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INTERVISTA IMPOSSIBILE

Valentina Cortese
L’Ultima Diva
Milano, 10 luglio
2019 il mondo del cinema e del teatro piange la scomparsa di quella
che viene considerata una delle più grandi dive, tra gli anni
Quaranta e Cinquanta. Musa di Truffaut e Antognoni, nonché vera e
propria regina dei nostri teatri (Milano, 1º gennaio 1923 –
Milano, 10 luglio 2019)

Madame le sue origini?
Sono nata a Milano il primo gennaio del 1923 da una
famiglia molto benestante originaria di Stresa, ma venni
subito affidata a una famiglia di contadini.
Come
mai? Ero figlia di un legame illegittimo. La mia
giovane mamma mi aveva affidata a una contadina di
Agnadello, vicino Cremona. Sono cresciuta lì in
quell’ambiente di persone semplici e vere, e nella
miseria si viveva bene anche se mangiavo pane ammuffito.
Poi andò a vivere a Torino… Andai ad abitare
da mia nonna, tutt’altro ambiente ma se ancora oggi
respiro l’odore della libertà e delle cose semplici lo
devo ai miei genitori ed ai loro figli. Anche se poi ho
girato il mondo sono sempre rimasta legata a quei valori
e il mio inseparabile foulard sul capo che porto sempre
mi ricorda quello dei contadini che lavoravano nei
campi.
Assieme ad Alida Valli e Anna Magnani è
considerata una delle attrici di punta del cinema
italiano degli anni quaranta. Debuttai appena
diciassettenne nel 1940 col film L'orizzonte dipinto, il
primo ruolo importante avvenne però nel 1942. Fu quello
di Lisabetta nel film La cena delle beffe di Alessandro
Blasetti.
Dopo qualche anno pieno di successo in
Italia, fu chiamata ad Hollywood… Fu nel 1948 che
venni messa sotto contratto dalla 20th Century Fox.
Lavorai con James Stewart e Spencer Tracy in Malesia nel
1949, accanto ad Ava Gardner, Humphrey Bogart e Rossano
Brazzi nel film La contessa scalza del 1954.
Ormai era diventata una diva internazionale… In
Italia con Michelangelo Antonioni feci Le amiche nel
1955, grazie al quale vinsi il Nastro d'argento come
migliore attrice non protagonista, e in Spagna con Luis
García Berlanga in Calabuig nel 1957.
Il 24 marzo
1951 si era sposata… Chi avrei davvero sposato
era quell’uomo elegante, agile, serio di Fred Astaire!
Invece diventai la moglie di Richard Baseheart, un
attore americano aitante, ma fragile e col vizio di
bere. Divorziai nove anni dopo nel 1960. Un matrimonio
decisamente sfortunato. Dall'unione nacque però mio
figlio Jackie. L'unico rimpianto è quello di avere
dovuto rinunciare, a causa della gravidanza, alla
proposta giunta direttamente da Charlie Chaplin per il
ruolo di protagonista femminile nel suo film Luci della
ribalta nel 1952, poi assegnato a Claire Bloom.
In America la ricordano con quei suoi occhi verdi pieni
di fuoco, pelle perlacea, charme, eleganza haute
couture… Ho vissuto nel benessere scegliendomi gli
amici più fidati. Ero amica della principessa Grace e di
Ingrid Bergman. Pensi ho fatto i popcorn a casa di Paul
Newman e ho tenuto a battesimo Anthony, il figlio di
Gregory Peck. Cary Grant mi ha invitato più volte per il
tè nel suo meraviglioso giardino che sembrava un set
cinematografico. Una volta lo trovammo mentre faceva il
piccolo punto per ricamare delle sedie. Noi ridemmo e
lui serio rispose che glielo aveva consigliato lo
psicanalista!
Ai nostri giorni si parla tanto di
Me Too… Al tempo come oggi le molestie sessuali
erano all’ordine del giorno, solo che in quegli anni non
venivano pubblicizzate e noi attrici avevamo imparato a
