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INTERVISTA
IMPOSSIBILE 
Isabella Robinson
La rovina di Mrs Robinson
La vicenda di Isabella Robinson costretta a difendersi
dall’accusa di adulterio nel primo processo di divorzio della
storia. Isabella cadde in disgrazia agli occhi della sua nazione
perché nel suo diario descrisse ogni scintilla della sua passione.
(1814)

Cosa accade se una donna ha l'ardire di tenere
un diario in cui descrive le proprie passioni, i sogni
più intimi e i desideri sessuali? Questa è la storia di
Isabella Robinson, una madre, moglie e adultera di mezza
età, che visse e amò nell’Inghilterra vittoriana.
Madame la sua vicenda ha ispirato diversi libri…
Immagino quanto abbiano scavato nel mio diario. Comunque
tutto nacque nell’estate del 1858 quando iniziò la causa
di divorzio chiesta da mio marito.
L’accusa
madame? Adulterio.
Siamo in Inghilterra, in
piena era vittoriana. Fino a quel momento un
matrimonio poteva essere sciolto soltanto da decreto
parlamentare, poi fu cambiata la legge in modo da
recidere il vincolo coniugale in maniera più rapida
attraverso un processo. Nel 1858 furono in centinaia a
presentare domanda portando in aula storie di tradimenti
e conflitti, i cui protagonisti erano uomini violenti e,
soprattutto, donne dai facili costumi.
Anche a
lei capitò un fatto analogo. Esatto, mio marito
ingegnere civile e uomo meschino ed arrogante portò in
tribunale come prova del mio adulterio il mio diario
segreto. Tenga conto che Henry mi aveva sposato, vedova
con un figlio, per il mio denaro senza, tra le altre
cose, mettermi a conoscenza di avere già due figlie
avute da un’amante segreta. Ovviamente a mia insaputa
divenni madre delle sue figlie.
Al tempo per
legge, una volta sposata la donna diventava a tutti gli
effetti proprietà del marito… Esatto, come un mobile
o una casa, ed era privata di ogni diritto politico e
civile anche sui figli, il marito si impossessava della
sua dote e a lui spettava anche l'eventuale denaro da
lei guadagnato.
Perché scrisse il diario? Come
tante mogli era disperata, prigioniera della mia
condizione di donna e di un matrimonio degradato, mi
sentivo inutile, non amata e ansiosa d'amore.
Quindi decise di scrivere un diario compromettente…
Guardi che per trovare sollievo alla mia inquietudine,
dapprima mi ero rivolta a George Combe, un pioniere
della frenologia in Inghilterra che, analizzando la
forma del mio cranio, mi aveva informata che avevo molto
estesa la zona dell'Amatività, cioè dell'amore sensuale:
il che mi rendeva indifferente alla legge, alla
religione e alla morale e soprattutto non esistevano
cure mediche. Solo allora decisi di scrivere il mio
diario.
Il diario assomigliava ai turbamenti di
Emma Bovary di Gustave Flaubert… Raccontava nei
dettagli la mia insoddisfazione nell’aver sposato un
uomo poco istruito, di mentalità ristretta e
temperamento violento, egoista, orgoglioso, che viveva
solo per gli affari. Ero molto diversa da mio marito e
in quelle pagine esprimevo il mio desiderio di poter
discutere di letteratura e politica, scrivere poesie,
imparare le lingue e leggere gli ultimi articoli su temi
scientifici e filosofici, ma purtroppo avevo sposato un
uomo di tutt’altro genere.
Ma in quelle pagine
naturalmente c’era un lui… L’insoddisfazione nei
confronti di mio marito mi portò a fantasticare su un
altro uomo, il dottor Edward Lane, genero di una mia
amica e stimato medico idroterapico, di dieci anni più
giovane di me, a sua volta sposato. Edward svolgeva la
sua professione in una elegante clinica privata molto
alla moda al tempo della quale ero paziente.
In
quelle pagine lei descrive nei dettagli i momenti del
suo tradimento… Racconto speranze, delusioni ed anche
passeggiate romantiche, parole sussurrate, baci. E mi
lascio andare a pensieri tipo: “Non avrei mai sperato di
vivere questo momento, né che il mio amore fosse
ricambiato, ma è successo.”
