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RACCONTI D'AUTORE

Adamo Bencivenga
PROSSIMA FERMATA
DOXVILLE 2
New York, stazione di Flushing Main.
Venerdì 16 Febbraio. Il treno delle 17:32 è pieno di pendolari
stanchi, ansiosi di lasciarsi alle spalle la settimana lavorativa.
Julian ed Elisabethh, per ora due perfetti sconosciuti, siedono uno
di fronte all’altra nel vagone centrale, immersi nei loro pensieri,
ignari che un incontro casuale sta per intrecciare le loro storie.

.GIOVEDI 22 FEBBRAIO 2018. ORE 17:28 JULIAN MAILER
E’ SUL MARCIAPIEDE DELLA STAZIONE SI GUARDA INTORNO.
ORE 17:33 IL TRENO PARTE, LUI DECIDE DI ASPETTARE IL
PROSSIMO. ORE 17:41 ARRIVA ELISABETH. PORTA A FATICA
DUE GRANDI PACCHI REGALO.
Julian: Oh salve,
aspetti che l’aiuti. Elisabeth: Oh non ce n’è
bisogno, grazie. Sediamoci un attimo su quella panchina.
Julian: Grandi spese oggi… Elisabeth: Oh sono dei
pensieri per le mie due nipotine. Julian: Compleanni?
Elisabeth: Sono nate tutte e due nello stesso giorno, ma
in anni diversi. Julian: Immagino quanto lei possa
voler bene alle sue nipoti! Elisabeth: Sono le figlie
di mia sorella e le amo da morire. Julian: Quanti
anni hanno? Elisabeth: Quattordici e otto. La grande
è già signorina e l’altra è intelligentissima.
Julian: E la dolce zia non manca mai un’occasione per
fare dei regali. Elisabeth: Oh no queste sono
stupidaggini… i veri regali sono già nel mio armadio da
mesi. Julian: Immagino che il thè di oggi sia
saltato… Elisabeth: Oh mi spiace, non me ne ero
ricordata e comunque non le avevo dato conferma vero?
Julian: Non si preoccupi… quando ho visto che tardava
avevo già capito… Elisabeth: Grazie, lei è un uomo
molto gentile. Julian: Saliamo sul treno? Le do una
mano se non le dispiace… Elisabeth: Non si disturbi,
ce la posso fare da sola…
L’UOMO PRENDE I GRANDI
PACCHI E PRECEDE ELISABETH. SUL TRENO RIESCE A SCOVARE
IN FONDO AL TRENO DUE POSTI LIBERI. Julian: Ecco ecco
venga qui. Elisabeth: Oh che fortuna! Julian: Si
segga la prego prima che ce li rubino. Elisabeth:
Ecco dia a me i pacchi. Forse ho esagerato… sono davvero
voluminose queste scatole! Julian: Ad occhio e croce,
in quello più grande ci sarà l’intera casa di Barbie!
Elisabeth: Fuocherello… E l’altro? Julian: Io ho due
maschi… non me ne intendo di regali per signorine…
Elisabeth: Ah giusto!
LA DONNA RIDE. Julian:
Ma lo sa che è bellissima quando ride? Elisabeth:
Julian la smetta, quando rido mi si formano degli incavi
indecenti attorno alla bocca, li vede vero? Li guardi
sono da vera donna attempata! Julian: Allora posso
dirle che adoro le donne attempate? Elisabeth: A
proposito… mi aspetti… può tenermi un attimo il pacco?
Julian: Ma una collanina sobria, in un discreto
pacchettino elegante no? Elisabeth: La prossima volta
ci penserò, così non le darò tutto questo disturbo, ma
ora mi aiuti… la prego. Julian: Va bene signora.
LA DONNA FRUGA NELLA SUA BORSA E TIRA FUORI UNA
GRAZIOSA SCATOLA ROSA CON DENTRO DELLE FOTOGRAFIE.
Elisabeth: Ecco vede? Ieri sera ho pensato a lei e non
dica più che non la penso. Julian: Mai detto!
