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			RACCONTI    Adamo Bencivenga Tragedia di un amore 
			Non c’è futuro per un amore 
			impossibile e i due amanti, persi nella loro passione, si rendono 
			conto di avere solo un modo per non lasciarsi mai più e stare sempre 
			insieme  
			
			
								
								
								 
								
			  
			
			 
 
  
			
				
					
      				    
      				  
						
                            
                            
						
						Immagina una donna, di nome 
						Beatrice, immaginala bella, i suoi capelli un’onda 
						soffice sulle spalle, i suoi occhi due malli 
						settembrini, il suo portamento è regale, le sue movenze 
						un lago di cigni. Ecco immagina il suo carattere, tenero 
						e solare, immaginala nel suo splendore di donna non 
						ancora quarantenne, fa la pittrice e di tanto in tanto 
						la scenografa di teatro. Ecco immagina che abbia sposato 
						da qualche mese un pilota di linee internazionali e che 
						i due provvisoriamente vivano in un piccolo appartamento 
						di proprietà dell’uomo al centro di Roma. Ovviamente 
						stanno cercando una casa più adatta ai loro caratteri, 
						al loro modo di vivere ordinato, lontano dal caos della 
						grande città e dopo tanto cercare decidono di prendere 
						un villino in un posto tranquillo immerso nel verde alle 
						porte della città. 
  Ecco ora immagina il destino 
						beffardo, immagina che in quel posto isolato, ironia 
						della sorte, dall’altra parte della strada, proprio 
						davanti alla loro casa, abiti David con sua moglie e con 
						i suoi due figli. Chi è David? Un uomo riservato ed 
						ombroso che ha più o meno la stessa età di Beatrice, ma, 
						fatto importante, è che tra loro circa dieci anni prima, 
						quando ancora non erano sposati, c’era stata una storia 
						a dir poco devastante, un amore intenso, travolgente e 
						passionale.
  Ecco immagina la sorpresa di lei 
						quando lo incontra la prima volta, letteralmente le 
						tremano le gambe, ha un piccolo mancamento e soprattutto 
						non sa come comportarsi. Istintivamente non lo saluta e 
						cambia strada entrando in un bar lì vicino, unico 
						negozio della zona. Trafelata ordina un bicchiere di 
						latte caldo, anche se il quel momento vorrebbe qualcosa 
						di più forte, poi si volta verso la vetrina e vede David 
						passare. Lui non entra nel bar e lei inevitabilmente si 
						chiede se l’abbia vista o meno. 
  Purtroppo però 
						vivono in un posto isolato, una manciata di case, un 
						piccolo supermercato, un circolo di golf, una casa di 
						fronte all’altra, ed è impossibile non incontrarsi 
						nuovamente. Infatti avviene quasi ogni giorno e senza 
						mai parlarsi decidono tacitamente e di comune accordo la 
						stessa cosa ovvero, forse per rispetto dei loro coniugi, 
						di ignorarsi fingendo di non conoscersi.
  Del 
						resto la vita di David scorre come un lungo fiume 
						tranquillo, ha una bella famiglia, una bellissima moglie 
						molto più giovane di lui, due figli dolcissimi e una 
						bella casa. Passa le sue giornate dopo il lavoro a 
						curare il suo giardino e ad impegnarsi in piccoli lavori 
						per casa. Lei invece conosce suo marito da pochi mesi, 
						dopo i primi approcci, vista la loro età, hanno deciso 
						di sposarsi e mettere in fretta su famiglia. Ecco 
						immagina che passi qualche settimana senza che nulla 
						succeda, ma poi suo marito una sera rientrando a casa le 
						racconta di aver conosciuto il vicino, di averci parlato 
						del più e del meno, che è un tipo ombroso, ma cordiale e 
						per buon vicinato le propone di invitare lui e sua 
						moglie una sera a cena. 
  Ecco immagina quanto lei 
						possa essere riluttante, ma forse per rattristarlo 
						oppure perché non vuole creare inutili tensioni, non 
						dice niente a suo marito del suo passato. Però si sente 
						in colpa, come se il suo arrivo in quel posto avesse in 
						qualche modo rotto un certo equilibrio, ma ovviamente 
						non ha ragioni plausibili per non accettare la proposta 
						di suo marito. Durante quei giorni ripensa al rapporto 
