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INTERVISTA
IMPOSSIBILE 
Madame Claude
La Regina delle Prostitute
“Ci sono due cose
per cui la gente sarà sempre disposta a pagare. Il cibo e il sesso,
e io non ero brava a cucinare!”
(Angers 6 luglio
1923 - Nizza 19 dicembre 2015).

Al secolo Fernande Grudet fu una
donna priva di scrupoli, elegantissima, raffinata ed
affascinante. Attraverso questa intervista impossibile
in esclusiva ripercorriamo passo dopo passo la sua
incredibile vita.
Madame le sue origini?
Il mio vero nome è Fernande Grudet ma sono passata alla
storia come Madame Claude. Sono nata il 6 luglio del
1923 ad Angers, l'antica capitale dell'Angiò nella valle
della Loira.
Quando si trasferì a Parigi? Ero
molto giovane, provai a vivere facendo l’agente
immobiliare e poi la commessa prima di diventare una
prostituta. Del resto Parigi non offriva altro a ragazze
di origini umili come me. Non ero una grande bellezza,
con i denti storti e un grande naso, ma i parigini erano
di bocca buona.
È vero che non amava
particolarmente il sesso? Ma dove le ha prese queste
notizie! Comunque sì non ero un’appassionata. Secondo me
la gente con più di 40 anni non dovrebbe più avere
rapporti sessuali.
Lei al tempo aveva sparso la
voce di essere di origini benestanti, perché? Beh sì,
volevo essere un personaggio, anche se poi andavo a
letto con chiunque mi pagasse una cena. Dicevo di essere
nata da una famiglia borghese e di aver ricevuto una
educazione molto severa. Altre volte mi inventavo che
mio padre era stato un industriale anche se poi nella
realtà vendeva panini alla stazione per provvedere alla
famiglia.
La sua famiglia? Avevo una sorella
di nome Josephine nata un anno dopo di me, purtroppo
morì all’età di 19 anni. Frequentai l’istituto
Jeanne-d'Arc e poi quello dell'Immacolata Concezione di
Angers. Mio padre morì di cancro nel 1941 nel caldo
letto di un ospedale anche se io mi inventai che fosse
morto da eroe durante l’occupazione tedesca.
Lei
è di origini ebree vero? Sono mezza ebrea, ma per
avere qualche vantaggio in società mi inventai di una
fantomatica deportazione nel campo di Ravensbrück , dove
avrei salvato la vita, grazie ad un medico del campo,
Genevieve de Gaulle.
Alla fine degli anni '50
iniziò la sua attività… Veramente l’attività l’avevo
iniziata molto tempo prima, alla fine degli anni
cinquanta decisi di diventare una prostituta di lusso
gestendo la mia attività direttamente al telefono nel
mio appartamento in rue de Marignan a pochi passi dagli
Champs Élysées.
A quel punto il passo fu breve
ad allargare l’attività gestendo altre ragazze. Avevo
messo su un bel gruzzolo e comprai un hotel di dodici
stanze al 32 di rue de Boulainvilliers nel 16 °
arrondissement, una zona molto esclusiva di Parigi. In
poche parole un bordello di lusso per prostitute d’alto
bordo frequentato, nelle mie intenzioni, da una élite in
grado di pagare qualsiasi tariffa.
L’attività si
rivelò immediatamente un business proficuo… Dal 1961
al 1977 ho fornito le migliori prostitute a tutto il
mondo. Nei momenti più floridi ho gestito oltre
cinquecento ragazze. I miei clienti erano sempre più
esigenti e il mio compito oltre alla gestione ordinaria
fu anche quello di vestire le mie ragazze con abiti
creati da Yves Saint Laurent, gioielli Winston, valigie
Louis Vuitton e orologi Cartier. Alle volte le facevo
sottoporre a interventi di chirurgia estetica per
migliorare il loro aspetto.
Ovviamente di base
dovevano avere un corpo perfetto… Per esserne certa
durante il primo colloquio di ammissione chiedevo loro
di spogliarsi. A volte capitava una ragazza carina, un
bel viso, volitiva, elegante e sottile, ben vestita, ma
quando si spogliava era una catastrofe. Ovviamente il
secondo requisito non poteva non essere: “Très bien au
lit!” (Molto brava a letto!)
Dove prendeva le sue
ragazze? Le sceglievo tra le attrici che non avevano
avuto successo, sui banchi della Sorbona, ai tavolini
dei café o sulle passerelle di Christian Dior. Tutte
discrete con una cultura di base soddisfacente alcune
cosi sofisticate che passavano senza soluzione di
continuità dal bel mondo alla prostituzione d’alto
bordo.
Più che professioniste reclutava delle
ragazze comuni… Il mestiere l’avrebbero imparato col
tempo. Condizione necessaria era che non fossero
volgari. Se gli uomini avessero voluto delle prostitute,
potevano andare a cercarle per strada!
Faceva
testare le ragazze da uomini di fiducia che stilavano
relazioni dettagliate, vero? Ero pur sempre una
donna, non mi fidavo del mio giudizio. Comunque una
volta che avevano superato l'esame fisico, le Claudettes
venivano istruite per due anni in letteratura e storia
francese.
Per loro era conveniente lavorare per
lei… Trattenevo solo un onestissimo 30% del guadagno,
il resto andava alla ragazza. Una Claudette prendeva
circa 200 euro per un pomeriggio, 400 per una serata e
circa 600 per una giornata intera.