Elisabeth: Le ho portato delle mie foto. Julian: Ma
che bel pensiero gentile! Elisabeth: Beh volevo che
mi vedesse quando ero giovane. È un peccato sa che non
mi abbia incontrato nei miei anni più verdi. Julian:
Lei è bella ancora ora. Elisabeth: La finisca di
farmi complimenti e guardi qui…
I DUE INIZIANO A
GUARDARE LE FOTO. LEI A LICEO, IN FAMIGLIA CON I
GENITORI, AL SUO DICIOTTESIMO COMPLEANNO, ALLA FESTA DI
LAUREA, IN BARCA CON GLI AMICI, CON UN CAPPELLO A FALDE
LARGHE IN CAMPAGNA, AL MARE… Julian: Oh non la tolga
questa! Mi faccia vedere come sta in costume!
Elisabeth: Ecco lo sapevo che si sarebbe concentrato
solo su quella! Julian: È magnifica Elisabeth.
Elisabeth: Ed a me fa piacere farle vedere queste foto.
È la mia vita! Vede qui com’ero felice? E guardi questa!
Julian: Dov’era qui? Elisabeth: Qui sono con la mia
amica di cui le parlavo. Siamo in Scozia. Un viaggio per
festeggiare la laurea di entrambe. Guardi come siamo
equipaggiate! Faceva un freddo cane, ma ci siamo
divertite tanto. Julian: È stato davvero un bel
pensiero. Ora la conosco di più. Elisabeth: Davvero
le sono piaciuta? Julian: Tra un po’ non avrò più
aggettivi per descrivere la sua dolcezza. Elisabeth:
Grazie Julian, lei fa bello il mio giorno. Julian: E
lei fa giorno il mio giorno.
I DUE SI GUARDANO
INTESAMENTE. UN ATTIMO DI SILENZIO. POI L’UOMO TIRA
FUORI DALLA SUA TASCA UN LIBRO. Julian: Anch’io ho
pensato a lei ieri sera… E quando si è nella nostra
condizione, si vuole che l’altra persona ci conosca
completamente e in modo veloce. Anche lei ha la stessa
sensazione? Elisabeth: Oh sì... Non le avrei portato
le mie foto… Cos’è quel libro? Julian: È un peccato
di gioventù!
ELISABEH PRENDE IN MANO IL LIBRIO E
LEGGE: JULIAN MAILER – LA DONNA DEL TRENO. Elisabeth:
Ma lei allora è uno scrittore! E non me lo aveva detto!
Julian: Mi sono dilettato a scrivere una storia, ma
niente di serio. Elisabeth: La donna del treno si
riferisce a me immagino… Già sapeva di incontrarmi
allora? Julian: Oh no! È solo una coincidenza, tra
l’altro questo è un giallo. Elisabeth: E di cosa
parla? Julian: Di una donna che dal finestrino del
treno, fermo per un guasto, assiste ad un delitto in una
casa di fronte. Elisabeth: Interessante… Lo posso
leggere? Julian: Oh Elisabeth se non le dispiace è un
mio piccolo dono… sempre che non la imbarazzi.
Elisabeth: Ma ne sono felice Julian! Grazie. Julian:
Spero le piaccia… Elisabeth: I gialli non sono il mio
genere, io ho un animo piuttosto romantico, ma scritto
da lei mi incuriosisce… Inizierò a leggerlo stasera
stessa…
L’ALTOPARLANTE ANNUNCIA: PROSSIMA FERMATA
DOXVILLE. Elisabeth: È da un po’ di giorni che questo
treno corre più velocemente vero? Julian: Non ci
siamo neanche accorti delle altre fermate! Elisabeth:
Dovremmo dire al capotreno di farlo andare più
lentamente. Julian: Lo farò Elisabeth, con lei è come
stare nelle favole e vedrà… sarà tutto possibile.
Elisabeth: Le favole mistificano la realtà non si
dovrebbero far leggere neanche ad i ragazzi. Preferisco
le storie d’amore reali e passionali. Julian: Questa
lo è? Elisabeth: Purtroppo devo scendere Julian…
Julian: Lo so. Elisabeth: Allora a domani Julian:
A domani.
*****
VENERDI 22 FEBBRAIO 2018. ORE 17:37 JULIAN MAILER E’ SUL
MARCIAPIEDE DELLA STAZIONE SI GUARDA INTORNO. ELISABETH
ARRIVA TUTTA TRAFELATA.
