Madame le sue origini?
Il mio vero nome era Lena Copeland Baskette, figlia di Gladys
Rosenberg e di Frank Baskette. Mio padre era proprietario di una
farmacia, purtroppo non riuscì a sopportare i continui
tradimenti di mia madre e si suicidò quando ero ancora bambina e
mia madre si risposò con il coreografo Ernest Belcher.
Questo evento facilitò la sua carriera di ballerina…
Insieme alla mia sorellastra Marge Champion sin da piccola mi
dedicai alla danza e all’età di nove anni ottenni il mio primo
contratto con gli Universal Studios di Los Angeles e girai il
primo di una lunga serie di film muti.
Si affermò
tra il 1916 e il 1922…
Fui una delle più attive
attrici bambine del periodo, danzai alle Ziegfeld Follies di New
York e, nel 1923, fui chiamata ufficialmente "America's Prima
Ballerina".
Nel 1923 insieme a sua madre viaggiò
in treno in direzione New York City…
Dovevo fare
un'audizione per John Murray Anderson. Anderson mi consigliò di
cambiare l'ortografia del mio nome da "Lena Baskette" a "Lina
Basquette" dicendomi: “Ecco vedi? In un attimo da cuoca sei
diventata un'artista!”
In quel periodo venne
notata dalla prima ballerina russa Anna Pavlova…
Lei, vedendomi ballare, mi consigliò di intraprendere la
carriera classica, ma mia madre Gladys decise che quel tipo di
carriera non avrebbe fruttato abbastanza denaro e rifiutò
l'offerta della Pavolva.
Si sposò presto…
Avevo appena compiuto la maggiore età quando Sam Warner
produttore cinematografico, co-fondatore della Warner Brothers
assieme ai suoi fratelli, si innamorò di me… Nonostante i miei
dubbi, lui era molto più grande di me, mia madre credendolo
ricco mi costrinse a sposarlo.
Incontraste anche
altre difficoltà…
Lui dovette affrontare le
resistenze della sua famiglia perché nelle mie vene non scorreva
sangue ebreo. Comunque ci sposammo nel luglio del 1925. A 19
anni, ero già madre. Nacque nostra figlia Lita, dal nome dalla
moglie di Charlie Chaplin, Lita Gray.
A 20 anni
era già vedova...
Sam soffriva di forti e continui
mal di testa. Lo ricoverai al California Lutheran Hospital nel
settembre del 1927. I medici scoprirono che aveva sviluppato un
forte ascesso che si stava diffondendo in tutto il cervello.
Dopo quattro interventi chirurgici per rimuovere l'infezione,
Sam entrò in coma. Morì il 5 ottobre del 1927. Io ero ancora
giovane e rimasi devastata da quella morte, passai anni a
combattere contro la famiglia di Sam per i soldi e l’affidamento
di mia figlia.
Nel 1928, il suo nome venne
inserito nell'elenco delle WAMPAS Baby Stars…
Era un
riconoscimento per le giovani stelle emergenti dello spettacolo.
L'anno seguente girai da protagonista The Godless Girl (Donna
Pagana), il film parzialmente sonoro, raccontava la storia di
una ragazza atea che si scontra ideologicamente con le idee
cristiane di un giovane di cui si innamora.
DeMille il regista insistette su scene molto reali.
Così reali che durante le riprese dell’incendio del riformatorio
mi bruciai ciglia e sopracciglia. Purtroppo il film negli Stati
Uniti non ebbe successo, ma andò bene in Austria e benissimo in
Germania. Ricevetti addirittura una lettera di congratulazioni
da parte di Adolf Hitler. Mi scrisse che dopo la visione del
film ero diventata la sua star preferita.
Mentre
girava il film cominciò una relazione con il direttore della
fotografia John Peverell Marley che sposò nel gennaio del 1929…
John era un famosissimo fotografo, fu candidato per
due volte al premio Oscar ed è stato uno dei sei fotografi del
cinema a cui è stata assegnata una stella sulla Hollywood Walk
of Fame. Rimanemmo insieme meno di due anni divorziando nel
settembre del 1930.
Dopo il film ebbe qualche
difficoltà a lavorare vero?
Venni inserita in una
specie di Black List di Hollywood (ovviamente non ufficiale). A
causa delle mie battaglie legali contro la famiglia Warner.
Cercavano di strapparmi la bambina e prenderla in custodia per
educarla e crescerla come ebrea.
