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GIALLO PASSIONE



Ossessione
Il film scandalo di Luchino Visconti








Il fascismo ordinò la distruzione completa di tutte le copie, ma il regista riuscì a tenere nascosto un negativo fino alla fine della guerra, da cui deriveranno le copie attualmente esistenti








 

 

Adamo mi parli di Ossessione?
Ossessione è un film del 1943 diretto da Luchino Visconti, liberamente ispirato al romanzo “Il postino suona sempre due volte” dello statunitense James M. Cain.

Come mai è famoso?
È considerato il film che segna la nascita del filone neorealista del cinema italiano sia per l'ambientazione sia per la forza espressiva e la carnalità delle scene passionali tra Girotti e la Calamai. Pensa che il ruolo della protagonista, in un primo momento, fu assegnato ad Anna Magnani, ma l'attrice dovette rinunciare a causa del suo stato di gravidanza.

Come mai Visconti decide di fare un film su una storia già conosciuta?
Al tempo Visconti lavorava in Francia ed ebbe l'opportunità di leggere una traduzione francese del libro “Il postino suona sempre due volte”. Si innamorò della storia tanto che tornato in Italia scrisse di getto un adattamento cinematografico del libro.

Siamo ancora in pieno Fascismo…
Alla fine. Il film fu girato fra l'estate e l'autunno del 1942 e, una volta ultimato, venne presentato a Roma in anteprima nella primavera del 1943. Le autorità, rendendosi conto che il film non attaccava direttamente il regime, ne autorizzarono la distribuzione. Benito Mussolini a proposito del film disse: “Date senz’altro il via ad Ossessione del Visconti. Si tratta di un’opera nuova che ha un significato. Qualcuno, forse, protesterà. Ma non importa”.

Quindi si era reso conto che era un film diverso dal solito…
Eh già, infatti dopo alcune proiezioni a Milano e dopo il giudizio del figlio, Vittorio Mussolini, il quale dichiarò: “Ossessione? Questa non è l’Italia!” Venne tolto dalla circolazione anche a seguito delle reazioni scandalizzate delle autorità locali e della Chiesa. Da qui il divieto assoluto e la distruzione di tutte le copie da parte dal regime fascista di Salò.

Problemi seri…
Non pochi direi, ma Visconti riuscì a tenere nascosta una copia del negativo fino alla fine della guerra, da cui deriveranno le copie attualmente esistenti.

Parlami dei protagonisti…
Lei è Clara Calamai all’epoca trentatreenne per cui vuol dire con fattezze di donna matura, lui è Massimo Girotti, giovane, aveva 24 anni, scelto da Visconti per il fisico prestante, tieni conto che era stato un campione sportivo in diverse discipline.

Di che parla il film?
Dicevo la storia ricalca “Il postino suona sempre due volte”. Parla di un disoccupato, tale Gino Costa, senza arte né parte, il quale sa fare un po' di tutto, ma non ha una fissa dimora e non possiede denaro sufficiente neanche a pagarsi un pasto in trattoria. Comunque con il suo camion si ferma presso una locanda per viaggiatori nella bassa padana lungo il Po. In silenzio si avvia verso la taverna. All'interno, supera il bancone ed entra direttamente nella cucina; una voce di donna che canta lo attrae come un canto di sirene.

Interessante!
Giovanna è annunciata dalle sue gambe! Tieni conto che il marito di Giovanna è grasso e vecchio e lei alla vista del giovane non può non fare paragoni. Lui ha l’aspetto di un poveraccio, ma la passione non guarda a queste cose. Ben presto, tra i due, s'instaura un gioco di sguardi, cui fa seguito, alla prima occasione, senza il marito in casa, il rapporto sessuale.

Quindi diventano amanti…
Giovanna è moglie dell'ignaro Giuseppe, proprietario dello spaccio, il quale non sospetta nulla ed anzi offre a Gino una sistemazione. Gino però non sopporta questa situazione, propone allora alla donna di fuggire con lui. Giovanna rifiuta e lui parte da solo per Ancona perché spera di imbarcarsi e di lasciarsi alle spalle la storia appena conclusa. Durante il viaggio fa amicizia con un girovago detto lo Spagnolo, che gli propone di unirsi a lui.

Poi?
Arrivato ad Ancona non si imbarca più, ma trova un nuovo lavoro alla Fiera di maggio. Durante i giorni di fiera, Gino incontra però ancora Giovanna e il marito. I due ex amanti immediatamente ristabiliscono il loro legame e questa volta decidono di uccidere il marito di Giovanna, Giuseppe, simulando un incidente stradale.

Ci riescono?
Sì, Giuseppe muore, ma l'incidente insospettisce la polizia. Dopo il delitto la storia tra i due amanti diventa tesa. Giovanna riscuote l'assicurazione sulla vita del marito e riapre insieme a Gino la trattoria. Gino, schiacciato dal rimorso e credendosi strumentalizzato per interesse, la lascia e parte per Ferrara dove fa amicizia con Anita, una prostituta dolce e comprensiva. Rivede quindi nuovamente Giovanna, lei gli comunica di essere incinta; i due amanti cercano allora di fuggire, ma la macchina finisce fuori strada, Giovanna muore e Gino viene arrestato dalla polizia.