Elisabeth: Oh meno male
che è qui… non vedendomi credevo avesse preso il solito
treno. Julian: Oh Elisabeth l’avrei aspettata per
ore. Problemi? Elisabeth: No, no, solo che un cliente
giapponese mi ha intrattenuta oltre l’orario di lavoro.
Julian: In cosa consiste esattamente il suo lavoro?
Elisabeth: La mia azienda si occupa di spedizioni
internazionali per grandi aziende ed io sono la
responsabile del reparto che si occupa dell’assistenza
commerciale. Julian: Noioso? Elisabeth: Direi
abbastanza… Sono alle prese ogni giorno con lamentele e
reclami… Ad esempio il giapponese oggi, si lamentava per
il ritardo di un solo giorno della consegna di cento
Jeep Patriot. Ovviamente intervengo solo nei casi
spinosi e da buona commerciale per non perdere il
cliente devo fare buon viso a cattivo gioco. Julian:
Prendiamo un caffè, un thè? Così ci mettiamo seduti e si
rilassa un attimo. Elisabeth: Lei non demorde e…
Julian: Solo qualche minuto la prego… Elisabeth: Ok,
ma non ci allontaniamo… Se non le dispiace anche qui nel
bar della stazione. Non voglio perdere il treno delle
6:23. Sa oggi ho dato una sbirciata agli orari e quello
delle 6:23 è l’ultimo che ferma a DoxVille. Julian:
Per me va benissimo… Se facciamo i bravi possiamo
addirittura prendere quello delle 5:51 così lei è più
tranquilla. Elisabeth: E così lei mi piace!
SI
DIRIGONO VERSO IL BAR E PRENDONO POSTO NELLA SALETTA
INTERNA. DALLA VETRINA VEDONO IL FIUME DI GENTE CHE SI
AFFRETTA PER OGNI DIREZIONE. Elisabeth: Lei è una
persona gentilissima, ma quando me lo dirà il primo no?
Julian: Spero presto… Elisabeth: Perché significa che
abbiamo superato la barriera della formalità e siamo in
confidenza vero? Julian: Nulla da aggiungere
Elisabeth… Lei è molto intuitiva… Elisabeth: Ci
vogliamo dare del tu Julian? Julian: Perché?
Elisabeth: Non si risponde “perché”! Si dice “sono
contentissimo”! Julian: Mi riempie di gioia ma il
motivo glielo chiedo lo stesso. Elisabeth: Mi sembra
il momento giusto. Julian: Ti ho pensata tanto sai…
Elisabeth: Anche io Julian… Julian: Non lo dici con
entusiasmo… Elisabeth: Oggi provavo a immaginare tua
moglie sai… Julian: Dici fisicamente? Elisabeth: O
no, in generale, il vostro rapporto… Lei è una donna
molto fortunata. Julian: Oh grazie, ma forse non sa
si saperlo… Elisabeth: Succede sempre così. Andate
d’accordo? Julian: Siamo stati felici insieme, ma ora
è diverso. Dopo tanti anni di matrimonio ora tutto si è
scolorito. Non c’è entusiasmo, lei prova a ravvivare il
rapporto, ma ogni cosa è priva di senso. Elisabeth:
Oddio come ti capisco! Sai due settimane fa, prima
ancora di incontrarti, io e mio marito abbiamo deciso di
andare a cena fuori. Lui ha scelto un bel locale. Il
cibo era ottimo, la musica dal vivo splendida, i
camerieri gentili… Insomma tutto ok, tranne noi. Per
tutto il tempo abbiamo fatto scena muta, davvero non
riuscivamo a trovare argomenti. Julian: Ci si conosce
così bene che tutto ha il sapore di un già vissuto.
Elisabeth: Sì credo sia l’essenza stessa del matrimonio.
Julian: Dovrebbe scadere come uno yogurt. In quel caso
le due persone sarebbero costrette a chiedersi se valga
la pena di risposarsi… Elisabeth: Interessante come
idea! Che buffo però sai? Prima si ha il desiderio di
conoscersi rapidamente e poi quando ci si conosce
diventa tutto grigio. Elisabeth: Dici come abbiamo
fatto noi con le fotografie e il libro? Julian: A
proposito hai iniziato a leggerlo ieri? Elisabeth: Oh
Julian, perdonami, ero così stanca che mi sono
addormentata leggendo il titolo!
