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RACCONTI
 
 

Adamo Bencivenga
VITA DA SINGLE
 


 
 


Ah sì vero, ero un vero e proprio malato d’amore, come un chirurgo senza esperienza che dimentica le farfalle nello stomaco, mette il cuore in gola e sposta la testa tra le nuvole. Mi ero messo in testa di trovare la formula matematica per calcolare esattamente quante persone sbagliate mi sarebbero ancora capitate per arrivare a quella giusta, ma alla fine credetti davvero di aver trovato l’anima gemella, trionfante dissi al mio amico Gilberto: “Adesso mi manca solo il corpo!” Sapevo benissimo che l’amore quello vero non poteva che essere la stessa persona che mi avrebbe reso felice e triste allo stesso tempo. In amore non c’era via di scampo, si litiga e si fa pace senza nemmeno parlare! Del resto pensavo: “Non c’è nessuno più maleducato dell’amore. Entra sempre senza bussare Non chiede mai il permesso quando arriva e non saluta mai quando se ne va.”

Gilberto a tale proposito se ne uscì con una delle sue: “Se amare significa soffrire mi sono amato un’altra volta il dito nella porta.” E poi per rassicurarmi concluse: “Ricordati che per l’amore serve il libretto di istruzioni per l’illuso, ma non disperare, la tua anima gemella è lì fuori! Tra 7 miliardi di persone. In 5 continenti. Supponendo che sia viva. E che sia single e donna. Se però la vuoi trovare nel raggio di 10 km hai la stessa probabilità di fare 6 al superenalotto.” Già era proprio un’impresa, ma dovevo comunque provarci anche perché mi ripetevo che se fosse stata troppo simile a me non mi sarebbe piaciuta e che con la storia del “Siamo troppo diversi per stare assieme”, oggi non avremmo il vitello tonnato. Quindi non dovevo cercare la donna giusta, ma la serenità, per cui, mi ripetevo, se non mi avesse reso sereno sarebbe comunque stata sbagliata.

Insomma mi stavo convincendo, ma con le dovute accortezze: “Non puoi avere la donna della tua vita. O hai la tua donna o hai la tua vita” sapendo benissimo che un uomo è innamorato quando il suo cervello, il suo cuore e il suo sesso si mettono d’accordo su un’unica donna. Certo ero sfiduciato perché l’amore quello vero arriva solo una volta nella vita ed a me era già capitato per le lasagne! Ma si sa che l’amore è come lo spigolo del letto, sai perfettamente dove sia, ma ci vai comunque a sbattere per cui pensavo quanto sarebbe stato bello se il mondo fosse andato al contrario. La mia storia sarebbe iniziata dalla fine e l’ultimo giorno insieme sarebbe stato pieno d’amore e di passione. Pensai a mia nonna che continuava a comprare le penne rigate “perché a nonno piacevano”, ma nonno era morto da sette anni! Poi mi venne in mente mio nonno, lui teneva la cravatta anche in casa, perché voleva che nonna lo vedesse bello come il primo giorno. Ed è stato così fino all’ultimo giorno. Eh sì quello era il grande amore!

Ero certamente in un momento no della mia vita, ma al grido di can che abbaia non demorde Gilberto cercò di risollevarmi il morale: “Ci si innamora dei difetti delle persone. Quindi non preoccuparti se nessuno ti vuole, vuol dire che sei perfetto! E comunque chi ama ti sa anche inventare!” Però poi aggiunse. “Mio caro l’amore è una trappola per troppi e l’unico che resiste in eterno si chiama amor proprio. Quindi se ami qualcuno lascialo andare. Se torna, vuol dire che ti sei innamorato di un boomerang.” A quel punto mi sorrise teneramente: “Non voglio disilluderti, sappi che fuori ora sta piovendo e se davvero credi nel colpo di fulmine prova a metterti sotto quell’albero.”

Forse il segreto consisteva nell’innamorarsi di attimi e non di persone, di battiti e non di chilometri: E se l’amore fosse stata un’invenzione di Parigi? Avevo sicuramente dei dubbi ed allora affogai nella cioccolata pensando che l’amore era come la Nutella, se togli “te” non resta nulla oppure pensando al contro senso degli ossimori, sicuramente avrei amato da morire per sentirmi vivo!

