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INTERVISTA
IMPOSSIBILE 
Livia Drusilla
Imperatrice consorte di Ottaviano
Nobildonna romana, moglie dell'Imperatore, fu la madre di
Tiberio, bisnonna di Caligola e trisavola di Nerone. Si sposò in seconde nozze con Ottaviano
tre giorni dopo la nascita del suo secondo figlio. (Roma, 30
gennaio 58 a.C. - Roma, 28 settembre 29 )

Salve madame le sue origini? Il mio nome
completo è Livia Drusilla Claudia. Sono nata a Roma il
30 gennaio 58 a.C., appartengo alla dinastia della Gens
Claudia. Mio padre era Marco Livio Druso Claudiano e mia
madre Alfidia, figlia del magistrato romano.
Si
sposò a sedici anni… Nel 42 a.C. sposai mio cugino
patrizio Tiberio Claudio Nerone.
Chi era suo
marito? Tiberio al tempo militava nel partito dei
congiurati con Claudiano, Gaio Cassio Longino e Marco
Giunio Bruto, contro Ottaviano e Marco Antonio. Quando
l'esercito di mio marito fu sconfitto nella battaglia di
Filippi, Claudiano, Cassio e Bruto si suicidarono,
mentre mio marito continuò a combattere contro
Ottaviano, passando dalla parte di Marco Antonio.
Le cose non andavano bene… Purtroppo no e nel 40
a.C. insieme alla mia famiglia fui costretta ad
abbandonare l'Italia per evitare la proscrizione
dichiarata da Ottaviano e a raggiungere prima la Sicilia
e poi la Grecia dove avevo dei parenti.
Il suo
esilio durò circa un anno… Nello stesso anno
Ottaviano e Marco Antonio si riconciliarono, dopo una
guerra durata tre anni. Finalmente il nostro esilio si
concluse e quando fu decretata l’amnistia generale dei
proscritti tornammo a Roma.
Dopo la morte di
Marco Antonio, Ottaviano non ebbe più rivali, divenendo
il padrone incontrastato di Roma e iniziando la
transizione dalla Repubblica all'Impero. In quel periodo
ci fu il colpo di fulmine… Conobbi Ottaviano quando
avevo già avuto il mio primo figlio da Tiberio ed ero
incinta di Druso. Lui appena mi vide si innamorò
immediatamente di me. Sì esatto, un vero colpo di
fulmine da parte di entrambi! Tenga conto che Scribonia,
la moglie di Ottaviano, era in attesa della figlia
Giulia.
Come avvenne l’incontro? Incontrai
Ottaviano ad una cena a casa di amici comuni. Finita la
cena lui mi invitò in una stanza per un colloquio
privato con il tacito consenso di mio marito. Parlammo
molto poi lui si fece avanti ed io non lo rifiutai. Dopo
circa mezz’ora tornammo dai commensali. Lui felice per
avermi confidato le sue intenzioni di divorziare da sua
moglie ed io appagata dai suoi baci.
Quindi
nonostante lei fosse incinta come del resto la moglie di
Ottaviano decideste di sposarvi… Ottaviano decise di
divorziare nello stesso giorno in cui la moglie dava
alla luce la loro figlia e convinse Tiberio Claudio
Nerone a divorziare da me. Sta di fatto che mio figlio
Druso nacque il 14 gennaio del 38 a.C., tre giorni prima
delle mie nozze con Ottaviano senza aspettare il periodo
di interdizione dopo il divorzio. Al matrimonio era
presente anche il mio ex marito. Lui fu così amorevole
che mi accompagnò durante la cerimonia come avrebbe
fatto un padre.
Stando a quanto riportano dagli
storici lei fu una moglie impeccabile. Pur non
avendo generato figli per l’imperatore non venni mai
ripudiata. Lui era effettivamente innamorato di me ed io
ricambiai il suo amore con la devozione più assoluta.
I suoi figli madame a chi furono affidati?
