HOME   CERCA   CONTATTI   COOKIE POLICY 
 
AMARSI? CHE CASINO!
 
CORREVA L'ANNO 1949...

LA STORIA FOLLE ED ESAGERATA DI SESSO, ALCOL E TRADIMENTI TRA AVA GARDNER E FRANK SINATRA
Ava Gardner ha avuto tantissimi uomini, ma quella vissuta con Frank Sinatra fu davvero scandalosa. Entrambi erano sposati. Lei con Artie Show mentre Sinatra con Nancy Barbato. Franck e Nancy si erano sposati nel 1939. Dieci anni dopo Frank incontrò Ava e nonostante avesse tre figli non ci pensò due volte a divorziare e sposarsi con la bella, avvenente e mangiatrice di uomini, Ava Gardner...




Hollywood, 1949. Le luci al neon di Sunset Boulevard brillavano di sogni e peccati, e in quella giungla dorata due anime selvagge stavano per intrecciare i loro destini in un vortice di passione, tradimenti e follia. Ava Gardner, la femme fatale con occhi di smeraldo e un fascino che spezzava cuori come fossero calici di cristallo, era già una leggenda. Frank Sinatra, il crooner dalla voce di seta e l’ego smisurato, era il re delle classifiche e delle fantasie di milioni di donne. Entrambi sposati, entrambi prigionieri di vite che non li contenevano più, stavano per accendere una miccia che avrebbe fatto esplodere scandali e cuori.

Tutto iniziò con un gioco di sguardi e motori ruggenti. Era il 10 febbraio 1949, e Ava, al volante della sua Cadillac verde scuro, sfrecciava verso la festa per i 25 anni degli MGM Studios. La notte era tiepida, l’aria carica di possibilità. All’improvviso, una Cadillac nera le si affiancò, superandola con un rombo arrogante, per poi rallentare e lasciarla passare. Il gioco continuò per qualche miglio, un duello di accelerazioni e sorrisi, finché Ava non scorse il volto di quell’autista sfrontato: Frank Sinatra, con quel sorrisetto da ragazzo che sa di avere il mondo in tasca.

“Riesce a flirtare anche guidando un’auto!” Pensò Ava, divertita, ma non del tutto colpita. Lo aveva già incontrato, a una festa qualche mese prima, e non era rimasta impressionata. “Troppo arrogante.” Aveva detto a un’amica. “Pieno di sé come un pavone.” Ma quella notte era diversa. Forse era quel gioco ostinato di Frank o forse era solo la noia di un matrimonio con Artie Shaw che la stava soffocando. Qualunque fosse la ragione, quella corsa su Sunset Boulevard fu l’inizio di tutto.

Non ci volle molto perché i due si ritrovassero di nuovo, questa volta lungo i viali di Palm Springs, in una notte che avrebbe potuto essere tratta da un film noir. Erano ubriachi, di alcol e di desiderio. Lui tirò fuori la sua calibro 38. Ridendo come adolescenti ribelli, spararono ai lampioni della città, il vetro che esplodeva in mille pezzi sotto le stelle del deserto. “Questo è vivere, baby!” Gridò Frank, con la sigaretta che gli pendeva dalle labbra e Ava che rideva, i capelli scompigliati dal vento.

“Sei pazzo, Frank.” Rispose lei, con quella voce roca che faceva tremare le ginocchia. “E tu sei la donna più bella che abbia mai visto.” Aggiunse lui guardandola con i suoi occhi verdi e prendendole il viso tra le mani. Quella notte, tra i lampi della pistola e il calore dei loro corpi, si giurarono qualcosa che non era amore, ma qualcosa di più pericoloso, chiamato ossessione.

Ava, però, non era una donna facile da conquistare. “Non mi fido di te, Frankie.” Gli disse una sera, mentre sorseggiavano Martini in un locale di Los Angeles. “Sei troppo abituato ad avere tutte ai tuoi piedi.” Lui rise, quel sorriso da ragazzo che nascondeva un diavolo. “E tu, Ava, sei troppo abituata a infrangere cuori. Ma io non sono come gli altri. Io ti avrò.”

Nel 1949, entrambi erano incatenati a matrimoni infelici. Ava era sposata con Artie Shaw, un bandleader brillante ma crudele, che la umiliava chiamandola “stupida” e sottoponendola a test d’intelligenza per dimostrarle quanto fosse inferiore. Frank, invece, era legato a Nancy Barbato, la moglie devota che gli aveva dato tre figli: Nancy, Frank Jr. e Tina. Ma quando Frank vide Ava su una rivista, anni prima, aveva giurato a se stesso: “Quella donna sarà mia.” E Frank Sinatra non era tipo da rinunciare a ciò che voleva.