						con David, a quell’amore a prima vista, passionale e 
						travolgente, alla sera quando si erano conosciuti e dopo 
						una pizza e un gelato erano finiti immediatamente a 
						letto. Lei al tempo era una giovane scenografa e lui il 
						tecnico delle luci del Teatro Parioli. Ricorda benissimo 
						quel magnetismo, il desiderio sfrenato di sentire quel 
						contatto inebriante, i lunghi pomeriggi a casa di lui, 
						ma ricorda anche i momenti tragici, quando per 
						l’ostinato rifiuto di lui si era fatta convincere ad 
						interrompere la gravidanza. Quel giorno è ancora vivo 
						nella sua mente quando fu lei stessa a dirgli addio ed a 
						troncare definitivamente quella intensa e bollente 
						relazione. 
  Ecco immagina ora l’imbarazzo di lei 
						e quanto il destino possa essere bizzarro, in fin dei 
						conti sono passati più di dieci anni e lei, costretta 
						dal caso, adesso ha solo intenzione di ristabilire un 
						rapporto di amicizia, di sola e pura amicizia. Si fa 
						forza e non potrebbe altrimenti per cui in un'apparente 
						lucidità si convince che quel rapporto travolgente è 
						morto e sepolto e si arma di buoni e onesti sentimenti 
						al fine di scongiurare risvolti non prevedibili e che 
						quella coincidenza non sia devastante per le loro vite e 
						quella dei loro rispettivi coniugi.
  Ecco ora 
						entriamo nella casa di Beatrice, apparentemente è tutto 
						tranquillo, David come al solito parla poco, ma forse 
						per il bene che vuole a sua moglie, ai suoi figli, si 
						mostra indifferente e si comporta come se quella vicina 
						fosse davvero una estranea, ma in realtà lui è più 
						turbato di Beatrice, forse più fragile, è sfuggente 
						quasi ostile, cerca di sottrarsi, come quando evita 
						giorni dopo, fingendo un impegno di lavoro improvviso, 
						di partecipare alla cena organizzata da sua moglie per 
						ricambiare la cortesia. 
  Ovviamente la deliziosa 
						Beatrice ci resta male per quell’assenza, sa di essere 
						lei la causa e durante la cena cerca di scusare David 
						quando sua moglie impacciata più volte si scusa per quel 
						contrattempo ingiustificabile. La cena comunque prosegue 
						nel migliore dei modi e nonostante si protragga oltre 
						mezzanotte di David nemmeno l’ombra. 
  Poi 
						sappiamo che il diavolo fa le pentole, ma si dimentica 
						sempre i coperchi per cui casualmente in un ordinario 
						giovedì pomeriggio David e Bea si incontrano nel piccolo 
						supermercato della zona. Ecco immagina l’imbarazzo di 
						lei e la ritrosia di lui. Lui, appena la vede, fa per 
						andare immediatamente alla cassa, ma ora le cose sono 
						cambiate ufficialmente si conoscono e non possono 
						ignorarsi. Inevitabilmente si salutano, non potrebbe 
						essere altrimenti e parlano, niente di interessante, 
						parlano di qualche prodotto biologico, di lei 
						vegetariana convinta, di lui che ha appena acquistato 
						due chili di bistecche con l’osso nel reparto di 
						macelleria. 
  Comunque si nota che sono entrambi 
						preoccupati di non intralciare il presente dell’altro, 
						evitano scientemente di parlare di loro, lei accenna 
						alla cena, fa i complimenti a sua moglie, la definisce 
						carina, giovane e spigliata. Lui invece, forse per 
						giustificarsi, fa cenno ai suoi tanti impegni di lavoro. 
						Ecco vedi? Hanno parlato del più e del meno, ma hanno di 
						certo rotto il giacchio. Quindi escono dal supermercato, 
						lui l’aiuta a portare i sacchetti pesanti della spesa, 
						lei è compiaciuta per quella cortesia, poi quando sono 
						in piedi accanto all’auto di lei, quando stanno per 
						salutarsi, hanno entrambi un attimo di esitazione, lei 
						fa per salire in auto, si volta, poi si gira di nuovo, 
						lo guarda, alla fine casualmente le loro mani si toccano 
						e inevitabilmente si baciano. È un istante, forse né un 
						attimo prima e né un attimo dopo l’avrebbero fatto, ma è 
						un gesto istintivo e nessuno dei due sarebbe in grado di 
						dire chi dei due abbia preso l’iniziativa. 
  
