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FASCINO & SEDUZIONE
IL
SENTIERO DELL'EROS
La calza con la riga
La seduzione corre su un filo E nel
sentiero mi inoltro, m’addentro e procedo, maglia dopo maglia
seguendo la riga, in un viaggio fantastico sin dall’origine,
quando la calza con la riga era la calza per antonomasia e la
riga solo una cucitura dei due lembi della seta
Quella riga, funzionale
al tempo, è sopravvissuta negli anni diventando un
simbolo, segno di femminilità, sigillo di classe,
marchio d’eleganza, etichetta di benessere, inizialmente
di una donna che poteva permettersi quell’accessorio
affascinante, di nome calza, di cognome raffinatezza,
appartenente alla casta dello stile, alla famiglia della
distinzione, al culto dell’essere e dell’apparenza, alla
specie rara della signorilità.
E poi negli anni
è divenuta il segno di una donna vezzosa, seducente ed
esibizionista, sinonimo di passionalità, di ballerine di
tango argentino, della Vecchia Guardia s’intende, che
indossano le calze per esprimere la loro vanità, la riga
per il proprio compiacimento e l’orgoglio di possedere
quel distinguo di sensualità non comune a tutte le
donne. La riga è sintesi di stile, ricerca e sensualità.
Un modo per farsi notare, un tocco di gusto,
trasgressione, originalità, un pizzico di egocentrismo,
uno strumento di conquista. Un’appendice della lingerie,
ma non secondaria a nulla. Avere la calza giusta è
indice di personalità e sicurezza, avere la riga che
corre un tocco di glamour, un preciso carattere di donna
e tutto trova il suo essere e la sua dimensione in base
all’occasione, alla stagione, alla scarpa, al vestito.
Ogni vestito ha le sue calze, ogni calza il suo vestito,
gli occhi, il desiderio, il corteggiamento adatto.
Ed è proprio lì la riga, la linea, il confine tra
donna e femmina, come la imperiosa Malena che cammina
consapevole e piena di fascino e bellezza nel classico
vedo e non vedo, presentato in tutta la sua esponenziale
leziosità, quando la macchina da presa di Tornatore
indugia sulla gonna stretta e magicamente si intravedono
le forme dei ganci del reggicalze.
E la riga
resiste. Resiste negli anni venti, quando la moda
propone nuove linee, e con l’avvento del rayon,
ribattezzato seta artificiale, la calza assume un
aspetto e una consistenza relativamente velata. Al tempo
si tratta di calze prodotte col sistema della maglia
sagomata e cucita, un decoro funzionale che acquista
immediatamente un sapore retrò e un grande impatto
erotico.
Resiste negli anni trenta quando si
assiste ad una vera e propria rivoluzione. Rivoluzione
alla quale certo non pensava Wallace H. Carothers
inventore del nylon. Era il 1938 quando, da una piccola
fabbrica familiare nel Delaware, uscì la prima fibra
sintetica che veniva definita "resistente come
l'acciaio e delicata come una ragnatela".
L'anno
successivo le calze di nylon iniziarono ad essere
vendute in pochi negozi del piccolo stato americano. La
voce si diffuse a macchia d’olio e nel giro di pochi
mesi gruppi di donne arrivavano persino da New York e
facevano file incredibili per acquistare il prezioso
accessorio. Nel solo primo anno di produzione vennero
vendute 64 milioni di paia di calze e TUTTE CON LA RIGA!
E la riga resiste, resiste e diventa un emblema,
resiste e sopravvive alla calza stessa al punto che
negli anni della miseria della seconda guerra mondiale,
le donne si disegnavano la riga direttamente sulle gambe
nude per dare l’illusione di avere le calze. Resiste
anche con l’avvento di nuovi macchinari che producono
calze in unico blocco, quindi la riga diventa posticcia
un elemento meramente decorativo. Ma resiste anche
all’avvento del collant, dell’autoreggente, non perdendo
il fascino della calza da reggicalze, perché la riga
affonda le sue radici nella sensualità nell’erotismo
compiacente.
Provoca desiderio, affascina e
attira lo sguardo. Anzi lo calamita e lo porta
inevitabilmente a seguirne il suo sviluppo, la curva
armonica del movimento, la nota calda di un vibrato, la
sua sinuosità che si sviluppa lungo la gamba, una
semplicissima linea che segue dolcemente il tragitto,
una linea che indica la strada, un filo che
dall'estremità più lontana del corpo sale lungo la
silhouette femminile, e lo sguardo viene catturato,
ipnotizzato, letteralmente guidato nella visione
estatica delle gambe di una donna..
Volutamente
sexy disegna sul corpo femminile geometrie in cui
l'occhio dell'uomo si perde amabilmente e smarrito segue
l’unico verso che la visione gli impone, come una
cometa per il viandante, un refolo di zeffiro per il
marinaio, e sale, sale verso l’alto e fa salire il
desiderio e attraverso il binario nove e tre quarti ti
porta nelle parti intime, segrete e inaccessibili fino a
scomparire sotto la gonna e lasciando all’immaginazione
l’ultimo tratto del sentiero, il paradiso, il circo, la
giostra, la Porta di Ishtar, le rose fresche dei
Giardini pensili di Babilonia e la regina
Semiramide.
