|
HOME
CERCA
CONTATTI
COOKIE POLICY

INTERVISTA
IMPOSSIBILE 
Gloria Vanderbilt
L’ultima ereditiera
Stilista, scrittrice, attrice ed
ereditiera americana. La sua vita somiglia in parte a una favola e
in parte a una tragedia greca. Ha frequentato Frank Sinatra e Marion
Brando, ha sposato il regista Sidney Lumet, ha recitato a fianco di
Rita Hayworth e ha avuto due figli con il direttore d’orchestra
Leopold Stokowski. Ha posato per le migliori riviste ed e stata la
musa del fotografo Richard Avedon e di artisti come Salvador Dalì e
Truman Capote. (New York, 20
febbraio 1924 – 17 giugno 2019)

Madame le sue origini? La mia famiglia era
originaria dei Paesi Bassi, sbarcata in America nel XVII
secolo. Il mio antenato Cornelius Vanderbilt, fece
fortuna trasformando una piccola azienda di trasporto di
ostriche in una gigantesca fiotta commerciale possedendo
più navi della Marina americana. Poi a 60 anni si buttò
in una nuova attività: il trasporto ferroviario. Come
per le imbarcazioni, arrivò presto ad avere più linee
ferroviarie di chiunque altro nel Paese, circostanza che
rese il suo patrimonio familiare più ricco di quello del
governo degli Stati Uniti.
Lei dove nacque?
Sono nata a Manhattan da Reginald Claypoole Vanderbilt,
unico erede della ferrovia Vanderbilt, e dalla sua
seconda moglie, Gloria Morgan. Fui battezzata nella
chiesa episcopale dal vescovo Herbert Shipman col nome
di Gloria Laura Vanderbilt. Avevo una sorellastra
Cathleen nata dal precedente matrimonio di mio padre con
la sua prima moglie Cathleen Neilson.
Chi sono i
suoi genitori? Mio padre Reginald era un appassionato
di cavalli, ma purtroppo aveva un debole per la
bottiglia. Mia madre, Gloria Morgan, era una ragazza di
buona famiglia. Lei e la sua gemella Thelma erano
conosciute in società come le «Magical Morgan», una
sorta di sorelle Hilton ante litteram. Mio padre aveva
25 anni di più di mia madre e quando nacqui fui
considerata una specie di piccolo miracolo.
A 18
mesi, lei e la sua sorellastra diventaste due ereditiere
ricchissime. Dopo la morte di mio padre per cirrosi
diventammo proprietarie di un fondo fiduciario
equivalente oggi a circa settanta milioni di dollari.
Ovviamente il controllo del fondo fu affidato a mia
madre.
Sua madre al tempo si dava alla bella vita
vero? Adorava fare shopping a Parigi e Londra, pensi
che addirittura ci trasferimmo per un certo periodo a
Parigi, dove abitavamo in un appartamento vicino alla
Tour Eiffel, con una rendita di 50 mila dollari l’anno.
Vivevamo come zingari di lusso: la nostra vita era
racchiusa dentro i bauli, imballati e poi aperti sui
transatlantici, i treni o nei palazzi di Cannes e
Londra.
Tutto bene quindi… Mia madre non era
ben vista dai parenti di mio padre, veniva accusata di
dilapidare immense fortune e tra l’altro fu accusata di
avere una relazione lesbica con un membro della famiglia
reale britannica ed aveva una sorella gemella Thelma che
era l’amante del principe di Galles, diventato poi
Edward VIII.
Per questi motivi le tolsero la
patria potestà vero? Ci fu un processo, molto
reclamizzato al tempo dai giornali scandalistici. Mia
madre fu accusata di essere una degenerata amorale, di
leggere giornali porno e dichiarata inadeguata come
madre. Alla fine venni affidata a mia zia paterna
Gertrude Whitney. Lei conduceva una vita totalmente
diversa da quella dei suoi parenti. Scultrice,
bohémienne del Greenvvich Village, era una donna
eccentrica, aveva una spiccata sensibilità artistica e
soprattutto mi insegnò quanto fosse importante il valore
dell’indipendenza per una donna.
Nonostante il
trauma della separazione da sua madre si trovò bene…
Vissi la mia adolescenza in mezzo al lusso nella villa
di mia zia Gertrude a Old Westbury, Long Island,
circondata dai miei cugini della mia stessa età che
vivevano in case che circondavano la vasta tenuta.
La sua educazione madame? Frequentai la Greenvale
School di Long Island, poi la Miss Porter's School a
Farmington nel Connecticut, un collegio dove passeranno
i Rockefeller, i Kennedy, i Bush e i Forbes, e ancora la
Wheeler School a Providence, così come la Art Students
League di New York City, sviluppando quel talento
artistico per il quale in seguito ottenni vari successi
nella mia vita.
A 17 anni il primo matrimonio…
Era il 1941, andai a Los Angeles a far visita a mia
madre per Natale e poco dopo conobbi l’uomo d’affari,
pilota e produttore cinematografico Howard Hughes e,
tramite lui, l’agente artistico Pat DiCicco. E malgrado
un passato oscuro, la sua prima moglie Thelma Todd era
morta assassinata in circostanze mai chiarite, vidi in
lui un modo per scappare dalla realtà e divenni la sua
seconda moglie. Purtroppo solo dopo qualche mese mi
accorsi quanto fosse violento. Pensi che durante le sue
frequenti ire mi prendeva la testa e me la sbatteva
