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  INTERVISTA 
			IMPOSSIBILE
 
  Lupe Vélez
 Cronaca di una morte annunciata: 
			L’Ultima Cena
 La tragica storia dell’attrice, cantante e ballerina messicana. 
			Morta per overdose di barbiturici a soli 36 anni. Annunciò il suo 
			suicidio alle sue amiche più intime nel corso di una cena prima del 
			tragico evento
 (San Luis Potosí, 18 
			luglio 1908 – Beverly Hills, 13 dicembre 1944)
 
 
 
  
 
 
				
					| Madame le sue origini? Il mio vero 
						nome è María Guadalupe Villalobos Vélez. Sono figlia di 
						Jacobo Villalobos Reyes, un colonnello delle forze 
						armate del dittatore Porfirio Diaz e Josefina Vélez una 
						cantante d'opera. Avevo tre sorelle Mercedes, Reina e 
						Josefina e un fratello, Emigdio. Eravamo benestanti e 
						vivevamo in una grande villa a San Luis Potosí.
 
 La sua adolescenza?
 A tredici anni venni mandata da 
						mia madre a studiare in un collegio di monache a San 
						Antonio in Texas. Qui imparai l’inglese ma poi, 
						purtroppo, scoppiò la rivoluzione messicana ed i miei si 
						ritrovarono senza risorse economiche per cui, per 
						sostenere la famiglia, dovetti abbandonare gli studi e 
						andai a lavorare come commessa in un grande magazzino.
 
 Poi tornò a Città del Messico…
 Iniziai la 
						mia carriera come artista nel vaudeville messicano. 
						Inizialmente mi esibivo con il cognome di mio padre, ma, 
						quando mio padre tornò a casa dalla guerra si indignò 
						rimproverandomi di aver usato il suo cognome per 
						esibirmi sul palcoscenico. Quindi gioco forza scelsi il 
						cognome materno.
 
 Poi cosa accadde?
 Partecipai 
						come cantante e ballerina a molte riviste messicane. Il 
						mio canto suggestivo e la mia danza provocatoria furono 
						un successo e mi affermai come una delle principali star 
						messicane del vaudeville.
 
 Poi arrivò negli Stati 
						Uniti…
 Nel 1926 Frank A. Woodyard, un americano che 
						mi aveva visto esibirmi Vélez mi raccomandò al regista 
						Richard Bennett. Bennett stava cercando un'attrice per 
						interpretare un cantante messicana nella sua commedia 
						The Dove . Mi mandò un telegramma che mi invitava a Los 
						Angeles. Ovviamente mi precipitai a Los Angeles, ma 
						appena arrivata scoprii di essere stata sostituita nel 
						dramma da un'altra attrice.
 
 Quindi come iniziò la 
						sua carriera di attrice?
 Feci un provino con la 
						Metro-Goldwyn-Mayer e durante l’esibizione mi vide il 
						regista Hal Roach, lo scopritore di Oliver Hardy e Stan 
						Laurel, lui mi ingaggiò immediatamente e mi fece 
						debuttare nel cortometraggio muto Marinai in guardia 
						proprio con Laurel e Hardy.
 
 Nel 1928 vinse il 
						primo premio…
 Vinsi l'edizione di quell'anno del 
						premio WAMPAS Baby Stars, un'iniziativa pubblicitaria 
						promossa negli Stati Uniti dalla Western Association of 
						Motion Picture Advertisers, che premiava ogni anno 
						tredici ragazze giudicate pronte ad iniziare una 
						brillante carriera nel cinema.
 
 Entrò nel cinema 
						dalla porta principale…
 Interpretai ruoli drammatici 
						per cinque anni, per passare poi alle commedie. Nel 1933 
						fui la protagonista di Tutto pepe, film che mi fece 
						conoscere come attrice brillante e che mise in risalto 
						la mia femminilità. Tra le altre lavorai con la diva del 
						muto Mary Pickford.
 
