Adamo mi parli di Via del
Campo di Fabrizio De André?
Per conoscere bene la
canzone occorre fare una premessa, Via del Campo è una strada
lastricata che si trova nel centro storico di Genova, la città
di origine del grande Fabrizio. Fa parte di quella sorta di
enclave che caratterizza la parte antica della città. De André
in gioventù spesso percorreva quella strada per recarsi in un
negozio di dischi molto frequentato al tempo dai giovani del
posto.
Perché Fabrizio De André dedica una
canzone proprio a questa strada?
Sicuramente ne
rimane colpito visto che la strada incrocia i famosi caruggi, un
dedalo di vicoli stretti che si dipanano nel centro storico da
Sottoripa. Ebbene fino al 1958, prima che entrasse in vigore la
Legge Merlin, nei caruggi genovesi avevano sede le più popolari
e frequentate case di tolleranza che spesso mutuavano il nome
dal luogo in cui erano ubicate.
Ah capisco…
Oggi ha perso il suo antico fascino peccaminoso, ma al
tempo era una zona malfamata e degradata, popolata da una
“fauna” umana di reietti e sfortunati dedita al contrabbando,
alla prostituzione e ad attività illegali.
Per
questo motivo ne era rimasto colpito?
Fabrizio è
sicuramente uno tra i cantautori più amati dal pubblico e uno
dei più raffinati. Il suo stile di scrittura lo rende più vicino
alla figura del cantastorie e di frequente ha cantato i diversi
e gli emarginati innalzandoli a protagonisti delle sue canzoni
in quanto più vicini alla purezza, perché al di fuori
dall'ipocrisia e dalle regole del buon costume.
Veniamo al brano?
Sicuramente Via del Campo è
senz’altro una delle canzoni più note e amate del cantautore
genovese. Il testo è di Fabrizio De André e la canzone è stata
pubblicata nel 1967 nell'album Volume I. Per quanto riguarda la
musica ci sono delle discordanze. In effetti la musica proviene
dal brano di Enzo Jannacci “Mia morosa la va alla fonte” del
1965. De André rimase molto colpito da quel brano, ma ha sempre
sostenuto che la melodia di Via del Campo risalisse ad una
ballata del XV secolo riscoperta da Dario Fo.
Finita qui la querelle?
Assolutamente no, sono
andati avanti per un po’ con minacce di battaglie legali e
quant’altro poi però, da gran signori, risolsero la questione
con un abbraccio e una firma: testo Fabrizio De André, musica
Enzo Jannacci.
Di cosa tratta la canzone?
In Via del Campo De André racconta con delle autentiche
pennellate di autore la storia di tre prostitute, che
paradossalmente, invece di essere espressioni del vizio, della
perdizione e della volgarità, vengono presentate come se fossero
angeli, graziose bambine innocenti che si innalzano fino in
paradiso dal pattume in cui vivono, anzi è proprio quel pattume che le rende
angeliche. Tanto che un uomo, o meglio un cliente, forse
scambiando la tenerezza di quei fugaci incontri clandestini per
amore, chiede invano ad una di loro di sposarlo. Il contrasto è
espresso con infinita poesia e delicatezza.
Come
inizia la storia?
“Via del campo c'è una
graziosa, gli occhi grandi color di foglia, tutta notte sta
sulla soglia, vende a tutti la stessa rosa…” Vedi? Descrive
la prostituta con parole nobili, i termini usati richiamano il
candore e la purezza. In un certo senso la sublima tanto che lei
non vende il suo corpo materialisticamente, ma dona ai clienti
la parte più preziosa e delicata di sé stessa, ovvero la rosa.
“Via del campo c'è una bambina, con le labbra color
rugiada, gli occhi grigi come la strada, nascon fiori dove
cammina…” Continua con le sue metafore, garbate e leggere,
idealizza la bellezza e quasi la beatifica dandole una speranza:
la bambina fa nascere i fiori dove cammina, proprio perché ha
ancora un futuro.
“Via del campo c'è una puttana, gli
occhi grandi color di foglia, se di amarla ti vien la voglia,
basta prenderla per la mano…” Ed ecco il contrasto,
accanto alla bambina, alla graziosa, c’è una prostituta di
professione, rappresenta il presente disponibile, facile da
amare (se di amarla ti vien la voglia, basta prenderla per la
mano) e costretta dalla vita a non negarsi a nessuno.