contro il muro. Divorziammo nel 1945 e per fortuna da
quella relazione non vennero figli.
Si consolò
immediatamente… Per le continue violenze prima di
separarmi ufficialmente conobbi il direttore d’orchestra
Leopold Stokowski, ex amante di Greta Garbo, di
quarant’anni più vecchio di me, un tipo davvero a modo.
Ne rimasi affascinata e poiché ufficialmente ero ancora
la moglie di DiCicco, ci sposammo in Messico. Lui aveva
avuto tre figlie dai suoi precedenti matrimoni con Olga
Samaroff , una pianista americana di concerti, ed
Evangeline Love Brewster Johnson, un'ereditiera di
Johnson & Johnson . Diventai la sua terza e ultima
moglie. La nostra relazione durò dieci anni ed avemmo
due figli: Leopold nato nel 1950 e Christopher nel 1952.
Poi però qualcosa si incrinò. Iniziavo ad
essere famosa nel mondo dello spettacolo e lui divenne
molto geloso quindi cominciai a frequentare Frank
Sinatra, che si e appena separato da Ava Gardner, e a
prendere lezioni di recitazione. Poi incontrai il
regista Sidney Lumet, che all’epoca stava girando il
film “La parola ai giurati”. Presto facemmo coppia
fissa.
Divenne una famosa modella… Grazie alle
foto di Richard Avedon, il quale mi fece dei ritratti
fantastici per Harper’s Bazaar e per Vogue, iniziai
davvero a credere in me stessa, avevo finalmente capito
che potevo essere una donna libera.
Successivamente si sposò di nuovo… Fu appunto il
regista Sidney Lumet il mio terzo marito. Divenni la sua
seconda moglie il 28 agosto 1956 e divorziammo
nell'agosto del 1963. Non abbiamo avuto figli insieme.
Sempre nello stesso anno il suo quarto matrimonio.
Fui la prima e unica moglie di Wyatt Cooper. Prendemmo
un appartamento vicino a Central Park, un nostro invito
a cena era un must della vita mondana newyorkese al
quale non si poteva rinunciare. Purtroppo lo persi nel
1978 quando fu sottoposto ad un intervento chirurgico a
cuore aperto. Aveva solo cinquant’anni!
Vi fu
un’altra tremenda disgrazia nella sua vita… Abbiamo
avuto due figli. Il primo genito Carter Vanderbilt
Cooper si suicidò il 2 luglio del 1988, all'età di 23
anni lanciandosi nel vuoto dal 14 ° piano
dall'appartamento di casa. Lui era sul cornicione, io
ero di fronte a lui, pietrificata, e gridavo il suo
nome: “Carter! Carter!” Lui si è girato e mi ha teso le
braccia, per un istante, ho pensato che scendesse.
Invece no. Si è lasciato cadere.
Intanto la sua
carriera di stilista va a gonfie vere… Fu come bere
un bicchiere d’acqua. Non inventai proprio nulla. Ma fui
orgogliosa della mia idea ovvero di rendere il jeans un
indumento elegante da indossare anche nei tornei di
polo. Quindi prima di Calvin Klein, ci fu il jeans
Gloria Vanderbilt, il primo jeans firmato appunto, il
cui logo era un cigno di Truman Capote. Pensi che nel
1979 se ne vendettero oltre sei milioni di paia. Fu uno
dei successi imprenditoriali americani più spettacolari
del decennio!
Gloria Vanderbilt è morta a 95 anni
nella sua casa di Manhattan il 17 giugno 2019, dopo che
le era stato diagnosticato un tumore allo stomaco
all'inizio del mese. A dare la notizia è stato il
figlio Anderson Cooper, tra gli anchor di punta della
Cnn. Prima di morire Gloria aveva scritto: “Sogno
«una casetta nascosta a Venice Beach. Lì mi lascerò
crescere i capelli bianchi, di giorno dipingerò, e la
sera balleremo sulla spiaggia e in giardino. Ci sarà un
piccolo gazebo color argento ricoperto di gelsomino dove
bere il tè quando soffia la brezza». Nel 1974, Paul
McCartney pubblicò " Mrs. Vandebilt ", una canzone
liberamente ispirata alla vita di Gloria. La rivista
Life la definì la versione al femminile dell'uomo
rinascimentale e oltre ad essere modella, designer,
artista, la Vanderbilt fu anche scrittrice, con
all'attivo tre libri.
|

IMMAGINE GENERATA DA IA INTERVISTA A
CURA DI ADAMO BENCIVENGA REALIZZATA GRAZIE A:
https://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv
/quattro-matrimoni-funerale-stavolta-suo-morta -gloria-206176.htm
https://en.wikipedia.org/wiki/Gloria_Vanderbilt
http://www.ansa.it/canale_lifestyle/notizie/
people/2019/06/17/e-morta-a-95-anni-gloria-v
anderbilt_23c09fbd-9e84-4240-b7b6-83d4cbc581e2.html
© Adamo Bencivenga - Tutti i diritti riservati
LEGGI LE ALTRE INTERVISTE
IMPOSSIBILI


Tutte
le immagini pubblicate sono di proprietà dei rispettivi
autori.
Qualora l'autore ritenesse
improprio l'uso, lo comunichi e l'immagine in questione
verrà ritirata immediatamente. (All
images and materials are copyright protected and are the
property of their respective authors.and are the
property of their respective authors.
If the
author deems improper use, they will be deleted from our
site upon notification.) Scrivi a
liberaeva@libero.it
COOKIE
POLICY
TORNA SU (TOP)
LiberaEva Magazine
Tutti i diritti Riservati
Contatti

|
|