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INTERVISTA IMPOSSIBILE
 
Brigitte Bardot
ICONA ETERNA DI BELLEZZA
In un immaginario pomeriggio a La Madrague, Brigitte Bardot, con il suo charme eterno e la voce rauca, ripercorre l’infanzia severa, l’ascesa fulminante come icona sexy, gli amori travolgenti con Vadim, Trintignant, Gainsbourg, Sachs e gli altri. Parla senza filtri della maternità difficile, del ritiro dalle scene e della passione totale per la difesa degli animali.
(Parigi, 28 settembre 1934 – Saint-Tropez, 28 dicembre 2025)
 

 


È un pomeriggio sereno a La Madrague, la sua amata villa affacciata sul mare di Saint-Tropez. Il sole del sud della Francia filtra attraverso le persiane socchiuse, illuminando il salotto elegante, pieno di libri, fotografie sbiadite e ricordi di una vita. Intorno, cani e gatti si muovono pigri, come in una famiglia allargata. L'aria profuma di lavanda e di salsedine.
Brigitte Bardot, a 91 anni, mi accoglie sulla soglia con un sorriso malizioso, i capelli bianchi raccolti in una coda, vestita con una camicetta leggera e pantaloni comodi. Il suo charme è intatto: quegli occhi penetranti, quel broncio leggendario, una grazia felina che il tempo non ha cancellato.
Mi stringe la mano con energia sorprendente, mi offre un tè e si siede su una poltrona, accarezzando un vecchio cane accucciato ai suoi piedi.
"Entri, mon cher. Qui sono in pace, lontano dal mondo che mi ha tanto amata e tanto odiata." Mi fa accomodare. “Monsieur sono tutta per lei…”


INIZIAMO DALL SUA INFANZIA, MADAME?
Ah, l'infanzia... Non era una favola, sa? Ero figlia di Louis Bardot, un industriale severo, e di Anne-Marie Mucel, una donna elegante ma distante. Mia sorella Marie-Jeanne era la preferita, io mi sentivo sempre un po' l'intrusa. Soffrivo di ambliopia, vedevo male dall'occhio sinistro, e questo mi isolava. I genitori ci educavano con rigore, in quel mondo alto-borghese parigino pieno di industriali e artisti. Ma la danza... quella era la mia gioia! A sette anni già ballavo, a quindici ero al Conservatorio di Parigi. Mio padre girava filmini con me protagonista, mia madre mi vestiva alla moda. Quegli anni mi hanno forgiata: severi, ma con lampi di bellezza.

GIÀ NELL'ADOLESCENZA DIVENTA UNA FOTO MODELLA…
Fu Hélène Lazareff, direttrice di Elle e amica di mia madre, a scoprirmi. Mi fece posare per servizi di moda per ragazze, e in poco tempo sono diventata la mascotte della rivista, spesso in copertina. Quelle foto attirarono Marc Allégret, che voleva farmi recitare. I miei genitori si opposero ferocemente, ma io incontrai il suo assistente, Roger Vadim... e lì cambiò tutto. Il film non si fece, ma nacque l'amore. Dovetti aspettare i 18 anni per sposarlo, contro il volere di tutti.

ERA BELLA, VERO?
Bella? Diciamo che ero... diversa. Giovane, selvaggia, con quel viso da gattina e i capelli arruffati. Non ero la bellezza classica, ero provocante, libera. Marilyn era la bomba americana, io la ribelle francese. Mi guardavano tutti, ma io guardavo il mondo con occhi curiosi. La bellezza mi ha aperto porte, ma anche gabbie. Era un'arma a doppio taglio, mon ami.

IL PRIMO FILM?
Il debutto fu nel 1952, con Le Trou normand. Accettai solo per i soldi, 200.000 franchi! Non fu facile, ero inesperta. Ma poi arrivò Manina, ragazza senza veli, dove ero già protagonista. Lì iniziò il mito.

DIVENTA UN'ICONA SEXY…
Fu un'esplosione. In un'Europa che si riprendeva dalla guerra, io catturai l'America come poche. Con Marilyn, incarnavamo la sessualità degli anni '50 e '60. Ogni mia apparizione era una notizia da prima pagina: a Cannes, negli album fotografici. E quel bikini... lo resi famoso io, senza volerlo. Il mondo impazzì per quella ragazza che ballava scalza, libera.

ANCHE PROVOCANTE...
Provocante? Io ero solo me stessa! Fui tra le prime a mostrare il monokini, il topless. In Francia non scandalizzava, sulle spiagge era normale. Ma in America... oh là là, fu uno choc! La moda degli anni '60 mi calzava a pennello: eccentrica, audace. Andy Warhol mi dipinse, come Marilyn e Jackie. Ero un'icona pop, senza saperlo.

