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Jane Avril
La stella del Moulin Rouge
Jane Avril, all’ anagrafe Jeanne Louise Beaudon è considerata
una delle più famose ballerine del Moulin Rouge, il celebre locale
parigino. (Parigi, 9 Giugno 1868 – Parigi, 17 Gennaio 1943)

Madame le sue origini? Sono parigina di nascita,
il mio vero nome è Jeanne Louise Beaudon. Sono figlia di
un nobile italiano e nonostante lui non mi abbia mai
riconosciuta vissi con i nonni paterni fino all’età di
nove anni.
E sua madre? Mia madre svolgeva il
mestiere più antico del mondo e non aveva tempo per me.
Purtroppo a 9 anni persi mio padre per cui i nonni mi
mandarono in un convento di suore, qui venni educata ed
istruita.
Poi sua madre venne a prelevarla in
convento… L’intenzione di mia madre era quella di
farmi diventare la sua domestica e, se fossi cresciuta
bella, scaltra ed avvenente come lei, al raggiungimento
di un’età giusta, anche una prostituta.
Com’era
la vita con sua madre? Lei aveva un carattere duro ed
io quotidianamente subivo le sue angherie,
maltrattamenti e percosse. Mi faceva vivere in un clima
di terrore continuo.
Un’adolescenza difficile.
Ero già abbastanza grande, piena di complessi e senza
futuro quando tentai il suicidio gettandomi nella Senna.
Venni salvata da un gruppo di prostitute, le quali mi
adottarono. Con loro ebbi modo di conoscere la Parigi
notturna, in particolare il mondo dei locali da ballo
dove la differenza tra prostituta e ballerina era allora
molto labile.
Cosa fece per uscire dal tunnel?
La mia cura fu appunto il ballo! Ebbi modo di
perfezionare la tecnica quando fui ricoverata per anni
presso l’Ospedale Salpêtrière nel reparto di Grandes
Hystériques. Del resto la danza, la grazia dei
movimenti, il ritmo del corpo, li avevo già nel sangue e
mi diedero la spinta necessaria per confrontarmi con il
mondo.
C’è qualche traccia di lei nelle più
lussuose sale da ballo di Montmartre... Esatto, il
ballo diventò ben presto la mia professione, e quando,
il fondatore del Moulin Rouge mi spalancò le porte del
famoso palcoscenico parigino, la mia autostima tornò a
dei livelli accettabili.
Quindi niente più
depressione… Fu un’ascesa rapida, diventai ben presto
una delle ballerine più famose di Parigi. Conosciuta con
diversi nomi tra i quali: «Jane la Folle» e «La
Mélinite». Per me Charles Zidler inaugurò la tradizione
della ballerina solista con i mutandoni rossi, per
distinguerla dalle altre ballerine di fila che
continuavano ad indossarli bianchi.
Cosa
rappresentava per lei il Moulin Rouge? L’Olimpo delle
danza, ma anche la notorietà, l’intreccio degli sguardi,
le cene rubate, i tanti regali, i mazzi di rose rosse e
le promesse di appuntamento concesse a grappoli ai
cavalieri più ricchi e generosi.
Il Moulin Rouge…
il tempio della trasgressione… Era stato inaugurato
nel 1889 sull'onda del successo del Moulin de la
Galette, un ristorante danzante ricavato dentro un
vecchio mulino a vento nella parte alta di Montmartre.
Charles Ziedler pensò di creare un cabaret sullo stesso
stile ai piedi dello stesso quartiere costruendoci sopra
un mulino ovviamente finto. Divenne ben presto un luogo
di ritrovo per artisti ed intellettuali di ogni genere.
Si instaurò immediatamente un buon rapporto di
amicizia con gli artisti che gravitavano intorno al
locale. Riscuotevo un buon successo anche negli
ambienti letterari. Del resto avendo studiato ero, al
contrario delle mie colleghe, una giovane educata ed
istruita. Feci amicizia con artisti, scrittori e
letterati, tutti assidui frequentatori del Moulin Rouge.
