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INTERVISTE IMPOSSIBILI

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Lee Krasner
L'Amore prima dell'Arte
“This is so good you would not know
it was painted by a woman”



Brooklyn 27 ottobre 1908 – New York 19 giugno 1984
Lenore Krasner, conosciuta come Lee Krasner, fu una grande donna,
moglie e musa di una delle personalità più rivoluzionarie della storia dell'arte, Jackson Pollock.
Ricordata più per il suo matrimonio con il grande artista che per il proprio
straordinario contributo all’Espressionismo Astratto.



 

Madame lei nacque a Brooklyn, vero?
Nacqui da Joseph e Anna Krasner in una famiglia di ebrei ortodossi immigrati dalla Bessarabia. Ero la penultima di sette fratelli. La mia famiglia era piuttosto colta e benestante e favorì la mia passione per la pittura.

Le biografie parlano di una bimba molto talentuosa.
Mi formai in eccellenti scuole ed a vent’anni trovai lavoro presso il Public Works of Art Project e in seguito alla Temporary Emergency Relief Administration. Purtroppo questo periodo coincise con la crisi del ’29 e fu particolarmente duro ma riuscii a non abbandonare la carriera artistica grazie ad un piccolo impiego come cameriera e posando come modella per altri artisti.

Poi entrò a far parte del Federal Art Project, un’agenzia del New Deal che sosteneva gli artisti nel corso della Grande Depressione…
Era il 1937 ebbi la fortuna di frequentare la classe di Hans Hoffmann. Mi insegnò i principi fondamentali del cubismo e mi indirizzò verso il neo-cubismo astratto. Purtroppo era molto restio a riconoscere il talento di una donna, una volta lodando le mie opere disse: “This is so good you would not know it was painted by a woman!

Lei cosa fece?
Vivevo in un ambiente misogino, noi donne non eravamo degne di dipingere ed i critici dell’epoca non scrivevano una sola parola sulle nostre opere. Per poter competere con i miei colleghi maschi scelsi di firmare le mie opere con il nome maschile Lee.

In quegli anni conobbe Jackson Pollock.
Lo incontrati per la prima volta nel 1936 in occasione di una festa organizzata dal sindacato degli artisti. Nel ballo era una frana, mi calpestava continuamente i piedi. Poi però ammirando i suoi quadri fui conquistata dalla sua rivoluzionaria vitalità.

Avevate un sacco di cose in comune…
Beh oltre ad appartenere all’avanguardia astratta, entrambi eravamo politicamente attivi a sinistra.

Ma anche alcune fondamentali differenze…
Beh a differenza di lui io disapprovavo la politica di Stalin e gli rimproveravo l’amicizia con il pittore messicano stalinista integralista Alfaro Siqueiros. Io ero stabilmente inserita in comunità artistiche mentre Jackson era ancora un perfetto sconosciuto.

Anche caratterialmente…
Apprezzavo molto il lato trasgressivo della vita, dicevo sempre quello che pensavo, bevevo, fumavo, posavo nuda… mentre Jackson era un carattere introverso diceva spesso di sentirsi come un mollusco in una conchiglia. Alternava momenti di rabbia a lunghi periodi di completo mutismo.

Vi sposaste comunque vero?
Ci sposammo il 25 ottobre del 1945. Sostenni Jackson nei momenti più bui. Lui venne ricoverato in un reparto di psichiatria ed io cercai di aiutarlo ad uscire dal baratro dell’alcolismo e della depressione…

Ma fu un auto-sabotaggio artistico?
Amavo mio marito e sinceramente innamorata sacrificai la mia vita artistica consentendogli così di coltivare il suo genio e diventare il più importante artista della seconda metà del Novecento. Diventai la sua principale critica d’arte.

Avevate raggiunto una perfetta armonia di coppia…
Beh sì, cercai di preservare il nostro rapporto da attacchi esterni. Ad esempio quello di Peggy Guggenheim, la famosa mecenate ricca ereditiera ebrea. Ammirava così tanto mio marito che organizzò con le sue opere una famosa personale a New York. Inoltre stipulò un contratto che garantiva a mio marito per quattro anni una cospicua rendita mensile. Ecco Peggy Guggenheim mi detestava, non mi riteneva all’altezza della sua cultura e la compagna perfetta per un artista come mio marito.

Cosa fece?
Cercai di combattere il suo denaro e le sue lusinghe con l’amore.

Ci riuscì?
Nonostante il successo Jackson cadde di nuovo in depressione e ricominciò a bere. Gli consigliai di riprendere l’analisi junghiana che anni prima lo aveva salvato, ma lui preferì un trattamento più radicale, ma non ci furono miglioramenti, anzi mi vedeva come una sua nemica al punto che prese a maltrattarmi, a presentarmi in pubblico come una vecchia strega ed a tradirmi con una giovane studentessa d’arte.

E lei?
Decisi di abbandonarlo a se stesso. Feci un lungo viaggio in Europa. Purtroppo durante la mia assenza Jackson morì schiantandosi ad elevatissima velocità contro un albero, dopo aver trascorso la notte a bere. Insieme a lui nell’auto c’erano due donne.

Dopo l’incidente la sua pittura divenne buia e cupa e le sue opere si popolarono di creature mostruose…
Fu solo un periodo, già nel 1957 ad un anno dalla morte di mio marito i miei dipinti riacquistarono la vivacità di un tempo e persero ogni traccia dell’astrazione tipica di mio marito. Tornai a dipingere scagliando la vernice contro le tele appese alle pareti. Mi stavo liberando del fantasma di Jackson...

Prima di morire (19 giugno 1984), Lee Krasner diede il suo ultimo contributo al mondo dell’arte fondando l’associazione Pollock-Krasner, che ancora oggi offre borse di studio agli artisti di tutto il mondo.
Lee e Jackson sono sepolti al Green River Cemetery. La lapide di Pollock è un enorme masso sul quale si trovano innumerevoli tubetti di vernice, quella della Krasner è invece più piccola e meno appariscente, confermando purtroppo anche dopo la loro morte il ruolo marginale della pittrice nel mondo dell’arte e nella loro vita di coppia.
E la domanda rimane sempre la stessa: “Pollock sarebbe riuscito a rivoluzionare il mondo dell’arte senza il suo supporto? E ancora… chi sarebbe oggi Lee Krasner se non avesse subito la discriminazione di genere rimanendo segregata fino al 1965 dietro le quinte dell’Espressionismo Astratto?”
Solo nel 1973 il Museo Whithey di New York le renderà omaggio con una retrospettiva conclamando Lee Krasner come uno dei maggiori esponenti dell’Espressionismo Astratto e una delle più grandi artiste donne della storia.






































 

 
 
 



L'INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
E' STATA REALIZZATA
 GRAZIE A:
https://centauraumanista.wordpress.com/2013/12/28/lee-krasner/
http://artesplorando.blogspot.it/2015/02/quando-la-musa-e-unartista-lee-krasner.html
http://www.lindro.it/lee-krasner-unartista-incompresa/
https://it.wikipedia.org/wiki/Lee_Krasner




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