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RACCONTI
 
 

Adamo Bencivenga
Vita provvisoria di un bancario permanente 2

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Ovvero l’amore eterno dura al massimo tre mesi
(Autobiografia non ufficiale)
FRASI, MODI DI DIRE, CITAZIONI, AFORISMI PRESI DALLA RETE.
SI RINGRAZIANO TUTTI GLI AUTORI COMPRESO IL SOTTOSCRITTO




PRIMO GIORNO DI LAVORO

E’ risaputo che se il tuo nemico te lo ha messo in quel posto, non devi agitarti, altrimenti farai solo il suo gioco... Per cui nella seconda parte della mia autobiografia cercherò di entrare nel vivo del racconto e soprattutto nel mio rapporto con le donne, anche se credo che a questo punto sia doveroso fare una premessa (che non fa mai male)… vale a dire presentarmi. Chi sono? Che lavoro faccio?
Al grido di “Mi spezzo, ma non m'impiego!” Mi sono sempre definito un bancario permanente provvisorio. Al tempo non c’erano i Black Block che accendevano mutui con una molotov, ma ieri come oggi c’era una crisi finanziaria spaventosa tanto che due ladri rapinando una banca ne uscirono indebitati di 2.000 milioni di vecchie lire.

Diciamo che al tempo non c'era più traccia del 68 e il 77 era ormai lontano. Così preferivo farmela a piedi.
Erano gli anni 80, quasi 90, esatto c’erano le Lire, e il primo novembre era "Tutti i santi", e non Halloween, le ricerche si facevano in biblioteca, mica su Google! Si andava in cabina a telefonare e i messaggini si scrivevano sui pezzettini di carta. Esisteva il mangianastri ed era un classico riavvolgere il nastro delle cassette con la penna. Giocavamo a frutti, fiori e cose e la città italiana con la D era sempre e solo Domodossola, per cambiare canale in tv dovevamo alzarci dalla sedia, ma per fortuna i canali erano solo due e poi tre!

Così decisi di lavorare in banca…

Tutto iniziò in un mese di giugno e come prima cosa capii che il crack Ambrosiano non era una droga sintetica milanese. Quell’estate a Roma faceva così caldo che anziché di un ventilatore (non esistevano ancora i condizionatori) aveva bisogno di rosmarino.
Quando mi presentai per il mio primo giorno di lavoro. Il direttore mi disse: “Benvenuto nella nostra grande famiglia!” Solo successivamente capii il vero significato di quella frase osservando attentamente le varie relazioni tra colleghi e colleghe più o meno segrete nelle segrete stanze dopo l’orario di ufficio.
Lui iniziò a parlare di se stesso lodandosi oltre il dovuto e dicendomi che si era fatto tutto da solo (direi abbastanza male visti i peli nelle orecchie, la forfora sulla calvizie incipiente e un arcipelago di nei sparsi disordinatamente sulla sua cartina geografica facciale a forma di sedere).
Mi annunciò con enfasi che mi avrebbe assegnato un attività di recupero credito ed io tra me e me dissi: “Cominciamo bene, se già il primo giorno devo recuperare credito!”

Osservando i miei colleghi dedussi che il cervello era un organo eccezionale: “Comincia a lavorare dal momento in cui ti svegli la mattina e non smette fino a quando entri in ufficio.”
Per fortuna, leggendo Quattroruote, verificai che la mia autostima era alle stelle e quindi venni collocato in una stanza al sotterraneo, ma in fondo il lavoro non era male, e in superficie ancora meglio.
Comunque ero strafelice quando, seduto alla scrivania, mi veniva in mente che l'unica differenza tra me e Clinton è che io, sotto, non avevo nessuno! Riemergevo due volte al giorno per le pause caffè, ma ripeto non mi potevo lamentare nel senso che non mi potevo lamentare visto la rigidità della gestione delle risorse umane ed anche di quelle inumane, compreso Speedy, il topo gay. Innamorato dal mio mouse veniva a trovarmi puntuale ogni sera dopo le cinque.