Poi smise di piovere e Gilberto tornò a sedersi accanto a me sul divano: “Pensa che oggi io e la mia ragazza festeggiamo 27 anni che lei non esiste. Perché sai l’amore è anche questo: puoi litigare, picchiare, uccidere, sgozzare, succhiare il sangue, farla a pezzi, bruciare il corpo, nascondere le ceneri, cambiare identità, ma poi si fa subito pace. Poi aggiunse: “L’amore è quella cosa che prima sei felice, poi sei triste, poi sei euforico, poi sei depresso. Più che un innamorato sembri uno psicopatico! Del resto la gente farebbe di tutto pur di farsi una scopata. Perfino innamorarsi! Ma ti ricordo che dire “ti amo” non vale né da ubriachi, né tantomeno durante la penetrazione. E un uomo innamorato è disposto anche a fare il giro del mondo per vedere la propria amata. Quindi se a cena fai fatica a passarle la maionese, devi farti una domanda! Però posso dirti che la persona giusta la riconosci subito perché ti fa vedere sbagliate tutte le altre donne, e l’amore nasce esattamene quando ormoni e neuroni iniziano a danzare insieme e a quel punto da vero innamorato bevi per festeggiare, poi quando ti lascia bevi per dimenticare, se ti manca bevi per non pensarci, più che innamorato sei un alcolizzato! Quindi ti conviene fare come me: tra il sesso senza amore e l’amore senza sesso finora ho scelto internet senza limiti!”

Sì che lo sapevo! Del resto amore significa amare tutto ciò che il proprio partner odia di se stesso e come aveva fatto la mia amica Alessandra avrei dovuto abbassare le mie aspettative da principe azzurro a poco nuvoloso. Lei mi ripeteva spesso: “Nella vita ci si innamora due volte. La prima pensando che sia l’unica. La seconda capendo che è la prima, ma ricordati che esistono solo due tipi di donne: quelle che credono ancora nell’amore e quelle che hanno già comprato un gatto!” Beh sì la capivo in fin dei conti l’ultimo uomo che l’aveva invitata ad uscire con insistenza era stato il ginecologo della madre al momento del parto.

Date le premesse alla fine uscimmo insieme. Alessandra era una bellissima ragazza di trenta anni, magra, capelli lunghi mori, insomma una donna affascinante se non fosse stato per la misura del suo seno pari allo zero assoluto. La prima volta sul divano di casa sua provai un imbarazzo fuori dal comune e mi resi conto che una ragazza senza tette era come un paio di pantaloni senza tasche: non sapevo dove mettere le mani! Convivemmo per due giorni, al terzo mi accorsi che aveva replicato perfettamente la tecnologia della segreteria telefonica che si basa su una grande teoria: parlare con chi vuoi in qualunque momento, anche se l’altro non ti sta ascoltando.

Lo so cosa starete pensando… ogni convinzione acquisita porta altri dubbi, per cui mi chiedevo: “Perché è così difficile trovare una donna che sia fedele, ricca, bella sensibile e intelligente? Il punto era che se davvero fosse stata fedele, sensibile e intelligente ecc. ecc. sarebbe già stata impegnata e nella remota eventualità che non lo fosse non capivo perché avrebbe dovuto scegliere proprio me! Ma si sa che l’ombrello costa e la pioggia è gratis e che ogni frutto cade sempre vicino all’albero o come diceva il mio gallo: "Meglio una gallina oggi che un uovo domani" per cui, non ascoltandolo, mi ritrovai di nuovo da solo.

Per convincermi della scelta giusta mi chiedevo perché le donne, pur essendo perennemente a dieta, quando si separavano, come prima cosa, chiedessero gli alimenti, ma che comunque quello non era il caso di Alessandra visto che non eravamo sposati e lei non sarebbe mai stata a dieta. Il mio amico Gilberto non approvò la mia decisione e con aria riflessiva sentenziò: “Il postino suona sempre due volte. Il che è seccante se abbiamo già aperto.” Nulla da eccepire. Poi aggiunse una frase a parer mio senza senso, ma apprezzai la sua genialità: “Gli uomini sono come gli spermatozoi. Solo uno su un milione è utile.” Per autoconvincermi mi ripetevo “Non sono io la pecora nera, ma sono le altre ad essere bianche!”