E così successe! A Palm Springs nel 1949. La notte era calda, il cielo un tappeto di stelle sopra il deserto della California. L’aria odorava di cactus e whisky, e la villa che ospitava Ava Gardner e Frank Sinatra vibrava di una tensione che si poteva tagliare con un coltello. Era una di quelle serate in cui Hollywood sembrava lontana, ma il suo glamour e i suoi peccati li seguivano come un’ombra. I due si erano già incontrati, avevano flirtato, si erano provocati, ma quella notte qualcosa era scattato. Non era più un gioco: era il preludio di una passione che avrebbe consumato entrambi.

Ava era arrivata a Palm Springs per sfuggire al caos di Los Angeles. Frank, invece, era lì per un concerto, ma anche per inseguire lei, la donna che gli aveva rubato il sonno. La villa, affittata da un amico comune, era un’oasi di lusso: pavimenti di marmo, tende di seta, un bar rifornito di ogni tipo di liquore. Ma quella notte, il vero lusso era il desiderio che li avvolgeva, un’energia elettrica che rendeva ogni sguardo, ogni tocco, una promessa di qualcosa di pericoloso.

Erano ubriachi, non solo di bourbon, ma dell’adrenalina di essersi trovati. Avevano passato la serata ridendo, ballando al ritmo di un vecchio grammofono che suonava Billie Holiday. Ora, tornati nella villa, il silenzio tra loro era carico di attesa. Ava, con un vestito di seta nera che scivolava sulle sue curve meravigliose, Frank, con la camicia sbottonata e quel suo sorriso da ragazzo che nascondeva un demone, la guardava come se fosse l’unica cosa al mondo che contava.

“Versamene un altro, Frankie.” Disse Ava, la voce roca, indicando il bicchiere vuoto. Lui, senza distogliere gli occhi dai suoi, prese la bottiglia di bourbon e riempì il bicchiere, lasciando che le loro dita si sfiorassero per un istante. Quel tocco fu come una scintilla. “Non dovresti bere così tanto, doll.” Rispose Frank, con quel tono che oscillava tra il provocatorio e il protettivo. “Non voglio che dimentichi questa notte.”

Ava rise, buttando la testa all’indietro, i capelli neri che le cadevano sulle spalle come una cascata. “Oh, non preoccuparti, Frank. Non dimentico mai un uomo che sa tenere il ritmo.” Il doppio senso era voluto, e Frank lo colse al volo. Si avvicinò senza toccarla. “Stasera sei un paradiso vivente.” Mormorò, il suo respiro caldo contro il suo collo. Lei lo guardò, quegli occhi verdi che potevano far crollare un impero. “Non sono una delle tue fan, Frankie. Non mi avrai con due paroline dolci e un sorriso.” Ma il suo tono tradiva un tremore, un cedimento. Era attratta da lui, nonostante tutto: la sua arroganza, il suo fascino, la sua fragilità nascosta sotto quella patina di sicurezza. Frank era diverso dagli altri uomini che aveva conosciuto. Frank la guardava come se volesse divorarla, ma anche come se fosse disposto a morire per lei.

Il grammofono si fermò, lasciando solo il suono del loro respiro. Frank le prese la sigaretta dalle dita, la spense nel posacenere e le sfiorò le labbra con il pollice. “Dimmi di fermarmi, Ava.” Sussurrò, la voce incrinata dal desiderio. “Dimmi di andare via, e lo farò.” Ma Ava non disse nulla. Lo fissò. Era spaventata, non da lui, ma da quello che sentiva: una fame che non aveva mai provato prima, un misto di sfida e resa. “Non sei tu a decidere, Frankie.” Rispose con un sorriso che era puro fuoco. “Sono io.” E poi, in un gesto che sembrava sfidare il mondo intero, gli buttò le braccia al collo e lo baciò. Fu un bacio che cancellò tutto: i loro matrimoni, le loro paure, il giudizio di Hollywood. Le loro labbra si cercavano con una disperazione che sapeva di vita e di rovina. Frank la sollevò, portandola verso la camera da letto senza mai interrompere il bacio. La seta del vestito di Ava scivolò via come un sussurro, e i loro corpi si intrecciarono su lenzuola che odoravano di lavanda e peccato.