Sì proprio quella semplice riga,
simbolo di minimalismo che fa contrasto con le
decorazioni in stile barocco delle balze, dei merletti,
dei fiocchetti, del pizzo di Cantù e del filetto
goriziano. E’ il trionfo della lussuria, l’apoteosi
della seduzione, le calza con la riga non è mai e dico
mai passata di moda. E’ l’esaltazione del vintage, quasi
inutile nel quotidiano, ma fondamentale e indispensabile
per le serate speciali e quelle romantiche.
Eccola elegante e raffinata abbinata ad una gonna
longuette al ginocchio con vita alta, o sopra una
classica camicia bianca e un cardigan, possibilmente
corto in vita. E scarpe con tacchi vertiginosi, nere e
senza dettagli particolari. Perché la riga vuole il suo
spazio, il suo palcoscenico, in una cena galante, una
terrazza sul mare di autunno inoltrato, un pianista, una
musica, Cameriere Champagne, ed eccola lì che si lascia
trasportare dal suo cavaliere abbinata a un tubino chic
dal sapore bon ton, ad una gonna plissé oppure a ruota
che fa tanto anni ’50. Le donne lo sanno, coprire ed
ammiccare significa conquistare.
Le gambe, così,
semplicemente velate, celebrate da leggiadri motivi
floreali o celate dietro conturbanti cortine di pizzo
sono avvolte da affascinante mistero. Fino a diventare
protagoniste assolute, assurgendo ad un'identità
propria, distinta dal resto del corpo. Sono croce e
delizia del genere maschile.
Non c’è che dire! La
donna con la calza con la riga si riveste di nuova
sensualità, e di un potere erotico infinito, autonomo e
consapevole, proponendo una figura che guarda al futuro
con un occhio nostalgico, regalando un pizzico di eros
che rompe gli schemi della contemporaneità e si
arricchisce di un sapore di antico retaggio, di miele
d’acero e pane messo a lievitare. Appunto! Seduzione e
potere dal sapore retrò e dal fascino
ineguagliabile.
E la calza con la riga diventa
la regina del burlesque, propria della donna che incarna
il mito dell’eros dei primi decenni del ’900, effetto
Moulin Rouge, a rete o velata, in chiave bijou con
piccoli strass color cristallo che partono dalla
caviglia e salgono sempre più radi fino a perdersi al
ginocchio. Dalla linea sottile si passa a una linea più
spessa, dalla riga nera alla riga colorata, con motivi
verticali e floreali che vanno ad arricchire la semplice
riga come nei modelli più classici oppure in un grigio
fumo caldo meraviglioso o in un effetto nudo nelle
sfumature di un color carne assolutamente non
marroncino, assolutamente non agée.
E quella riga
più o meno spessa nel modello tradizionale finisce nel
tallone cubano, solitamente nere o color carne, con una
riga posteriore verticale che si allaccia sia alla banda
superiore che al tallone, dove la forma si allarga per
ricoprire interamente la pianta del piede. Ma il monito
è sempre lo stesso: guai a scadere nella volgarità. Sono
e restano un desiderio malizioso interdetto alle timide
e consigliato a chi adora giocare con la sensualità, ma
non tutte possono permettersi questo fantastico
accessorio assolutamente vietato a chi non ha gambe
perfette o almeno dritte e armoniche ed è assolutamente
vietato indossarlo al mattino.
Perché la calza
con la riga rimane per sempre un simbolo di seduzione,
indossato per ammaliare, stregare, incantare, sedurre ed
illudere o semplicemente come strumento di richiamo,
immortalata nei tanti film non necessariamente erotici.
Celebre la scena del film “Gli uomini preferiscono le
bionde con Jane Russell e Marilyn Monroe oppure L'angelo
azzurro con Marlene Dietrich nel ruolo della cantante
Lola Lola.
E come dimenticare la sensualità
della matura Anne Bancroft nel Laureato che seduce il
ragazzino Dustin Hoffman? Oppure l’affascinante
Catherine Deneuve in Belle de Jour nel mestiere più
antico del mondo? Nella cinecittà nazionale c’è
l’imbarazzo della scelta. Tra le tante sicuramente
Silvana Mangano in Riso amaro nel ruolo della mondina,
oppure Sophia Loren in Ieri, oggi, domani con un
imbarazzatissimo Marcello Mastroianni. Come si fa a non
citare Laura Antonelli sulla scala in Malizia oppure la
passeggiata di Monica Bellucci nel già citato Malèna di
Giuseppe Tornatore?
Siamo arrivati alla fine di
questo sentiero dell’eros seguendo la riga di questa
immaginaria calza velata attraverso la storia, il gusto,
lo stile e arrivando alla conclusione che oltre a tenere
calde le gambe il suo ruolo primario è essenzialmente
estetico. Sono magnetiche e in un certo senso
costringono lo sguardo a spostarsi lungo la riga. Gambe
che indossano delle calze velate con la riga attireranno
sempre gli sguardi maschili e faranno in modo che chi le
porta si senta ammirata e sicura di se stessa. In una
parola Femmina! E’ questo il compito principale, compito
assolto meravigliosamente nel tempo!
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