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RACCONTI D'AUTORE

Adamo Bencivenga
PROSSIMA FERMATA
DOXVILLE 12
New York, stazione di Flushing Main.
Venerdì 16 Febbraio. Il treno delle 17:32 è pieno di pendolari
stanchi, ansiosi di lasciarsi alle spalle la settimana lavorativa.
Julian ed Elisabethh, per ora due perfetti sconosciuti, siedono uno
di fronte all’altra nel vagone centrale, immersi nei loro pensieri,
ignari che un incontro casuale sta per intrecciare le loro storie.

.MARTEDI’ 3 APRILE 2018. ORE 7:20. ELISABETH
MANDA UN MESSAGGIO A JULIAN Elisabeth: Ci sei?
Julian: Qui sta succedendo il finimondo… Elisabeth:
Lo immaginavo. Julian: Non posso stare al telefono.
Elisabeth: Ascolta, domattina prima di andare in ufficio
puoi passare da me? Julian: E tuo marito?
Elisabeth: Lui esce alle sette in punto. Vieni qui, se
trovi il cancello aperto entra altrimenti aspetta.
Julian: Ok, sempre che non ci sia il terremoto stanotte!
Elisabeth: A domani.
*****
MERCOLEDI’ 4 APRILE 2018. ORE 7:20 JULIAN
ENTRA IN CASA DI ELISABETH.
Julian: Sei sola?
Elisabeth: Entra, entra non preoccuparti.
LEI E’
IN VESTAGLIA DI SETA NERA, SI BACIANO POI LEI LO PRECEDE
IN CUCINA. Elisabeth: Prendi un caffè? Julian:
Grazie ne ho tanto bisogno. Elisabeth: Cosa c’è
Julian? Julian: Non ho dormito, tutta la notte a
parlare fino all’alba. Altro che Stasi, un vero e
proprio terzo grado! Elisabeth: Allora è un buon
segno. Julian: Ma che dici sei fuori di testa?
Elisabeth: Tranquillo. Non vuole lasciarti. Julian:
Perché dici questo? Elisabeth: Se avesse già preso
una decisione ti avrebbe fatto trovare la valigia pronta
e stop. Julian: Ma cosa le hai detto ieri di tanto
sconvolgente? Elisabeth: Ecco appunto. Volevo
parlarti dell’incontro, ma poi i fatti mi hanno
preceduto. Comunque non ho né negato né ammesso nulla,
le ho ripetuto che sono fatti vostri. Julian: Come ti
sei sentita quando ti si è presentata davanti?
Elisabeth: Ero abbastanza tranquilla e sinceramente
prima o poi sapevo che sarebbe accaduto. Julian:
Voleva sapere di venerdì vero? Elisabeth: Di venerdì
ed altro, ma credo alla fine di averla convinta che non
ero io l’interlocutrice giusta e che quelle domande non
andavano rivolte a me o a te, ma a se stessa.
Julian: Ti ha fatto domande specifiche sui nostri
rapporti intimi vero? Elisabeth: Avrei voluto dirle
che sei un amante eccezionale… Julian: Dai non
scherzare… Elisabeth: Ho potuto percepire che per lei
il sesso è davvero importante anzi direi un’ossessione.
Lo ha chiamato linea di confine e voleva sapere da me se
lo avessimo fatto e decidere quindi se fosse ancora in
tempo. Julian: Ti ha detto così? Elisabeth: È
stata veramente incalzante, ma ripeto non ho né
confermato né negato. Per mia natura avrei detto la
verità, ma coinvolgendo un’altra persona ho preferito
rimanere sull’equivoco. Julian: Cosa lei hai detto di
preciso? Elisabeth: Le ho detto che avrebbe potuto
avere la certezza del tradimento solo nel caso in cui tu
ti dimostrassi freddo con lei. Julian: Veramente nel
nostro rapporto sono stato sempre io a cercarla… È stata
sempre lei la persona fredda nel rapporto. Elisabeth:
Allora non si deve lamentare, un uomo ha bisogno di
sentirsi maschio e sappi mio bell’amante io se tu non mi
volessi più o avessi altri grilli per la testa me ne
accorgerei nel giro di quarantotto ore… Julian: Tu
sei diversa… Elisabeth: Intendi un po’ troia?