A lungo andare sentii la stanchezza della vita da single e anche il peso degli anni, qualcuno di meno, qualcuno di più, specialmente quelli bisestili. Mi sentivo decisamente vecchio, ma come diceva Gilberto meglio vedere i fiori da sopra che le radici da sotto. Poi col suo sarcasmo macabro una volta mi disse: “Non c’è niente che ti faccia sentire single come le offerte di cene romantiche di San Valentino su Groupon.” Davvero dura la vita da single! Triste come una moca da uno, un servizio con una tazza sola, un solo asciugamano celeste con scritto “Lui” o giocare al Monopoli da solo. In effetti ero così single che quando trovai due calzini accoppiati scoppiai a piangere per la commozione. La mia casa era ridotta ad un caos primordiale. Quando mettevo in ordine infilavo direttamente la sedia carica di vestiti dentro l’armadio.

Eh già quella vita da single non faceva per me! Mi chiedevo: “Perché hanno messo la luce in frigorifero se lo spuntino di mezzanotte è sconsigliato da tutti i nutrizionisti?” Dura la vita da single! Decisi allora di metterli a dieta e trovai un dietologo davvero bravo, in due mesi persi 4.000 euro! Dura la vita da single! Me ne accorsi ancor di più quando, dopo aver letto su una ricetta “mettere il pollo in forno a 120 gradi”, lo tirai fuori mezzo bruciato da una parte e completamente crudo dall’altra. A proposito di cose immorali pensavo davvero che il sesso fosse la cosa più bella, naturale e pura che i soldi potessero comprare…

Gilberto che adorava il pudore femminile mi disse: “Bisogna tuttavia saperlo vincere, pur senza mai perderlo.” Un vero signore Gilberto. In effetti era molto sensibile all’argomento, convinto che non fosse né un freno e né un pericolo. Il più delle volte chiosava dicendo: “Sono pericolose solo le cose che tolleri a lungo! Una relazione fissa, il matrimonio e i dolci! Il grasso e le puttane sono innocui.”
Ed io del resto mi sono sempre considerato l’ultimo degli idealisti, e nella mia mente sostavano sempre due tipi di donne: una creata dalla mia immaginazione e l’altra che non era ancora nata. Purtroppo era vero, stavo cadendo nell’ennesimo stato di ansia e depressione! Anche i palindromi mi mettevano ansia. Andai dal medico e mi consigliò un grammo di XANAX al giorno. Mi veniva sempre in mente una frase di Gilberto: “Impara a ridere di te stesso: una vita intera di divertimento gratis!” E poi da vero amico aggiungeva: “Se davvero vuoi avere un sogno non perdere tempo. Vai a dormire!”

Ma si sa che il lupo quando perde il pelo rimane senza per cui mi dicevo: “Non è vero che dopo un po’ di tempo le cicatrici si chiudono. Impari solo a convivere con il dolore!” Ma nonostante questa sconcertante verità non volevo abbandonare per nulla al mondo la mia vita da single! Scrissi a caratteri cubitali sulla lavagnetta in cucina: “Un uomo senza una donna è come un pesce senza la bicicletta”. Sì ok non aveva alcun senso, ma per noi uomini il matrimonio era ancora un pensiero fisso. “Del resto” diceva Gilberto, “ci sono due tipi di uomini: quello che paga la donna delle pulizie e quello che la sposa. E poi ancora: “Noi uomini siamo convinti di avere due cose smisurate. Una è l’ego…”

Vabbè dai, non sempre le cose vanno come dovrebbero andarsene e nonostante il mio ritrovato buonumore non funzionò, per cui dopo una settimana sostituii la frase con: “Andare da McDonald e chiedere un’insalata è come andare da una prostituta e chiedere delle coccole.” Non contento misi un annuncio sulla cronaca romana del Messaggero: “Cercasi relazione seria per una notte”. Ma anche in questo caso la frase non produsse alcun effetto per cui ci riprovai con un secondo annuncio: “Non c'è bisogno che io sia morto per donare il mio organo”. Il donatore di organi in effetti poteva essere un’ottima soluzione di copertura, del resto le donne hanno bisogno di un pretesto per fare sesso, mentre gli uomini di un posto. Mi ripetevo che in fin dei conti il matrimonio era il primo passo verso il divorzio, che nel matrimonio gli anni più duri sono i primi venti, perché dopo, tutto si accomoda e che comunque sia occorre sposare solo donne belle confidando nell’aiuto che qualcuno prima o poi ce ne liberi.