cavarcela da sole.
Ci vuole raccontare la sua
storia? Darryl Zanuk, il gran capo della Fox, una
sera mi mise le mani addosso ed io reagii immediatamente
gettandogli in faccia un bicchiere pieno di whisky.
Ovviamente gli urlai parole irripetibili, ma oltre che
il mio orgoglio quella scena rappresentò la fine della
mia carriera da quelle parti. Mi tenne sotto contratto
ma senza farmi lavorare.
Tornò alla ribalta con
il film Barabba… Diretta da Richard Fleischer avevo
accanto un cast eccezionale tra i quali Anthony Quinn,
Silvana Mangano, Vittorio Gassman ed Ernest Borgnine.
Poi nel 1964 fu la volta di Giulietta degli spiriti
diretta da Federico Fellini e nello stesso anno accanto
alla mia amica Ingrid Bergman recitai nel film La
vendetta della signora.
Sempre negli anni
sessanta fece tanto teatro. Insieme a Giorgio
Strehler realizzammo capolavori irripetibili come:
Arlecchino servitore di due padroni; Il gioco dei
potenti; I giganti della montagna; Il giardino dei
ciliegi.
Poi ancora America… Venni richiamata
dopo vari anni nel 1968, insieme a Rossella Falk, per
interpretare il ruolo di una sofisticata contessa
italiana nel film Quando muore una stella di Robert
Aldrich, accanto ai protagonisti Kim Novak e Peter
Finch.
Nel 1973 fu la volta di Effetto notte di
François Truffaut… Il film fu un successo! Tanto che
venne premiato con l'Oscar al miglior film straniero.
Personalmente ottenni una nomination all'Oscar come
miglior attrice non protagonista, ma il premio venne
dato a Ingrid Bergman, la quale durante la cerimonia di
consegna del premio si scusò pubblicamente con me
affermando che secondo il suo parere ero stata proprio
io a meritarlo.
La sua vita privata madame? Ho
avuto diverse importanti relazioni sentimentali, fra cui
quelle con il direttore d'orchestra Victor de Sabata e
con il regista Giorgio Strehler.
Viveva a Milano
nella sua bella casa, ovvero l'ex-conventino di piazza
S. Erasmo… Beh direi un luogo magico dove ogni angolo
trasuda di vita e di ricordi. Qui ho vissuto l'amore
furioso, folle e passionale con Giorgio Strehler e
quello placido e pieno di affetto e tenerezza con mio
marito, l'industriale farmaceutico Carlo De Angelis, il
quale mi fu sempre devoto.
Ci racconti il
rapporto con Giorgio Strehler Giorgio e il Piccolo
Teatro erano la mia vita. Eravamo giovani, bravi, pazzi
per il teatro, felici di lavorare e talmente presi da
questa fiamma. Ma erano anche rapporti incendiari, erano
anche i litigi. Vivemmo e lavorammo insieme per 15 anni
ed alla fine ci lasciammo per sfinimento. Nostro figlio
purtroppo morì prima di nascere.
Dei molteplici
aspetti della sua vita mondana ha narrato nel libro
autobiografico Quanti sono i domani passati. Nel 2017 è
stato realizzato un docufilm sulla sua carriera
intitolato Diva!, presentato al Festival del cinema di
Venezia. A dar voce alle memorie di Valentina Cortese ci
sono otto attrici italiane: Barbora Bobulova, Anita
Caprioli, Carolina Crescentini, Silvia d’Amico, Isabella
Ferrari, Anna Foglietta, Carlotta Natoli e Greta
Scarano. L’attrice si è spenta il 10 luglio 2019 a
96 anni nella sua casa di Milano.
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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
https://www.repubblica.it/spettacoli/teatro-danza/
2019/07/10/news/valentina_cortese-230851726/?ref=
RHPPLF-BH-I230853103-C8-P8-S1.8-T1
https://it.wikipedia.org/wiki/Valentina_Cortese


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