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RACCONTO 
Romance in Durango
Adamo Bencivenga
Non piangere Maddalena, cavalchiamo verso Durango, dove questa
fuga finirà sotto il sole cocente che brucia la pelle e incolla il
sudore. Tra cactus spinosi e serpenti che strisciano, ti stringo
forte, vedo oltre il deserto, oltre la gola arsa e il sangue di
Ramon. Non temere, le cupole d’oro ci attendono all’alba, e Dio ci
guiderà al suono della mia chitarra

.Non piangere Maddalena arriveremo a Durango e
questa fuga finirà, insieme a te sotto questo sole
caldo, la pelle brucia ed ho il sudore nelle mutande,
lungo la spianata, verso la mia Durango. E mi copro con
un cappello e un fazzoletto intorno al collo, per
ripararmi da questo sole e dalla sabbia rossa, e dalle
spine di questi cactus che sfioro barcollando, che
schivo cavalcando, tra i serpenti lungo il viaggio che
spuntano dal deserto e si lasciano alle spalle scie
lunghe sulla sabbia. Non aver paura Maddalena e
stringiti tra le mie braccia perché Durango è dietro
l’alba e questa fuga è quella buona, perché i miei occhi
vedono oltre, oltre questo deserto, oltre l’arsura della
mia gola secca e il collo di Ramon pieno di sangue.
Non piangere Maddalena questo deserto finirà, ho
venduto i peperoni rossi ad un ombrellaio e la chitarra
al figlio del fornaio, per una pizza e un fucile, per
comprarci un ricovero per la notte, io e te Maddalena
dentro quella stanza, col letto che cigolava e un topo
che giocava, e la padrona della pensione che offriva i
suoi servizi, ad un messicano calvo che chiamavano
l’artista. Siamo stati bene vero Maddalena? Non avevo
mai passato una notte intera con una donna e tu mi hai
offerto le tue grazie, ma ora non piangere Maddalena
perché Dio ci guiderà ed io ricomprerò la mia chitarra
lungo il sentiero verso Durango e suonerò per te mentre
cavalchiamo all'imbrunire o all’alba quando bacerò la
tua fronte e tu potrai ballare il fandango.
Non
piangere Maddalena questo deserto finirà, anche se la
strada è lunga io ne vedo la fine, dopo i templi
aztechi, le rovine e i fantasmi della gente, guarda
Maddalena le prime stelle sul Rio Grande, guarda e sogna
il campanile del villaggio ma non piangere Maddalena, lo
so la strada è lunga, ma io all’orizzonte, vedo le
cupole d’oro e i portici d’oriente, e la festa che è
appena iniziata e noi che arriveremo per il ballo e ci
apparirà il volto del buon Dio, con i suoi occhi verdi
di ramarro. Ma ora non piangere Maddalena, perché il
frate pregherà per il mio perdono, nella piccola chiesa
e nel giardino dei limoni, lui ci accoglierà nella
missione, ed io indosserò stivali nuovi e un orecchino,
e tu brillerai col tuo vestito bianco e prima di dire sì
farai la comunione. E poi alla corrida con tequila
ghiacciata, ci sederemo all'ombra della tribuna e
vedremo il toreador toccare il cielo e vedremo il toro
pieno di sangue sopra il palco antico dove Villa
applaudiva il rodeo.
Non piangere Maddalena
perché Dio ci perdonerà ed io suonerò la mia chitarra e
canterò questa storia e tu saprai finalmente perché stai
fuggendo! Perché dopo la notte con te in quella stanza,
per ricomprare la mia chitarra ho accettato il denaro di
Ramon, il capo dei briganti, ma quando ieri sera sono
entrato all’osteria ho visto la sua bocca avida sopra il
tuo seno morbido, ho visto la sua saliva calda sopra le
tue labbra, e baciava la tua bocca e toccava il tuo
sedere, e toccava e ritoccava come fosse lui il padrone,
e ogni bacio riscattava il giusto suo compenso, quel
denaro sporco che gonfiava la mia tasca. Ed io seduto
nella penombra speravo ad ogni bacio che fosse l’ultimo
o almeno non il primo, ma lui senza scrupoli ha preso i
tuoi fianchi e ti ha cavalcato come fossi una puledra,
come una cavalla galoppando, sopra quel tavolo dove poco
prima, avevi ballato il tuo fandango. Non piangere
Maddalena, Dio ci scuserà perché proprio allora si è
sentito un colpo, secco e asciutto come questo deserto.
Oh sì Maddalena sono stato proprio io a premere quel
grilletto, perché non ci ho visto più e infrangendo il
patto con Ramon, ho preso il mio fucile ed ho tenuto
ferma la mia mano e lui è stramazzato a terra,
rantolando e bestemmiando, senza però finire i suoi
giorni! Forse ho ucciso solo una delle sue sette vite,
forse anche la seconda, ma non è stato sufficiente a
uccidere la sua rabbia e allora scappa Maddalena, vola
su questo deserto, perché Dio mi perdonerà ed io suonerò
la mia chitarra e quel che è fatto è fatto!
Cosa
succede Maddalena? Ho sentito uno sparo dietro le nostre
spalle, cavalca Maddalena, cavalca più veloce, corri più
forte dello sparo, perché il colpo che ho sentito non è
un tuono che minaccia pioggia, non è un vulcano che si è
appena risvegliato. Che succede Maddalena? La mia testa
vibra e gira gira fino a terra, sento un dolore caldo
nella schiena, ma tu non piangere Maddalena, questo
deserto finirà ed io e te ci sposeremo proprio sotto
l’albero di limoni, ma forse all’osteria non sono stato
troppo furbo, perché prima di portarti via avrei dovuto
infierire su quel corpo a terra, ammazzare tutte le vite
di Ramon e dissanguare la sua pancia come un bue al
mattatoio. Siediti qui accanto Maddalena, ho un
forte dolore nella schiena, su questa pietra trattengo
il fiato, svelta Maddalena, non pensare a me, lascia
stare la ferita, svelta, prendi il mio fucile, veloce
Maddalena prendi la mia pistola, guarda in alto sulle
colline, guarda quel sentiero che s’arrampica sul monte,
guarda dove è partito il lampo, guarda Ramon ancora
pieno di sangue, guarda la sua rabbia, miralo bene e
cerca di colpirlo, non mancare quel bersaglio, perché se
lo manchi sai già cosa fare, lungo quel sentiero dove
curva il tramonto, offrirti ancora intatta al capo dei
briganti, per ripagare quel compenso che gonfia ancora
la mia tasca. Spara Maddalena, non fermarti e premi quel
grilletto perché anche tu, come me, potresti non vedere
più Durango .
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Il
presente racconto è liberamente ispirato dal brano “Romance in
Durango” ("Avventura a Durango") di Bob Dylan (Fabrizio de'
Andrè)


Il racconto è frutto di
fantasia. Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti è
puramente casuale..
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RACCONTI DI ADAMO BENCIVENGA
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