MI PARLI DI ROGER VADIM…
A sedici anni, durante quel provino. Roger aveva 22 anni, affascinante e visionario con quello sguardo che ti trapassava l’anima. Fu un colpo di fulmine immediato, un fuoco che divampò all’istante. Mi guardò e io mi persi. Da quel momento, non ci fu più nulla: solo lui. Ci innamorammo follemente. I miei genitori si opposero con tutte le forze, arrivai persino a un gesto disperato per averlo... Lo sposai nel 1952 quando compii diciotto anni, vivemmo anni intensi. Lui mi lanciò con E Dio creò la donna, mi rese stella. Roger fu il mio primo grande amore, colui che mi scoprì, mi lanciò, mi rese donna e stella. Senza di lui, forse non ci sarebbe stata nessuna BB.

MA L'AMORE BRUCIA IN FRETTA, SI SEPARA E INIZIA UNA RELAZIONE CON JEAN-LOUIS TRINTIGNANT…
Dopo Vadim, nel 1956, incontrai Jean-Louis sul set. Fu passione vera, ma lui partì per il servizio militare... complicato, doloroso. Finì presto.

POI IN SEQUENZA GILBERT BÉCAUD, SACHA DISTEL...
Dopo Trintignant e il divorzio da Roger nel '57 ebbi una storia segreta con Gilbert Bécaud e vivemmo quella relazione di nascosto per non scandalizzare. Gilbert era sposato, padre di famiglia, con un'immagine pubblica impeccabile, quella del bravo ragazzo energico e familiare. Io ero già famosa, i paparazzi mi inseguivano ovunque. È stata una passione folle, breve, intensa... ma complicata. Io soffrivo aspettando una sua telefonata e finì presto, come tante mie storie. Ma quel fuoco, quel nascondersi, faceva parte del brivido.

E CON SACHA DISTEL?
Ci incontrammo alla sua festa di compleanno, e da lì fu un'esplosione. I paparazzi ci inseguivano ovunque, ci fotografavano sulla moto, in spiaggia, in macchina. Eravamo giovani, belli, liberi: io a piedi nudi, lui con la chitarra. La nostra storia inondò i giornali, i tabloid, il mondo intero! Fu una pubblicità enorme per lui: diventò famoso, lanciò "Scoubidou", cantammo insieme "Sidonie"... A volte incoraggiavamo persino l'attenzione della stampa. Era il brivido della fama, del sole, dell'amore sotto gli occhi di tutti. Nessun segreto: solo passione aperta, joie de vivre. Durò poco, fino al '59, ma che estate indimenticabile!

NEL 1959 SI SPOSA DI NUOVO…
Sul set di “Babette va alla guerra” conobbi Jacques Charrier. Ci sposammo nel '59, nacque Nicolas nel '60. L'unico figlio... lo rifiutai inizialmente, lo affidai a una nutrice. Rapporto difficile, sa? I paparazzi ci assediavano, mi spinsero al limite: tentativi di suicidio. Divorziai nel '62.

COME MAI AFFIDÒ SUO FIGLIO AD UNA NUTRICE?
Mon cher, è una domanda che mi perseguita da una vita... Nicolas nacque l'11 gennaio 1960, in casa, per sfuggire ai cronisti che ci assediavano come avvoltoi. La gravidanza fu un incubo: non la volevo, tentai di tutto per interromperla, ma era illegale. Mi sentivo imprigionata, il mio corpo non era più mio. Lo vissi come un tumore che mi divorava. Dopo il parto, caddi in una depressione nera, tentai persino il suicidio. Non ero pronta per essere madre. Non lo sono mai stata. Mi dicevo: "Non sono abbastanza adulta, ho bisogno io di cure, non posso darne." Rifiutai di allattarlo, non volevo quel ruolo di madre che mi avrebbe deformata, cambiato per sempre l'immagine che il mondo aveva di me. Quando lo prendevo in braccio lui piangeva... lo sentivo respingermi. Così, subito, lo affidai a una nutrice, poi alla famiglia di Jacques. Al divorzio rinunciai alla custodia: pensavo che con me non avrebbe avuto un'infanzia equilibrata, in quel caos di flash e scandali. Ero io la bambina, sradicata, persa. Lui meritava radici che non potevo dargli. Anni dopo, Nicolas mi ha fatto causa per quelle parole crude nei miei libri... Ma alla fine ci siamo riconciliati, piano. Ci vediamo una volta l'anno, parliamo. Lo amo a modo mio, speciale. Ma quel dolore iniziale... ha segnato entrambi.

NEL 1966 UN ALTRO MATRIMONIO…
Con Gunter Sachs, milionario tedesco, lui era un vero playboy. Gunter era un uomo straordinario, mon cher. Era nato nel 1932, erede di una fortuna immensa: bisnipote di Adam Opel, il fondatore della Opel. Ricchissimo playboy, sportivo – campione di bob, sciatore, tennista, collezionista d'arte, fotografo, regista di documentari. Un vero jet-setter degli anni '60, frequentava St. Moritz e Saint-Tropez. Lo conobbi nell'estate del 1966. Per conquistarmi, fece lanciare centinaia di rose rosse dal suo elicottero sul tetto della Madrague! Un gesto folle, romantico, da favola. Ci sposammo poche settimane dopo, il 14 luglio a Las Vegas. Fu il mio terzo marito. Lui era generoso, affascinante, viveva la vita al massimo: yacht, aerei, feste con Warhol, Dalí... Commissionò persino ritratti di me ad Andy Warhol! Dopo di me, sposò Mirja Larsson, una modella svedese, e ebbe altri figli. Si tolse la vita nel 2011, a 78 anni, a Gstaad, per una malattia incurabile. Un uomo che ha vissuto come un re, senza rimpianti. Il nostro legame durò tre anni.

