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CINEMA PASSIONE
AMARSI? CHE CASINO!
 



 

 

INTERVISTA IMPOSSIBILE A

Mathilde Bauchard
“Né con te, né senza di te!”
La signora della porta accanto di François Truffaut (La femme d'à côté)



 


 
Madame come inizia la storia?
Io sono una disegnatrice di fumetti per bambini e con mio marito Philippe sposato da pochi giorni, prima di concederci una lunga luna di miele, decidiamo di prendere un appartamento in un posto tranquillo vicino a Grenoble.

Purtroppo il caso vuole…
… che dall’altra parte della strada proprio davanti alla nostra casa abiti Bernard Coudray con sua moglie Arlette e il figlio Thomas.

Chi è Bernard?
Otto anni prima io e Bernard abbiamo vissuto insieme una storia devastante, ci siamo amati di un amore intenso, travolgente e passionale.

Immagino sia sorpresa. Cosa fa?
Anche Bernard lo è, la sua vita scorre piuttosto tranquilla: una bella famiglia, una bella moglie, un figlio dolcissimo e una bella casa. La cosa più ovvia per rispetto dei nostri coniugi è ignorarci fingendo di non conoscerci.

Ma il vostro arrivo in qualche modo rompe l’equilibrio…
Viviamo in un posto isolato, una manciata di case, un circolo di tennis, un supermercato, una casa di fronte all’altra, ed è impossibile non incontrarci. Per buon vicinato dobbiamo per forza di cose fare conoscenza e così avviene.

Com’era finita la vostra storia?
Ero stata io a troncare la relazione ed in effetti ora lui si mostra indifferente al limite dell’ostilità.

Quindi è lei che cerca di ristabilire un rapporto…
Amicizia, solo pura amicizia. Cerco di mantenere un'apparente lucidità e mi convinco che quel rapporto travolgente è finito e mi armo di buoni sentimenti perché quella coincidenza non sia devastante.

Bernard invece?
Bernard è più turbato di me, forse più fragile, è sfuggente, cerca di sottrarsi, come quando evita, fingendo un impegno di lavoro improvviso, la cena organizzata da sua moglie Arlette, la quale all’oscuro di tutto invita me e mio marito per festeggiarci come nuovi vicini.

Un giorno però…
Ci incontriamo casualmente in un supermercato. Prima parliamo, preoccupati entrambi di non intralciare il presente dell’altro, ma poi inevitabilmente ci baciamo. E’ un gesto istintivo e ineluttabile come se non fosse possibile arginare la nostra forza interiore e a quel punto mi convinco che quel passato non è morto, anzi in una frazione di secondo ha invaso di nuovo il nostro presente. Ho un attimo di sbandamento e svengo cadendo a terra.

Al cuore non si comanda…
Entrambi ci ritroviamo di fronte a un sentimento che riesplode, una storia d'amore folle che improvvisamente riemerge, dando origine a una catena di eventi che coinvolgono anche le nostre famiglie.

Tornate ad essere amanti…
Ci incontriamo clandestinamente in un albergo in paese. Sono di nuovo la sua musa e lui il pittore che mi modella e contempla la mia bellezza, lui ne rimane ammaliato ed io mi sento di nuovo viva. Quell’amore clandestino si trasforma nuovamente in passione e diventa una trappola della quale non riusciamo a farne a meno.

Lei si sente amata da Bernard?
Direi che in quel sentimento c’è qualcosa di più, ma inafferrabile, certo che mi ama, ma sarebbe banale rispondere così. Una volta in macchina io stavo piangendo e lui mi porge il fazzoletto. Mi soffio il naso e quando glielo restituisco Bernard lo bacia. Ecco lì mi sono sentita amata.

Poi cosa succede?
Ci comportiamo come due classici amanti, parliamo clandestinamente al telefono con frasi brevi, dandoci appuntamenti, giurandoci amore eterno, riscoprendo di essere indispensabili l’uno per l’altra come se quegli otto anni non fossero passati.

Anche quando vi ritrovate insieme, le vostre frasi sono brevi, come fossero principalmente delle rassicurazioni.
E’ vero non riusciamo a prolungare i nostri discorsi, cercare almeno un compromesso che ci renda lucidi nell'affrontare la quotidianità. In diversi momenti tentiamo di dire con le parole quello che ci sta succedendo per dominare l’irrazionalità della nostra passione, ma questi tentativi sono sempre disattesi.

Lei ha una spiegazione per questo?
Ci rendiamo conto che il matrimonio ha rappresentato per entrambi una via di fuga dalla nostra storia cruda e devastante per i nostri cuori. Ed in effetti confesso a Bernard che dopo la nostra storia ho sposato un giovane da cui ho divorziato immediatamente solo per cancellare la storia con lui e in seguito ho sposato Philippe per vivere in quel fragile mare di tranquillità apparente.