A lungo andare facemmo amicizia e lui mi ascoltava quando al telefono conversavo amabilmente con le clienti cercando finanziariamente di salvaguardare i loro bisogni.
Approfittando del mio lavoro uscii con molte signore di una certa età ed anche incerta nel senso che si nascondevano gli anni, ma chi cerca trova per cui mi ritrovai in selve oscure ove stretta la foglia larga la via….. sul divano della mia sala da pranzo recuperavo stima, credito e prestigio.
Insomma mi portavo il lavoro a casa…

Passarono 12 mesi finché uno si fermò... Il mio lavoro consisteva in una specie di telelavoro nel senso che i colleghi più anziani scaricavano sulla mia scrivania montagne di pratiche ed io timido timido rispondevo ogni volta: “Tranquillo, te le lavoro io!”

La mia prima iella era stata quella di essere assunto a Giugno, quindi passò quasi un anno prima di festeggiare la Festa del lavoro. Mi sono sempre chiesto perché in Italia vista la disoccupazione si festeggiasse il Primo Maggio e non il 15 agosto Festa dell’Assunzione.




OGNI MATTINA ANDAVO IN UFFICIO…

La mattina era un dramma svegliarmi e puntualmente pensavo: “Al mondo ci sono sette sosia e mai che uno di questi la mattina si sveglia, e va a lavorare al posto mio.”

Per raggiungere l’ufficio prendevo la metro ma ugualmente non riuscivo a misurare la distanza per cui preferivo fare quattro passi a piedi. Mi sono sempre chiesto perché occorre specificare “a piedi…” Sinceramente non riesco a immaginare passi non a piedi…

Già al tempo a Roma non si trovava parcheggio nel senso che non c’erano proprio! Ma poi anche se avessi voluto non avrei avuto altra scelta, visto che il mezzo privato mi era stato privato per intero da un Montenegrino ubriaco, il quale aveva pensato bene di sottrarmi, sotto casa, durante la notte, la mia Fiat Panda stanziale in cattività… E quindi mi limitavo a seguire la folla impazzita (mi scuso per la ripetizione) di travet che ogni mattina tentava di leggere il giornale ormai spiegazzato sorreggendosi agli appositi sostegni.

Comunque non sarei mai potuto cadere visto che nel mezzo eravamo stretti come sardine (che parlavano un dialetto tra il catalano e l’incomprensibile). A proposito, io al tempo avevo una gatta che si chiamava Alice (unico esemplare di gatto parlante), naturalmente mangiava sarde e quando andava (veniva?) in calore guardava gli altri gatti che guardavano il sole. Una vera e propria tragedia: il tetto della mia man-sarda cominciava a scottare…

Alla fermata del Circo Massimo lasciavo sempre qualche spicciolo ai due clown acrobat-ici (Reader e Writer). Un po’ come i Carabinieri, sempre in coppia, uno sapeva leggere e l’altro scrivere… e passando sopra la testa degli im-piegati carponi che a torto ritenevo dritti, ma a ragione attendevano con estremo desiderio il con-voglio successivo.

Il mio ufficio era ancora distante per cui in superficie attendevo pazientemente l’autobus. Alle volte anche delle intere mezze ore ignorando i metodi ultra sicuri per far arrivare l’autobus più velocemente. Vale a dire:
Accendere una sigaretta.
Allontanarsi rapidamente dalla fermata.
Prendere un taxi.

Intanto respiravo a pieni polmoni quell’aria inquinata chiedendomi come mai non costruissero le città in campagna dove l’aria sarebbe stata di sicuro più salubre.




PIAZZA ALBANIA

Arrivato in Piazza Albania prima di entrare, ogni mattina ammiravo la statua equestre di Scandenberg. L’eroe albanese era contento quanto me di avere un posto fisso, come del resto il poliziotto della mobile (contento lo stesso perché in fondo il lavoro mobilita l’uomo e fa l’occasione ladro. Oddio mi sto confondendo. Dicevamo? Ah sì, che vista la situazione dei mezzi pubblici molti andavano a lavorare in macchina.