I GIORNALI DI GOSSIP AL TEMPO LA RITRAGGONO CON ALTRI PLAYBOY FAMOSI TIPO SERGE GAINSBOURG…
Ah, Serge... quello fu un amore diverso, un incendio dell'anima. Era l'inverno del 1967, ero sposata con Gunter, ma il matrimonio vacillava. Conobbi Serge in un programma TV. Lui, geniale, provocatore, con quella faccia da poeta maledetto; io, in cerca di qualcosa oltre la superficie. Gli chiesi di scrivermi la più bella canzone d'amore del mondo. E lui, in una notte, scrisse “Je t'aime... moi non plus.” Da lì esplose la passione: tre mesi intensi, clandestini, perché ero sposata. Ci vedevamo di nascosto a Parigi, notti folli. Registrammo “Je t'aime” in uno studio, una sessione torrida, con sospiri e gemiti veri, il tecnico del suono diceva che era "audio vérité"! Ma quando mio marito Gunter lo seppe, si infuriò. Allora andai da Serge e lo implorai: "Serge, non pubblicarla, salva il mio matrimonio". Lui accettò, a malincuore. La versione uscì anni dopo con Jane Birkin. Serge mi capiva come pochi, eravamo due ribelli. Rimase un amico, mi dedicò l'album Initials B.B.. Nessun rancore, solo bellezza. Poi incontrai Gigi Rizzi, vissi per un po’ a Roma, fino al mio quarto matrimonio nel '92 con Bernard d'Ormale, il più duraturo.

CHE COS'È STATO PER LEI L'AMORE?
BB si appoggia allo schienale della poltrona, fissa per un momento il mare oltre la finestra, poi mi guarda con quegli occhi che hanno fatto impazzire il mondo. Un sorriso malinconico, quasi birichino, le sfiora le labbra.
L'amore... Ah, mon cher, l'amore per me è sempre stato una tempesta, un fuoco che brucia tutto. Quando amo, amo senza calcolare, mi do interamente. E ogni volta, è il grande amore della mia vita. È passione assoluta, istinto puro, qualcosa di innato che mi ha guidata per giorni e notti intere. Non vale niente se non è travolgente. Ho amato uomini con una follia che mi consumava, come con Jean-Louis o Sami... erano i più profondi. Ma sa, alla fine, gli uomini mi hanno delusa, tradita, o forse sono io che bruciavo troppo in fretta. Facevo la valigia quando la passione svaniva. L'amore umano è complicato, fragile. Poi ho scoperto l'amore vero, quello disinteressato, fedele, totale: quello degli animali. Loro non tradiscono mai, danno tutto senza chiedere niente. È un amore puro, senza frontiere, senza fine. Quello sì che mi ha salvata, che mi ha dato ragione di vivere e lottare.

A 40 ANNI SI RITIRA DALLE SCENE E POSA PER PLAYBOY…
Nel '74, prima dei 40, dissi basta: oltre 50 film, album... Posai nuda per Playboy italiano. Volevo libertà, non più luci della ribalta.

VEGETARIANA E DIFENSORE DEI DIRITTI DEGLI ANIMALI...
Dal '62 denunciai i maltrattamenti agli animali, divenni vegetariana. Nel '86 fondai la Fondazione, vendendo i miei gioielli per finanziarla. Lottai contro macelli, la caccia, il consumo di carne di cavallo. Sostenni Sea Shepherd: una nave porta il mio nome. Gli animali sono diventati la mia vera famiglia.

IL POLITICA ERA DI DESTRA, VERO?
Sempre di destra, votai de Gaulle negli anni '60. Mio marito Bernard era vicino al Fronte Nazionale, io no, anche se mi accusavano di tutto: fascista, razzista... Ho le mie idee, franche, ma non estremiste. Nel 2017 sostenni Marine Le Pen contro Macron, la chiamai "Giovanna d'Arco moderna".

L'intervista si conclude mentre il crepuscolo tinge il cielo di rosa, Brigitte si alza con grazia, accarezza l'ennesimo cane che le si struscia contro le gambe. La donna che mi saluta sulla soglia è serena, affrancata dalle catene della fama e delle passioni umane. Ha scelto la libertà vera, quella dell'amore incondizionato verso le creature più innocenti.

È una donna che si affranca: libera, indomita, con lo sguardo fiero di chi ha vissuto intensamente, amato senza freni, sbagliato senza rimpianti. Ha lasciato il cinema per gli animali, la fama per la pace, ma il suo spirito ribelle illumina ancora il mondo.
Il suo sguardo, ancora luminoso, dice addio al mondo con pace. BB, eterna ribelle, ha trovato finalmente il suo porto. Addio, BB. Sei eterna.
Brigitte Bardot muore il 28 dicembre 2025, all'età di 91 anni.





 
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L'articolo è a cura di Adamo Bencivenga








 
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