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INTERVISTA
IMPOSSIBILE 
Gunilla Von Post
Nell’harem di John Kennedy
Gunilla Von Post, un’avvenente signora svedese, appartenente
alla bella società, è stata per un breve periodo l’amante di John
Fitzgerald Kennedy, nel periodo immediatamente prima e dopo le nozze
del Presidente degli Stati Uniti con Jaqueline (July 10, 1932 –
October 14, 2011)

Madame, le sue origini? Sono nata il 10 luglio
1932 a Stoccolma, da una famiglia aristocratica svedese.
Ho frequentato corsi di studio per la gestione di grandi
catene alberghiere frequentando scuole di
perfezionamento a Losanna e sulla Costa Azzurra.
Quando è cominciata la relazione con John F. Kennedy?
Incontrai il presidente nell’estate del ’53 a Cannes,
nel mese di agosto Agosto. Avevo appena compiuto 21
anni. Ricordo ancora il suo aspetto fanciullesco
nonostante fosse molto più grande di me. Aveva 36 anni.
Colpo di fulmine? Beh direi di sì. Ci incontrammo
per caso, lui era un senatore dello Stato del
Massachusetts ed era impegnato in un tour diplomatico
sulla Costa Azzurra. Io invece stavo trascorrendo una
breve vacanza per migliorare il mio francese.
La
descrivono come un’affascinante donna bionda dal sapore
nordico ed aristocratico… Forse fu per questo che il
Presidente si innamorò di me.
Come accadde?
Passammo una serata insieme ad altri amici. Poi il
presidente durante la cena mi invitò a ballare.
E lì immagino che accadde qualcosa? Desiderava stare
solo con me e mi invitò sulla terrazza dell’albergo. Lo
scenario era molto romantico, guardavamo estasiati il
chiaro di luna e il Mediterraneo davanti a noi.
E
cosa successe? Stavamo ammirando quel mare splendido
quando il Presidente si voltò e mi baciò teneramente
spezzandomi il respiro. Al chiaro di quella luna i suoi
occhi apparivano blu oceano. Poi con un filo di voce
estremamente caldo ruppe il silenzio e mi disse
sottovoce: “Mi sono innamorato di te stasera.”
E
lei? Oddio, toccai quella luna con un dito. Credevo
di essere dentro un sogno e di risvegliarmi delusa
subito dopo, visto che non ritenevo possibile che un
uomo così affascinante, adulto e importante, si stesse
innamorando di me!
E cosa le disse per farla
risvegliare? Mi disse immediatamente che c’era un
grosso problema. Il 12 settembre avrebbe sposato
Jacqueline Bouvier…
Praticamente due settimane
dopo! Eh già, ma aggiunse immediatamente: “Se ti
avessi incontrato una settimana prima avrei disdetto
tutta la faccenda!" Capisce? E come si fa a non amare un
uomo così? Non ebbi il tempo di rimanere delusa.
Lei era cosciente di non essere la prima e sicuramente
non l’ultima a cadere sotto il fascino di quell’uomo?
Oh sì certo che lo sapevo, le sue doti amatoriali erano
arrivate fino in Europa, ma io rimasi comunque sorpresa.
Lui aveva preferito la mia compagnia, nonostante in
quella cena ci fossero meravigliose donne, praticamente
il fior fiore della bellezza e dell’eleganza
internazionale.
Scusi la mia curiosità, la serata
terminò su quella terrazza? John era un gentiluomo,
mai ad un primo incontro si sarebbe spinto oltre, almeno
con me….
Kennedy tornò in America… Le
distanze e il matrimonio imminente non ci separarono.
Continuammo a sentirci tramite telefonate
transatlantiche e numerose lettere che mi scrisse
quotidianamente firmandole con “Best, Jack”, “Your
Jack”.
Cosa le diceva? Era molto passionale.
Si riferiva a me chiamandomi con il nomignolo svedese
“Flicka” (ragazza). Le sue frasi d’amore colmavano la
sua assenza. Mi desiderava e parlava di futuro e un
incontro imminente. Stava semplicemente aspettando un
pretesto per venire da me.