Il guardiamacchine abusivo, nel senso che abusava della nostra pazienza e che in fatto di posti se ne intendeva, parlando perlopiù del meno, mi fece notare che anche il postino, nel suo piccolo, era felice.

Come del resto il benzinaio dell’Ippi’ che mangiava biscotti Hurrà al cioccolato e aveva un Dog chiamato Dylan, un Cat di nome Stevens, un Horse molto trojan e dimenticava i bei tempi ascoltando musica rock e bevendo Wood Stock. Mi sono sempre domandato perché con 84 viene fuori un brandy anche se io per evidente deformazione preferivo aggiungere ing a Stock.

A proposito di calze il padrone della stazione di servizio mi disse che era appunto l’84 per la precisazione il 29 settembre che seduto in un caffè io non pensavo a te, ma lui conobbe la sua futura moglie, una sarda sartina dolce dolce che faceva la vita… ai maglioni, ma in fin dei conti, tutto sommato, era una ragazza che credeva nel suo lavoro e sicuramente dava tutta se stessa.

Dicevamo era l’84 ed erano passati i tempi dei Vitellini di Felloni e lui nel frattempo divenne ovviamente ricco perché insieme ad un’Equipe di esperti iniziò a giocare in borsa. Ma Wall non era solo Street e da buon Huppy preferì Celentano ai Pink Floyd, s’accompagnò con un Horse chiamato Crazy e un Pig detto maglione di lana vergine, fatto dalla sartina, che acquistò direttamente a letto da un norcino musulmano, unico abitante di Norcia disoccupato e Benedetto da Maometto, famoso perché aspettò sulla riva del l’ago inutilmente la montagna, tutto insaponato per poter passare attraverso la cruna, ma del resto non essendo cattolico non poteva aspettare San Daniele Affettato, famoso quanto il suo collega Giovanni Decollato, anche lui non originario di Parma, ma protettore dei piloti.

Dopo aver salutato il benzinaio e la guardia giurata (ma io non ho mai avuto dubbi che fosse una guardia), entravo in banca senza passamontagna. Una volta vidi un rapinatore tentare una rapina… vistosi circondato dalle forze dell'ordine si mise a sparare alla cieca. Ma dico io! Ma che c’entrava quella poveretta???

Comunque è risaputo che in ufficio il pettegolezzo viaggia alla velocità della noia. Il problema del gossip in genere è che ti spacciano notizie segrete che sono sulla bocca di tutti e tra l’altro sono assolutamente vere. Non a caso Giulio Andreotti ripeteva dire: “A parlare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina.”

Ricordo che in ufficio, durante la pausa del caffè, nessuno contribuiva alla conversazione più degli assenti. E sicuramente essere oggetto di gossip era il segno di popolarità acquisita per cui mi comportavo come quel saggio che andava dicendo: “Non importa quello che fai o come lo fai, i tuoi colleghi parleranno di te comunque.” Parlare bene o parlare male era una discriminante dovuta al tuo grado di simpatia o antipatia.




RELIGIONE

Nelle mie riflessioni mi sono sempre chiesto perché un orgasmo durasse 4 secondi e l’Angelus del Papa almeno mezz’ora! Ma anche per quale ragione la chiesa fosse contraria alla clonazione visto che Dio creò Eva da una costola d’Adamo. E per quale benedetto motivo per la chiesa la pillola del giorno dopo è un aborto? Davvero a questo punto mi sorge il dubbio che la masturbazione sia un suicidio. Ma si sa che Le vie del Signore sono infinite. E' la segnaletica che lascia a desiderare!

