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MUSICA PASSIONE 
Il carrozzone
Il circo della vita
.«Bella la vita, dicevi tu. È un po' mignotta e va con tutti, sì
però… Però, però… proprio sul meglio, t'ha detto no!» (Renato
Zero, 1979).

.Adamo mi parli del brano “Il carrozzone”? Il
carrozzone è uno dei brani più famosi cantati da Renato
Zero. Il singolo è stato pubblicato nel 1979 dalla
Zerolandia, distribuito dall'RCA Italiana. È tratto
dalla colonna sonora dell'unico film da protagonista di
Zero: Ciao nì! di Paolo Poeti.
Ebbe un notevole
successo vero? Il singolo che rappresenta la
definitiva consacrazione dell’artista, è rimasto nella
Top Ten per 16 settimane complessive, fino al 21 luglio
del 1979, dopo oltre tre mesi di programmazione. Con
questo brano Zero vincerà anche la "Gondola d'Oro".
Chi sono gli autori? Il carrozzone è stato
scritto da Franca Evangelisti e Piero Pintucci. Franca
aveva vinto Canzonissima scrivendo “Chitarra suona più
piano” per Nicola Di Bari e vari successi per Renato
Zero tra i quali: “Madame”.
Che cosa rappresenta
il carrozzone? È una raffigurazione sicuramente
evocativa e rappresenta il circo della vita, ovvero una
metafora affascinante dell'esistenza in una visione
malinconica ricca di teatralità di quel grande circo
della vita che, nonostante tutto, va avanti per la sua
strada nel suo ciclo perenne.
Perché il circo?
Perché le maschere del circo sono le caricature dei
personaggi della vita reale che inevitabilmente
terminano il loro ciclo e scendono dal carrozzone:
"Sotto a chi tocca in doppiopetto blu, una mattina sei
scesa anche tu". Quindi scendere dal carrozzone
significa abbandonare la vita, naturalmente in
doppiopetto blu, perché il morto nell’ultimo suo viaggio
viene vestito nel modo migliore.
Chi è il
defunto? È un defunto indefinito, uomo o donna che
sia, perché del resto la morte è un evento che tocca a
tutti: “Musica, gente, cantate che poi, uno alla volta
si scende anche noi.” Ma c’è qualcosa di biografico in
questa canzone e in effetti quel defunto sembra essere
il padre di Renato Zero anche se l’autrice, Franca
Evangelisti, l’aveva scritta per Gabriella Ferri, la
quale rinunciò a cantarla.
C’è tanta teatralità
amara in questo testo… È il dramma della vita e della
morte. Passato il momento tutto riprende come prima.
Restano solo i ricordi, ma alla fine anche questo conta
poco, il carrozzone ricomincia il suo percorso e ci
cancella dalla memoria, come se non fossimo mai
esistiti: “Il carrozzone riprende la via, facce truccate
di malinconia, tempo per piangere, no, non ce n'è, tutto
continua anche senza di te.”
Per il cantautore
romano è stato sicuramente un atto di coraggio… Beh
non poteva non cantarla! Il brano è considerato uno dei
migliori testi cantati da Renato Zero. E comunque sì,
Renato Zero ha avuto il coraggio di esplorare un tema
del tutto nuovo: quello della morte e lo fa con
leggerezza e poesia, senza forzare mai la mano.
Cover? Nel 1981 ovvero due anni dopo la prima
pubblicazione venne inserito nel doppio album dal vivo
Icaro. Il cantante ha realizzato una versione spagnola
della canzone intitolata La carroza.
Chi era
Renato Zero nel 1979? Renato al tempo aveva ventinove
anni, figlio di un poliziotto e di una infermiera aveva
trascorso la sua infanzia in via Ripetta e l'adolescenza
nel quartiere della Montagnola a Roma. Dopo la licenza
media, si era iscritto all'Istituto di Stato Roberto
Rossellini per la cinematografia e la televisione, che
poi aveva lasciato al terzo anno per dedicarsi
completamente alla sua passione ossia la musica.
Giovanissimo, inizia a travestirsi e a esibirsi in
piccoli locali romani, assumendo, come sfida verso i
denigratori («Sei uno zero», è la frase che si sente
ripetere più spesso), proprio il suo pseudonimo. A 14
anni ottiene il suo primo contratto, al Ciak di Roma,
per 500 lire al giorno. Conosce Loredana Bertè e insieme
fanno parte dei Collettoni di Rita Pavone e del musical
“Hair”. Il suo primo disco nel 1967 vende solo 20 copie,
si intitolava “Non basta, sai” ed era stato prodotto da
Gianni Boncompagni.
Siamo negli anni settanta…
Nell'atmosfera dei primi anni settanta Renato, con lo
sviluppo del Glam rock, caratterizzato da cipria e
paillettes, propone senza problemi il suo personaggio
provocatorio e alternativo. Nel 1973 esce il primo album
ufficiale della sua carriera ed è intitolato “No! Mamma,
no!”, che è registrato in studio. Nel 1976 per la prima
volta entra in classifica, nella Hit Parade dei dischi
più venduti, il suo 45 giri "Madame", sale fino alla
quindicesima posizione e inoltre partecipa al
Festivalbar. Nel 1977 realizza Zerofobia. La molla
trascinante è il successivo spettacolo che prende lo
stesso titolo dell'album. Il disco ha un notevole
successo di vendite, così come il 45 giri Mi vendo. Nel
1978 crea una nuova etichetta: "Zerolandia", affitta un
tendone dai circensi Togni e lo chiama con lo stesso
nome. Poi pubblica l’album omonimo, una sorta di viaggio
senza passaporto, nella terra senza tempo e senza
certezza. Brani come La favola mia, Sogni di latta,
Triangolo, Sesso o esse diventano immediatamente dei
veri e propri cult e il 45 giri Il Carrozzone tratto da
EroZero balza subito ai vertici della Hit Parade.
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L'ARTICOLO E' A CURA DI ADAMO BENCIVENGA E' STATO
REALIZZATO GRAZIE A: .https://it.wikipedia.org/wiki/Renato_Zero
http://www.marcoliberti.it/article-il-ca
rrozzone-zero-rappresenta-il-circo-del la-vita-116942366.html
https://significatotestocanzone.blogspo
t.com/2014/12/il-carrozzone-renato-zero.html.

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