E poi?
“E
ti sembra di andare lontano, lei ti guarda con un sorriso, non
credevi che il paradiso, fosse solo lì al primo piano…”
Ribadisce il concetto della semplicità e della facilità e come
spesso gli capita ribadisce il concetto del contrasto tra il
posto degradato e il paradiso… fino a divinizzare l’amore
mercenario.
“Via del campo ci va un illuso, a pregarla
di maritare, a vederla salir le scale, fino a quando il balcone
è chiuso…” L’illuso non si adegua a quella realtà, l’illuso
non vive in quei posti e non assorbe quella cultura. L’illuso è
uno che invano cerca di cambiare la natura di quella persona,
della prostituta addirittura sposarla e per questo trova il
balcone chiuso.
Come finisce?
“Ama e ridi se amor risponde, piangi
forte se non ti sente, dai diamanti non nasce niente, dal letame
nascono i fiori…” I diamanti sono il simbolo della
ricchezza, dei valori errati che questa società assegna e quindi
non potrà mai nascere nulla o quanto meno non tutto ciò che è
bello vale qualcosa e di contro simbolicamente, seguendo i suoi
contrasti, ci parla del letame da cui nascono i fiori e quindi
solo dalla miseria e dalle sofferenze della vita, potrà nascere
qualcosa di migliore.
E se i diamanti fossero i
ricchi e il letame i poveri
Sarebbe più banalizzato
come concetto,
ma fortemente significativo: da una parte non nasce niente, c’è
vuoto ed insensatezza, dall’altra invece i fiori, ovvero gli
stessi poveri, pieni di umanità e passione, cui la giovane
prostituta appartiene.
Al di là di tutto ci vuole
coraggio a descrivere, anche se in forma poetica, un cliente che
cerca una prostituta…
Beh tieni conto che la canzone
è scritta in giovane età dall’autore per cui, in quella bellezza
di vite indisciplinate, di letame, di vino e di fumo, diventa
una specie di "Educazione sentimentale" che dà forma e corpo a
fantasie proibite fino a scoprire che la graziosa dagli occhi
grandi di foglia dona la sua rosa ed il paradiso è a portata di
mano, addirittura sopra una rampa di scale. Comunque hai ragione
ci vuole coraggio, ma De Andre’ descrive la scena in maniera
così naturale che non sembra affatto che il cliente, passando in
rassegna le signorine, faccia qualcosa di sbagliato o si senta
in colpa nel frequentare questa fauna.
Conclusioni?
Via del campo si può definire una
preghiera verso la religione dell'umanità, una poesia contro
l'ipocrisia che ci circonda. Unisce sensibilità, poesia e
semplicità, come poche altre canzoni sono riuscite a fare. Tieni
conto che mai per De André la prostituta è veramente colpevole;
e in questo caso non si intravvede alcuna condanna del cliente
ovvero di chi si approfitta di questa situazione. Descrive il
gesto in maniera poetica “prendendola per la mano” ma non c’è
condanna come invece accade nel brano “La Città Vecchia” quando
il "vecchio professore", ovvero il cliente, definisce la
prostituta "pubblica moglie" di giorno, ma cercandola
spasmodicamente di notte. Ma questa è tutt’altra canzone…
Su Youtube ci sono varie versioni...
Beh io preferisco questa dal vivo:
https://www.youtube.com/watch?v=n6SGXVdtE-U
https://www.youtube.com/watch?v=n6SGXVdtE-U



Il testo di Via del
campo
Via del Campo c'è una graziosa
gli occhi
grandi color di foglia
tutta notte sta sulla soglia
vende a tutti la stessa rosa.
Via del Campo c'è una
bambina
con le labbra color rugiada
gli occhi grigi come
la strada
nascon fiori dove cammina.
Via del Campo
c'è una puttana
gli occhi grandi color di foglia
se di
amarla ti vien la voglia
basta prenderla per la mano
e ti sembra di andar lontano
lei ti guarda con un
sorriso
non credevi che il paradiso
fosse solo lì al
primo piano.
Via del Campo ci va un illuso
a
pregarla di maritare
a vederla salir le scale
fino a
quando il balcone ha chiuso.
Ama e ridi se amor risponde
piangi forte se non ti sente
dai diamanti non nasce
niente
dal letame nascono i fior
dai diamanti non nasce
niente
dal letame nascono i fior.

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