Ed a proposito di religione credo che Dio, trovando che Adamo non fosse abbastanza solo, gli diede una compagna. E cambiando totalmente argomento ricordo che il pontiere d’allora era Paolo VI (chissà perché invece i Sisto si sono fermati a cinque!!!) parlava di fame del mondo e Pannella di digiuno. I radicali infatti, sempre coerenti, protestavano contro la fame nel mondo digiunando, come dire combattere per la pace è come fottere per la verginità, e speravo mai avessero manifestato contro la guerra, perché ci saremmo ritrovati sicuramente le bombe in piazza! Comunque non capivo perché tutte le malattie psicopatiche iniziassero per psi e soprattutto pensavo che se Craxi fosse finito sui francobolli, la gente avrebbe sputato sulla parte sbagliata!

“Di questi tempi ci vuole molto ingegno per commettere un peccato originale.” Mi disse Gilberto. “Comunque Gesù per colpa dei nostri peccati è vissuto solo 33 anni. Beh per essere un palestinese non è poco!”



IL COLLEGA GAY

Accanto a me lavorava un collega gay che, non essendoci al tempo una legge sulle coppie di fatto, rimaneva sempre sobrio. Comunque devo dire che con me si è sempre comportato bene, anche se cercava ogni volta di convincermi che la bisessualità raddoppiava istantaneamente le possibilità di un appuntamento il sabato sera! Vestiva in maniera molto eccentrica, ma a me non dava fastidio visto che ero d’accordissimo sul detto che l’abito non fa il monaco, ma dovevo ammettere che fosse vero anche il contrario, per i vestiti infatti preferivo andare dal sarto.

Durante le pause di lavoro mi ripeteva spesso con aria maliziosa: "Non sempre fugge chi volta le spalle". A volte invece cadeva in depressione e se ne usciva con frasi del tipo: “Preferirei essere negro piuttosto che gay, perché se sei negro non lo devi dire a tua madre!” Alle volte invece rideva a crepapelle ricordando quando vide un grande cartello al Congresso Nazionale dell'Associazione Gay: "Ingresso sul retro!"
Ed io mi domandavo: ma se i gay non si riproducono, come mai ce ne sono così tanti?”

A tal proposito Gilberto soleva ripetere: “Tutti gli uomini sono omosessuali in potenza, devono solo saperlo, imbattersi nell'occasione che glielo rivelerà.”
Saggio Gilberto! Ed ogni volta dopo questa chicca di saggezza soleva ripetere il solito aneddoto di quanto, rimasto in casa con un suo amico gay, finì per giocare a nascondino e l’amico disse: “Se mi trovi puoi far l’amore con me; se non mi trovi sono nell'armadio.”

Comunque checchè se ne dica oggigiorno il problema non è l'adozione dei figli da parte di genitori gay, ma l'adozione di un figlio gay da parte di genitori eterosessuali! E’ inutile ribadire quanto io approvi l’unione tra due gay: perché mai loro dovrebbero salvarsi dalla disgrazia di un matrimonio?




LA RAGAZZA DI CUNEO

Visto che nei cassetti anziché i sogni preferivo metterci la biancheria non erano molte le occasioni al tempo. Comunque tra due mali sceglievo sempre quella più giovane e carina iniziai a frequentare una ragazza di Cuneo che abitava nello stesso mio palazzo, una modella bionda alta e donna di mondo (non è politicamente corretto in questi casi usare l’aggettivo).

Alla prima occasione mi resi conto che, se spogliando una donna ti accorgi che ha il reggiseno coordinato alle mutandine, è stata lei a decidere di portarti a letto e non viceversa. Allora capii.

Aveva un modo di parlare molto evocativo, una volta mi disse: “La verginità è come una briciola… Se ti abbassi a raccoglierla, prima o poi un uccello te la porta via.” Aggiungendo subito dopo: “Lo so che il concetto di verginità è superato, ora se fossi un uomo chiederei con chi e quando si è persa la sensibilità!”

Viveva in una mansarda e il lettone enorme ad una piazza era sotto un tetto spiovente, e a parte il rumore della pioggia e della mia gatta perennemente in calore, ci trascorrevo dei bei momenti di sesso umido, nonostante l’acqua cadesse a secchi.