In un giornale femminile mi andò l’occhio su una frase di Coco Chanel: “Un uomo può indossare ciò che vuole. Resterà sempre un accessorio della donna.” Poi voltai pagina e lessi che il 50% dei matrimoni finisce in divorzio mentre l’altro 50% con la morte del partner. Per cui non avendo scampo avrei dovuto sperare di finire nel primo lotto. Troppo poco! Gilberto ci mise del suo dicendomi che il divorzio risaliva, probabilmente, alla stessa epoca del matrimonio. Riteneva, comunque, che il matrimonio fosse più antico di qualche settimana….
“Sessualmente, gli uomini sono come le vacanze. Non durano mai abbastanza.” Purtroppo era così vero che la mia autostima andò sempre più scemando. Dopo Alessandra cercai di frequentare altre donne, ma la considerazione non migliorò:
“Gli uomini sono come le bottiglie di birra: sono vuoti dal collo in su.” E poi ancora: “Gli uomini sono come i forni a microonde: all’inizio pensi che ti cambino la vita… poi scopri che servono solo a riscaldare.” E ancora… “Gli uomini hanno il quoziente intellettivo che varia tra i 10 e i 25 centimetri.
Dio mio! Non avevo scampo!

Beh sì lo confesso, ero pieno di amore, ma non sapevo chi amare, provai prima con un pesce rosso e credendo fosse una questione di colore ne provai uno verde, ma niente, il risultato era sempre lo stesso. Poi provai con un gatto, un cane, un cavallo, un merlo, un criceto, una tartaruga alla fine odiavo gli animali e diventai un vegetariano convinto nel senso che vegetavo giorno e notte sul divano.
Gilberto a quel punto si allarmò e iniziò a parlarmi con parabole di sky ed ellissi di sole. Certo mi fece pensare, ma fu ancora più evidente quando declamò: "Innamorarsi dovrebbe essere scritto staccato: In amor arsi!" Aveva ragione, in fin dei conti l'amore ha i suoi t'amo e i suoi m'odi, ma essendo un indefesso ottimista pensavo che sarebbe stato tutto più semplice se tutte le margherite avessero avuto il numero dei petali dispari.
Era tardi, Gilberto nonostante fosse assonnato non perse il suo sarcasmo: “Dicono che, se a notte fonda vai sul balcone e gridi alla luna il nome della persona che ami, è il modo più universale per dimostrare a te stesso che sei innamorato e alla vicina di casa di provare le sue capacità di lanciatrice di vasi di gerani.”
Poi si alzò e prima di chiudere la porta di casa mi disse: "Amare vuol dire senza zucchero."

Ma la depressione bruciava e lievitava come le mie torte di mele in forno convinto che le 3 maggiori crisi nella vita d’un uomo ammontavano solo a tre disgrazie e cioè: la perdita della moglie, la sconfitta della propria squadra del cuore, un graffio sulla carrozzeria dell’auto. Allora, sia pure per poco, riuscivo a sollevarmi: non avevo moglie, la mia squadra di calcio sostava perennemente negli ultimi posti della serie inferiore e avevo venduto l’auto!