						Dicevamo, è un gesto spontaneo e ineluttabile come se 
						dieci anni equivalessero a qualche manciata di secondi, 
						come se non fosse stato possibile arginare quella forza 
						dirompente chiamata passione, quel campo magnetico 
						ricomparso magicamente non appena si sono avvicinati. 
						Ecco immagina quell’attrazione fatale, immagina le loro 
						labbra che si offrono, quelle di lui che chiedono e 
						quelle di lei che si schiudono morbide e fragili come 
						una rosa al sole. Eh già, il passato non è morto, il 
						passato era solo sopito dentro l’indifferenza degli 
						anni, la testardaggine di una nuova vita. Il passato è 
						lì in quella frazione di secondo che ha invaso di nuovo 
						il loro presente e da padrone li rende schiavi e 
						incapaci di reagire al punto che lei ha un forte 
						sbandamento, perde l’equilibrio e cade a terra. Lui 
						amorevolmente l’aiuta a rialzarsi, è fuori di sé per 
						quel malore di cui si sente responsabile. Lui le dice: 
						“Amore.” Lei si scusa chiamandolo “Tesoro.” 
  La 
						vedi? È ancora stordita, sembra una ragazzina in preda 
						al panico, come se quello fosse stato il primo bacio 
						della sua vita. Ovviamente al cuore non si comanda e 
						inevitabilmente si ritrovano di fronte a un sentimento 
						che riesplode, una storia d'amore folle che 
						improvvisamente riemerge, dando origine 
						all’impossibilità di quell’amore e soprattutto alla 
						coscienza di cosa potrà scaturire ovvero una catena di 
						eventi che coinvolgono anche le loro famiglie.
  