Passammo un buon periodo insieme. E visto che la lingua batte dove il clito-ride, facevamo l’amore così bene che immediatamente dopo anche i vicini fumavano una sigaretta. Ma era vegetariana e mi sono sempre chiesto come facesse ad apprezzare i piaceri della carne.
Lei era molto più puntuale di me, tranne una volta per via di una partita fallata di preservativi che puntualmente, loro sì, si rompevano sul più bello. Comunque avevo scoperto un tipo di profilattico ritardante. Sulla scatola c’era scritto: ritardo assicurato 50 minuti… li acquistavo direttamente al dopolavoro delle Ferrovie dello Stato!
Poi capii che come la vita ha un senso, i preservativi hanno un verso, una specie di cantico molto più prosaico che lei emetteva durante l’amore. Una specie di sibilo tipo nitrito che insieme alla crema alla glicerina che usavamo per altri anfratti veniva fuori una coda di gallo a dir poco esplosivo.

A proposito di canto sentivamo ogni mattina il gallo cantare, e puntualmente lei al buio prendeva una mia scarpa e centrava l’animale. Ora mi spiego perché arrivavo in ufficio a piedi nudi che se fosse stato un parco mi sarei sentito un attore.

Con il senno di poi ripensai alle parole di Gilberto: “Quando due cuori si incontrano vuol dire che c'è confusione in sala operatoria.” E poi: “Ci sono solo due periodi in cui l'uomo e la donna fondamentalmente non si capiscono. Prima del matrimonio e dopo il matrimonio.”




LA POLACCA DI CRACOVIA

Infatti lasciai la dolce cuneese dalla pelle di rhum e cioccolata per una polacca in provincia di Rieti che veniva a Roma con una Vespa, a vendere a porta a porta prodotti per la casa.
Era sposata con un figlio, ma non era un rapporto incestuoso.

Il suo ex marito vendeva fazzoletti ai semafori (raffreddati) e fiori ai ristoranti (innamorati). Sedotto da un prodotto mi sentii pieno di sapere davanti alla mia nuova compagna che in effetti aveva frequentato la facoltà di matematica all’università di Cracovia e ora lavorava come aiuto elettricista nel senso che gridava aiuto ogni qualvolta trafficando con fili e prese provocava un corto circuito.
Comunque la ricordo con piacere, beveva boccali colmi di birra alla spina, era una insaziabile amatrice ed a modo suo se ne intendeva di pancetta affumicata, di energia e di prese, ma visto che era anche passionale e romantica anche di rose gialle e soprattutto di spine.

Mi lasciò senza motivo e ci rimasi male. Ogni giorno mi ripetevo: se ami una persona, lasciala andare. Se torna da te è tua per sempre, se non lo fa non è mai stata tua. Infatti lei non tornò e ricordo che le scrissi così tante lettere che alla fine si innamorò del postino e scoprii un’amara verità, e cioè che tutti gli amori sono come i funghi: si capisce se sono buoni o cattivi solo quando è troppo tardi.

Di lei mi rimase solo un biglietto sgualcito:
80 voglia di te, 70 ne hai per me e 16 che mi ami… 11 sposeremo!!!

Per scrivere tutte quelle lettere mi ero avvalso della sana regola di Rousseau, vale a dire per scrivere una buona lettera d’amore, bisogna iniziare senza sapere che cosa si vuole dire e finire senza sapere che cosa si è scritto.




ALCOOL, FUMO E ROCK&ROLL

Ma dura l’ex, sed l’ex, cercai tuttavia di affogare i problemi nell'alcol, ma non avevo tenuto presente che alcuni di loro sanno nuotare benissimo. Mi impressionai per le quantità che ingerivo e dopo aver letto un elenco infinito di possibili danni che l’alcool poteva recare alla salute, alla fine smisi di leggere.