 In quel periodo l'industria 
						cinematografica stava passando dai muti ai film sonori…
 Diverse stelle dell'epoca videro le loro carriere 
						terminare bruscamente a causa del loro inglese 
						fortemente accentato oppure delle loro voci non idonee. 
						Io invece, nonostante il mio accento, ma grazie alle mie 
						doti canore, non ebbi problemi
 
 Fu una delle 
						prime attrici latinoamericane a diventare famosa negli 
						Stati Uniti.
 Negli anni '30 interpretai una serie di 
						film di successo come Hot Pepper del 1933, Strictly 
						Dynamite e Hollywood Party entrambi del 1934). Ma fu 
						negli anni '40 che raggiunsi il picco della popolarità 
						dopo essere apparsa nei film di Spitfire messicani, una 
						serie creata per mettere in risalto la mia figura e la 
						mia esuberante personalità. Pensi che quando tornai a 
						Città del Messico per recitare nel mio primo film 
						messicano La Zandunga fui accolta da diecimila fan.
 
 Dicono fosse un’attrice selvaggia e vivace…
 La 
						mia personalità e la mia esuberanza era la stessa sia 
						davanti che lontano dalla macchina da presa. Attribuisco 
						il mio successo al fatto che ero naturale, sincera e 
						spontanea. Ero felice quando ballavo e cantavo come 
						quando piangevo, e la gente se ne sarebbe accorta se 
						fossi stata troppo drammatica come Norma Talmadge, 
						oppure troppo aristocratica come Corinne Griffith, 
						oppure dolce e gentile come Mary Pickford. Io volevo 
						essere solo Lupe Velez.
 
 Venne anche definita 
						esibizionista e lussuriosa…
 Non mi curavo del 
						giudizio della gente. Ero fatta così. A volte nel bel 
						mezzo di una festa capitava che mi alzassi la gonna e la 
						gente si stupiva perché non indossavo biancheria intima.
 
 Fu amante di Gary Cooper…
 Gary fu un altro 
						dei miei amori, lo avevo incontrato sul set del film La 
						canzone dei lupi del 1929. Il nostro rapporto fu 
						appassionato ma alquanto tempestoso. Anche lui mi 
						lasciò, per volere di sua madre Alice, perché stanco 
						della mia impulsività e della mia irritabilità.
 
 La tradiva?
 Avevo forti dubbi che lo facesse ed una 
						volta lo inseguii brandendo un coltello, un’altra ebbe 
						bisogno delle cure del medico per ricucire una ferita. 
						Durante la nostra relazione Gary perse 45 chili e iniziò 
						a soffrire di esaurimento nervoso. Allora mi lasciò e 
						per recuperare la Paramount Pictures gli ordinò di fare 
						una vacanza. Io seppure la cosa e lo raggiunsi alla 
						stazione e mentre saliva sul treno, tentai di ucciderlo 
						sparando vari colpi con una pistola.
 
 Comunque i 
						giornali di gossip parlavano spesso delle sue relazioni 
						amorose…
 Beh quando arrivai a Los Angeles mi legai 
						prima all’attore Tom Mix e poi a Charlie Chaplin e Clark 
						Gable. Ma come detto il mio primo vero rapporto di lunga 
						durata fu con Gary Cooper. Dopo Gary iniziai una 
						relazione di breve durata con l'attore John Gilbert . 
						Lui era separato dalla sua terza moglie, anche questa 
						volte fu lui a troncare la relazione tentando di 
						riconciliarsi con sua moglie Ina Claire.
 
 Una 
						vita privata molto tormentata…
 Mi sposai una sola 
						volta, l'8 ottobre 1933, a Las Vegas, con l'attore 
						Johnny Weissmuller. Lo avevo incontrato a New York, in 
						quel periodo frequentavo Errol Flynn e lui mi fece una 
						corte spietata. Il matrimonio durato cinque anni, come 
						le altre mie relazioni finì a causa del mio carattere 
						aggressivo e della mia incompatibilità nei riguardi del 
						rapporto di coppia. Ero troppo gelosa e capitava spesso 
						che lo aggredissi non solo verbalmente a anche con pugni 
						e calci. Una volta mandai il povero Johnny in giro con 
						la faccia piena di graffi, lividi e morsi. Per tre volte 
						intraprendemmo la causa di divorzio per poi 
						riappacificarci.
 
