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INTERVISTA
IMPOSSIBILE 
Marguerite Gautier
La signora delle camelie
Tratta dal romanzo di Alexandre Dumas figlio, la difficile e
infelice storia d'amore tra Marguerite, la cortigiana più bella di
Parigi, e Armand Duval…

La vicenda ha ispirato numerose versioni
teatrali e cinematografiche, fra cui quelle del 1915,
del 1917, del 1934, del 1953 e del 2005. È inoltre la
base per l'opera romantica La Traviata di Giuseppe
Verdi. La sua vita fu breve, ma intensa. Morì di
consunzione giovanissima all’apice della sua fama e
della sua bellezza. Marguerite è bella, è magra dai
lunghi capelli. La pelle è chiara e gli occhi grandi
hanno il taglio allungato. Marguerite è giovane, piena
di entusiasmo, di linfa intelligente. Dumas
descrisse le sue apparenze in un’unica frase: “On voyait
qu’elle était encore à la virginité du vice” (Si vedeva
che era ancora alla virginità del vizio). Fuori impazza
il carnevale, la malattia, la tubercolosi, ma lei
accenna ad un canto, leggero suadente: “Addio, del
passato bei sogni ridenti”. La voce è un filo
friabile e caldo, fragile e forte, occhi ipnotizzanti e
sorriso ammaliante. Seduttrice naturale, spontanea,
passionale e intrigante, amante di uomini facoltosi,
musa ispiratrice, giovane vita consegnata troppo presto
all’eternità, la povertà e la Normandia, il benessere e
Parigi, carrozze e cavalli, cortigiana e ribelle verso
una società che non l’ha mai accettata, mantenuta ed
autodidatta, amante disillusa da quell'amor ch'è
palpito. Ricca signora, dai modi semplici, dalla
consapevolezza d’essere bella. Lei sa perché sono qui…
affascinato dalla sua bellezza, dal suo spirito e dalla
sua vivacità, dalla sua storia, da quell’icona romantica
che rappresenta. Muoio di farle domande, di chiedere, di
sapere, ma soprattutto di starla ad ascoltare…
Buongiorno Madame, una prima curiosità: come mai
veniva chiamata La signora delle Camelie? Perché
quando uscivo di casa per andare a teatro portavo sempre
con me tre oggetti: l'occhialino, un sacchetto di dolci
e un mazzo di camelie, che per 25 giorni al mese erano
bianche e per i restanti 5 giorni rosse.
Dove
viveva? Nella meravigliosa Parigi tra gli Champs
Elysées e l'Operà.
Proprio lì conobbe Armand…
Armand Duval era il figlio di un signorotto di una
famiglia modesta, ma benestante che viveva in provincia.
La madre era morta e in quel periodo Armand viveva e si
manteneva gli studi con la sua eredità. Era a Parigi per
intraprendere la carriera di avvocato.
Chiedevo…
il vostro primo incontro? Una sera a teatro. Lui era
in compagnia del suo amico Gastone. Essendo un ragazzo
molto timido ricordo che pronunciò poche parole. In un
certo senso sembrava fuori contesto.
Lei in quel
momento era la più bella e famosa cortigiana della città
vero? Mi sentivo a mio agio e mi piaceva frequentare
quei luoghi d’incontro della Parigi aristocratica
ovviamente il mio scopo era conoscere uomini in grado di
soddisfare il mio desiderio di lusso.
Dopo la
sera a teatro trascorsero due anni prima che vi
incontraste di nuovo… A causa della mia malattia
intrapresi diversi viaggi e comunque uscivo di rado, ma
Armand veniva spesso sotto casa. Seriamente preoccupato
chiedeva notizie alla mia governante sulla mia salute
senza mai lasciare il suo nome o un biglietto.
Poi però lei lo accolse nella sua casa… Accadde una
sera quando concessi a lui ed al suo amico Gastone di
farmi visita. I due rimasero a cena e durante quella
notte Armand diventò il mio amante.
Lei non stava
bene… Durante la cena ebbi un attacco e sputai
sangue. Vedevo Armand soffrire per me. Per me fu una
cosa insolita credevo fermamente che nessuno mai potesse
badare ad una donna malata come me. Lui si dichiarò ed
io accolsi la sua proposta ponendogli la condizione che
mi assicurasse indipendenza e libertà senza dover dare
spiegazioni sulla mia vita.
Armand si innamorò
all’istante però… Purtroppo sì, io al tempo ero la
protetta di un duca molto facoltoso, il quale con
ingenti regali in denaro appagava ogni mio capriccio. Il
duca ritrovava in me l’immagine della figlia morta e non
mi faceva mancare niente, ma per questo motivo tutta
Parigi mi conosceva come mantenuta e cortigiana.
Mi sta dicendo che a causa della sua fama
inizialmente non si abbandonò al giovane? Esatto, non
consideravo una cosa fattibile intraprendere una
relazione seria con Armand alla luce del giorno.
Quindi decideste di passare qualche mese lontano da
occhi indiscreti. Furono sei mesi meravigliosi.