						Ecco immagina che quello sia solo l’inizio, che quel 
						bacio non sia figlio unico di madre vedova e che abbia 
						necessariamente bisogno di altro. E succede, certo che 
						succede! Non passano che due giorni quando 
						clandestinamente decidono di incontrarsi. Lui le manda 
						un messaggio, le scrive il nome e l’indirizzo di un 
						motel sulla statale che porta al mare. È un posto adatto 
						a loro, un posto per amanti, per coppie segrete. Una 
						vista suggestiva di mare grigio, di onde impetuose, come 
						le loro anime. La vedi? È un giorno feriale, suo marito 
						è in volo per qualche capitale europea, lei riceve quel 
						messaggio quando è ancora in casa, si sta preparando con 
						cura, anzi maniacalmente prova almeno cinque vestiti di 
						colore diverso. Guardala ora si sta truccando allo 
						specchio e fa di tutto per coprire i segni di quei dieci 
						anni passati inutilmente, ma conosce i gusti di lui e sa 
						come non deluderlo. 
  E infatti non lo delude, è 
						di nuovo la sua musa e lui il pittore che la modella e 
						contempla la sua bellezza. E lei attraverso 
						quell’attenzione e quello sguardo si sente di nuovo 
						viva, di nuovo la regina di quel desiderio travolgente e 
						impetuoso. È di nuovo amore, amore libero, amore 
						clandestino che si rafforza e trova linfa nel segreto di 
						quella stanza e si trasforma nuovamente in passione pura 
						divenendo irrimediabilmente una trappola per le loro 
						esistenze. 
  Ecco immagina lei, si sente di nuovo 
						amata, libera di sfogare il proprio istinto di femmina, 
						sente di nuovo il suo cuore battere, non è solo amore, è 
						qualcosa di più, di inafferrabile, qualcosa di maturo e 
						allo stesso tempo adolescenziale perché quell’ardore non 
						ha mai fine e infatti si incontrano compatibilmente alle 
						loro scuse e agli impegni dei rispettivi coniugi due 
						volte a settimana sempre nello stesso motel. La stanza 
						n. 18 è vuota, scarna, di un celestino piatto ed 
						anonimo, ma è diventata in poco tempo il loro rifugio e 
						loro la riempiono ogni volta con i loro sensi vitali, 
						con la loro tragedia di persone sposate che 
						inevitabilmente tradiscono, ma tradirebbero se stessi se 
						non seguissero quel richiamo. 
  Ecco, guardali, 
						sono di nuovo insieme e si comportano come due classici 
						amanti, parlano clandestinamente al telefono con frasi 
						brevi, dandosi appuntamenti improbabili, sfruttando ogni 
						occasione per vedersi e giurandosi amore eterno, 
						riscoprendo di essere indispensabili l’uno per l’altra 
						come se quei dieci anni non fossero passati. Si mandano 
						brevi messaggi: “Tesoro, come ho fatto a vivere tutto 
						questo tempo senza di te!” “Gioia, sei la mia vita!” “Ti 
						amo Bea…” “Ti amo David…” Sono frasi d’amore, ma allo 
						stesso tempo parole rassicuranti, come se cercassero 
						sicurezze, come se cercassero di aggrapparsi ad un 
						albero maestro nel loro mare interiore in aperta 
						tempesta, come se, avendo timore di perdere 
						l’orientamento, fuori da quel rapporto ora ci fosse 
						soltanto il deserto arido e il polo gelido. 
  Ecco 
						vedi? Per entrambi il matrimonio ha rappresentato solo 
						una via di fuga dalla loro storia, una specie di ancora 
						di salvataggio per non andare alla deriva, per non 
						affondare nel mare dei ricordi, navigando a vista e 
						cercando ostinatamente la prima isola sulla rotta della 
						loro solitudine. Per entrambi non è stata una scelta, ma 
						ha rappresentato solo una terapia che ha funzionato solo 
						per il tempo che sono stati distanti. Adesso è diverso, 
						i loro corpi vicini si fondono e rischiano di bruciarsi. 
						Ormai non c’è più santo giorno voluto dal Cielo che non 
						si incontrino. La loro storia, giorno dopo giorno, ora 
						dopo ora, diventa una unione patologica, malata, propria 
						di due essenze che si incastrano alla perfezione in una 