Come da accordi tra i due uomini, Tiberio Claudio Nerone
accolse in casa i nostri due figli, ma quando morì, nel
33 a.C., loro vennero ad abitare nella mia casa e
Ottaviano ne divenne padre adottivo.
Le cronache
del tempo non furono molto convinte del colpo di
fulmine… Beh è ovvio che il mio futuro marito unì
l’utile ad dilettevole. Per cui era valida la tesi delle
convenienze politiche: ad Ottaviano infatti faceva
comodo il sostegno della gens patrizia dei Claudii per
sopravvivere politicamente e diventare imperatore. Ma
posso confermare tranquillamente che ci amavamo così
tanto che rimanemmo sposati per 51 anni.
Ottaviano non rimase indifferente a questo suo affetto.
Due anni dopo il matrimonio mi concesse l’onore di
gestire le sue finanze personali, cosa davvero insolita
al tempo per una donna. Tra le altre cose mi dedicò
addirittura una statua in pubblico nella parte più in
vista del Foro. Vivevamo in casa con Giulia, la figlia
di Ottaviano e Scribonia, e i miei due figli.
Alcune voci insinuarono che dietro alcuni episodi
criminali ci fosse il suo zampino. Tipo la morte di
Marco Claudio Marcello ovvero il nipote favorito di
Augusto (morto improvvisamente a 19 anni). Oppure le
morti naturali, ma fortemente sospette dei figli di
Giulia maggiore e di Marco Vipsanio Agrippa, vale a dire
Lucio, Gaio Cesare e Agrippa, tutti e tre adottati da
Augusto e quindi eredi legittimi dell’immenso
patrimonio. Posso solo confermare che per favorire i
miei figli, misi in atto azioni volte a garantire il
loro futuro politico, ma lo feci sempre e comunque alla
luce del sole. Mio figlio Druso sposò Antonia, la nipote
preferita di Augusto, e intraprese una brillante
carriera militare. Purtroppo in seguito morì
valorosamente in battaglia. Tiberio invece sposò in
seconde nozze Giulia, la figlia di Augusto, la quale
aveva già sposato il generale Marco Vipsanio Agrippa;
Tiberio venne infine adottato dall'imperatore nel 4,
divenendone l'erede.
In che rapporti fu con
Giulia, la figlia di suo marito? Su mio consiglio
Giulia Maggiore, figlia di Ottaviano, venne esiliata dal
padre insieme alla madre Scribonia, perché era una
ragazza di facili costumi. Sia da sposata che da vedova,
sia che il marito fosse appena morto o già sepolto e sia
che i suoi figli fossero vivi o appena morti, la
signorina non si faceva mancare amanti di ogni parte
politica, ceto o nazionalità. Il suo appetito sessuale e
la sua dissolutezza era ormai diventati proverbiale per
tutta Roma. Ottaviano esasperato dai continui
pettegolezzi e dal fatto che la donna si facesse sempre
cogliere in flagrante nel Foro o, comunque, in luoghi
comuni, mi chiese consiglio ed insieme decidemmo di
allontanarla da Roma.
Lei fu famosa per aver
combattuto la dissolutezza sia tra i patrizi che alla
Suburra. Ero considerata dal mio popolo come un
esempio da seguire e moglie esemplare, che combatteva il
vizio e la corruzione dei sensi. Nemmeno il dolore per
la morte di mio figlio Druso riuscì a scalfire la mia
immagine, al punto che mi imposi il contegno e la
riservatezza anche di fronte a me stessa.
Dal
giorno delle nozze lei rimase sempre al fianco di
Ottaviano. Nonostante la nostra ricchezza e il potere
continuammo a vivere modestamente nella casa sul
Palatino. Mi fa piacere che venga ricordata anche come
modello per le matrone romane. In effetti non indossavo
gioielli costosi né vestiti sgargianti, mi prendevo cura
personalmente della casa e di mio marito, cucendogli
persino i vestiti, e fui sempre al suo fianco anche in
battaglia e sempre leale e premurosa verso di lui.