Andammo in campagna a Bougival, felici spensierati
acquistammo una casa con i soldi del duca, senza nessuno
intorno che ci riconoscesse e nessuno che ci giudicasse.
Quindi lei aveva accettato il suo corteggiamento e
il suo amore… Guardi i dubbi erano all’ordine del
giorno e nonostante lui ad ogni occasione mi
manifestasse il suo amore, cercavo di dissuaderlo dai
suoi propositi.
Ma lei lo amava, o no? Sì lo
amavo, lui era sincero ed io avevo bisogno di lui. Con
Armand avevo scoperto l’amore e in un certo senso vedevo
questo sentimento come qualcosa di puro, una fortuna
rispetto alla mia vita dissoluta e lo affrontai come un
mezzo per redimermi, disposta ad ogni cosa per
preservarlo.
Il duca però venne a sapere della
vostra relazione… Nonostante le nostre cautele e la
nostra fuga da Parigi la relazione purtroppo era
diventata pubblica e pur di non lasciare Armand,
rinunciai al duca e al suo contributo economico.
Nonostante l'amore a volte mi incupivo senza dare
spiegazioni, avevo delle grosse difficoltà finanziarie e
oramai non potevo più contare sui soldi del duca. Ero
sommersa dai debiti e per non coinvolgere Armand dovetti
vendere i miei cavalli e la mia carrozza. Lui doveva
restare fuori da quel mondo anche se questo, data anche
la mia malattia, implicava sofferenza e dolore.
Un amore vero… Ero disposta a rinunciare alla mia
felicità per colui che amavo con tutta me stessa
consapevole, ripeto, che solo un amore intenso e
spirituale avrebbe potuto lavare via le macchie del mio
passato.
Forse anche perché dentro sé lo
considerava un amore impossibile. Viste le diverse
condizioni sociali in effetti lo era e, tra le altre
cose, c’era il problema del padre di Armand, il quale
avendo un’altra figlia, Bianca, promessa sposa al
rampollo di una facoltosa famiglia, aveva il timore che
la nostra vicenda potesse impedire il matrimonio.
Quella felicità quindi fu presto interrotta… Il
padre venne a trovarci e pregò il figlio di interrompere
la relazione per mantenere il buon nome della famiglia.
Armand ovviamente non sentiva ragioni, era troppo
innamorato. Era convinto che se mi avesse lasciata,
vista la mia malattia, non sarei sopravvissuta a lungo.
Lei cosa fece? Mi allontanai ed a malincuore
feci recapitare un biglietto ad Armand nel quale scrissi
a chiare lettere di rinunciare a lui per il suo bene e
per non deludere le aspettative di suo padre e della sua
famiglia.
Tornò a Parigi e riprese la sua vita
mondana… Il duca non si era rassegnato e per
dimostrarmi la sua benevolenza mi aveva ricomprato
cavalli e carrozza e saldato tutti i debiti.
E
lui? Lui, disperato, fraintese il mio gesto, si sentì
umiliato e fece di tutto per vendicarsi. Partecipava a
tutte le feste in cui ero presente fino al punto in cui
diventò addirittura l'amante della mia amica Olimpia.
Continuava a ripetere “Dunque Marguerite era nient’altro
che una sgualdrinella come tante: questo profondo amore
che sentiva per me non le ha nemmeno permesso di lottare
contro il desiderio di riprendere la vita di un tempo.”
Ma non era crudele si comportava così perché era solo un
uomo innamorato.
E lei? Ero a pezzi, al
culmine del dolore, ferita nel corpo e nel cuore. Mi
ammalai gravemente, così le scrissi di farmi visita.
Passammo un'ultima notte insieme ma al mattino Armand se
ne andò lasciandomi dei soldi. Mi sentii profondamente
offesa e gli restituì il denaro.
Marguerite
Gautier, cortigiana colta, ammalata di tisi, e quindi
condannata ad una breve esistenza, ma intensa, proprio
come la sfolgorio di una cometa, vede la sua fine dopo
essere stata tanto corteggiata e desiderata, sola,
consumata da una malattia aggravata da una vita fatta di
eccessi e di passioni estreme per supplire alla mancanza
d' amore. Proprio per quell’amore lascia Armand libero
perché lui e la sua famiglia abbiano un futuro senza
macchia. Quindi lo abbandona perché lo ama, e purtroppo
Armand lo scoprirà solo poco prima che lei muoia,
scoprirà che la sua amata ha sacrificato per amore prima
il suo stile di vita e poi il suo stesso sentimento. Da
quel giorno le farà visita nel cimitero in cui lei è
sepolta, paga il responsabile del cimitero per tenere in
ordine il suo sepolcro e pur di rivederla è intenzionato
a far aprire la tomba. Ottenuta l'autorizzazione dalla
sorella di lei, inizia la cerimonia: Armando rivede il
suo amore ormai corroso e quasi impazzisce a questa
visione, cadendo malato.
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L'INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA E' STATA
REALIZZATA GRAZIE A: .https://it.wikipedia.org/wiki/
http://libri.robadadonne.it/
http://www.lastambergadeilettori.com/ http://doc.studenti.it.


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