						simbiosi vitale senza la quale sarebbero solo due anime 
						perse ed incompiute.
  Ecco ora immagina David 
						mentre le parla al telefono nel silenzio del suo studio 
						mentre la moglie prepara la cena o sta mettendo a letto 
						i bambini. La sua voce è affannata, le sue mani tremano, 
						le sta dicendo che non può più fare a meno di lei, 
						eccolo, sentilo, le sta dicendo di partire insieme, di 
						fuggire senza una lettera di addio, senza lasciare 
						traccia. Lei nei pochi momenti di lucidità gli dice che 
						è pazzo, a volte ride, a volte però i ruoli si scambiano 
						ed è lei ora che lo prega di fare qualcosa e mettere 
						fine a questo tormento. Lo rimprovera di essere un 
						codardo, di aver paura di affrontare sua moglie, di 
						essere legato indissolubilmente ai suoi figli. Ovvio 
						sono cose insensate, sono parole d’amanti, sono dramma e 
						piacere. Forse, in fin dei conti, entrambi temono la 
						loro stessa relazione. Necessariamente si attraggono e 
						si respingono. Raffigurano sostanzialmente la loro 
						contraddizione interiore tipica di una storia tra amanti 
						clandestini. In fin dei conti tutta la loro storia gioca 
						costantemente sulla tensione, ovvero tra l’ordine di una 
						vita tranquilla e il disordine della loro forza 
						distruttiva chiamata passione.
  Per il momento 
						riescono entrambi a mantenere la situazione sotto 
						controllo, i rispettivi coniugi ancora non sospettano, 
						poi però, in un giorno che non t’aspetti, il marito di 
						Bea ha la maledetta idea di ricambiare la gentilezza 
						della moglie di David e ovviamente li invita di nuovo a 
						cena. I due amanti non posso sottrarsi, anzi sono felici 
						di recitare il ruolo trasgressivo e perverso di perfetti 
						sconosciuti. L’atmosfera è gioviale, il padrone di casa 
						stappa perfino una bottiglia di Pommery d’annata e David 
						racconta addirittura una storiella un po’ spinta sentita 
						lo stesso giorno in ufficio. Ecco, li vedi? Ridono tutti 
						e quattro, ma quando la cena volge verso il suo epilogo 
						ed i bambini sono già a letto da tempo, il marito di 
						Bea, all’insaputa della moglie, svela l’imbarazzante 
						segreto che cambierà di netto l’atmosfera della serata, 
						ovvero che sua moglie, la bella e dolce Beatrice, è in 
						dolce attesa da oltre due mesi. 
  Ovviamente Bea 
						non è al corrente di quello sciagurato annuncio. 
						Ovviamente David è all’oscuro di ogni cosa. Ecco lo 
						vedi? Resiste solo per qualche secondo, si prende la 
						testa tra le mani, poi si alza e preso da una 
						incontrollata euforia propone un brindisi di augurio, 
						poi fa il giro del tavolo, si complimenta con Bea e le 
						dà un bacio rumoroso sulla guancia, ma è un attimo, poi 
						evidentemente realizza quanto quell’annuncio possa 
						cambiare la sua vita e la loro storia. Poi fa due conti 
						e realizza da quanto tempo lei sia incinta, per cui non 
						può essere lui l’artefice, lui il padre, allora si 
						commuove, dice parole insensate, fa per uscire dalla 
						stanza e mentre esce scaraventa per terra con inaudita 
						violenza una sedia capitata accidentalmente tra le sue 
						gambe. Il tutto avviene in pochi secondi tra 
						l’incredulità dei presenti, ovviamente lui non chiede 
						scusa, apre la porta, esce in strada, prende una boccata 
						d’aria e si accende una sigaretta. Sua moglie ignara si 
						chiede il motivo di quella strana reazione, anche il 
						marito di Bea sembra smarrito, ma lui guarda negli occhi 
						la moglie perché immagina che lei sia in grado di dargli 
						la giusta spiegazione. Forse ha capito, forse no, o 
						forse non vuole crederci. Quando David, dopo alcuni 
						minuti, rientra in casa, i tre sono già in piedi, lui 
						solo ora si scusa, fingendo un malore e dando la colpa 
						allo champagne, a cui ovviamente gli altri non credono.
						