Questo accrebbe la sua popolarità. Ero molto
abile nell’amministrare la casa con soli 500 schiavi.
Controllavo con molta attenzione le spese della dimora
imperiale e non delegavo nulla che potessi fare senza
spendere più del dovuto. Il popolo mi amava per la mia
generosità nel premiare i servi meritevoli donando loro
la libertà e, in un secondo momento, facendoli
seppellire in un mausoleo privato.
Effettivamente lei Livia fu una delle poche donne romane
che potrebbe essere definita un “difensore dei diritti
delle donne”. Riuscii a far emanare alcune leggi che
permettevano anche alle donne di ceto alto e medio alto,
di gestire gli affari di famiglia e di presenziare ad
alcune “cene di lavoro” tra personalità politiche di
spicco, accanto ai loro mariti. Una simile libertà
femminile non era mai stata raggiunta prima di allora e
purtroppo venne meno in futuro con la diffusione del
cristianesimo.
Quando suo marito morì lei fu
dichiarata erede universale… Il testamento di
Augusto, morto nel 14, conteneva il provvedimento della
mia adozione. Questo atto inusuale che mi rendeva figlia
di mio marito, mi permise di entrare a far parte in
pieno diritto della gens patrizia dei Iulii, mi consentì
inoltre di ereditare un terzo del patrimonio di Augusto
(gli altri due terzi andarono a mio figlio Tiberio), e
mi riconobbe a tutti gli effetti il titolo a vita di
"Augusta".
Sfruttando la sua popolarità,
contribuì all'elezione di Tiberio al rango di
imperatore… A quel tempo con mio figlio andavo
d’amore e d’accordo. Tiberio tra le altre cose fece
passare nel 20 una legge che equiparava al tradimento la
diffamazione nei miei confronti e mi garantì nel 24 un
posto a teatro tra le Vergini vestali.
Poi però
i vostri rapporti si deteriorarono… Tiberio divenne
sospettoso e irascibile nei miei confronti soprattutto
perché alle volte gli ricordavo di essere divenuto
imperatore per mio merito. Avrei solo voluto un po' di
riconoscenza, ma lui in risposta mise il veto alla
decisione del Senato di conferirmi il titolo di Mater
Patriae, "Madre della Patria".
Nel 22 Livia si
ammalò: il figlio la raggiunse da Capri per starle
vicino; quando però nel 29 si ammalò nuovamente, Tiberio
rimase a Capri. Livia Drusilla visse quasi ottant’anni
un’età ragguardevole per quei tempi. Il corpo di Livia
venne seppellito con parecchi giorni di ritardo, e solo
quando lo stato di decomposizione rese l'atto non più
procrastinabile, perché si attendeva l'arrivo di
Tiberio. L'orazione funebre fu pronunciata dal pronipote
Caligola, che, dopo la caduta in disgrazia della madre
Agrippina maggiore, aveva vissuto con Livia. Tiberio di
contro anche dopo la morte non volle divinizzarla e
giunse persino ad annullare il suo testamento. Fu poi
Claudio, nel 42, a divinizzare la propria nonna. Livia
Drusilla veniva onorata in occasione dei giochi pubblici
da un carro trainato da elefanti che portava la sua
immagine; nel tempio di Augusto le venne dedicata una
statua; corse di carri vennero indette in suo onore,
mentre le donne dovevano nominarla nei loro giuramenti.
La tradizione vuole che Livia abbia ingrandito la città
di Forlì (Forum Livii) a causa della stretta parentela
con Marco Livio Salinatore, fondatore della città. Forlì
infatti si chiamò per secoli anche Livia.
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IMMAGINE GENERATA DA IA INTERVISTA A
CURA DI ADAMO BENCIVENGA REALIZZATA GRAZIE A:
https://it.wikipedia.org/wiki/Livia _Drusilla
http://www.lundici.it/2016/02/livia
-drusilla-femminilita-morigeratezza-e-potere/
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