ELISABETH IN PIEDI ALLARGA LE BRACCIA IN MODO CHE I
LEMBI DELLA VESTAGLIA SI APRANO MALIZIOSAMENTE.
Julian: Intendo che sei una donna calda, la donna che ho
sempre desiderato… Ecco vedi? Elisabeth: Non
guardare! Julian: Sei meravigliosa, anche in queste
situazioni mantieni la tua femminilità. Elisabeth:
Ecco esattamente quello che penso! È questo che a tua
moglie sfugge. Ed è questa è la prova provata che non
sono io la causa… Julian: È la prova provata che ti
amo.
LUI SI AVVICINA. Elisabeth: Smettila!
Quanto zucchero vuoi? Julian: Lo prendo amaro.
Elisabeth: In conclusione mi ha chiesto di aiutarla
interrompendo unilateralmente il nostro rapporto.
Julian: E tu? Elisabeth: Intuendo che fosse una
domanda ingannevole le ho risposto come al solito ovvero
che tra due amici non esiste un addio. Julian: Ma tu
hai negato? Elisabeth: Tesoro mio, negare è come
ammettere, confessare… E pensare che a tua moglie ho
detto che saresti stato un ottimo psicanalista!
Julian: E cosa le hai detto? Elisabeth: La migliore
difesa è l’attacco per cui ho cercato di spostare la
conversazione sul vostro rapporto. Ovvio che si è
risentita e mi ha detto che non sono affari miei.
Julian: Ma, come hai detto tu, lei crede che sia tu la
causa. Elisabeth: Infatti mi ha ripetuto quanto tu
fossi cambiato da quando mi hai incontrata. È vero?
Julian: Come non potrebbe esserlo, tu hai il potere di
cambiare gli uomini a tuo uso e piacimento.
Elisabeth: Lo devo considerare un complimento?
Julian: Fai tu… e poi? Elisabeth: Beh io penso che
sia come scoprire il mare a vent’anni ed emozionarsi…
Senz’altro ti accorgi che qualcosa mancava nella tua
sfera emotiva. Julian: Lei non ha un animo così
sensibile… Elisabeth: Ancora mi domando come tu abbia
potuto stare insieme a lei in tutti questi anni…
Julian: Dai tesoro, ti prego, non sparare sulla Croce
Rossa. Elisabeth: Cosa vuoi fare? Julian: Non lo
so. Elisabeth: Alle volte mi chiedo se tu abbia mai
preso una decisione nella tua vita oltre a seguire il
corso degli eventi sposandoti e fare figli… Julian:
Ma io ora so quello che devo fare, il problema è che se
lo facessi lei diventerà così vendicativa da proibirmi
di vedere i miei figli. Elisabeth: Tesoro ho paura
che anche questo stia diventando un pretesto. Julian:
Cosa devo fare? Elisabeth: E lo chiedi a me?
Julian: Sei parte in causa. Elisabeth: Ascolta, io
non so come andrà a finire questa storia, ma sono
convinta che tu debba sfruttarla a tuo uso e consumo…
Julian: Ovvero? Elisabeth: O ti accontenti oppure è
venuto il momento di farle capire che lei in questi anni
si è adagiata troppo ed il pericolo è sempre dietro
l’angolo. Quindi in questo caso o il vostro rapporto
migliora oppure dovrai affrontare la vita in altro modo
indipendentemente dai figli. Julian: Dici insieme a
te? Elisabeth: Anche la mia situazione non deve
essere un pretesto per te. Ora ti vedo come un bimbo che
cerca rassicurazioni, ma la vita tesoro è fatta in modo
di non averle mai queste certezze. Julian: Sarai
sempre al mio fianco? Elisabeth: Non lo so. Nessuno
mai potrà darti questa certezza e men che meno la
sottoscritta. Julian: Mi metti paura, non ti ho mai
vista così decisa. Elisabeth: Tesoro, noi sappiamo
come è nata. Due solitudini per ragioni diverse che si
sono incontrate. Julian: Ti sto combinando troppi
casini, vuoi lasciarmi? Elisabeth: Non ci penso
proprio, ma in un certo senso l’incontro con tua moglie,
mi ha scossa anche se in quel frangente lei era la parte
debole ed io quella che ostentava sicurezza. Julian:
Ti ha fatto pena? Elisabeth: Forse sì, ma ripeto non
voglio accollarmi di problemi non miei.