Mi ripetevo che a volte anche un uomo intelligente è costretto a ubriacarsi per passare il tempo tra gli idioti. “Cogito ergo rhum” avrebbe detto Gilberto! Ed in effetti l’astemio non è che una persona debole che ha ceduto alla tentazione di negarsi un piacere. E visto che in vino veritas, in scarpe Adidas, mi veniva spesso in mente un saggio proverbio tedesco: “Trinken ist nicht die Antwort, aber beim Trinken vergisst man die Frage!” (Bere non è la risposta. Ma bevendo ti dimentichi la domanda). Sono sempre stato convinto che il vino unisce e l’acqua divide e che chi beve solo acqua ha un segreto da nascondere.

Anche se poi a cena con gli amici la mia citazione preferita era: “Nel vino c’è la saggezza, nella birra c’è la forza, nell’acqua ci sono i batteri.” Ebbene sì, l'alcool era davvero un liquido prezioso… conservava tutto...tranne i segreti, ma in compenso ti permetteva di fare battute di spirito e soprattutto è il più efficace trucco per una donna: niente la fa apparire più carina!!!
“Il matrimonio viene dall’amore come l’aceto dal vino.” Disse una sera Gilberto annusando intensamente dentro un calice rosso.
Poi come al solito si lasciava andare alle sue memorabili deduzioni: “Il 33% degli incidenti stradali mortali sono causati dall'abuso d'alcool quindi, è evidente che la maggior parte degli incidenti mortali (il 67%) sono causati da persone che non hanno bevuto. Dunque, è chiaro che la cosa più sicura da fare è guidare ubriachi.
Sempre filosofo il mio amico!

Comunque oltre all’alcool avevo cominciato a fumare e credevo che la sigaretta fosse davvero il tipo perfetto di un piacere perfetto. Era squisita e lasciava insoddisfatti. Che cosa potevo volere di più?
Ogni volta dopo l'amore mi chiedevo cosa facesse la gente, prima che inventassero la sigaretta.
Fumavo tantissimo tanto che Bob Marley mi chiamò chiedendomi una mia foto autografata per farci un poster! Dopo quella telefonata mi resi conto che stavo davvero esagerando e cercai di smettere, per prima cosa provai con le caramelle ma ahimè non si accendevano, poi provai a vendere gli accendini ai semafori, ma non riuscii mai a trovare un semaforo col vizio del fumo.

Di quel periodo oscuro mi rimase una piacevole convinzione: dai fumatori si può imparare la tolleranza. Mai un fumatore si è lamentato di un non fumatore!




INNAMORARSI

Le continue convivenze mi lasciarono un velo di rimpianto, ossia: il sesso orale era più interessante di quello scritto, e soprattutto una granitica convinzione: parlavo di notte! Fu davvero un trauma anche se la notizia più sconvolgente fu sapere che citavo nel sonno esattamente frasi sparse senza senso.
Rimpiangevo il tempo quando le mie stesse frasi erano infarcite di doppi sensi e alle volte addirittura di tutti e cinque.

Soffrivo le convivenze ed addirittura, alle volte, mi innamoravo e devo dire che non è difficile innamorarsi, difficile è poi continuare ad amare. Tutto questo perché quando si è innamorati veramente significa entrare in una dimensione del tutto differente, cambiare pianeta. Significa spostare il baricentro della propria vita e orbitare intorno a un nuovo punto di riferimento.
Quando si è innamorati si è capaci di tutto anche di entusiasmarsi ad una cena in un ristorante cinese, perché un uomo innamorato oltre ad entrare in un processo interminabile di domande, dubbi, momenti di esaltazione e di incertezza si riduce a fare ogni tipo di nefandezza.

Lui che è sempre stato un ateo praticante, un cinico egoista trasbordante, il re dell'abbacchio con patate e dei broccoletti e salsicce ripassati in padella improvvisamente diventa un vegetariano convinto ed un fanatico buddhista salutista, altruista e arancione.
Di colpo dà buca al calcetto del giovedì sera o al filmetto porno del venerdì per sciropparsi la rassegna sul cinema nepalese oppure alla partita di poker il sabato per un concerto di musica medievale con spinetta originale senza birra e flauti sugar free. Come dicevano gli antichi romani: vita mea, mortacci tua.. così feci, chiesi consiglio al gas e divenni un esperto di fughe, ma senza istinti suicidi.