Diventai la modella preferita di Henri de
Toulouse-Lautrec, che mi immortalò in diverse opere
insieme ad un’altra mia amica e collega, famosa
ballerina dell’epoca “La Goulue”.
Chi era “La
Goulue”? La Golosa in realtà si chiamava Louise
Weber, aveva due anni più di me, anche lei vera
parigina. Era più esperta di me visto che aveva già
lavorato per Zidler al Moulin de La Galette. Fu lei nel
1891 ad inaugurare il Moulin Rouge ed a inventarsi di
sana pianta le mosse del can-can francese. Diventammo
amiche, poi però nel 1895 ci abbandonò per intraprendere
una carriera nel mondo del circo.
Ebbe successo?
Inizialmente sì, poi però si trasformò in un triste
fallimento. Durante uno spettacolo lei e suo marito
furono attaccati dai leoni, non si ripresero più. Suo
marito morì in guerra mentre lei cadde in depressione e,
dissipata la fortuna guadagnata, tornò a Parigi. Visse
gli ultimi anni in una piccola roulotte: per mantenersi,
vendeva sigarette, fiammiferi e noccioline proprio qui
all’angolo con il Moulin Rouge. Mi faceva pena e cercai
di aiutarla in tutti i modi. Morì alcolizzata, obesa e
malata ai polmoni, a 62 anni.
Durante gli inizi
del XX secolo, il repertorio del locale fece a meno
delle ballerine di can-can e si trasformò lasciando
grande spazio all'operetta. Con l’inizio del nuovo
secolo i gusti cambiarono aprendo la strada verso il
successo alla mia amica Mistinguett, oggi riconosciuta a
giudizio unanime come la più famosa vedette del genere.
Torniamo a lei madame… la sua fama cominciava a
diffondersi al di là dei confini della Francia. Ben
presto mi esibii anche in altri locali: Décadents, Divan
japonais, L'Eldorado, au Jardin de Paris, Tabarin, fino
al trionfo alle Folies Bergère dove furoreggiai con un
balletto di mia creazione: L'arc-en-ciel.
Come
mai ebbe così successo? A ballare bene eravamo in
tante, forse la mia caratteristica principale era
l’assenza di qualsiasi volgarità e sfrontatezza. Era una
danza quasi pudica, e questo mi permise di portare il
can-can in molte capitali europee sempre con grande
successo.
A 43 anni si sposò… Era il 1911
sposai il pittore Maurice Biais, mi ritirai
definitivamente dalle scene e andai a vivere con lui a
Jouy-en-Josas.
Nel 1926, quando il marito morì,
lei scoprì che il suo dolce maritino le aveva dilapidato
l'intero patrimonio. Si esibì per l'ultima volta nel
1935 in compagnia di Max Dearly. Morì in povertà estrema
nel 1943 nella casa di riposo per artisti dove era
entrata l'anno precedente grazie all'intervento di Sacha
Guitry, venendo poi sepolta nel Cimitero di
Père-Lachaise poco distante dalla tomba di Mademoiselle
Clairon, altra ballerina dell'epoca.
Nel film
Moulin Rouge realizzato nel 1952 da John Huston il suo
personaggio viene interpretato da Zsa Zsa Gabor.
Ispiratrice dei più riusciti manifesti di Lautrec, tra i
quali Divan Japonais e Jardin de Paris, Jane Avril
strinse un duraturo rapporto di stima e confidenza con
l'artista. Sono proprio i manifesti di Henri de
Toulouse-Lautrec che hanno portato fino ai nostri giorni
la fama e la popolarità di Jane Avril, una delle stelle
più luminose del palcoscenico del Moulin Rouge
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IMMAGINE GENERATA DA IA INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA E' STATA REALIZZATA GRAZIE A:
https://it.wikipedia.org/wiki/Jane_Avril
http://www.aletes.it/jane-avril-la-stella-
del-moulin-rouge-parigi/
https://it.wikipedia.org/wiki/Moulin_Rouge
https://it.wikipedia.org/wiki/Mistinguett
https://it.wikipedia.org/wiki/Louise_Weber
© Adamo Bencivenga - Tutti i diritti riservati
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