ELISABETH
BEVE IL CAFFE’. JULIAN SI AVVICINA DI NUOVO E LA BACIA
SUL COLLO. LEI QUESTA VOLTA NON LO RESPINGE. Julian:
Che stupido, vengo a chiedere certezze proprio a te!
Elisabeth: Il nostro rapporto sta crescendo Julian ed è
meraviglioso, non voglio che sia inquinato da misere
convenienze. Mi capisci vero? Julian: Capisco che non
posso fare a meno di te. Capisco che il lato migliore
dei nostri rapporti intimi è la clandestinità. Capisco
che il sesso alla luce del sole non ha lo stesso sapore.
Capisco che…
LEI SCOPRE LEGGERMENTE IL SUO SENO.
Elisabeth: Vuoi baciarlo? Julian: Oh sì…
Elisabeth: Mi desideri vero? Julian: Sì.
Elisabeth: Quanto? Julian: Quanto che ora mi sto
chiedendo dove sia la tua camera da letto. Elisabeth:
Non ti piacerebbe farlo qui in cucina? Julian: Su
questo tavolo di marmo tipo Il postino suona sempre due
volte? Elisabeth: Sarebbe scomodo però… Julian: Un
po’ sì…
LEI APRE COMPLETAMENTE LA VESTAGLIA. E’
SENZA MUTANDINE. Elisabeth: Vuoi baciarla vero?
Julian: Voglio baciare lei e tutto il resto…
Elisabeth: Così mi fai impazzire, oh sì accarezzami,
baciami, stringimi… Fammi tua… Julian: Ti voglio…
Elisabeth: Non lo abbiamo mai fatto di mattina presto… e
poi qui a casa mia… Julian: Dio amore, non so dove mi
porterà tutto questo, ma sono certo di volerci andare…
Elisabeth: Per ora seguimi, per il resto ci penseremo.
ATTRAVERSANO LO STRETTO CORRIDOIO ABBRACCIATI. ORA
SONO NELLA CAMERA DA LETTO. LUI LA DISTENDE CON FORZA
SUL LETTO MATRIMONIALE. Julian: Oddio ma come hai
fatto in tutti questi anni senza di me? Sei così calda…
Fammi perdere tra le tue cosce. Elisabeth: Vieni
dentro di me pazzo amore mio. Julian: Tuo marito non
tornerà vero? Elisabeth: Ancora pensi che lui possa
contrastare il nostro rapporto? Che sia un tuo rivale?
Julian: È tuo marito! Elisabeth: Ma è inoffensivo…
Julian: Inoffensivo o meno ha il diritto di non essere
tradito o decidere lui quando. Elisabeth: Quando
cosa? Julian: Quando farsi scopare la moglie da un
altro. Elisabeth: Mi piace questo concetto! Dio come
sei trasgressivo! Julian: Sarebbe alquanto
imbarazzante se tornasse indietro con una banale scusa.
Elisabeth: Non torna Julian, non torna. Julian: E
come fai ad essere così sicura? Elisabeth: Perché
stamattina gli ho detto che avevo incontrato tua moglie
in treno e che tu saresti venuto qui per parlarne.
Julian: Quindi sa che ora sono qui tra le braccia di sua
moglie… Sul suo letto matrimoniale… Elisabeth: Non ho
detto questo. Julian: E cosa hai detto? Elisabeth:
Che sono tranquilla del resto credi che ti avrei
invitato a casa mia così facilmente? Julian: Infatti
mi domandavo… Elisabeth: Non chiederti nulla, sappi
solo che lui non tornerà anche se si fosse dimenticato
le chiavi della macchia, ma che comunque non è stupido e
non fa nulla per nulla.
