|
HOME
CERCA
CONTATTI
COOKIE POLICY 
INTERVISTA
IMPOSSIBILE 
La vita scandalosa della contessa Ellen Olenska
L'età dell'innocenza
.(1993)La contessa Ellen Olenska è la protagonista assoluta del
film “L'età dell'innocenza” diretto da Martin Scorsese, interpretato
da Daniel Day-Lewis, Michelle Pfeiffer e Winona Ryder e tratto
dall'omonimo romanzo di Edith Wharton. “Sapeva di aver perso
qualcosa, il fiore della vita”.

.Madame, tutto inizia quando lei rientra a New York
dall'Europa… Avevo trent’anni quando dopo un
soggiorno a Venezia, per sfuggire all’infelicità
matrimoniale, tornai alla base. Ero ancora piena di vita
e decisa a lasciarmi alle spalle il passato, ma fu una
sorpresa per me trovare quella New York di fine
Ottocento estremamente formale e in un certo senso
bigotta, mal disposta ad accettare una donna in via di
separazione.
Cosa era successo? Ero sposata
con un uomo violento ed infedele. Un conte polacco che
passava il tempo a maltrattarmi ed a proibirmi una
normale vita sociale. Lui spendeva tutta la sua fortuna
in relazioni con altre donne. Non c’erano davvero le
condizioni per proseguire la vita insieme.
Dicono che lei avesse una personalità troppo schietta
per la New York del 1870. Beh sì ero uno spirito
libero, cercavo di andare oltre le imposizioni sociali.
In un certo senso offendevo l’innocenza americana con i
miei modi troppo europei. Una volta davanti gli occhi
della mia famiglia feci scandalo perché trattai la mia
cameriera Nastasia da pari a pari, offrendole il mio
mantello prima di mandarla a fare una commissione.
Oppure la volta che all’opera indossai un vestito
scandalosamente troppo semplice… Troppo accentuato il
seno, troppo scoperte le spalle.
Quindi era
questo il problema… Oh no, ripeto il problema
principale non era il mio carattere o il mio
comportamento, ma la mia decisione di aver tagliato
completamente i ponti col mio passato.
Pur sempre
uno scontro di mentalità.. Beh sì, era la stessa mia
situazione di separata, fuggita dal tetto coniugale, che
si scontrava con quel conformismo, del resto in epoca
vittoriana la strisciante necessità di guardare più
all’aspetto che ai contenuti era più che mai presente
negli Stati Uniti del tempo. Questo scontro lo vivevo
sulla mia pelle ed era qualcosa di sottile e crudele, i
rapporti erano regolati dalla violenza psicologica e
moraleggiante. Così si viveva sostanzialmente il dramma
del non detto, del non fatto.
Lei apparteneva ad
una famiglia molto in vista, i Welland, e quel divorzio
avrebbe messo in crisi tutti i membri... Tendevano a
mantenere alto il buon nome della famiglia ed erano
terrorizzati dallo scandalo e dalla vergogna che si
sarebbero abbattuti su di loro. L’ipocrisia dettava
legge per cui era più tollerata una donna separata che
divorziata, sebbene il divorzio, fosse legalmente
ammesso, ma considerato inaccettabile.
Quindi la
famiglia Welland per salvare la reputazione tentava di
dissuaderla dall’idea del divorzio. Non solo, diedero
l’incarico di distogliermi dal proposito a Newland
Archer, fidanzato di mia cugina May Welland.
Chi
era Newland Archer? Newland era un ricco avvocato
dell’hight society newyorkese, letteralmente ammanettato
dalle severissime convenzioni di quella società. Fin
dalla più tenera età la sua vita era stata plasmata al
desiderio di appartenere alla classe sociale superiore,
tanto che quando lo conobbi, poco prima di fidanzarsi,
lui era orgoglioso e felice di ambire ad un matrimonio
tradizionale con mia cugina May.
Al contrario di
lei, donna sofisticata e con forte personalità, sua
cugina May veniva descritta come mite e sottomessa.
May era molto bella, ma troppo convenzionale e dai modi,
a mio parere, esageratamente formali ed aristocratici.