E’ vero che ha tentato il suicidio ed ha avuto un aborto?
Poco dopo che ci siamo lasciati mi sono accorta di essere incinta ed ho interrotto la gravidanza, poi ho avuto un lungo periodo di depressione, ma questo non lo dico esplicitamente a Bernard.

Mi faccia capire, entrambi temete la vostra relazione?
I nostri corpi insieme si fondono e rischiano di bruciarsi. Ineluttabilmente si attraggono per un tragico epilogo. La nostra è una unione patologica, malata propria di due essenze che si incastrano alla perfezione e per questo motivo, nei miei momenti di lucidità, cerco di allontanare Bernard, rifiuto di partire con lui quando mi propone di fuggire insieme.

Una vera contraddizione tipiche di una storia tra amanti clandestini…
Tutta la nostra storia gioca costantemente su questa tensione, tra l’ordine di una tranquilla vita di provincia e il disordine della nostra forza distruttiva chiamata passione.

E lui come reagisce?
Il motivo apparente è di non voler far male a mio marito, ma Bernard calamita le mie insicurezze, tiene in mano il gioco, carpisce che dietro si nascondono altri sentimenti, se pur lacerati.

Riesce a mantenere la situazione sotto controllo?
Purtroppo no, Philippe durante una cena annuncia che l’indomani saremo partiti per una lunga luna di miele. Bernard è all’oscuro di tutto ciò, davanti a tutti si lascia andare ad una incredibile scenata di gelosia e inevitabilmente in seguito la sua reazione è di una violenza inaudita.

Cosa fa?
Mi segue e mi ordina di non partire poi mi picchia senza controllare il lume della ragione. Il mio crollo è totale rimango preda di un esaurimento nervoso e vengo ricoverata in ospedale. Se prima avevo raccontato a mio marito di Bernard, descrivendolo come un uomo che aveva una relazione con una mia cugina ed era opportunista e ferocemente egoista, adesso sono costretta a raccontare la verità.

I fatti precipitano… anche Bernard racconta la verità a sua moglie?
No, lui no. Le dice che è un martire, una vittima di una donna che lo perseguita e lo fa tuttora. E forse per salvare il suo matrimonio mette la maschera in volto e diventa cinico e freddo.

Lei cosa fa invece?
Confesso a mio marito che amo ancora Bernard e sono attratta da lui da una forza incontrollabile. Mio marito, persuaso dal medico che mi definisce una donna a cui piace soffrire piuttosto che vivere o morire, si convince che ho solo bisogno di cure e tranquillità.

Come tutte le storie dell’amore ineluttabile vedo una fine tragica…
Mio marito decide di trasferisci in un’altra casa al centro di Grenoble, lui è molto caro, ma io nutro forti sensi di colpa nei suoi confronti. In ospedale gli chiedo di portarmi una camicia bianca, perché nonostante sia rotta l’importante che sia bianca, proprio come una tavola sulla quale si può disegnare qualsiasi cosa. Vede? Vorrei ricominciare, essere e farmi perdonare da mio marito, ma purtroppo, nei giorni successivi, tornata a casa, mi convinco che ho un solo modo per uscire da questa morsa.

Vale a dire?
Qualche giorno dopo torno nella mia vecchia abitazione e lascio aperta la porta di casa affinché sbattendo faccia rumore e Bernard si accorga che sono di nuovo in casa. A quel punto lui scende e si dirige verso la casa. Entra ed io lo accolgo sorridente, vestita da perfetta amante secondo i suoi gusti. Facciamo l’amore e sarà l’ultima volta, perché dopo aver goduto in modo sublime estraggo la pistola dalla borsetta e sparo due colpi uccidendo entrambi.
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Titolo originale La femme d'à côté
Paese di produzione Francia
Anno 1981
Durata 106 min
Genere drammatico
Regia François Truffaut
Soggetto François Truffaut, Suzanne Schiffman e Jean Aurel
Sceneggiatura François Truffaut, Suzanne Schiffman e Jean Aurel
Produttore Les Films du Carrosse, Tf1 Films Productions
Fotografia William Lubtchansky
Montaggio Martine Barraqué, Marie-Aimée Debril (assistente)
Musiche Georges Delerue
Scenografia Jean-Pierre Kohut-Svelko
Costumi Michèle Cerf
Trucco Thi-Loan Nguyen

Interpreti e personaggi
Gérard Depardieu: Bernard Coudray
Fanny Ardant: Mathilde Bauchard
Henri Garcin: Philippe Bauchard
Michèle Baumgartner: Arlette Coudray
Roger Van Hool: Roland Duguet
Véronique Silver: Odile Jouve













 




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ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
https://it.wikipedia.org/wiki/
http://www.storiadeifilm.it/
http://www.psychiatryonline.it/node/2542
http://www.lacooltura.com/2015/11/

FOTO GOOGLE IMAGE


 

















 
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