LA DONNA ORA TOGLIE LA
VESTAGLIA, ORA E’ COMPLETAMENTE NUDA. Julian: Dio
come sei bella. Elisabeth: Tesoro prendimi ora!
Julian: Eccomi. Elisabeth: Non mi hai mai preso nuda.
Julian: Sei bellissima. Elisabeth: Lo sento sta
salendo… è solo mio vero? Julian: E di chi?
Elisabeth: Sai mentre mi parlava io fissavo il viso di
tua moglie e pensavo alle sue smorfie quando la fai
godere! Julian: Sei incredibile! Elisabeth: Non
glielo dare più amore... Sì così dai... Sei magnifico…
veloce e lento, sai cosa voglio dire? Voglio godermelo
tutto fino in fondo… Julian: Mi senti vero?
Elisabeth: Sì che ti sento, amore, ma mi raccomando
amore esci prima… Julian: Oh sì una cosa l’ho
capita! Perché il nostro rapporto continui non devo
venirti dentro! Vero? Elisabeth: Sempre che siamo
ancora in tempo, ma non è la linea di confine che
intende tua moglie. Julian: Quella l’abbiamo superata
da molto. Elisabeth: Bravo tesoro mio, amami!
Julian: Ti amo. *****
VENERDI’ 6
APRILE 2018. ORE 7:10 A.M. JULIAN MANDA UN MESSAGGIO
A ELISABETH Julian: Amore, posso chiamarti?
Elisabeth: Sono a casa. Chiama dai!
SQUILLA IL
TELEFONO DI ELISABETH. Julian: Tesoro sei sola?
Elisabeth: No, George si sta preparando per andare in
ufficio. Julian: Dio che sbadato, ti sto mettendo a
disagio… Elisabeth: No, stai sereno, dimmi pure, se
chiami a quest’ora ci sarà un’emergenza, no? Julian:
Eh sì. Elisabeth: È successo qualcosa? Julian: Ho
le valigie in macchina. Elisabeth: Bene! In fin dei
conti era nell’aria… Julian: Sì ma la realtà è più
dura delle supposizioni. Elisabeth: Ci ha impiegato
una settimana per prendere la decisione… Julian:
Infatti non l’ho mai vista così razionale. Elisabeth:
Mi spiace tanto tesoro, cosa farai ora? Julian: E
cosa devo fare? Per il momento sto cercando una pensione
a poco prezzo. Poi si vedrà. Elisabeth: Tesoro mi
spiace poi proprio oggi! Julian: Che c’è?
Elisabeth: Io non mi sento bene, ho giramenti di testa,
ma se vuoi ci incontriamo. Julian: Mi saresti di
grande conforto, ma sei stai male lascia perdere dai.
Elisabeth: Mi spiace tanto. Puoi chiamarmi quando vuoi,
non voglio che tu ti senta solo. Julian: Lo sono
tesoro, ma l’ho voluto io. Elisabeth: Perché dici
questo? Julian: Non ho saputo mentire, quando Joselyn
ha ricominciato a tartassarmi non ce l’ho fatta più e le
ho detto a chiare lettere che avevamo fatto l’amore.
Allora lei di rimando mi ha detto che dovevo
immediatamente di mettere qualcosa in valigia e uscire
da quella casa. Elisabeth: E sei andato via?
Julian: Mi ha detto che non voleva più vedermi, nemmeno
un istante in più. Mi ha detto di farle avere
l’indirizzo e mi avrebbe fatto recapitare lì tutta la
mia roba. Elisabeth: Oddio tesoro, immagino come ti
sia sentito. Julian: Ho cenato in un autogrill
malfamato poi all’ora di chiusura sono uscito ed ho
girato in macchina per tutta la notte come un povero
scemo. Ora che è giorno mi metto in cerca di un buco
decente, dai. Elisabeth: Vuoi passare qui? Prendere
qualcosa di caldo? Julian: No, no, lascia stare, tra
l’altro c’è tuto marito. Sai che figura! E poi sarebbe
la prova provata del tradimento. Elisabeth: Ah sì
certo non ci avevo pensato, se lei ti ha cacciato di
casa, non vedo altri motivi… Julian: Adesso devo
riacquistare qualche mia sicurezza, almeno un tetto
sopra la testa. Elisabeth: Ti capisco, ma chiamami.
