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INTERVISTA
IMPOSSIBILE 
Gene Tierney
La più bella di tutte
.“The most beautiful woman in movie history” Brooklyn, 19
novembre 1920 – Houston, 6 novembre 1991.

Un mix di classe ed erotismo, melanconia e
mistero, zigomi pronunciati, occhi caldi e sguardo
sensibile, un viso di rara bellezza ecco Gene, la più
bella di tutte. Le sue origini madame?
Il mio nome completo è Gene Eliza Tierney e nacqui da
una famiglia benestante. Mio padre, un broker
assicurativo di origini irlandesi si chiamava Howard
Sherwood Tierney, mentre mia madre, una ex istruttrice
di educazione fisica, si chiamava Belle Lavina Taylor.
Avevo un fratello maggiore Howard Sherwood "Butch" Jr. e
una sorella minore, Patricia detta "Pat".
Sin da
adolescente sfoggiava le sue doti di artista… Sono
cresciuta tra la casa dei miei genitori a New York e
quella dei miei nonni nel Connecticut. Ho avuto la
fortuna di ricevere un’educazione tra le migliori e le
più costose dell’East Coast. Una delle mie prime
passioni fu la poesia, pensi che pubblicai il mio primo
romanzo intitolato "Notte", nella rivista della scuola…
poi mi innamorai della recitazione…
Fu amore a
prima vista? Oh sì… volevo fare l’attrice a tutti i
costi.
Prima del debutto soggiornò in Europa.
La mia famiglia si stabilì per due anni a Losanna in
Svizzera dove imparai a parlare perfettamente il
francese, quando a 18 anni tornai e rivelai a mio padre
la mia passione: “Papà voglio fare l’attrice!” Lui mi
rispose: “Bè se proprio vuoi farlo, lo farai nel
migliore dei modi.”
E così fu… Mi iscrissi ad
una scuola nel Greenwich Village e divenni in breve una
protegè del regista e produttore, George Abbott. Quindi
approdai direttamente a Broadway grazie anche all'aiuto
di mio padre, il quale, come promesso, fondò una società
di sponsor Belle-Tier, per finanziare e promuovere la
mia carriera di attrice.
E cosa fece? Nel
primo ruolo portavo un secchio d'acqua sul palco in
“What a Life!”. Pensi che un critico della rivista
Variety scrisse sulla recensione: "Miss Tierney è
certamente il portatore d'acqua più bello che io abbia
mai visto!" .
Anche il cinema arrivò molto
presto… Firmai per la 20th Century Fox e la mia prima
apparizione cinematografica avvenne l’anno dopo nel 1939
nel western “Il vendicatore di Jess il bandito”. Pensi
che dal 1939 al 1941 apparvi in ben cinque film.
Fu anche apprezzata per la sua bellezza… Beh sì il
mio aspetto fisico è stato uno delle componenti
fondamentali del mio successo.
Due anni più tardi
arrivò il successo. Fui la protagonista della
commedia “Il cielo può attendere” di Ernst Lubitsch del
1943 e l’anno dopo di Vertigine di Otto Preminger
insieme a Vincent Price, il quale ebbe parole
meravigliose nei mie confronti: “Solo lei poteva
interpretare Laura. Nessuna ha quel mix di fascino,
erotismo e mistero!”
Matura per l’oscar… Beh
non esageriamo! Ottenni comunque una nomination nel 1946
quale miglior attrice protagonista di “Femmina folle”.
Nel 1941 aveva sposato lo stilista Oleg Cassini…
Da quel matrimonio nacquero le mie due figlie Antoinette
Daria e Christina. Purtroppo a causa di una rosolia
contratta in gravidanza Antoinette nacque con gravissime
malformazioni anche mentali.
La rosolia la prese
da un rapporto sessuale con un suo fan vero? Non so
rispondere a questa domanda, so solo che Antoinette ebbe
bisogno di continue trasfusioni sin dalla nascita.
