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INTERVISTA
IMPOSSIBILE 
LA VITA DISSOLUTA DI DORIS DELEVINGNE
Il giro del mondo in ottanta letti
.L’affascinante Doris si divertiva a scandalizzare la società
degli anni ’30 spiattellando senza rimorso la sua vita da cortigiana
a caccia di partner ricchi e potenti come Churchill padre e figlio,
baroni, fotografi, donne e gay (Streatham, 1900 – Londra, 1942)

Madame le sue origini? Sono nata nel
1900 a Streatham, nel sud di Londra da una famiglia di
cristiani puritani. Ero l'unica figlia femmina di Edward
Delevingne, proprietario di un negozio di merceria
nell'East End della città.
Sin dall’adolescenza
capì quanto fosse facile vivere agiatamente… Vendevo
abiti da sera di seconda mano a giovani attrici quando
conobbi Gertrude Lawrence e ne divenni amica. Lei era
un'attrice teatrale mantenuta dal suo amante, un
ufficiale di cavalleria. Insieme a lei e alla scrittrice
Barbara Cartland iniziai a frequentare i party
organizzati da uomini milionari nelle suite del
Cavendish hotel. In uno di questi conobbi Tom Mitford,
ma fu una relazione di breve durata perché il gentiluomo
non era molto ricco come avevo immaginato. Ma la mia
vera conquista apparve subito dopo sotto forma di
Stephen Laddie Sanford.
Chi era? Un tipo molto
affascinante, miliardario americano, ricco di famiglia e
campione di polo. Si mostrò subito particolarmente
generoso. Dopo qualche uscita insieme mi regalò una
Rolls-Royce. Poi comprò una casa nel Mayfair tutta per
me, mi mise a disposizione un autista e un parrucchiere.
Saziò la mia passione per le scarpe di pelle alla moda
italiane pagandomi le costose ordinazioni che facevo
direttamente a Roma. Ne ordinavo anche 200 paia alla
volta, perché pensavo “fosse da idioti indossarle più di
tre o quattro volte”. I capi pregiati in seta, invece,
li ordinavo direttamente a Parigi.
Aveva quindi
capito come sfruttare la sua bellezza… Quando non si
ha altro che il proprio corpo non vedo perché non si
debba agevolare chi lo apprezza. Al tempo mi ripetevo
che il letto di una inglese è il suo castello! Per
alcune era vergognoso, ma per me le mie conquiste erano
motivo di orgoglio e soddisfazione.
Rosa Lewis,
proprietaria del Cavendish Hotel, disse che la sua vita
poteva intitolarsi “Il giro del mondo in ottanta letti”.
Quando il rapporto con Laddie Sanford finì, continuai ad
avere altre relazioni, del resto il mio motto era: “Non
esistono uomini impotenti, solo donne incompetenti.”
Comunque abbreviai il mio nome in Delavigne, temendo che
l'originale avrebbe potuto essere troppo complicato per
scriverlo su un assegno. E curai ancor di più la mia
immagine credendo a ragione che le mie gambe fossero
degne di indossare un nuovo paio di calze di seta ogni
giorno, importate direttamente da Parigi e costate un
occhio della testa.
Poi incontrò l'uomo che
sarebbe diventato suo marito… Il Visconte Valentine
Castlerosse lavorava a Londra come giornalista di
gossip, ma era il suo lignaggio ad attrarmi essendo
erede di una contea irlandese. Ci incontrammo durante
una serata in un locale, il night club St. James a
Londra.
Purtroppo non era di bell’aspetto…
Purtroppo no, era grasso, calvo, malandato, squattrinato
e sembrava più vecchio dei suoi 37 anni, ma ripeto non
erano tanto il suo aspetto ad attrarmi né i soldi che
non aveva, ma il suo titolo e il suo castello nella
Contea di Kenmare. Al tempo avevo 27 anni ed acquisire
il titolo di Lady Castlerosse mi avrebbe aperto varie
porte in società.
Lei era bionda, fascinosa e
consapevole di avere bellissime gambe tanto da girare in
pantaloncini corti… più corti di quanto fosse
appropriato. Di solito portavo gioielli Cartier ed
abiti Schiaparelli, lui comunque si innamorò follemente
di me, era a dir poco ossessionato e mi seguiva ovunque
andassi. Continuava a ripetere che ero bella da
togliergli il fiato. Io ovviamente continuavo ad avere
altri incontri occasionali con altri uomini e lui in
piena furia competitiva iniziò a inviarmi gioielli,
pellicce, quadri, il che aumentò ancora di più i suoi
debiti.
Vi sposaste nel 1928 in gran segreto
però… Valentine bruciava di passione per me, ma aveva
troppa paura di dire ai suoi genitori che sua moglie era
figlia di un merciaio dell'East End, visto che loro
vantavano una lunga frequentazione con i reali
d’Inghilterra.
