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  INTERVISTA IMPOSSIBILE
 
   Amy Elizabeth Rogers
 La donna da otto mariti
 
 
  (15 agosto 1853 - 1917)
 
 
 
				
					| Madame le sue origini?
 Il 
						mio nome è Amy Elizabeth Rogers e sono nata nel 1853 
						nella contea di Whitley, nel Kentucky. All'età di 
						quattordici anni lascai la casa paterna per dirigermi 
						verso Chicago, la mia famiglia purtroppo aveva perso 
						tutte le proprietà all'indomani della Guerra Civile.
 
 Cosa fece a Chicago?
 Per mantenermi non avevo che 
						il mio corpo per cui iniziai a fare la prostituta in un 
						bordello. Ero giovane e bella e il lavoro andava molto 
						bene ma nel 1871 scoppiò un grande incendio ed io fuggi 
						da Chicago con il mio miglior cliente e soldato 
						dell'Unione, Jeremiah Lape.
 
 Vi sposaste vero?
 Ci stabilimmo a Plain City nell’Ohio, la città natale di 
						Jeremiah. Dalla nostra unione nacque nel 1882 il piccolo 
						Henry Arville Lape. Purtroppo tra noi le cose non 
						andavano a gonfie vele per cui abbandonai mio marito e 
						cominciai a viaggiare da sola per tutta la regione, 
						affittando locali e rimanendo il tempo necessario per 
						non avere problemi con la giustizia.
 
 Alcuni anni 
						dopo la troviamo a Dayton…
 Affittai un locale vicino 
						alla stazione ferroviaria e presi con me qualche ragazza 
						di bell’aspetto desiderosa di arrotondare la paga. 
						Sceglievo spesso posti vicino alle stazioni perché era 
						più facile per i viaggiatori raggiungere i miei locali.
 
 Poi si è trasferita a Lima…
 A Lima sposai 
						George Hoffman un uomo affascinante che si manteneva 
						gestendo un saloon, il Junction House, e rubando 
						gioielli di valore. Nel 1885 la polizia fece irruzione 
						nel nostro locale e venni denunciata per possesso di 
						beni rubati. Dopo il rilascio, mi trasferii a Marion.
 
 Siamo nel 1866...
 Esatto, con la refurtiva di 
						George Hoffman acquistai il White Pigeon e la Red House, 
						due proprietà adiacenti vicino alla stazione 
						ferroviaria. Non godevano di buona fama ma con il mio 
						impegno divennero famose per il buon cibo, il buon 
						whisky e ovviamente per le più belle ragazze di tutto 
						l’Ohio. I miei clienti abituali erano tutti uomini 
						facoltosi tra cui l'allora proprietario del Marion Daily 
						Star, Warren G. Harding, che sarebbe diventato 
						presidente degli Stati Uniti.
 
 A proposito di 
						Harding con lui si dice che abbia avuto uno strano 
						rapporto…
 Warren tempo dopo divenne il 29 ° 
						Presidente degli Stati Uniti, ma al tempo era l’editore 
						di un giornale locale. Mise in scena una beffa contro un 
						editore rivale, un certo Vaughn, invitandolo nel mio 
						locale e poi chiamando la polizia che trovò il 
						malcapitato Vaughn in compagnia di un’allegra signorina. 
						Ovviamente la notizia balzò in prima pagina sul giornale 
						di Warren.
 
 Nel 1877 si sposò per la terza volta…
 Sposai Jack Larzelere a Columbus, ma continuai a gestire 
						il White Pigeon ed inoltre aprii un altro locale ad 
						Akron, un bordello chiamato Halfway House. Con Jack 
						divorziammo nel 1890.
 
 Subito dopo un altro 
						matrimonio…
 Sposai per un breve periodo Henry DeWitt 
						a Canton, il quartiere a luci rosse dell'Ohio. Henry 
						però era un alcolizzato e quando beveva diventava 
						violento, al primo episodio di violenza nei miei 
						confronti chiesi il divorzio.
 
 Sembra che 
						gliel’avesse fatta grossa…
 Lo tradivo con mio suocero 
						ossia suo padre. Dopo il divorzio da Henry ci mettemmo 
						insieme e ci sposammo. John DeWitt divenne anche il 
						tutore di mio figlio, Arville, ma nel 1894 la relazione 
						andò in pezzi ed io mi trasferii temporaneamente a 
						Columbus. Ero incinta e volevo nascondere la mia 
						gravidanza. Diedi alla luce Edna nel 1895. All’anagrafe 
						la iscrissi come mia figlia e padre sconosciuto.
 
 Divorziaste nell'aprile del 1895…
 Avevo le mie 
						proprietà, la custodia dei due figli e ricevevo gli 
						alimenti, ma nonostante questo quattro mesi dopo, nel 
						luglio 1895, sposai Charles Veon e l’anno successivo 
						diedi alla luce Mary Veon e mi trasferii a Stow.
 
 Lei comunque continuava a mantenere la proprietà del 
						White Pigeon…
 Avevo diverse proprietà, perlopiù 
						saloon di dubbia fama, ma le incursioni della polizia e 
						il crescente moralismo nei confronti dei bordelli mi 
						costarono tempo e denaro.
 
 Divorziò anche da 
						Charles Veon…
 Ci separammo di comune accordo ed io mi 
						trasferii a Shelby, sempre in Ohio, dove gestii un 
						bordello prima di sposare il marito numero sette, 
						William B. Shetler. Il mio nuovo marito per non avere 
						noie mi convinse a vendere White Pigeon nel 1904. Poi 
						quando mi accorsi che voleva mettere le mani sul mio 
						patrimonio l’anno successivo divorziai da lui.
 
 Ho 
						perso il conto… Siamo al settimo matrimonio e successivo 
						divorzio vero?
 Non è finita perché tre anni dopo 
						sposai John D. France, ossia il mio ottavo marito. Andai 
						a vivere nella sua fattoria.
 
 Per quanto 
						criticata per le sue attività ci piace ricordare Lizzie 
						Lape come una donna coraggiosa, piena di iniziative e di 
						sfide, ricominciando ogni volta e rimboccandosi le 
						maniche e soprattutto non permettendo mai a nessun uomo 
						di trattenerla dove non avrebbe voluto stare. Tanto da 
						avere otto mariti: Jeremiah Lape, George Huffman, Jack 
						Larzelere, Harry DeWitt (figlio), Jack DeWitt (padre), 
						Charles Veon, James Shetler e John France e gestendo 
						nella sua vita diversi bordelli e saloon a Dayton, Lima, 
						Marion, Akron, Stow e Shelby coprendo cinque contee, 
						alcune contemporaneamente, incluso il "White Pigeon". 
						Lizzie è stata in grado di mantenere le sue proprietà 
						nonostante le numerose azioni legali da parte dei suoi 
						ex mariti. Non ha mai perso le sue case e alla fine si è 
						ritirata alle sue condizioni.
 
 
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 FONTI
 .https://oldprosonline.org/lizzie-
 lape-ohio-madam/
 
 
  
 
 
  
 
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