Beh a lui non
mancavano… Tenga conto che era un novello sposo e sua
moglie non era molto propensa a lasciarlo solo
pretendendo ogni volta di accompagnarlo anche negli
impegni diplomatici in tutto il mondo.
Conserva
ancora quelle lettere? Oh sì, ogni tanto le rileggo
per rivivere quei momenti. Dio com’era affettuoso! Ecco
legga questa: “Ti ricordi la nostra cena e serata
insieme questa estate ad Antibes e Cagnes?” Oppure:
“Come stai? E cosa stai facendo ora a Parigi? Forse nel
prossimo settembre verrò in Francia. Tu sarai lì?”
La vedo commossa… Ecco, legga questa: “Ho pensato
che potrei prendere una barca a vela e stare noi due
soli in mezzo al Mediterraneo per due settimane. Cosa ne
pensi?" Ovviamente feci salti di gioia, ma purtroppo
questo desiderio non si esaudì perché subito dopo mi
arrivò un telegramma. Aveva subito un serio infortunio
alla schiena e avrebbe dovuto sottoporsi ad un
intervento chirurgico.
Quindi non lo vide più?
Oh no. Trascorsero due lunghissimi anni. Poi nell’agosto
del ’55 insieme ad un amico visitò la Svezia.
Come fu l’incontro? Meraviglioso.
Intimo?
Oh sì, io ero relativamente inesperta e la tenerezza di
John fu per me una dolce rivelazione. Quella lunga
attesa fu ripagata stupendamente. John mi disse: “Sembra
davvero troppo bello per essere vero, e voglio renderti
felice.” Poi abbiamo fatto l’amore. In lui ho notato una
sorprendente innocenza. A un certo punto ha alzato gli
occhi al cielo e ha proclamato, "Le stelle, Gunilla. Le
stelle!"
Quanto è durata la sua permanenza in
Svezia? Purtroppo appena sette giorni. Ero pazza e
incurante delle critiche e dei consigli, così pazza che
lo presentai a parenti ed amici.
In cosa la
consigliavano? Beh oltre al fatto evidente che era un
uomo sposato, mi ricordavano a più riprese la sua fama
di latin lover.
E lei? Sapevo che con me era
diverso. Lui una volta mi disse: “Gunilla se non ho una
donna per tre giorni, mi vengono dei mal di testa
terribili!” Ed è stato proprio in quel momento che ho
sentito che per lui non ero solo una donna per
soddisfare le sue voglie, ma qualcosa di più.
Quindi una settimana indimenticabile? Lo accompagnai
all’aeroporto, l’addio fu doloroso. La notte prima
durante l'amore mi aveva detto ripetutamente: “Ti amo,
Gunilla. Ti adoro. Sono pazzo di te e io farò tutto il
possibile per stare con te.”
E lo fece?
Secondo me sì. Giorni dopo mi scrisse che aveva chiamato
suo padre per dirgli che avrebbe voluto divorziare. Ma
il padre rispose senza diritto di replica: il divorzio
era fuori questione perché avrebbe rovinato
politicamente e soprattutto per l’ascesa alla Casa
Bianca.
E quindi? Nulla. Anche perché rifiutai
ogni sua proposta che mi ritagliasse un mero ruolo
d’amante compresa quella di trasferirmi a New York e
lavorare come modella.
Finì così? Il ricordo
di lui è stato sempre intenso ed appagante, direi dolce
con una punta d’amaro, in fin dei conti lo avevo preso
in prestito per una settimana, ed era stata una
settimana bellissima e nessuno mai me l’avrebbe portata
via.
Un buon ricordo, quindi. Era
incredibilmente focoso, sensibile, romantico e
spiritoso, sapeva ascoltare ed era affascinante e
profondo.
Vi vedeste ancora? Quando per
lettera gli annunciai il mio matrimonio con Anders
Ekman, un proprietario terriero svedese, lui rispose:
“Se non ti sposi vorrei vederti.” Poi vista la mia ferma
intenzione mi inviò un biglietto di auguri.