Era sempre protesa ad esser adeguata ed appropriata così
come gli altri s'attendevano da lei. Era cresciuta per
esser una moglie e madre perfetta, lei seguiva ed
obbediva sempre a tutti i costumi sociali che le
venivano imposti
Quindi Newland la contattò per
dissuaderla dal proposito. Oddio, all’inizio cercò di
svolgere il compitino in modo professionale, ma ben
presto cominciò a mettere in discussione i valori in cui
era stato allevato. Vide così la disuguaglianza sessuale
del suo mondo e la superficialità di quei costumi. Si
rese conto di essere nelle mani di una famiglia bigotta.
Le loro intenzioni non erano propriamente rivolte alla
mia felicità, ma solo ad evitare scandali.
S’innamorò di lei? Vedendomi come artefice di un
nuovo modo di interpretare la realtà provava una forte
ammirazione nei miei confronti.
Fino a quando non
s'accorse di provare un sentimento sempre più intenso...
Purtroppo sì e cominciò anche a metter in dubbio
l'idea di sposarsi con May. Non vedeva più quel
matrimonio come un destino ideale tanto agognato fino a
poco tempo prima.
Newland innamorato di lei la
pressava per non divorziare? Non vede un’enorme
contraddizione in questo atteggiamento? Newland
desiderava fortemente avermi vicina e temeva che il
divorzio mi avrebbe esclusa per sempre dalla accoglienza
della famiglia e dalla società. Lui teneva prima di
tutto alla mia reputazione, aveva un buon cuore e non
c’erano secondi fini.
Quindi accettò di rimanere
una donna separata senza divorziare… Esatto separata,
ma ancora ufficialmente sposata al conte. Vivevo in un
limbo emotivo. Amavo Newland ma mi rendevo conto che
comunque fosse andata sarebbe stato un amore impossibile
senza futuro e pieno di sensi di colpa da entrambe le
parti. Forse la contraddizione stava nel fatto che
nonostante lui fosse attratto da me implorava mia cugina
May ad accelerare la data delle nozze.
Si è mai
data una spiegazione? Era semplicemente dilaniato dai
sensi di colpa.
E sua cugina May? Lei rifiutò
di sposarsi sbrigativamente in ossequio alle usanze
sociali che imponevano fidanzamenti molto lunghi.
Forse Newland la voleva solo come amante? Non
posso essere sicura di questo, posso ammettere però che
per lungo tempo lo vidi disposto a rischiare il suo buon
nome, la sua carriera e il suo brillante futuro.
Lo aveva in pugno? Mi regalava rose gialle ogni
giorno, ad un cero punto avrei davvero potuto chiedergli
ogni cosa, anche di acconsentire al mio divorzio, anche
di sposarci. Quando per la prima volta mi strinse
passionalmente da parte mia fu inevitabile rinfacciargli
di essere stata spinta da lui stesso a rinunciare a
quella liberta e quindi a vivere insieme.
Intanto sua cugina May, per un lungo periodo, andò a
trascorrere le sue vacanze nella villa di famiglia in
campagna. Più che vacanza era una specie di periodo
di riflessione, ma forse era solo un modo per lasciarci
soli e decidere il nostro futuro.
Aveva intuito
qualcosa? La trama del film svela questo particolare
solo nelle ultime scene.
Consumaste la vostra
passione? Ci baciammo una sola volta, ma nonostante
le sue avance e il mio desiderio di essere completamente
sua, non cedetti mai. Ero abbastanza turbata dal fatto
che la nostra relazione avrebbe potuto far soffrire mia
cugina.
Poi cosa successe? Rientrato a casa,
Newland ricevette un telegramma in cui May gli
annunciava inaspettatamente d'acconsentire alle nozze
immediate.
Lei come reagì al matrimonio? Mi
ripetevo che era giusto così. Andai a vivere a
Washington rimanendo così a distanza di sicurezza da
tentazioni e malelingue. Lui comunque nei primi mesi
tentò invano di dimenticarmi rendendosi però conto di
non provare amore per sua moglie.
Nel contempo
il conte, suo marito, faceva pressioni per tornare
insieme, vero? Nonostante la lontananza, lui viveva a
Parigi, Il conte Olenski non aveva mai desistito del
tutto. Tramite il suo avvocato mi fece varie proposte
aumentando sempre di più il prezzo della mia compagnia.
Era disposto a elargirmi una cospicua rendita pur di
vivere sotto lo stesso tetto e salvare così le
apparenze. Ovviamente una convivenza da fratello e
sorella.
