Madame le
sue origini?
Il mio vero nome è
Catherine Jeanne. Nasco a Bordeaux il 30 aprile
1833. Figlia di un sarto, Jean Georges ed Elisabeth
Boissières. Iniziai a cantare giovanissima e mentre
prendevo lezioni mi mantenevo facendo la fioraia.
Lentamente riesce a farsi conoscere…
A vent’anni feci il mio debutto ad Agen. Dopo due
anni nel 1855 mi si aprirono le porte di Parigi. Fu
in questo periodo che abbandonai il mio nome
originale per quello di "Hortense", ossia quello
della madre dell'imperatore.
Non andò
bene vero?
Hippolyte Coignard, il
direttore delle Varités, mi congedò prima della fine
dell’audizione dicendomi che la mia interpretazione
era ancora troppo infantile e troppo provinciale. Mi
disse di studiare e dopo due anni di tornare.
Ma non si perse d’animo vero?
Rimediai un’audizione per un nuovo teatro, Les
Bouffes Parisiens, diretto dal musicista Jacques
Offenbach. Lui mi chiese di cantargli il bolero da
Le domino noir di Auber. Mi ascoltò attentamente e
poi decise di ingaggiarmi a trecento franchi
mensili. Così la sera del 31 agosto del 1855
debuttai sulla scena nella prima assoluta
dell'operetta Le violoneux. Fu un trionfo, con
quell’esibizione mi guadagnai la lode del quotidiano
Le Figaro per la mia "grazia" e la mia "eleganza".
La sua vita privata madame?
Cedetti la mia virtù ad un banchiere di Parigi
nonostante fossi legata sentimentalmente al mio
compagno ed attore Jean Berthelier. Poi l’anno
successivo conquistai il cuore del giovane duca
Ludovic de Gramont-Caderousse, aristocratico, dandy
e soprattutto ricchissimo.
Alla fine
di gennaio 1858 scomparve improvvisamente senza
avvisare nessuno…
Pensi che i miei amici
e colleghi sospettavano che potessi essere stata
fatta rapire da qualche ammiratore insano, ma in
realtà ero semplicemente scappata a casa di mia
madre, a Bordeaux, per mettere al mondo mio figlio.
Non le chiedo chi fosse il padre, ma
mi viene spontaneo domandarle perché non si è
sposata viste le tante proposte...
Il
mio unico grande amore della mia vita, ossia il duca
Gramont-Caderousse purtroppo morì a trent’anni di
tubercolosi.
Ormai era diventata una
diva e nel 1858 fece una scelta importante…
Lasciai le Varietés per il Palays Royal, passando da
duecento a cinquecento franchi al mese. Purtroppo
dovetti abbandonare la collaborazione artistica con
Offenbach, ma ci rifacemmo in seguito. Al momento mi
godevo i tanti successi, pensi che per La Belle
Hélène, cantai allo stratosferico compenso di
duemila franchi al mese. Poi approfittando
dell’Esposizione del 1889 mi esibii per tutti i
sovrani d’Europa.
La sua rivale Lea
Silly disse: “Quella donna è… Le Passage des
Princes!”.
Credo che quella di Lea sia
stata solo invidia, comunque mi affibbiarono vari
flirt tra cui quello col viceré d’Egitto Ismaïl
Pasha e quello con il principe di Galles, futuro
Edoardo VII. Era privo di fondamento quello con lo
zar di Russia Alessandro II. Lui era venuto a Parigi
con la sua favorita ufficiale, la principessa
Dolgoruki.
A 58 anni si sposa…
Follemente innamora mi sposai con Émile Brionne, che
si faceva chiamare “conte” ma in realtà era solo un
avventuriero. Di origini fiorentine si rivelò essere
solo un cacciatore di dote, e, quando me ne accorsi
ossia subito dopo il matrimonio, mi separai.
Era comunque una donna ricca…
Beh i tanti anni di lavoro mi avevano permesso di
vivere una vita agiata. Possedevo due ville a
Fécampes, una casa a Vanves-Makaloff, e diversi
redditi che mi permisero di acquistare un terreno a
Parigi, all’altezza del 123 dell’avenue de
Versailles dove feci costruire la residenza.
Hortense Schneider si spese proprio in
quel palazzo la mattina del 6 maggio 1920 all’età di
87 anni.