Come andò il matrimonio? Ufficialmente rimanemmo
insieme undici anni, ma già dopo cinque il rapporto
naufragò e ci separammo, troppe incomprensioni e litigi
causati anche dalla malattia di nostra figlia.
Lei come reagì? Caddi in depressione. Smisi di
lavorare e venni ricoverata in una clinica per malattie
mentali. Solo anni dopo mi ripresi totalmente
sconfiggendo la malattia. Tornai anche sul grande
schermo in Tempesta su Washington, diretta di nuovo da
Otto Preminger.
Aspetti.... Dopo la separazione e
forse anche durante il matrimonio si vocifera che ebbe
molte relazioni. Direi sporadiche e di poco conto
anche se le riviste di gossip mi affibbiarono lunghi e
travagliati amori con Howard Hughes, Tyrone Power, John
Fitzgerald Kennedy, Spencer Tracy, il principe Aly Khan
e Charles Feldman. Posso comunque dirle che Howard
Hughes pagò tutte le spese mediche di mia figlia,
assicurando alla ragazza le migliori cure e i migliori
ospedali americani. Non dimenticai mai i suoi atti di
bontà.
E col presidente come andò? Incontrati
John F. Kennedy quando era ancora un giovane veterano
della seconda guerra mondiale sul set di Dragonwyck nel
1946. Io ero da poco separata. Ci vedemmo più volte, tra
noi nacque una piacevole simpatia ma Kennedy mi disse
che a causa delle sue ambizioni politiche non mi avrebbe
mai potuto sposare. Quando fu eletto presidente gli
mandai un biglietto di congratulazioni.
Poi il
divorzio… Con Oleg rimanemmo sempre amici, fino alla
sua morte.
La depressione non le dava tregua…
Soffrivo di disturbi bipolari e fui costretta a lasciare
il set del film Mogambo, mi subentrò Grace Kelly. E
durante la realizzazione de La mano sinistra di Dio mi
fu impossibile nascondere la malattia. Dimenticavo in
continuazione le battute, ero sempre stanca e nervosa.
Bogart fu molto caro con me, cercò in tutti i modi di
aiutarmi, ripassando insieme il copione e convincendomi
infine ad andare da qualche dottore.
Venne
ricoverata di nuovo, vero? Sì a New York e poi in una
clinica nel Connecticut. Venni sottoposta a 27 elettro
shock, ma alla fine con le mie poche forze riuscii a
scappare da quell’inferno. Due anni dopo tentai il
suicidio, in bilico sul cornicione di un palazzo venni
salvata da un’anima buona che rischiò la vita per me.
Poi finalmente un po’ di luce e un nuovo amore…
Nel 1958 incontrai il petroliere W. Howard Lee,
diventammo inseparabili, ma lui era sposato con Hedy
Lamarr. Solo dopo una lunga battaglia per gli alimenti
durata due anni ottenne il divorzio e ci sposammo ad
Aspen, in Colorado. Era l'11 luglio del 1960. Andammo a
vivere a Houston nel Texas.
Gene Tierney è
morta nel 1991, a due settimane dal suo settantunesimo
compleanno, per un enfisema polmonare. Riposa nel
Glenwood Cemetery di Houston. Lungo la Hollywood Walk of
Fame una stella ricorda il suo immenso talento. Nel
1978 in collaborazione con Mickey Herskowitz, aveva
pubblicato un'autobiografia, mai uscita in Italia, dal
titolo Self Portrait, nella quale ripercorre la sua
intera carriera, affrontando anche il periodo buio della
malattia mentale. Documenti personali, lettere, film,
testimonianze, sono visibili presso gli Archives
Wesleyan University, il museo è accessibile al pubblico.
Il suo primo marito Oleg disse di lei: "Gene è la
ragazza sfortunata più fortunata del mondo; tutti i suoi
sogni sono divenuti realtà, ad un costo."
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CURA DI ADAMO BENCIVENGA REALIZZATA GRAZIE A:
https://it.wikipedia.org/wiki/Gene_Tierney
https://en.wikipedia.org/wiki/Gene_Tierney
http://www.biography.com/people/gene -tierney-9542609
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