L’idillio durò poco… Non
poteva pagare le proprie bollette figurarsi se poteva
permettersi le mie spese ordinarie che ammontavano a 100
sterline a settimana! Io continuavo la mia vita di
sempre e ad avere le mie frequentazioni, del resto erano
così occasionali che non le ritenevo un vero adulterio.
Innocentemente una sera dissi a Valentine che per gli
uomini ero come una calamita. A quel punto lui mi accusò
di infedeltà.
Iniziaste a litigare… Lui si
sentiva umiliato dal mio comportamento e mi chiese
obbedienza e discrezione, ma nel giro di poche settimane
la situazione peggiorò e quando mi minacciò fisicamente
decisi di tornare nella mia casa a Deanery Street,
appena fuori Park Lane.
Divorziaste? Io le
chiesi il divorzio, sapendo che se non mi fossi
risposata non avrei perso il titolo di viscontessa
Castlerosse. Tra noi iniziò una lunga battaglia durata
dieci anni.
Poi lei ebbe altre relazioni… Ebbi
una relazione con Randolph Churchill, figlio di Winston
che al tempo aveva 21 anni e con il celebre fotografo
della famiglia reale Cecil Beaton anche se era
terribilmente omosessuale. Ci incontrammo nella suite
del Faringdon House, lui non fece la prima mossa ed io
cosparsi sul letto delle tuberose “il più sensuale dei
profumi”, credevo di poterlo “curare”, ma fallii.
Poi fu la volta del baronetto Sir Alfred Beit… Un
affascinante politico conservatore e collezionista
d’arte. La storia divenne pubblica e a quel punto, nel
1932, mio marito si decise a chiedere il divorzio.
Sappiamo anche di una relazione lesbica. Nel
1936 incontrai Margot Flick Hoffman, figlia di un
facoltoso uomo d’affari di New York e moglie lesbica
dello scrittore Richard Sanford Hoffman. Fu lei a
mantenermi, a pagare le bollette e a garantirmi uno
stile di vita all’altezza. Quando la storia tra noi
finì, nel 1941, purtroppo dovetti vendere i gioielli e
impegnarmi vari preziosi, passando guai con la polizia
perché in tempo di guerra era illegale farlo.
È
vera la storia con il re Edoardo VIII? No, è pura
fantasia! Per la verità io avevo messo gli occhi
sull’affascinante re, ma non riuscii nell’impresa perché
battuta da Wallis Simpson, forse più ambiziosa,
aggressiva e sessualmente più trasgressiva della
sottoscritta.
Madame parliamo di Winston
Churchill? Quando iniziò la relazione, Winston
attraversava un periodo di depressione. Era fuori dal
Parlamento dopo la sconfitta dei conservatori alle
elezioni generali del 1929 ed aveva perso una fortuna
nel crollo di Wall Street dello stesso anno.
Ovviamente era una relazione segreta… Beh lui era
sposato con Clementine ed io con Castlerosse, ripeto lui
era in un momento particolare e come reazione si tuffò
in una vita sociale intensa: beveva e giocava d’azzardo,
viaggiava spesso. Lo conobbi mentre era ospite nella
villa in Francia del magnate dell’editoria Lord
Beaverbrook, nel 1930.
Tra voi iniziò una storia
di sesso travolgente… Ci incontravamo all’hotel Ritz
di Parigi. Tra Londra e Parigi la nostra relazione durò
quattro anni. Lui una volta, dopo una notte d’amore mi
disse: «Doris, tu riusciresti a portare all’orgasmo
anche un cadavere!»
A 42 anni in una stanza di
hotel di Londra, ingerì una dose massiccia di
barbiturici. Non riprese mai conoscenza e morì per
overdose nell’ospedale St. Mary a Paddington, nel
dicembre del 1942. Con lei morirono i segreti della
relazione con il più celebre leader britannico della
storia.
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IMMAGINE GENERATA DA IA INTERVISTA A
CURA DI ADAMO BENCIVENGA REALIZZATA GRAZIE A:
hhttp://m.dagospia.com/vita-
dissoluta-di-doris-delevingne-prozia- della-top-cara-che-fece-
il-giro-del-mondo-in-80-letti-135045
http://www.dagospia.com/rubrica-29/
cronache/anche-churchill-scopava-
grande-statista-inglese-ebbe-relazione- 168003.htm
https://www.blitzquotidiano.it/pagina5-
gossip/cara-delevingne-trasgressiva-
non-quanto-la-sua-prozia-doris-2580130/
http://www.dailymail.co.uk/news/article-
5428835/Churchill-cheated-societys- wildest-woman.html
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