“Ma anche le donne innamorate non scherzano!” Disse Gilberto finendo di bere il suo calice rosso. “Una donna innamorata è capace di tutto, esattamente come una che non lo è!” Ad esempio di parlare per tre ore senza interruzioni del suo ultimo sogno…
“Per fortuna esiste il bacio.” Riprese il mio amico. “Ti fa conoscere molte e molte lingue e soprattutto è un espediente geniale per impedire agli innamorati di dire troppe stupidaggini.”




MIO ZIO RENATO

Avevo deciso di chiudere definitivamente il capitolo matrimonio. In realtà non ero contrario al matrimonio, però mi pareva che un uomo e una donna fossero le persone meno adatte a sposarsi.
Comunque visto che è meglio rompere una promessa di matrimonio che un servizio di piatti dopo sposati, decisi di concentrarmi sul patrimonio.
“Del resto.” Disse sempre Gilberto. “Il denaro non fa la felicità… figuriamoci la miseria!
Poi aggiunse: “Mio caro amico, ricordati sempre che se si fa in quattro per renderti felice, non ti illudere! Non è una donna, ma una pizza!”
A parer mio è un ottimo mezzo per sopportare la povertà, e in tutto e per tutto è accomunato al sesso: quando uno ce l'ha, pensa a tutt'altro, e quando non ce l'ha, non pensa ad altro.”

E in effetti nella mia perfetta e inossidabile coerenza mi misi con Alessandra, figlia di un commerciante d’arte, naturalmente benestante.
Andammo immediatamente a convivere e mi accorsi che la convivenza non era altro che l’arte di risolvere in due i problemi che da solo non avevo mai avuto e purtroppo mi resi anche conto che le donne avevano sei labbra: due per parlare e quattro per farsi perdonare. E questo credo sia il vero motivo per il quale noi uomini amiamo il sesso orale: “Finalmente cinque minuti di silenzio in questa casa!”
Alle volte mi chiedevo come mai degli esseri così complicati non avessero un libretto di istruzioni, rimproverando comunque al buon Dio di non averle dotate almeno di un bottone on/off in bella evidenza!

Mi veniva in mente sempre mio zio Renato. Lui abitava in campagna e mi ripeteva spesso “Mio caro, a prender moglie si sta bene un mese, ad ammazzare il maiale si sta bene un anno!” Eccezionale zio!
Ma visto che mogli e buoi, sempre corna sono, non tutte le donne sposate sono mogli, se son rose sfioriranno, e soprattutto mal comune è un'epidemia mi sorpresi quando mio zio mi disse: “Non preoccuparti di essere a volte incoerente, pensa solo che il verbo divorziare si può coniugare!”
Davvero un filosofo! Andava spesso a pesca e la sua citazione preferita era: “Carpe diem, trote tuem.”

In quel periodo imparai molte cose, prima fra tutte che il 50% degli italiani ha una relazione extraconiugale. Per cui se non sei tu è sicuramente tua moglie! E se puoi mettere la mano sul fuoco sull’onestà della tua mogliettina allora qui scatta la teoria del pollo. Alza la testa e guarda il tuo collega: Eccolo è proprio lui il fortunato che ha due amanti!!!

Nella mia analisi supportata da statistiche attuariali ed anche meno recenti imparai inoltre che è impossibile spingere una fune, che la cosmetica non è la scienza dell’universo e che la causa principale dei divorzi resta il matrimonio, e sicuramente capivo perché per sposarsi occorreva almeno un testimone come per un incidente o un duello.
Per questo motivo iniziai a fare cose inutili tipo indossare tre preservativi in modo che quello di mezzo rimanesse pulito, poi la mia nuova compagna, voltandosi, mi indicò l’anticoncezionale più efficace del mondo. Intanto lei si era messa a dieta e abbracciando le teorie sulla relatività sperava, non riuscendo a dimagrire, che almeno le amiche ingrassassero.




