me ed era sposato con un
figlio. Il nostro legame divenne pubblico due anni dopo
in occasione dell’attentato a Palmiro. In quella
circostanza eravamo insieme! Dopo la guarigione
Togliatti mandò a Mosca sua moglie Rita Montagnana e il
figlio Aldo malato di mente. Rimanemmo insieme fino al
1964, ovvero fino alla morte di Palmiro.
Comunque
i problemi non finirono lì… Tenga conto che al tempo
avere una relazione extraconiugale era un vero e proprio
reato penale, ma noi non rinunciammo mai al nostro
amore. Comunque la nostra sarà sempre una convivenza
more uxorio, mai ufficializzata e formalizzata. Al tempo
non c’era il divorzio e il nostro legame veniva
osteggiato dalla legittima moglie di Palmiro e
soprattutto dal Partito.
Non era ben vista dai
dirigenti del PCI vero? Ero pur sempre la compagna di
un uomo sposato e per giunta sua moglie era una
dirigente del Partito ed ex partigiana. Con Palmiro
vivevamo in un abbaino all’ultimo piano di Botteghe
Oscure, sede del Pci. Molti avversarono la nostra
storia, tanto che il partito fece installare delle
microspie per sorvegliarci. Non solo. Pensi che
addirittura fu informato Stalin della "crisi personale
del segretario". Per toglierselo di torno i dirigenti
speravano di spedire lontano Palmiro perfino al
Comintern russo. Ma nulla ci fermò anche se per quieto
vivere lasciammo Botteghe Oscure per un più tranquillo
villino a Montesacro.
Vennero avanzati anche
dubbi sulla sua fede comunista… Uscì fuori che avendo
studiato alla Cattolica e avendo preso parte ai comizi
del cattolico Giuseppe Dossetti il mio credo politico
non fosse genuino. Fui boicottata e messa da una parte
impedendomi così di lavorare per il partito e per le
idee in cui credevo. Scrissi addirittura una lettera di
protesta a Luigi Longo, vicesegretario del PCI. Pensi
che neanche l’aver fatto scudo a Togliatti gettandomi
sul suo corpo e rischiando la vita, in occasione
dell’attentato del ‘48, ebbe alcun valore agli occhi
degli esponenti del partito.
Lei a quel punto
ebbe dei dubbi se continuare o meno quella storia…
Non era facile. Ricordo cosa scrissi a Togliatti: “Forse
è bene che tronchiamo. I problemi che si pongono fra noi
sono ormai troppi e troppo grandi.” E lui mi rispose:
“Siamo già andati troppo avanti: anche se lo volessimo
non potremmo più farlo. Comunque non ti lascio andare
via, neanche se me lo chiede il partito.”
Adottaste una bimba vero? Purtroppo il nostro amore
non fu mai coronato da un figlio naturale. Insieme
chiedemmo e ottenemmo l'affiliazione di una bambina
orfana, Marisa Malagoli, sorella minore di uno dei sei
operai uccisi dagli agenti della Celere il 9 gennaio
1950, a Modena, nel corso di una manifestazione operaia.
Nilde Iotti dovrà aspettare la morte di Togliatti,
nel 1964, per poter essere riconosciuta ufficialmente
come sua compagna e vedersi concesso il “privilegio” di
sfilare in prima fila dietro al feretro del segretario.
Per ottenere il definitivo riconoscimento politico,
infine, dovrà attendere il 1979, quando sarà eletta
Presidente della Camera, prima donna nella storia della
Repubblica. Ricoprì l’incarico per ben 13 anni, dal 1979
al 1992 (eletta e riconfermata per ben tre volte).
Il 18 novembre 1999 a causa di gravi problemi di salute
rinunciò a tutti gli incarichi. La Camera dei deputati
accolse le sue dimissioni con un lunghissimo applauso.
Si spense pochi giorni dopo le sue dimissioni, il 4
dicembre 1999, per arresto cardiaco, alla clinica Villa
Luana di Poli, presso Roma. Aveva 79 anni. I funerali di
Stato furono tenuti con rito civile secondo le sue
disposizioni, poiché era atea. È sepolta presso il
Cimitero del Verano di Roma.
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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
https://it.wikipedia.org/wiki/Nilde_Iotti
https://www.quotidiano.net/magazine/nilde- iotti-1.4922010
https://tv.fanpage.it/storia-di-nilde-iotti
-la-lotta-per-le-donne-lamore-con-palmiro-
togliatti-e-ladozione-di-marisa/
http://www.ilviaggiodellacostituzione.it/blog/
lamore-tra-nilde-iotti-e-palmiro-togliatti
https://www.robadadonne.it/galleria/lamore-
clandestino-lettere-di-nilde-iotti-palmiro- togliatti/ Roba da
Donne


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