Ero al culmine della mia depressione da single e la sera per risollevarmi presi ad andare in birreria. Certo sapevo che chi va con lo zoppo cammina lentamente, ma la scelta della bionda, scura o rossa mi dava un sensazione di erotico estremo. Sarà stata la schiuma, il sapore del doppio malto, le tette della cameriera, ma senza dubbio la birra era e rimaneva la più grande invenzione della storia. Sì, anche la ruota è stata una buona idea, ma una ruota non si accompagna altrettanto bene con la pizza.
Fuori dal locale c’era un grande manifesto con scritto: “Pensa al tuo futuro! Non fermarti alla terza media!” Geniale e in effetti non mi passava nemmeno per l’anticamera del cervello fermarmi a tre!
Specialmente nei mie frequenti post-sbornia cercavo di ribellarmi alla solita domanda: Single o Sposato? Del resto la libertà non stava nello scegliere uno dei due stati, ma nel sottrarsi a questa scelta prescritta. E’ evidente che ero alla ricerca di me stesso, ma non mi trovavo da nessuna parte.

Iniziai così a studiare teologia, compresi la bellezza delle tante religioni, mi sentivo fortunato, potevo chiamare Dio in mille modi, Dio, Allah, Buddha, Geova, Jahvé, il problema era che nessuno di questi mi rispondeva.
A pensarci bene il Dio in cui crediamo è stato creato dagli uomini e non viceversa. Ed i poveri temerari che cercano di conciliare la ragione con la fede, o non hanno sufficiente ragione o non hanno abbastanza fede. Chi crede sa che il deserto può fiorire in una notte e l’Amazzonia morire in un’ora (più la seconda che la prima!)

Ad ogni modo ad ogni gatto che ride c’è un topo che prega per cui, per darmi un tono, la sera guardavo National Geographic con lo stesso atteggiamento con cui guardavo Penthouse: per vedere luoghi meravigliosi dove mai sarei riuscito ad andare di persona. Ma si sa che quando la fortuna bussa alla porta.... tu sei nella vasca da bagno e quindi iniziarono le classiche fobie, tipo di aver paura di morire durante il sonno, chiedendomi logicamente se la mattina me ne fossi più o meno accorto. Dalla mia mente uscivano riflessioni del tipo: la donna è stata il secondo errore di Dio, ma sappiamo benissimo che se la montagna viene da te... e tu non sei Maometto... devi correre perché è sicuramente una frana!

Allora andai da un mago indovino, feci le scale a quattro a quattro convinto che avrei risolto tutti i miei problemi, ancora con l’affanno bussai ansioso più volte, e dall’altra parte della porta lui mi chiese: “Chi è?”
“Ah, cominciamo bene…” Risposi tra me e me riguadagnando le scale.
Mi sentivo inutile come un posacenere sulla moto o come un semaforo rosso nel deserto, ma alle volte il peggio che può capitare a un genio è di essere compreso. Allora cercai di risollevarmi pensando che un tempo ero stato di certo lo spermatozoo più veloce di tutti! Ma non bastava ed allora pensavo a quanto ero stato felice da bambino. Ricordo che a Natale mia madre faceva il tacchino, ed io ridevo molto perché era una pessima imitazione.
Ero comunque un bambino prodigio. Impiegavo sempre meno di sei mesi per fare i puzzle, anche se sulla scatola c'era scritto "dai 2 ai 5 anni". Comunque devo dire che la mia infanzia fu abbastanza felice finché non mi resi conto che l’acqua potabile non aveva i rami e il corriere della droga non era un quotidiano.

I rapporti tra mia madre e mio padre andavano a gonfie vele, entrambi avevano abbracciato la teoria del compromesso. Se per le vacanze mia madre voleva andare al mare e mio padre invece in montagna, il compromesso era che si andava sicuramente al mare, ma al mio papà era concesso di portarsi gli sci. Comunque dopo quarant’anni il matrimonio funzionava ancora perché avevano deciso di parlare a turni. Ancora un mese e sarebbe toccato a mio padre.
Una volta chiesi a mio padre cosa fosse il ciclo e lui candidamente rispose: “Figliolo, hai presente quando papà ha torto ancora prima di svegliarsi?” Poi sussurrando: “Probabilmente morirò senza aver capito perché le donne abbiano inventato il mal di testa per non fare sesso, anziché per non lavare i piatti.”