Julian: Ok a dopo. Elisabeth: A dopo. *****
VENERDI’ 6 APRILE 2018. ORE 10:05 A.M.
ELISABETH CHIAMA JULIAN
Elisabeth: Tesoro come
stai? Julian: Meglio dai. Elisabeth: Dove sei?
Hai risolto? Julian: Sono qui fuori la pensione, sto
portando le valigie in camera. Elisabeth: Ma dove
sei? Julian: Sono qui a Bradville, praticamente
vicino casa. Sono stato fortunato, la pensione è pulita,
discreta e poi non costa molto. Il marito della padrona
è un mio vecchio compagno di scuola. Pensa abbiamo fatto
le scuole medie insieme! Elisabeth: Hai dovuto dare
delle spiegazioni? Julian: Beh credo sia evidente no?
Chissà a quanti uomini succede… Comunque lui è stato
molto discreto. Elisabeth: Non vai al lavoro?
Julian: Ho chiamato la banca ed ho preso un giorno di
ferie e tu? Elisabeth: Io sono a casa, oggi non mi
muovo. Julian: Sì ma come stai? Elisabeth: Non
sto bene, ho dei forti giramenti di testa e un po’ di
nausea. Anche qualche linea di febbre, credo sia dovuto
a ieri, c’era un vento forte e freddo ed io senza
soprabito me la sono fatta a piedi fino alla stazione.
Julian: Mica sarai incinta? Elisabeth: Ah non credo,
almeno che non sia stata la Provvidenza! Julian: In
caso lo Spirito Santo, ma comunque non sapevo di
chiamarmi Provvidenza! Elisabeth: No no tu ti chiami
Julian. Julian: Perché poi parli di Provvidenza? Lo
abbiamo fatto più di una volta e senza precauzioni.
Elisabeth: Sì certo, ma non nei giorni fertili.
Julian: Quindi lo escludi? Elisabeth: Sai anche
George questa mattina, quando mi ha sentito rimettere in
bagno, mi ha chiesto se putacaso fossi incinta…
Julian: Immagino se tu lo fossi sarebbe al settimo
cielo… Elisabeth: Già lo è… Faceva battute di dubbio
gusto, tipo: “Che dolci rumori provengono dal bagno…”
Julian: Ma mica si può appropriare di qualcosa non suo…
Elisabeth: Beh tesoro da che mondo è mondo e fino a
prova contraria l’unica che ha voce in capitolo sono io.
Julian: Sì certo, ma… Elisabeth: Ma niente dai, non è
il momento di parlarne. Hai altri grattacapi ora per la
testa ed io ho semplicemente un male di stagione.
Julian: Oh sì hai ragione. Devo un po’ rivedere la mia
vita. Elisabeth: Penso che un momento di pausa ti
faccia bene. Julian: Tu dici da Joselyn?
Elisabeth: Dico da lei, dai tuoi figli, da me…
Julian: Cosa vuoi dire? Elisabeth: Nulla tesoro,
stammi bene dai, mi vado a distendere ora. Julian: Ok
ciao. Elisabeth: Ciao.
*****
SABATO 7 APRILE 2018. ORE 11:55 A.M.
MESSAGGIO DI JULIAN AD ELISABETH
Julian: Oggi è
sabato sono solo in questa stanza, guardo il soffitto…
Guardo l’ora… In questo momento dovrei essere alla
partita dei miei figli. Mi mancano sai, mi mancano
tanto. È qualcosa di indescrivibile che ti strappa
dentro. Chissà cosa penseranno guardando che suo padre
non è seduto come al solito sugli spalti a fare il tifo
per loro. Penseranno che li ho traditi, che suo padre è
un poco di buono. E poi chissà cosa avrà riferito sua
madre al grande, magari ora mi odia. Ho sbagliato tutto,
ma tutto tutto… Elisabeth: Tesoro… dai non dire così…
Non abbatterti è solo un momento di riflessione.