Quando i
clienti chiamavano, rispondeva con il suo tradizionale
saluto: “Allo, oui?”. E poi aggiungevo: “Penso di
avere quello che ti serve." Poi con un occhio sempre
fisso alla mia agenda nera consultavo la lista chiedendo
al mio interlocutore il tipo di ragazza preferita e le
sue fantasie sessuali. Fissato l'appuntamento annotavo
il nome del cliente sul taccuino.
Come
accoglieva i suoi clienti? Li accoglievo alla porta,
perfettamente vestita di tenui colori grigio e beige, i
miei preferiti. Dopo aver preparato un cognac o un
whisky e qualche chiacchiera chiamavo la ragazza o il
gruppo di ragazze non impegnate in quel momento. Fatta
la scelta lo accompagnavo insieme alla ragazza verso la
camera da letto. Una volta entrati chiudevo
delicatamente la porta, da quel momento iniziava il mio
guadagno.
Clienti facoltosi mi ha detto… qualche
nome? Il Colonnello Gheddafi, Marlon Brando, la metà
dei politici francesi, miliardari, principi e
presidenti. JFK una volta mi chiese una sosia di Jackie
Kennedy: “Ma la voglio super hot!” Mi disse. Insomma
tutti impazzivano per i servizi delle mie “Claudettes”.
Altri nomi? Dopo un'orgia durata un’intera
notte, Gianni Agnelli volle andare a messa. Lo Scià
dell'Iran aveva un ordine settimanale permanente di
Claudettes. Cascasse il mondo dovevano essere
“consegnate” a Teheran ogni venerdì pomeriggio. Pensi
che quando lo Scià venne a Parigi in visita di Stato non
esitò a pagare 150.000 franchi per una sola notte di
sesso.
Si parla di un Aristotele Onassis molto
assiduo… Sa cosa le dico, anche io rimasi sconvolta
dalla sua esuberanza. Una volta si presentò con la sua
amante, una cantante d'opera, e mi chiese prestazioni
sessuali che avrebbero fatto impallidire anche la
cortigiana più esperta.
Per quanto tempo le
Claudettes lavoravano per lei? Le mode e i gusti
cambiavano velocemente per cui per stare sempre al passo
dei tempi il ricambio era piuttosto rapido. Però mi
permetta di dire una cosa: mi faceva sorridere vedere le
fotografie di dame e contesse nelle edizioni pagine di
Tatler, Harpers e Vogue, perché molte di loro avevano
lavorato per me! Ovviamente mantenevo il sacrale
segreto!
Madame i rapporti con la Polizia?
Riuscii a portare avanti la mia attività senza problemi
per quasi vent'anni, fu soprattutto grazie ai buoni
rapporti con la polizia e i servizi segreti dell'epoca.
Avevo i miei agganci alla "Mondaine" l’ufficio parigino
in cui si indagava sullo sfruttamento della
prostituzione. In alcuni casi, le mie ragazze lavorarono
come informatrici, io stessa collaborai con lo
pseudonimo di Violette. Pensi che anche il governo
americano apprezzò la mia merce. Nel 1973, durante gli
incontri per gli accordi di pace di Parigi per un
cessate il fuoco in Vietnam, la CIA noleggiò alcune mie
ragazze per tenere alto il morale dei delegati.
Poi cosa avvenne? Durante la presidenza di Valery
Giscard d'Estaing nel 1976 il vento iniziò a cambiare,
ma non fu attaccata direttamente la mia attività bensì
le mie tasche. Insomma il Fisco mi chiese la bellezza di
11 milioni di franchi come risarcimento. Per sfuggire
alla morsa della giustizia decisi di fuggire negli Stati
Uniti e mi stabilii a Los Angeles. Poi tornai in Francia
e nel 1985 venni arrestata e finii nel carcere di Cahors
per quattro mesi. Poi nel 1992 tornai nelle patrie
galere per sei mesi. Uscii sotto pagamento di una multa
di un milione di franchi, finanziati con i proventi di
interviste e della pubblicazione di un libro di memorie.
Madame, ma lei pensò mai a sposarsi? La domanda è
molto curiosa! Ebbene non ci crederà ma io sono stata
sposata due volte, la prima sposai nel 1972 un signore
svizzero, ma il matrimonio fallì dopo alcune settimane,
mentre la seconda volta sposai un barman gay per
ottenere la carta verde che mi avrebbe consentito di
vivere negli USA. Ma questa è un’altra storia…
Madame Claude è morta all'età di 92 anni
nell'Ospedale di Sources, sulle colline di Nizza. Si era
trasferita nel Sud della Francia anni prima, dopo la
fine dei suoi guai legali che l'avevano tormentata negli
anni '90. Sulla sua storia fu anche realizzato un film,
diretto nel 1977 da Just Jaeckin, in cui la maîtresse
venne interpretata da Françoise Fabian. Ha lasciato nel
suo libro di memorie “Signora” scritto nel 1994 il suo
epitaffio: “Ci sono due cose per cui la gente sarà
sempre disposta a pagare. Il cibo e il sesso, e io non
ero brava a cucinare!”
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CURA DI ADAMO BENCIVENGA REALIZZATA GRAZIE A:
https://news.vice.com/it/artic le/la-vita-incred
ibile-di-madame-claude-regina- delle-prostitute-di-parigi
https://fr.wikipedia.org/wik i/Madame_Claude
http://www.dailymail.co.uk
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