A casa facevo degli esperimenti con il piccolo chimico e scoprii che bagnando del filo di rame con dell’acqua distillata e olio extravergine non succedeva assolutamente niente! Ma non provai la stessa delusione quando inserii meticolosamente due dita della mano sinistra dentro i buchi della presa di corrente a 220 volts. Da quell’istante abbandonai ogni sogno di gloria e dedicai molte ore allo sport e principalmente al tennis per non dover giustificare i troppi muscoli sul solo braccio destro. Purtroppo giocando ebbi un incidente ad un piede e mi accorsi che chi va con lo zoppo arriva tardi, ma anche che se ti rompi anche l’altro non zoppichi più. Gilberto sorseggiando il suo cappuccino di mezzogiorno ed oltre diceva che non esiste altro peccato che la stupidità, mentre io preferivo replicare che lo stupido ripete sempre lo stesso errore, mentre l'intelligente commette ogni volta un errore diverso.

Come un pesce lottavo contro la corrente con il rischio di morire fulminato, ma si sa che la mucca di legno fa il latte compensato e un autolesionista sfigato non sa mai dove sbattere la testa per cui in quel periodo vidi di tutto: killer annoiati che non sapevano come ammazzare il tempo, albergatori che andavano in pensione, stufe in calore, frigoriferi rimasti di ghiaccio, dentisti incisivi, idraulici che non capivano un tubo, cuochi mettersi nei pasticci, un gruppo di ciechi vedere un film muto, infermieri fare dei prelievi in banca, fabbri saldare il conto, insegnanti senza classe ed etichette senza eleganza, comunque Pomì e Pummarò mi furono utili per imparare a distinguere una passata da un futuro, e una salsa da una rumba.
Beh sì ero decisamente in una condizione pietosa, chiesi aiuto a Gilberto il quale non ebbe dubbi: “Quando pensi di avere tutte le risposte, la vita ti cambia tutte le domande.” Ed infatti non potevo dargli torto. Risposi convinto: “Ci sono anni che fanno domande e anni che danno risposte.”

Al tempo passavo le mie vacanze estive in campeggio, divenni bravissimo a montare le canadesi, ma anche le tedesche. Così come in casa montai da solo, senza alcun aiuto, sedici persiane in un giorno… Era un modo come un altro per mettere alla prova il mio fascino latino! Durante quei mesi vidi di tutto: Binari morti che aspettavano di essere sepolti, un gallo mettere la sveglia per paura di essere licenziato, genitori anziani mettere al mondo direttamente dei nipoti, atleti mangiare 2 primi 3 secondi e 4 decimi, diabetici morire in luna di miele, gondole cambiare canale, libri con l'indice fratturato, tende da sole in cerca di compagnia, animali in via di estinzione cambiare indirizzo, dentisti estrarre una radice quadrata... vidi tutto questo e tanto altro, ma ancora adesso non riesco a capire una cosa molto importante: ma una rosa senza spine... va a batteria ?

Si sa che la vera felicità sta nelle piccole cose, tipo: una piccola villa, un piccolo yacht, un piccola fortuna e visto che la valigia si porta, ma la porta non si valigia e l’unica cosa che arresta la caduta dei capelli è il pavimento decisi di prendermi un anno sabatico rifugiandomi nella magia nera e nei piaceri del sesso. Partecipai a qualche messa nera con il risultato di avere un diavolo per capello e un cosciotto di pollo alla diavola. Poi per ammazzare la noia accettai di lavorare da un mio amico che aveva un campo di girasoli pigri, due volte al giorno bisognava girarli a mano. Comunque feci esperienza e l'esperienza è una cosa meravigliosa: permette di riconoscere un errore quando lo si commette di nuovo.
Gilberto veniva spesso a trovarmi la sera, vedendomi come al solito perennemente disteso sul divano, diceva: “Un arcobaleno che dura un quarto d’ora non lo si guarda più.” Preoccupato per il mio stato da single chiosava: “Se qualcuno ci manca non significa che ha sbagliato mira! Lo so che ora stai pensando di vendicarti col mondo ma ricordati che la vendetta è un piatto che va spaccato in fronte!”
Geniale il mio amico!


 

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Photo  Aykut Gürel

 

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SI RINGRAZIANO TUTTI GLI AUTORI
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Il racconto è frutto di fantasia.
Ogni riferimento a persone e fatti
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