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RACCONTI 
Adamo Bencivenga
I giorni della merla

Erano i giorni della merla, erano gli anni di
fanciulla, tutto intorno un grigio cupo come il freddo che faceva.
Lui era solo un uomo adulto, incontrato il giorno prima, alla festa di
sua sorella che compiva diciotto anni. La sua faccia una corteccia, i
suoi guanti tra i suoi seni, tra la patta un ramo caldo, come un bulbo
nella neve, ma era solo una bocca adulta, che sapeva di buon vino,
che ora dietro la beccava, come i galli nel cortile.
Lui la
chiamava senza un nome come fosse un uccellino, che ripara sotto il
tetto e canta ai maschi tutt’intorno. L’accarezzava piano piano, come
un gioco il primo giorno, le diceva che era bella senza mai guardarla
in faccia, le diceva ch’era donna che era fatta su misura, per via
di quel seno, grande un nocciolo di pesca. Lei lo invitò con un
sorriso, come aveva visto fare altrove, sul fienile il giorno prima o
lungo il fiume a sua sorella.
Erano i giorni della merla, era
l’ultimo dei sogni, l’amore di fiori colti, il miraggio e l’illusione,
e rose, rose, rose, e viole e margherite, come l’aveva immaginato,
come mai sarebbe stato. Tra sterpaglie fredde e secche, s’abbandonò
senza sapere, che per essere una donna, sarebbe bastato poco meno.
E lei chiuse gli occhi e schiuse le sue labbra, proprio come fa la
rosa sonnacchiosa al primo sole.
Erano i giorni della merla, alla
fine di gennaio, lei sentì un dolore intenso, come un taglio quando è
freddo, e non si accorse dei suoi baci, solo denti tra i capelli,
che la colsero nel punto, dove il cuore è più distante. Erano i giorni
della merla, parole mai sentite prima, che non era solo bella, ma come
Lilly nella stalla, poi amore soffiato appena, come fiato urlato
piano, dentro il vuoto che fa la neve, nel rimbombo del silenzio.
Erano i giorni della merla, come oggi tempo prima, aspettò invano
un coro, un bacio umido di sole, un bagliore di giallo denso, che
sfumasse all’orizzonte, un suono, una parola, per poterla ricordare.
Erano i giorni della merla, era l’ultimo dei sogni, perché si sa
che la vita offre, poco meno di una preghiera, e lei gli offrì il suo
nido caldo, bocconi sulla neve, alla ricerca di pagliuzze, proprio
come fa la merla.
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Il racconto è frutto di
fantasia. Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti
è puramente casuale.
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Photo KemalKamilAKCA
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