Anche la sua famiglia continuava a
premere per una riconciliazione vero? Sapevo che non
si sarebbe accontentata del mio consenso a non
divorziare. Rimanevo pur sempre una donna indipendente
per cui atipica. Di fronte al mio rifiuto di tornare in
Europa mi tagliarono i viveri.
Continuava a
vedere Newland? Lui mi seguiva ovunque, i suoi
tentativi di fare l’amore con me erano diventati
pressanti. Alla fine cedetti per un solo incontro
sessuale prima di scomparire per sempre dalla sua vita.
Ovviamente non ci fu… La nonna si aggravò ed io
tornai a New York. In quell’occasione incontrai mia
cugina May, parlammo molto. Lei mi confidò di essere
incinta. Mi crollò letteralmente il mondo addosso, ma
non lo feci vedere. Ovviamente sì, saltai
quell’appuntamento e alcuni giorni dopo presi la saggia
e irrevocabile decisione di tornare a Parigi.
E
Newland cosa fece? Non essendo al corrente della
gravidanza di sua moglie non comprese la mia decisione
di non andare a quell’appuntamento, allontanarmi e
tornare da mio marito.
Lei cosa gli disse?
Cercai di convincerlo, ovviamente senza rivelare il
segreto di May sulla gravidanza. Ma fu del tutto
inutile, Newland nonostante fosse sposato, era
fermamente convinto che il suo unico futuro fosse
accanto a me e addirittura azzardò l’ipotesi di
separarsi e se io avessi insistito di raggiungermi per
sempre a Parigi.
Poi cosa accadde? Quando
apprese la notizia che sua moglie era incinta, allora
per lui fu tutto chiaro, anche la mia decisione di
tornarmene in Europa.
Come la prese? Beh a
quel punto capì che May non era l'ingenua, pura ragazza
innocente che sembrava essere e che la mia decisione era
una rinuncia per sempre alla felicità pur di preservare
l'integrità di una famiglia che stava nascendo.
Qui la storia fa un salto di ventisei anni e si sposta a
Parigi… Newland era oramai vedovo e aveva
accompagnato il figlio maggiore Dallas in Europa. Dallas
era venuto a sapere dalla madre in punto di morte del
grande affetto che ci aveva legati e di conseguenza la
rinuncia di suo padre a ciò che aveva di più caro al
mondo.
Cosa fece il figlio? Voleva restituire
al padre una nuova occasione di felicità. Mi aveva
contattato ed io avevo acconsento per una visita. Poi
con una scusa aveva condotto il padre sotto la mia casa.
Lo vide di nuovo? Non nascondo che ero molto
curiosa, ma lui stordito dalla prospettiva di rivedermi
e intorpidito da una intera esistenza consacrata alla
rinuncia del proprio grande amore, non salì mai quelle
scale rimanendo a fissare la mia finestra e mantenendo
intatti i propri ricordi.
“Alla fine una luce
brillò attraverso le finestre e un attimo dopo venne
fuori un domestico, il quale tirò su le tende e chiuse
le imposte. A quel punto, come se fosse stato il segnale
che aspettava, Newland Archer si alzò lentamente e tornò
a piedi in albergo, da solo.” Con queste parole Edith
Wharton chiudeva la sua novella, caratterizzando la
scelta finale del protagonista - seduto sulla panchina
di un cortile parigino a pochi passi dalla donna amata…
|

IMMAGINE GENERATA DA IA INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA E' STATA REALIZZATA GRAZIE A:
https://it.wikipedia.org/wiki/L%27et%C
3%A0_dell%27innocenza_(romanzo)
http://www.repubblica.it/speciale/2003
/biblioteca/idee/quarantasei.html http://www.offscreen.it/cult/
etadellinnocenza.htm
© Adamo Bencivenga - Tutti i diritti riservati
LEGGI LE ALTRE INTERVISTE
IMPOSSIBILI


Tutte
le immagini pubblicate sono di proprietà dei rispettivi
autori.
Qualora l'autore ritenesse
improprio l'uso, lo comunichi e l'immagine in questione
verrà ritirata immediatamente. (All
images and materials are copyright protected and are the
property of their respective authors.and are the
property of their respective authors.
If the
author deems improper use, they will be deleted from our
site upon notification.) Scrivi a
liberaeva@libero.it
COOKIE
POLICY
TORNA SU (TOP)
LiberaEva Magazine
Tutti i diritti Riservati
Contatti

|
|