Per Ava, quella notte fu un tuffo nell’ignoto. Era abituata a controllare gli uomini, a tenerli a distanza con il suo fascino e la sua ironia, ma con Frank si sentiva indifesa. Ogni tocco di lui era una domanda, ogni bacio una risposta. “Sei sicura di questo, baby?” Le chiese a un certo punto, mentre le sue mani esploravano la curva del suo seno. Lei annuì, ma dentro di sé tremava. Non era solo sesso: era il rischio di lasciarsi andare, di perdere se stessa in un uomo che poteva distruggerla.

Frank, dal canto suo, era in preda a un misto di trionfo e terrore. Aveva desiderato Ava per anni, ma ora che la teneva tra le braccia, si rendeva conto di quanto fosse pericolosa. Lei non era come Nancy, la moglie dolce e prevedibile che aveva lasciato a casa. Ava era una tempesta, e lui non sapeva se sarebbe sopravvissuto. “Sei mia, Ava.” Le sussurrò mentre si perdevano l’uno nell’altra, ma anche lui sapeva che era una bugia. Nessuno poteva possedere Ava Gardner.

La loro prima notte non fu solo passione sfrenata, ma un’esplorazione. Frank era cauto, quasi reverente, come se temesse di romperla. “Non sono fragile, Frankie.” Gli disse Ava, ridendo, mentre lo attirava più vicino. “Non trattarmi come una bambola di porcellana.” Lui sorrise e lasciò che il desiderio prendesse il sopravvento. Fu un’unione intensa, ma anche tenera, punteggiata da risate e sussurri. “Non ho mai conosciuto una donna come te.” Le disse Frank a un certo punto, la voce roca di emozione. “E non ne troverai un’altra.” Rispose lei, con un misto di arroganza e verità.

Quando il sole iniziò a filtrare attraverso le tende, Ava e Frank erano ancora svegli, sdraiati uno accanto all’altra, le lenzuola aggrovigliate. Lei fumava una sigaretta, lui le accarezzava i capelli. Non parlarono di amore. Ma entrambi sapevano che quella notte aveva cambiato tutto. “Siamo nei guai, vero?” Disse Ava, soffiando un anello di fumo verso il soffitto. Frank rise piano. “I peggiori guai della mia vita. E non vedo l’ora di vedere cosa succede.”

La loro relazione esplose come uno scandalo pubblico. I giornali di gossip, come Confidential, li inseguivano senza sosta, pubblicando titoli al vetriolo: “Sinatra lascia la moglie per la mangiatrice di uomini!” La Chiesa cattolica, indignata, condannò il loro amore “peccaminoso”. Frank, però, non si curava delle critiche. Nel 1951, dopo il divorzio che fece sanguinare il cuore di Nancy e dei loro figli, sposò Ava appena nove giorni dopo la sentenza, il 7 novembre.

“Non riesco a respirare senza di te…” Le disse quella notte, mentre ballavano sotto le luci soffuse di un hotel di New York. Ma il loro matrimonio fu tutt’altro che una favola. Era un incendio che divorava tutto: gelosia, alcol, tradimenti. Ava, con la sua fame di vita, non riusciva a stare ferma. Frank, con il suo ego fragile e la sua carriera in declino, era tormentato dalla paura di perderla. “Dove sei stata stanotte?” Le urlava vedendola rientrare con il vestito sgualcito e una lingerie da sogno.
“E tu con chi eri a Las Vegas?” Ribatteva lei, con un sorrisetto che lo mandava fuori di testa.

Il sesso di solito era il loro linguaggio, ma anche la loro arma. Ava, in privato, confidò alle amiche che Frank era un amante “troppo cauto”, come se temesse di romperla. “Fa l’amore come una donna.” Disse una volta, ridendo, ma c’era amarezza nelle sue parole. Frank, d’altra parte, era ossessionato dalla sua sensualità. “Ogni volta che la guardo, è come se vedessi una tigre.” Disse a un amico. “Non so se voglio domarla o lasciarmi divorare.”

I tradimenti tra loro erano costanti. Ava, con il suo fascino magnetico, attirava uomini come falene. Howard Hughes, il miliardario eccentrico, la corteggiò per anni, riempiendola di regali che lei rifiutava con disprezzo. “Un razzista puzzolente!” Lo definì. Poi c’era Ernest Hemingway, con cui Ava intrecciò una relazione passionale in Spagna, e il torero Luis Miguel Dominguín, che lei descrisse come “una dolce follia”. Frank, dal canto suo, non era un santo. Le sue groupie, le “bobby-soxers” che lo adoravano, erano sempre pronte a consolarlo dopo ogni litigio.

Il loro matrimonio era un campo di battaglia. Una notte, a Los Angeles, Ava trovò Frank ubriaco, con un flacone di pillole in mano. “Se mi lasci, mi ammazzo.” Biascicò. Lei lo schiaffeggiò, furiosa. “Non osare minacciarmi, Frankie. Non sono il tipo che si tiene con il ricatto.” Ma poi, tra le lacrime, si abbracciarono, promettendosi di provare ancora.