 E dopo il divorzio?
 Frequentai l'attore Guinn Williams e a fine ’41 mi legai 
						allo scrittore Erich Maria Remarque. Poi i pugili Jack 
						Johnson e Jack Dempsey . Nel 1943 iniziai una relazione 
						con l’attore messicano Arturo de Córdova e poi con un 
						giovane attore austriaco Harald Maresch.
 
 Madame 
						cosa successe il 13 dicembre 1944?
 Nonostante i tanti 
						amore ero depressa e pensavo continuamente al suicidio. 
						Quando scoprii di essere incinta Harald Ramond si 
						rifiutò di riconoscere il bimbo che avevo in grembo. Per 
						cui quella sera fatidica invitai le mie migliori amiche 
						ovvero: Estelle Taylor, l'ex del pugile Jack Dempsey e 
						Benita Oakie, la moglie dell'attore Jack Oakie. Avevo 
						intenzione di dividere con loro quella che sarebbe stata 
						la mia “ultima cena".
 
 Cosa successe?
 Dopo la 
						cena alla messicana con fumo e alcool, mi ritirai 
						confessando la mia lacerante inquietudine. Dissi alle 
						mie amiche: “Sono stufa della vita. Devo lottare per 
						tutto. E sono così stanca. È da quando ero bambina, nel 
						Messico, che lotto. È mio figlio. Non potrei mai 
						ucciderlo e vivere in pace con me stessa. Piuttosto mi 
						uccido io”.
 
 E le sue amiche come reagirono?
 Credendo che scherzassi non mi diedero retta. Quando mi 
						ritrovai sola nella mia grande villa alle tre del 
						mattino, per l'ultima volta salii lo scalone dalla 
						balaustra di ferro battuto. Con indosso il mio più bel 
						vestito da sera di lamé d'argento raggiunsi la mia 
						camera che avevo adornato con fiori e candele. Poi 
						scrissi un biglietto d'addio lasciandolo sul comodino e 
						ingerii settantacinque pasticche di sonnifero Seconal e 
						un bicchiere di brandy.
 
 
 Venne ritrovata 
						morta l'indomani. Aveva trentasei anni. Quando la 
						cameriera Juanita, aprì la porta della camera da letto 
						l'indomani alle nove, trovò il letto vuoto, circondato 
						da fiori e candele come la diva aveva previsto per il 
						suo suicidio. Seguendo delle tracce di vomito, la donna 
						arrivò al bagno, dove trovò la padrona con la testa 
						incastrata nella tazza del water.
 Fu trovato un 
						messaggio diretto ad Harald: “Dio ti perdoni e perdoni 
						anche me, ma preferisco togliermi la vita e il nostro 
						bambino prima che lo porti con vergogna o ucciderlo. - 
						Lupe.”
 L'attrice Estelle Taylor, presente quella 
						sera, dichiarò alla stampa che Lupe Vélez l’aveva messa 
						al corrente della sua gravidanza e del rifiuto di 
						Harald, precisando che avrebbe preferito suicidarsi 
						piuttosto che abortire.
 Il 22 dicembre si svolse il 
						primo funerale presso l'obitorio del Forest Lawn 
						Memorial Park a Los Angeles dove era presente l'ex 
						marito Johnny Weissmuller. Dopo la funzione il corpo fu 
						spedito in treno a Città del Messico dove si tenne il 
						secondo funerale. Il suo corpo fu poi sepolto nel 
						cimitero di Panteón Civil de Dolores.
 Per il suo 
						contributo all'industria cinematografica, Lupe Vélez ha 
						una stella sulla Hollywood Walk of Fame al 6927 
						Hollywood Boulevard .
 
 
 
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