Non le chiedo quanto
ci sia di reale… Guardi che, per i giudici, a rendere
sconvolgente la storia non fu tanto il desiderio di
tradimento, ma il fatto che descrissi in modo
particolareggiato ogni scintilla della mia passione.
Lei davvero in quelle pagine non risparmiò alcun
impulso della sua bramosia… Mi lasciai andare a
descrizioni minuziose e alle volte erotiche in cui
alternavo angoscia ed euforia, proprie di una donna
inquieta e infelice. Ovviamente la lettura, fuori dal
contesto intimo, fu giudicata scandalosa, ma in realtà
fu lo scrivere stesso che mi portò a romanzare la mia
vicenda e con l’aiuto delle mie sensazioni esagerai,
abbellii e resi realistiche le mie fantasie.
Beh
con quel diario, così particolareggiato, ha provocato
esclusivamente la sua rovina… Le miei intenzioni
erano diverse ovvero descrivere le sensazioni di una
donna libera nella mente e nel cuore, ma fui giudicata
malata e povera vittima del demone isterico.
Anche la stampa non fu tenera nei suoi confronti… Mi
insultarono dandomi della peccatrice ed elencarono le
varie cure escogitate da celebri luminari per placare le
smanie sessuali femminili. Senza avere la prova provata
del tradimento mi consigliarono: sanguisughe sulla testa
rasata, all'inguine, alle grandi labbra, clisteri
freddi, elettrodi al bacino, oppure rimozione del
clitoride.
I suoi avvocati cosa dissero?
Avanzarono la tesi che in realtà i miei scritti fossero
l'abbozzo di un libro sotto forma di diario, come usava
allora.
E la controparte? Gli avvocati di
Henry non avevano che quelle pagine per dimostrare la
mia colpa; gli avvocati di Edward Lane, vista la
condizione di sposato del loro cliente, sostenevano
ovviamente che mi ero inventata tutto.
Era il 14
Giugno del 1858 vale a dire il primo processo di
divorzio nella storia… Il diario fu letto e
analizzato in aula. Al tempo la scienza moltiplicava gli
studi sui misteri del corpo e della psicologia delle
donne, immaginandole capaci di ogni perversità
soprattutto sessuale. Molti furono i medici chiamati a
testimoniare al processo allo scopo di chiarire se
soffrissi di quei "disturbi uterini", allora molto
diffusi, che potevano fare di una donna una ninfomane,
una pazza, una criminale.
E i medici cosa
dissero? Ovviamente fu impossibile per i medici dare
dei responsi oggettivi, visto che non c’erano prove del
mio tradimento, per cui i giudici si concentrarono sul
diario ed io ebbi il timore che quelle letture
contenessero tutti i presupposti per una mia condanna.
Fu così? Clamorosamente i giudici ritennero il
diario più un’opera immorale e licenziosa che la prova
di un adulterio, quindi un diario di una donna
prigioniera della sua solitudine. Andarono avanti per
cinque giorni finché non stabilirono che in quelle
pagine c’era soltanto una donna infelice, dal cuore
deluso, ma non vi erano prove della mia pazzia, né tanto
meno di una confessione di colpa.
Fu assolta?
Direi io stessa incredibilmente assolta. Avevo davvero
temuto il peggio. Mio marito, che mi aveva denunciata e
aveva messo in piazza il diario, quindi il mio disprezzo
e le mie disillusioni, uscì da quel processo senza più
un soldo e soprattutto umiliato dal mio diario.
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L'INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA E' STATA
REALIZZATA GRAZIE A: .http://www.dailymail.co.uk/news/article-2266296/
Mrs-Robinsons-Disgrace-How-Victorian-wife-got-
away-adultery-saying-sexual-hallucination.html
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/
repubblica/2013/02/20/il-riscatto-di-mrs- robinson.html La
rovina di Mrs. Robinson. Storia segreta di una donna vittoriana
Kate Summerscale https://www.ibs.it/rovina-
di-mrs-robinson-storia-libro-kate-summerscale/e /9788806212346.


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