  Si salutano, ma è ovvio che nelle rispettive 
						case ora sia il momento delle spiegazioni e le luci 
						rimangano accese fino a notte inoltrata. Con le spalle 
						al muro entrambi rivelano una mezza verità, ammettono 
						ambedue che si conoscono da tempo, che tra loro c’è 
						stata un’intensa relazione circa dieci anni prima, ma 
						tutti e due negano che ci siano stati contatti recenti. 
						Entrambi accennano ai giorni tristi dell’aborto come 
						unica causa della strana reazione di David. Incalzati 
						non possono fare a meno di giurare che hanno taciuto il 
						loro passato insieme esclusivamente per il bene e la 
						serenità delle loro rispettive famiglie.
  
						Ovviamente questa spiegazione risulta molto fragile, 
						ovvero che quell’annuncio abbia fatto rivivere a David 
						quell’insensata decisione di non aver voluto un figlio e 
						d’aver costretto Bea, pentendosi, ad abortire. Sarà, ma 
						noi sappiamo, come del resto i due amanti sanno, che è 
						soltanto una mezza verità. Sta di fatto che mentre la 
						moglie di David, per natura remissiva e forse per il 
						bene dei figli sembra accettare la spiegazione, il 
						marito di Bea, viste anche le continue e strane assenze 
						della moglie, inizia a sospettare che forse quella 
						storia non sia del tutto finita.
  David invece si 
						sente un martire, vittima di una donna che ha 
						cinicamente recitato una parte nella quale lui ne è 
						stato completamente ignaro. Allora la segue, vuole 
						assolutamente una spiegazione, un contatto, riesce a 
						strapparle un appuntamento nel solito motel. Appena lei 
						entra nella stanza n. 18 lui l’aggredisce, si lascia 
						andare ad una incredibile scenata di gelosia, le chiede 
						il motivo perché lei abbia taciuto la sua gravidanza, la 
						rimprovera violentemente, le urla parole insensate, le 
						ordina di abortire, poi fuori dal lume di ogni ragione 
						la picchia. Quando poi tenta di soffocarla lei è 
						costretta a promettergli che abortirà, di nuovo come 
						dieci anni prima interromperà per lui la sua gravidanza, 
						e poi insieme scapperanno con destinazione una nuova 
						vita insieme.
  Ecco immagina lei ora, sta 
						ritornando a casa, il suo crollo ormai è totale, sente 
						ancora quei colpi, la pelle brucia ancora, sente la sua 
						anima devastata, ma ha intenzione di tenere il figlio, 
						non vuole fare lo stesso sbaglio di anni prima, stavolta 
						sarebbe davvero un crimine. Eccola la vedi? Sbaglia 
						strada più volte, piange, si dispera, urta una macchina 
						in sosta, è in preda ad un forte esaurimento. In aperta 
						campagna si ferma, chiama suo marito, gli dice di 
						essersi persa, lui si precipita. Sta piovendo, piove 
						sempre in questi casi, piove perché ora lei parla, e 
						basta un nonnulla per crollare e confessare ogni cosa. 
						Tra i singhiozzi gli dice senza remore che è attratta da 
						lui, da David, gli parla di una forza incontrollabile 
						che la rende schiava. Ma è possibile che l’amore possa 
						fare questo? Forse il marito se lo domanda, comunque la 
						stringe a sé, le dice che la ama, ma soprattutto le 
						chiede: “Ci sei stata a letto? Quante volte!” Ecco vedi, 
						povero uomo, lui non sa che la vera fregatura non è una 
						scopata, ma sono i sentimenti che ci tormentano fino a 
						torturarci l’anima! 
  Ecco ora immagina che il 
						marito invece di prendere la strada di casa l’accompagni 
						da un medico di sua fiducia e dopo un attento esame il 
						luminare la definisca una donna a cui piace soffrire 
						piuttosto che vivere o morire. Oh forse non è così, 
						forse i fatti lo sconfesseranno, comunque alla fine dice 
						una cosa giusta per quanto ovvia ovvero che la donna in 
						questo momento ha solo bisogno di cure e tranquillità. 
						Quindi insieme al marito decidono di ricoverarla in una 
						clinica privata. Per giorni Bea viene accudita, curata e 
						sedata, poi al risveglio sembra che la cura abbia fatto 
						effetto, infatti chiede al marito di portarle una 
						camicia da notte bianca, non importa come, non importa 
						il tipo, l’importante che sia bianca proprio come una 
						tavola, un foglio, una pagina sulla quale potrà scrivere 
						e disegnare a suo piacimento ogni cosa. Vedi? Vorrebbe 
						ricominciare, farsi perdonare, e soprattutto uscire, 
						guarire da quel cancro che si chiama amore. 
  Ecco 
						immaginala ora di nuovo a casa, protetta dalle cure e 
						dall’affetto del marito, forse lui l’ha davvero 
						perdonata, forse lo stato interessante di lei non gli 
						concede al momento altre decisioni. Ecco, ora guarda 