Ci racconti
come andò…
Poco dopo il matrimonio con John Peverell
Marley, Harry Warner, il fratello maggiore di Sam, mi chiese di
lasciare la custodia di mia figlia in quanto la stavo educando
secondo la mia religione ovvero quella cattolica romana. Io gli
rivelai di un accordo tra me e il mio ex marito ovvero che
avremmo cresciuto tutte le figlie femmine secondo la fede
cattolica e tutti i maschi come ebrei. Harry Warner e sua moglie
a quel punto mi offrirono ingenti somme di denaro per
abbandonare la custodia di mia figlia, ma rifiutai.
Poi cedette però…
Ero stanca di quelle
snervanti battaglie legali, alla fine cedetti quando Harry
Warner mi promise che Lita avrebbe ricevuto un fondo fiduciario
di 300.000 dollari e il 30 marzo del 1930 Harry Warner e sua
moglie ricevettero l'affidamento legale di Lita. Mi pentii quasi
subito e cercai di riguadagnare rapidamente l’affidamento di mia
figlia. Quando mi resi conto dell’impossibilità tentai il
suicidio bevendo veleno a una festa. Nei successivi venti anni
vidi Lita solo due volte: nel 1935, quando Harry Warner e la sua
famiglia si trasferirono a Los Angeles, e nel 1947, quando Lita
sposò il Dr. Nathan Hiatt.
Nonostante queste
vicissitudini lei fu comunque un’attrice molto prolifica…
Nella mia carriera girai una cinquantina di film compreso
Paradise Park un film del 1991, lo girai all’età di 84 anni nel
ruolo di una nonna
Ha avuto sette mariti…
Sette mariti e otto matrimoni perché Theodore Hayes, l'ex
allenatore del campione mondiale di pugilato dei pesi massimi
Jack Dempsey, l’ho sposato due volte. La prima volta lo lasciai
quando seppi che era ancora sposato, poi ci riconciliammo e ci
sposammo di nuovo. Da quella unione nacque nell'aprile del 1934
il mio secondo figlio, Edward Alvin Hayes. Comunque prima di lui
avevo sposato in terze nozze l'attore Ray Hallam nel 1931.
Purtroppo Ray morì di leucemia tre settimane dopo il matrimonio.
Poi fu la volta di un attore inglese…
Nell'aprile del 1937, sposai il mio quinto marito Henry Mollison
a Londra per poi separarci nel 1940 e divorziare nell'ottobre
1944. Non contenta nel 1947 sposai Warner Gilmore, il direttore
generale dell'Hotel St. Moritz. Quell’unione durò ben quattro
anni. Divorziai nel 1951. Nel 1959 tornai sull’altare per
sposare l'artista Frank Mancuso. Ci sposammo e ci separammo
nello stesso anno, ma ci dimenticammo di divorziare legalmente!
Il 9 agosto del 1943 subì uno stupro vero?
Fui violentata e derubata a Burbank, in California. Avevo
dato un passaggio ad un soldato dell'esercito George Paul Rimke,
allora 22enne. In tribunale testimoniai che dopo aver raccolto
il soldato, lui mi costrinse a sedermi sul sedile posteriore
dell’auto e mi violentò ripetutamente. Ovviamente il ragazzo
negò ogni accusa, ma fu dichiarato comunque colpevole e
condannato all'ergastolo.
Nel 1947 dopo il ritiro
dal mondo dello spettacolo si dedicò a tutt’altro…
Per un certo periodo mi esibii come ballerina nei nightclub e
nel circuito del vaudeville, poi stanca di quella vita nel 1950
mi trasferii insieme al mio sesto marito Warner Gilmore nella
contea di Bucks, in Pennsylvania. Aprimmo gli Honey Hollow
Kennels e divenni allevatrice di alani. I miei cani hanno vinto
numerosi premi professionali. Ho anche scritto diversi libri
sull'allevamento del cane.
Nella sua
autobiografia, “Lina: DeMille's Godless Girl”, pubblicata nel
1991, l’attrice racconta dettagliatamente i principali momenti
della sua vita dalla tumultuosa relazione che ebbe con il pugile
Jack Dempsey ai suoi numerosi mariti, dal tentativo di suicidio
per la depressione che l'aveva colpita dopo che le era stata
sottratta sua figlia allo stupro che aveva subìto.
Lina
Basquette è morta di cancro Il 30 settembre 1994, all'età di 87
anni nella sua casa di Wheeling in West Virginia. Per i suoi
contributi all'industria cinematografica, Basquette ha una star
cinematografica sulla Hollywood Walk of Fame, situata nel 1529 a
Vine Street.