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INTERVISTA
IMPOSSIBILE 
Mary Astor
Alta infedeltà
La tormentata vita sentimentale di Mary Astor: i diari segreti
su cui annotava tradimenti, amanti celebri e le sue sessioni di
sesso da 4 volte a serata misero a rischio la sua carriera.
(Illinois 3 maggio
1906 - California 25 settembre 1987)

Madame le sue origini? Il mio nome vero è
Lucille Vasconcellos Langhanke, sono un’attrice
cinematografica statunitense, nata agli inizi del secolo
scorso Quincy nell’Illinois.
I suoi genitori?
Sin da ragazzina non ebbi mai un buon rapporto col loro.
Entrambi erano insegnanti, mia madre aveva radici
irlandesi ed era perennemente distratta dal suo egoismo.
Credo non mi abbia mai amata.
E suo padre? Mio
padre era di origini tedesche e vedeva in me solo una
macchina per fare soldi. Pensi che con i miei primi
guadagni mio padre comprò un intero palazzo in stile
moresco.
Torniamo a lei… intraprese sin da
giovanissima la carriera cinematografica… Ero ancora
adolescente quando lavorai a partire dal 1920 in alcuni
film di serie B. Alcuni anni dopo vinsi il premio WAMPAS
Baby Stars, un'iniziativa pubblicitaria promossa dalla
Western Association of Motion Picture Advertisers, che
premiava ogni anno tredici ragazze giudicate pronte ad
iniziare una brillante carriera nel cinema. Poi venni
notata da John Barrymore…
Tra voi si parla di un
legame molto intimo… Al tempo ero minorenne e i miei
osteggiarono quella relazione. Poi però come detto i
primi dollari guadagnati fecero cambiare idea ai miei
genitori. Comunque John era molto più grande di me,
infinitamente più esperto e soprattutto un ubriacone di
prima categoria, ma era anche un grandissimo animale da
palcoscenico. Grazie a quella relazione riuscii ad
ottenere i primi ruoli di rilievo in Beau Brummel nel
1924 di Harry Beaumont e Don Giovanni e Lucrezia Borgia
di Alan Crosland nel 1926.
La successiva rottura
con Barrymore danneggiò la sua carriera… Più che
altro venivo ingaggiata per la mia bellezza. Mi dovetti
limitare a banali film avventurosi di ambientazione
esotica, in genere nei ruoli di fanciulla casta e
perseguitata.
Poi venne il passaggio al sonoro…
Fu proprio la mia voce, educata e ben impostata, a
rendere più agevole la costruzione di un mio preciso
ruolo, quella della signora elegante, raffinata ma anche
fredda. Con questa nuova figura riuscii finalmente a
fare opere di qualità lavorando con mostri sacri tipo:
Victor Fleming, Michael Curtiz e Mervyn LeRoy.
Nel frattempo nella sua vita privata successe di tutto…
Quando la relazione con Barrymore si esaurì, incontrai
Ken Hawks, il fratello del grande regista Howard Hawks.
Ci sposammo, ma le cose tra noi non andarono. Lui era
molto freddo ed io molto passionale. Iniziai una storia
con un produttore e purtroppo rimasi incinta.
Che
fece? Ero in ascesa nel firmamento di Hollywood per
cui decisi di non tenere il bambino, ma ugualmente un
aborto sarebbe stato una pubblicità troppo negativa per
la mia carriera per cui entrai in una di quelle cliniche
di trattamenti terapeutici dove si torna a casa vergini.
Tenga conto che nel frattempo mio marito Ken mi aveva
lasciata vedova andandosi a schiantare con un aereo
durante le riprese di un film.
Rimase sola?
Per via dell’aborto e della vedovanza passai dei momenti
molto difficili. In preda ad un forte esaurimento mi
rifugiai nell’alcol e successivamente mi affidai alle
cute del medico Franklyn Thorpe. Giusto il tempo di
disintossicarmi e ci sposammo. Nel giugno del 1932
durante una crociera nel Pacifico a largo di Honolulu a
bordo del nostro yacht misi al mondo una bambina Marylyn
Hauoli Thorpe.
Come andava il suo matrimonio?
Anche questa volta avevo sposato un uomo pigro sotto le
lenzuola.
Nel 1936, mentre stava girando
Dodsworth (Infedeltà) di William Wyler, fu pubblicato
sui giornali il suo diario intimo… Fu un enorme
scandalo, ma nonostante la pubblicità negativa mi fu
addirittura di giovamento aiutandomi ad ottenere delle
parti in film importanti come Il prigioniero di Zenda di
John Cromwell e The Hurricane di John Ford.
Chi
aveva messo in giro quel diario? Ovviamente mio
marito Franklyn Thorpe il quale per dimostrare che non
ero una buona madre e soprattutto una moglie adultera
intraprese una battaglia legale nei miei confronti
rifiutandomi il divorzio.
Si stenta a crederlo,
ma lei sul quel diario aveva messo nero su bianco le sue
performance amorose con un certo George Kaufman
commediografo di successo di Broadway e anch’egli
sposato… Sì, anche George era un uomo sposato e non
appena i primi stralci arrivarono sui rotocalchi, la
battaglia legale si trasformò in un bagno di sangue.
Comunque voglio dirle che ciò che si leggeva sui
giornali era frutto di pura fantasia con parti
letteralmente inventate.
Ma è vero che George
Kaufman era un perfetto stallone con prestazioni
ripetute e vigorose? George era un grande amatore
sicuramente all’altezza della mia vena passionale.
Il suo personaggio si trasformò in una vera e
propria dark lady… Eravamo già negli anni Quaranta
quando interpretai l'ambigua eppure affascinante
bugiarda di The Maltese falcon (1941; Il mistero del
falco) di John Huston, prototipo delle dark lady venute
successivamente. Nello stesso anno The great lie (1941;
La grande menzogna) di Edmund Goulding, recitato insieme
A Bette Davis, mi procurò l'Oscar come miglior attrice
non protagonista
Nonostante l’intensa
attività cinematografica Mary continuò a fare uso di
alcol e nel 1949 toccò il fondo ed entrò in una casa di
cura per alcolisti. Nel 1951, chamò in piena notte il
suo medico e in preda all’agitazione gli disse che aveva
preso troppe pillole per dormire. Fu portata in un
ospedale e nel referto della polizia locale venne
scritto a chiare lettere che aveva tentato il suicidio.
Successivamente in poco meno di due anni ebbe tre
overdose da farmaci sempre coperte per incidenti vari.
Alla fine decise di curarsi ed entrò a far parte degli
Alcolisti Anonimi e si convertì al cattolicesimo.
Intanto si separò dal suo quarto marito Thomas Wheelock
(un agente di cambio sposato il giorno di Natale del
1945), ma in realtà il divorzio effettivo avvenne nel
1955. Nel 1964, a causa di problemi di salute, si
ritirò dallo schermo e si dedicò alla scrittura. E’
stata autrice di cinque romanzi. I suoi ultimi giorni li
trascorse in una bella casa di riposo per attori. Lì
c’era molta buona compagnia, ma il più delle volte
sceglieva di cenare da sola e di starsene per contro
proprio. Morì serenamente nel suo letto, lasciandosi
dietro un’eredità di belle prove attoriali.
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CURA DI ADAMO BENCIVENGA REALIZZATA GRAZIE A:
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