Beh poi non è molto simile al romanzo di Cain..
Quel romanzo serve a Visconti più che altro come un canovaccio, ma ripeto l’importanza del film è nel fatto che il regista si distacca sia dai paesaggi lussuosi e gli eroi sorridenti del cinema dei telefoni bianchi e sia dalla retorica trionfalistica dei film storici entrando dalla porta principale del Neorealismo Italiano.

Cinema crudo, ma anche trasgressivo…
Per la prima volta il corpo di un uomo diviene elemento sensuale e oggetto del desiderio dello sguardo di una donna. L'abbigliamento di Gino ne enfatizza la caratterizzazione sensuale: spesso viene mostrato con una canottiera attillata e molto scollata e il suo corpo è spesso oggetto degli sguardi espliciti dei personaggi femminili (in particolare di Giovanna, ma anche di Anita) e talvolta anche dei personaggi maschili (è il caso dell’amico di Gino, lo spagnolo).

Cioè?
Ad un certo punto Gino e lo spagnolo si ritrovano a condividere lo stesso letto. Prima di coricarsi lo spagnolo cerca di convincere Gino a scordare Giovanna, proponendogli di rimanere con lui. Una volta a letto lo spagnolo, dopo aver spento la luce, accende un fiammifero per accendersi una sigaretta, ma prima di spegnerlo se ne serve per osservare il corpo di Gino.

Immagino che la scena non fu tollerata dal fascismo…
Non a caso, questa fu una delle prime inquadrature a essere tagliate dalla censura. Tieni conto che Visconti era omosessuale per cui in un’Italia pervasa dalla cultura fascista dove sia l'adulterio che l'omosessualità erano banditi, fare un film dove entrambi i temi apparivano era un gesto fortemente trasgressivo e controcorrente rispetto ai canoni dell'epoca.

Torniamo all’analisi dei personaggi?
Giovanna teme il passaggio degli anni, non vuole invecchiare e vuole che Gino resti accanto a lei per sempre, che la ami per sempre. Per cui decidono insieme il delitto con una differenza però: dopo l'assassinio Gino prova rimorso, Giovanna no. Lei non vuole rinunciare alla roba ovvero al benessere garantito dalla sua locanda, in fin dei conti aveva sposato il vecchio per mero opportunismo. Gino invece vuole abbandonare la trattoria che vede ormai come luogo maledetto, Giovanna invece no.

Conclusioni?
E’ senz’altro un film che crea inquietudini. La scabrosità del tema, la carnalità della relazione tra i due amanti e la descrizione fredda e pessimistica di un mondo squallido e senza speranza, suscitano molte perplessità. Ma soprattutto la vicenda trattata esclusivamente all’interno dei due amanti e quindi senza giudizi morali, tanto che nella fuga i due non trovano alcun ostacolo e la storia si risolve nell’ambito della coppia senza interventi esterni.

Messa così non mi sembra un film contro il regime…
Non ci sono riferimenti diretti, nel film non si allude mai al regime, né alcun indizio ci informa che la guerra è in atto, ma la figura del marito di Giovanna è in qualche modo il simbolo del fascismo. È quel che si dice un brav'uomo e i tratti ripugnanti che giustificano la sua uccisione: l'egoismo, il maschilismo, il paternalismo, il razzismo sono le caratteristiche tipiche dell'uomo medio, il fondamento e l'eredità del ventennio.



















Titolo originale Ossessione
Paese di produzione Italia
Anno 1943
Durata 135 min
Colore B/N
Audio sonoro
Genere drammatico
Regia Luchino Visconti
Soggetto James M. Cain (non accreditato)
Sceneggiatura Luchino Visconti, Mario Alicata, Giuseppe De Santis, Gianni Puccini, Alberto Moravia (non accreditato), Antonio Pietrangeli (non accreditato)
Casa di produzione Industrie Cinematografiche Italiane S.A.
Distribuzione (Italia) I.C.I. (1943)
Fotografia Aldo Tonti e Domenico Scala
Montaggio Mario Serandrei
Musiche Giuseppe Rosati
Scenografia Gino Franzi
Costumi Maria De Matteis
Interpreti e personaggi
Clara Calamai: Giovanna Bragana
Massimo Girotti: Gino Costa
Dhia Cristiani: Anita
Elio Marcuzzo: Lo spagnolo
Vittorio Duse: L'agente di polizia
Michele Riccardini: Don Remigio
Juan de Landa: Giuseppe Bragana
Michele Sakara: Il bambino













 


 

 
 
 



L'INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
E' STATA REALIZZATA
 GRAZIE A:

http://www.cineclub.it/cineclubnews/cn0302-g.htm
http://www.kore.it/CAFFE/rosselli/ossessione.htm
https://it.wikipedia.org/wiki/Ossessione_(film_1943)
http://laboratoriodicriticadarteletteratur.blogspot.it/2010/03/ossessione-di-luchino-visconti.html



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