Il dolore più grande, però, fu quello che Ava tenne nascosto. Durante il matrimonio, rimase incinta due volte, ma scelse di abortire entrambe. “Non potevo portare un bambino in quel caos.” Confidò anni dopo a un’amica. “Frank era un disastro, e io non ero meglio.” Quegli aborti, fatti in segreto, la segnarono profondamente, lasciando cicatrici che nemmeno il suo sorriso smagliante poteva nascondere.

Nel 1953, dopo appena due anni di matrimonio, si separarono. La goccia che fece traboccare il vaso fu la gelosia: Ava non sopportava le fan di Frank, e lui era ossessionato dai suoi flirt con attori e registi. Il divorzio arrivò nel 1957, ma non fu la fine. Ava fuggì in Spagna, dove trovò rifugio tra le braccia di Hemingway e i tori di Dominguín. Frank, distrutto, sprofondò nella depressione, ma risalì grazie alla sua carriera, che decollò di nuovo con From Here to Eternity.

Nonostante la separazione, Ava e Frank non si lasciarono mai davvero. amici, amanti nell’anima, legati da un filo che né il tempo né i tradimenti potevano spezzare. Ogni anno, per il compleanno di Ava, Frank le inviava un bouquet dei suoi fiori preferiti, gardenie bianche, con un biglietto che diceva semplicemente: “Sempre tuo, Frankie.” Quando lei morì, nel 1990, Frank pianse come un bambino. “È stata l’unica donna che abbia mai amato davvero.” Disse a un amico.

Ava, dal canto suo, non si risposò mai. “Frank e io siamo amanti per l’eternità.” Dichiarò in un’intervista, con quel misto di malinconia e fierezza che la rendeva unica. Aveva avuto tre mariti – Mickey Rooney, Artie Shaw, Frank Sinatra – e amanti che spaziavano da Clark Gable a Bugsy Siegel, ma nessuno le aveva mai rubato il cuore come Frank.

Ava Gardner era una forza della natura. “Ebbe solo tre mariti, ma cambiò amanti come si cambiano i vestiti.” Scrisse un giornalista dell’epoca. La sua vita fu un romanzo scandaloso, fatto di whisky, sigarette e cuori infranti. Con Mickey Rooney, il suo primo marito, scoprì il sesso e il tradimento, lasciandolo quando scoprì che aveva una relazione con una quindicenne. Con Artie Shaw, sopportò insulti e umiliazioni, finché non fu lui ad abbandonarla. Ma con Frank Sinatra, trovò qualcosa di diverso: un amore che, pur distruttivo, era vero.

Hollywood la chiamava “mangiatrice di uomini,” ma Ava non era una predatrice. Era una donna che viveva senza catene, che amava con la stessa ferocia con cui combatteva. “Non sono mai stata io a scegliere gli uomini.” Disse una volta. “Sono loro che sceglievano me, e io decidevo se lasciarli entrare o no.”

Correva l’anno 1949, e due stelle si scontrarono, lasciando dietro di sé una scia di scintille che ancora oggi illuminano le leggende di Hollywood. Ava Gardner e Frank Sinatra furono amanti, nemici, complici, in un balletto di passione e dolore che li rese immortali. La loro storia non fu solo scandalosa: fu epica, come un film che non smette mai di essere proiettato.



ARTICOLO DI ADAMO BENCIVENGA
 FONTI:
https://cinema.fanpage.it/ava-gardner-dal-letto-
di-morte-racconti-di-sesso-e-alcolismo/
http://marilyn.corriere.it/2013/07/09/hollywood-
e-il-sesso-gli-amori-esagerati-di-ava-gardner/
https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/
sinatra-furioso-ava-gardner-diceva-che-faceva-
amore-come-donna-109869.htm
http://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/ava-
gardner-frank-sinatra-e-amori-folli-928024.html
IMMAGINE GENERATA DA IA







 
Tutte le immagini pubblicate sono di proprietà dei rispettivi autori. Qualora l'autore ritenesse improprio l'uso, lo comunichi e l'immagine in questione verrà ritirata immediatamente. (All images and materials are copyright protected  and are the property of their respective authors.and are the property of their respective authors. If the author deems improper use, they will be deleted from our site upon notification.) Scrivi a liberaeva@libero.it

 COOKIE POLICY



TORNA SU (TOP)


LiberaEva Magazine Tutti i diritti Riservati
  Contatti