ALESSANDRA ED ELVIRA

Non ho mai capito perché le donne pur essendo sempre a dieta quando si separano come prima cosa chiedono gli alimenti.
Purtroppo Alessandra aveva replicato perfettamente la tecnologia della segreteria telefonica che si basa su una grande teoria: parlare con chi vuoi in qualunque momento, anche se l’altro non ti sta ascoltando.

Mi vennero in mente le due tombe appaiate al cimitero, viste la domenica precedente in un paesino delle Marche. Sulla prima tomba era scritto: "Qui giace mia moglie, come sempre fredda". Nell’epigrafe accanto: "Qui giace mio marito, finalmente rigido!"

Anche noi avremmo fatto la stessa fine? Non avemmo tempo di attendere la risposta perché un giorno tornando a casa Alessandra scoprì che la tradivo… No, no! Niente di eclatante, non mi sorprese, ad esempio, nel letto matrimoniale insieme alla donna di servizio o alla sua amica del cuore. Semplicemente entrò nel bagno e vide la tavoletta del water abbassata. Secondo lei dovevo farmi perdonare qualcosa…

A quel punto mi convinsi che l’esperimento stava fallendo rovinosamente e di conseguenza che nella vita ci sono un mucchio di cose più importanti del denaro, l’unico problema è che costano un mucchio di soldi.

Lo so cosa state pensando… ogni convinzione acquisita porta altri dubbi, per cui vi state chiedendo e mi chiedevo: “Perché è cosi difficile trovare una donna da sposare che sia fedele, ricca, bella sensibile e intelligente? Il punto era che se davvero fosse stata fedele, sensibile e intelligente ecc. ecc. se l’era già sposata un altro. Anche se il dubbio andava oltre arrivando a formulare la domanda del secolo: se davvero fosse eccetera eccetera perché avrebbe dovuto sposare proprio me?

Ma si sa che l’ombrello costa e la pioggia è gratis e che ogni frutto cade sempre vicino all’albero per cui mi ritrovai dentro giorni vuoti a passeggiare sul Lungotevere e mi stupiva pensare a quali e quanti giri assurdi dovesse fare quel fiume per passare sotto a tutti i ponti! Noè diceva spesso a sua moglie, quando si sedeva a tavola: "Non m'importa dove va l'acqua, purché non vada nel mio vino".
Bravo Noè ma del resto tutti i fiumi come tutte le strade portavano a Roma, anche se mi chiedevo spesso se fosse un detto popolare o la conclusione logica dei giudici antimafia.

Per non parlare poi dei miei momenti di riflessione profonda capendo in quei frangenti che la natura è davvero fantastica. Un miliardo d'anni fa non avrebbe mai sospettato che noi avremmo portato gli occhiali, eppure ci aveva fatto le orecchie!

Come diceva il mio gallo: "Meglio una gallina oggi che un uovo domani." Per necessità mi misi con Elvira, una ragazza magra magra con la misura del seno vicino allo zero assoluto. La prima volta sul divano di casa sua provai un imbarazzo fuori dal comune e mi resi conto che una ragazza senza tette era come un paio di pantaloni senza tasche: non sapevo dove mettere le mani!

Decisi di guardare oltre e davanti alle sue suppliche accettai il classico compromesso di menage a trois: del resto avevo sempre pensato che la donna ideale deve soddisfare l'anima, lo spirito, i sensi. E non trovando riuniti i tre requisiti nella stessa persona, era consentito il frazionamento.

Gilberto non approvò la mia decisione e con aria riflessiva sentenziò: “Il postino suona sempre due volte. Il che è seccante se abbiamo già aperto.”
Nulla da eccepire. Poi aggiunse una frase a parer mio senza senso, ma apprezzai la sua genialità: “Gli uomini sono come gli spermatozoi. Solo uno su un milione è utile.”




   


CONTINUA



 





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Il racconto è frutto di fantasia.
Ogni riferimento a persone e fatti
realmente accaduti è puramente casuale.


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