I DUE SI
INTERROMPONO QUANDO IL CAMERIERE SERVE DUE THE’ FUMANTI.
NEL MENTRE SQUILLA IL TELEFONO DI LEI, MA LA DONNA
ATTACCA SENZA RISPONDERE. Julian: Cosa c’è Elisabeth
problemi? Elisabeth: I soliti… Julian: Non ti vedo
felice qui con me… Elisabeth: Infatti non sono
felice. Julian: Stai bene? Elisabeth: Sì.
Julian: E allora cosa c’è? Ti vedo in difficoltà, ti
guardi intorno… Ti tocchi continuamente i capelli… Non
ti piace questo posto? Elisabeth: Sì sì mi sento
bene, tranquillo. Il problema è che sei atterrato così
dolcemente nella mia vita. Io sono una donna fragile,
sai? I cambiamenti prima di viverli devo digerirli.
Julian: I nostri incontri sono troppo impegnativi o stai
pensando a qualcosa in particolare? Elisabeth: Da
qualche giorno sono distratta. Mio marito mi sente
lontana e si è accorto del mio cambiamento. Julian:
Sono io la causa? Elisabeth: Certo che sei tu.
Julian: Sono lusingato allora… Elisabeth: Non
scherzare Julian ti prego… Julian: Cosa hai deciso di
fare? Elisabeth: Stanotte mentre facevo l’amore con
lui ho pensato a te… Mi sono concentrata su come possa
essere l’amore con te. E Julian credimi non è un bene.
Lui era lì che cercava di darmi piacere… Mi sono sentita
sporca. Julian: Tesoro, ma non lo sei, tu sei una
meravigliosa donna piena di sentimenti puliti.
Elisabeth: Mio marito non la penserebbe allo stesso
modo. Julian: Le analisi che hai ritirato l’altro
giorno riguardano il problema della maternità vero?
Elisabeth: È la terza volta che le facciamo, sia lui che
io siamo fertili, quindi i medici dicono che è solo un
problema psicologico. Julian: Ora capisco perché ti
senti in imbarazzo. Elisabeth: Oh Julian non voglio
caricarti di problemi non tuoi, ma è evidente che se
anche psicologicamente mi allontano da mio marito non ne
vengo fuori da questa situazione. Julian: Senti di
rifiutarlo? Elisabeth: Da qualche giorno non è più
una sensazione… Julian: Pensi a me? Elisabeth:
Julian so che ti fa piacere che te lo ripeta
continuamente, ma veramente mi sento a disagio.
LA DONNA GUARDA L’OROLOGIO. Julian: Vuoi andare?
Elisabeth: Ho paura di tutto, di perdere il treno, di
non arrivare in tempo stasera. Ho paura che lui sia qui
oltre quella vetrina e ci stia osservando. Penso sempre
a come giustificarmi se succedesse. Potresti essere un
vecchio compagno di università, oppure di liceo, oppure
un collega che non vedo da mesi. Insomma direi che ci
siamo incontrati per caso e tu mi hai offerto
gentilmente un caffè. Julian: Ricordando i nostri
vecchi tempi. Elisabeth: Ecco esatto, chissà se la
beve. Julian: Tu sai essere convincente. Hai un
sorriso disarmante. Elisabeth: Non funziona sempre,
forse per te… è ancora così.
LA DONNA GUARDA DI
NUOVO L’OROLOGIO. Elisabeth: Devo andare Julian. Sai
i medici ci hanno anche dato le ore giuste, i momenti
tassativamente fertili e quelli dove non serve tentare.
Anche se tutto questo non servirà a nulla… ma lo faccio
per lui. Julian: Perché sei così pessimista?
Elisabeth: Forse un giorno ti spiegherò meglio…
Julian: Non vuoi ora? Elisabeth: Perdonami caro, tu
sei entrato nella mia vita come una culla, mi farei
coccolare addormentandomi tra le tue braccia. Julian:
Anche tu sei molto cara, prendi tempo, pensaci, io sarò
sempre qui ad aspettarti… Elisabeth: Anche questo non
serve. Julian: Neanche come conforto? Elisabeth:
Non siamo adolescenti Julian. Julian: Vuoi dirmi
qualcosa? Elisabeth: Ho paura di dirtelo, della tua
reazione… Julian: Ho capito. Tra adulti non servono
tante parole. A volte è sufficiente uno sguardo.