Non
la prese bene. A suo modo era geloso. Mi scrisse
subito dopo un altro biglietto: “Ho passato dei momenti
meravigliosi con te. Rimarrà per sempre un ricordo
gioioso della mia vita. Mi manchi.”
E poi? Mi
sposai comunque e tre anni dopo, con mio marito fummo
ospiti di un ballo di beneficenza presso il Waldorf
Astoria, New York, presieduto da John insieme a sua
moglie, Jacqueline. Dal mio tavolo, molto distante dal
palco, scrissi qualcosa sul tovagliolo. Poi chiesi ad un
cameriere la cortesia di consegnarlo al senatore.
Lui come reagì? Poco dopo mi fece cenno di
incontrarlo in un corridoio. Fu emozionante, mi diede un
grande abbraccio. E poi mi disse “E’ meraviglioso
vederti qui. Ti voglio bene!” Tutti e due sapevamo che
non ci sarebbe stata un’altra occasione.
Come
reagì alla sua morte? Mi ricordo quando il Presidente
fu assassinato. Avevo al tempo un piccolo appartamento
accanto alla Fifth Avenue e la 80th Street a New York.
Il giorno dopo della sua morte, tutto il Paese guardava
il funerale, e a casa mia c'erano quattro di quelle che
chiamavamo le "vedove Kennedy". Erano da me perché erano
tutte sposate e non volevano piangere di dolore davanti
ai loro mariti.
Riconsiderò mai il suo rapporto
con lui? Mai! Con me era stato qualcosa di diverso.
Posso solo dire che ad un certo punto era diventato più
chic non essere andate a letto col presidente, ma io ne
andavo fiera.
Dicono che Jackie non fosse gelosa
del marito. Anche io l’ho sempre pensato. In effetti
non ha mai mostrato segni di rottura. Le scappatelle
del marito non la preoccupavano. Quello che però non
sopportava era quando lui si portava a letto le sue
amiche e le donne del suo ambiente. Deve essere stato
terribile per lei sapere che ben oltre la metà delle
donne invitate a qualsiasi ricevimento era andata a
letto con suo marito.
L’intervista è tratta
dal libro autobiografico di Gunilla Von Post dal titolo:
Love, Jack, pubblicato nel 1997. Alcuni critici e
biografi hanno trovato il libro esageratamente romanzato
e non del tutto convincente disconoscendo l’aspetto
romantico del presidente degli Usa, donnaiolo di fama.
La veridicità però è stata confermata tempo dopo quando
sono state battute dalla casa d'aste Doyle di New York
alcune missive autentiche (11 lettere scritte a mano da
Kenendy e tre telegrammi) spedite dal 1954 al 1956 e
indirizzate a Gunilla von Post. La vendita delle lettere
ha raccolto circa 116 mila dollari, ben oltre la stima
iniziale di 40 mila. Relativamente alla sua vita,
Gunilla von Post, anni dopo, perse suo marito Anders
Ekman in un incidente. Si sposò successivamente con
Weisner Miller, un dirigente IBM americano,
trasferendosi in quell’occasione negli Stati Uniti.
Il matrimonio terminò ben presto con un divorzio, ma
Gunilla continuò a godersi la vita partecipando ai
salotti mondani del jet-set e soggiornando nelle sue
case di Palm Beach, Svizzera, Svezia e Sud della
Francia. Gunilla von Post ha avuto due figlie dal
primo matrimonio e un figlio dal secondo. Un altro
figlio è morto in tenera età. E’ morta nel 2011
all’età di 79 anni. .
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IMMAGINE GENERATA DA IA INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA E' STATA REALIZZATA GRAZIE A:
http://www.telegraph.co.uk/news/obituaries/
8870897/Gunilla-von-Post.html
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/
john-fucking-kennedy-vanno-all-asta-lettere-
jfk-all-amante-giunilla-113657.htm
© Adamo Bencivenga - Tutti i diritti riservati
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