						quella casa, guarda le finestre, sono sbarrate, non si 
						aprono da tempo, lei vive al buio, vive senza attesa, 
						come se il mondo fuori non esistesse più, e non vuole 
						assolutamente che un piccolo spiraglio di luce possa di 
						nuovo rinvigorire quell’amore impossibile. Crede di 
						essere sulla via della guarigione, naturalmente si 
						illude, cucina senza mangiare, dipinge per poi 
						imbrattare la tela e ricominciare. Poi una sera, da sola 
						in casa, mentre sta preparando in cucina qualcosa che 
						non mangerà, il rumore dell’auto di David la fa 
						precipitare di nuovo in uno stato di ansia. 
  Ecco 
						vedi? È bastato poco per vanificare giorni e sedute 
						interminabili di terapia, per seguire di nuovo il suo 
						istinto senza che la ragione intervenga in suo aiuto. 
						Allora apre la porta di casa, in modo che sbattendo 
						David si accorga che è di nuovo a casa. Poi sale al 
						piano superiore della sua casa, si siede sul bordo del 
						letto, si toglie la camicia bianca e indossa da perfetta 
						amante un tubino nero, le scarpe col tacco alto. Ecco 
						guardala ora mentre le sue calze nere di seta scivolano 
						sensualmente lungo la pelle levigata delle sue belle 
						gambe affusolate, guardala come ora allo specchio si 
						trucca e mette quel rossetto ciliegia, lo stesso con il 
						quale per giorni e giorni di incoscienza ha accolto la 
						passione del suo amante. Eccola ora scendere le scale, 
						scendere precaria su quei tacchi impossibili, porta 
						stranamente a tracolla una borsetta nera, come se 
						volesse uscire o aspettasse un invito per farlo. Dio 
						come è bella, Dio come è sensuale! Sa che qualcuno la 
						sta aspettando, ne è certa! Ed infatti David sentendo 
						quel rumore ora è lì, in piedi, in penombra al centro 
						della sala. 
  Immagina ora quando quei due corpi 
						muti si avvicinano, si sfiorano, si toccano, immagina il 
						desiderio di lui, l’abbandono di lei, si baciano, si 
						promettono, si stringono per non lasciarsi mai più. Sarà 
						di nuovo passione, una nuova vita insieme, un posto dove 
						nessuno mai potrà raggiungerli, un’alcova per amarsi in 
						ogni istante del giorno e della notte. Lui la spoglia, 
						guardalo è felice, mai avrebbe creduto, le accarezza i 
						capelli, le bacia il seno, poi il desiderio lo invade, 
						l’appoggia al muro, alza il vestito, la solleva. Lei è 
						totalmente in balia di quell’impeto, ora le sue gambe 
						sono sui suoi fianchi, aperte al paradiso, all’amore. 
						Lui spinge, la prende, affonda in quel mare di bellezza. 
						Guardali, sono solo istanti, frammenti che durano 
						un’eternità, insieme raggiungono l’apice della loro 
						follia, insieme godono, urlano, quasi ululano 
						lasciandosi rapire dal canto solenne dell’amore.  
						 Ecco guarda ora i loro visi, si sono nutriti della 
						linfa del desiderio, si sono amati ma si cercano ancora 
						perché neanche il sesso può arrivare al possesso totale 
						che cercano, avvertono un senso di incompiuto, infatti 
						non sono per nulla felici, anzi sono facce tragiche e 
						dolorose perché l’amore per essere tale, per essere 
						sublime, ineluttabile ed eterno deve avere il gusto del 
						dominio assoluto e inevitabilmente della sua tragedia. 
						Ed è proprio in quell’istante, quando quei corpi fusi e 
						caldi ancora si cercano, quando lui è di nuovo dentro di 
						lei, quando quelle bocche sono ancora unite, che lei nel 
						momento più lucido della sua follia, più dissennato 
						della sua razionalità, senza pensarci ancora un secondo 
						apre la borsetta ed estrae la pistola. 
  È un 
						attimo, ecco ora usciamo fuori da quella villa, lasciamo 
						che la storia abbia il suo epilogo, lasciamoli soli nel 
						momento più solenne della loro passione, stretti, legati 
						insieme come fossero un corpo solo. Fuori, suo marito 
						sta rientrando in casa, ha già parcheggiato l’auto, ma 
						non fa in tempo ad entrare, da fuori, attraverso la 
						porta semichiusa vede solo due lampi, due spari nel buio 
						che inevitabilmente vanno a segno, perché non c’è futuro 
						per un amore impossibile, perché gli spari colpiscono 
						mortalmente quei due amanti che, solo ora e per sempre, 
						non si lasceranno mai più. 
						
                		 
      				  
      				    
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						Il racconto è frutto di 
		fantasia.  Ogni riferimento a persone e fatti  realmente accaduti 
			è puramente casuale. IMMAGINE GENERATA DA IA
  
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