I DUE SI ALZANO LUI VA ALLA CASSA, POI INSIEME SI
DIRIGONO VERSO IL TRENO. LUI NON PARLA. E’ VISIBILMENTE
TRISTE. DIETRO UNA COLONNA LEI SI FERMA. Elisabeth:
Julian ti prego, facciamo che non ti abbia detto nulla.
Julian: No cambierebbe niente… Elisabeth: Vedi? Sono
così paurosa che scappo dalle cose belle. Julian: Tu
sei la cosa più bella che potesse capitarmi!
Elisabeth: Credimi non ti sto prendendo in giro. Ma sono
sicura che prima o poi ti stancherai di questi miei alti
e bassi. Julian: Credo siano normali, anzi mi
sorprenderei se non ci fossero… Elisabeth: Sei caro
tu…
ORA SONO DI FRONTE. SI ABBRACCIANO.
Julian: Ti amo Elisabeth Elisabeth: Ti amo anch’io…
Julian: Amore mio, io non ti lascerò mai…
LUI
APPOGGIA LE SUE LABBRA SU QUELLE DI LEI. UN ATTIMO DI
INDECISIONE E POI SI BACIANO. E’ UN BACIO DI QUALCHE
SECONDO, MA A LORO SEMBRA INTERMINABILE. POI LEI SI
STACCA DI COLPO. Elisabeth: Ma cosa stiamo facendo?
Dio mio… Julian: Elisabeth… Elisabeth: Non doveva
succedere! Julian: Perché no? Elisabeth: Perché
ora sarà tutto diverso! Julian: Invece è stato
bellissimo! Elisabeth: Oh sì anche per me. Ma come
vedi io penso sempre al dopo. Io devo avere delle
certezze! E questo bacio apre le porte ad ogni tipo di
insicurezza, mi capisci vero? Julian: Ti voglio bene
Elisabeth. Elisabeth: Anch’io ti voglio bene, ma
lasciami vivere la mia vita… Chissà forse un giorno…
Julian: Farò quello che vuoi…. Elisabeth: Ecco
appunto. Ora corri dai! Se facciamo i bravi prendiamo il
treno delle 5:51…
SI PRENDONO PER MANO, CORRONO
E PRIMA CHE LE PORTE SI CHIUDONO RIESCONO A SALIRE SUL
TRENO. Elisabeth: Oh meno male… Julian: Dai
riuscirai a tornare in tempo. VIAGGIANO IN PIEDI.
Julian: Hai già pensato alla cena? Elisabeth: Stasera
vengono due colleghi di mio marito a cena. Una coppia
piuttosto noiosa, si parlerà sicuramente tutto il tempo
di viaggi e fotografia. Lui mi ha detto che non devo
stancarmi. Penserà a tutto lui per la cena. Julian: È
capace a cucinare? Elisabeth: È capace a chiamare un
take away giapponese o indonesiano… Lui non ha il senso
dell’ospitalità e non si rende conto che oltre alle
portate c’è bisogno di una certa accoglienza… Julian:
Immagino… Elisabeth: Tesoro ti prego non parliamo più
di lui, di me, della mia vita. Scusami ma sono piuttosto
nervosa, e maggiormente lo sono quando gli altri mi
impongono le cose. Julian: D’accordo come vuoi…
Elisabeth: E fa che quel bacio non ci sia mai stato! Me
lo prometti?
LUI NON RISPONDE. SI GUARDANO E FINO
ALLA FERMATA DI FLASHWOOD NESSUNO DEI DUE PARLA. POI
L’ALTOPARLANTE ANNUNCIA: PROSSIMA FERMATA DOXVILLE.
Elisabeth: Ok Julian devo scendere. Julian: Aspetta
manca ancora un po’… Elisabeth: No, no non vorrei
perdere la fermata. C’è tanta gente oggi… Scusami, ciao.
Julian: Buon weekend Elisabeth! Elisabeth: Ah già che
sbadata! Oggi è venerdì! Buon weekend Julian.
.
|
CONTINUA


Il racconto è frutto di
fantasia. Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti è
puramente casuale..
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