Prendilo come una ricarica poi tutto funzionerà meglio.
Julian: Oh Elisabeth sei online… Che bello! Come stai
amore mio? Ti posso chiamare? Elisabeth: Chiama sì.
JULIAN TELEFONA. Julian: Pronto? Elisabeth: Ci
sono caro. Julian: Scusami, mi aveva preso un attimo
di sconforto e ti stavo scrivendo. Elisabeth: Ti
sento e mi dispiace molto. Julian: Dai prendilo solo
come un sfogo. Non volevo farti intristire.
Elisabeth: Ma quale sfogo tesoro… Il problema è che ti
mancano tanto i tuoi figli. Sei un padre affettuoso ed
ammirevole. Julian: Grazie tesoro, ma ora non serve,
ho rovinato tutto! Elisabeth: Passa, tutto passa.
Julian: Tu come stai? Elisabeth: Oggi un pochino
meglio. Senti la mia voce rauca? Te lo avevo detto che
era una semplice influenza. Comunque il mal di testa è
passato, ma ho ancora nausee e mi sento uno straccetto.
Julian: Ma sarai bellissima! Elisabeth: Neanche per
mille dollari mi farei vedere da te ora! Julian: Hai
chiamato il medico? Elisabeth: Sì, mi ha detto di
fare le analisi del sangue, ma anche lui crede che sia
un male di stagione. Julian: Quando le farai?
Elisabeth: Andrò lunedì. Julian: Mi farai sapere?
Elisabeth: Sei impaziente? Ma credi davvero che sia
incinta? Allora per quello basterebbe un salto in
farmacia… Julian: Ma no dai, mi preoccupo soltanto
che tu non stia bene. Elisabeth: Farò la brava dai,
lunedì passo dal medico e poi vado a fare le analisi.
Julian: Grazie amore che ci sei. Elisabeth: Ci sono,
ci sono sempre stata per te, anche quando non ci
conoscevamo. Julian: Ti adoro. Elisabeth: Tu hai
trovato in me la donna dei tuoi sogni, ma purtroppo
fuori tempo massimo. Julian: Eh già fuori tempo
massimo davvero, anche se mi ero illuso che…
Elisabeth: Ecco hai detto bene… illuso… perché io e te,
pur parlando molto, non abbiamo mai affrontato
seriamente l’argomento. Julian: Qualche battuta al
massimo… Beh sai in questi casi si ha la maledetta paura
di urtare la sensibilità dell’altro. Elisabeth:
Esatto, tu hai un carattere dolcissimo e la decisione di
lasciare la famiglia non è stata mai nelle tue corde.
Julian: E tu tuo marito… Elisabeth: Ci siamo affidati
al destino, come se in qualche modo potesse spianarci la
strada, ma non è mai così, purtroppo. Julian: Me lo
hai rimproverato più volte. Elisabeth: Anch’io mi
sono adagiata credendo in chissà quale aiuto, ma ora
come vedi si è complicato tutto e non possiamo chiedere
altro tempo. Julian: Dici che sia scaduto
definitivamente? Elisabeth: Amore guardati intorno,
ti prego. Julian: Alle volte sogno come un bimbo… Ora
poi dentro questa stanza ne ho tempo per sognare…
Elisabeth: Ma mi manchi sai… Julian: Ci vediamo?
Elisabeth: Oggi no, non sarei in grado nemmeno di
prendere in mano il pennellino del mascara. Mi sento
debole, ma ti prometto che uno di questi giorni ti
chiamo e usciamo, ok? Julian: Ok tesoro. Ti farai
bella per me? Elisabeth: Bellissima come la prima
volta al Park Motel. Julian: Non me lo ricordare!
Elisabeth: Riguardati. Julian: Anche tu riguardati,
ti voglio di nuovo in forze. Elisabeth: Stammi bene.
Julian: Ciao.
|
FINE


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