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INTERVISTA IMPOSSIBILE
 

 


Laide di Hykkara
Nata a Carini in Sicilia fu una famosa etera dell'antica Grecia. Quando si innamorò lasciò il mestiere e seguì il proprio uomo in Tessaglia, ma trovò la morte
 





 
(Hykkara, 420 a.C. circa – Tessaglia, 340 a.C. circa)

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Madame perché Laide?
Il nome "Laide" fu portato nell'antica Grecia da più etere, ad esempio la Laide di Corinto, famosa per la sua bellezza e per le sue tariffe esose, vissuta al tempo della guerra del Peloponneso e celebrata da Ateneo come la più bella donna della sua epoca. Tra i suoi numerosi amanti ebbe i filosofi Aristippo e Diogene. Lei però si innamorò perdutamente di Eubota.

Sì ok ma il nome Laide ha un significato di disgusto e ripugnanza…
Mi guardi, secondo lei provoco ripugnanza? Diciamo che per la morale del tempo era un termine perlopiù associato al significato di osceno. In realtà era un nome d’arte associato a tutte le donne che da prostitute si elevavano a cortigiane d’altro rango.

Parliamo di lei…
Sono di origini siciliane, nata ad Hyccaria, l’attuale Carini. Mia madre Timandra, anch’essa etera, era stata l'amante dello statista ateniese Alcibiade. Sotto la sua supervisione ereditai da lei la bellezza fisica e alcune istruzioni erotiche.

La storia ci dice che sin da bambina fosse molto bella.
La natura mi aveva dotato di una bellezza fuori l’ordinario per cui per vivere sin dall’adolescenza decisi di fare la prostituta d’alto rango. Praticamente ero una figlia d’arte.

Fu rapita dagli Ateniesi di Nicia, nel corso della loro spedizione in Sicilia…
Ero ancora una bambina di sette anni, quando la città di Iccara fu conquistata e saccheggiata dal generale ateniese Nicia. Ed io di certo non potevo passare inosservata per cui fui rapita diventando parte del bottino di guerra per poi essere venduta a Corinto, città nella quale esisteva la pratica della prostituzione sacra nel tempio di Afrodite posto sull'Acropoli. Lì fui comprata da un imperatore bizantino che intendeva fare un dono alla propria moglie.

Poi cosa accadde?
Imparai sin da subito l’arte del mestiere, a gestire il mio corpo in relativa autonomia e ben presto fui in grado di apprendere l’arte della conversazione spiritosa e brillante. Tutte doti che favorirono la mia ascesa sociale. Così divenni una donna di compagnia. Oltre alle prestazioni sessuali offrivo amicizia e prendevo parte attivamente al Simposio maschile dal quale le donne erano invece generalmente escluse. Il mio parere veniva accolto e rispettato da tutti gli uomini senza discutere.

In Grecia divenne famosa e molto ambita…
Venni cantata dai poeti e adorata dai miei amanti. Tantissimi uomini potenti si prostrarono ai miei piedi donandomi meravigliosi tesori pur di passare una notte con me. Col mio fascino feci bruciare di desiderio tutta la Grecia, la mia fama rimbalzò da un mare all’altro. Così divenni una cortigiana in grado di poter scegliere i miei amanti, di contrattare con successo il mio compenso e di poter legarmi ad un uomo anche per lunghi periodi.

Tramite il suo mestiere divenne famosa e donna di potere…
Con il mio lavoro raccoglievo le confidenze di politici e uomini potenti, ma a un certo punto scelsi l’amore.

Niente a che vedere con le Pornai…
A differenza delle prostitute, le etère avevano relazioni libere e consensuali, basate su una reciproca soddisfazione: i nostri partner ricambiavano con regali e attenzioni la nostra presenza. Le pornai invece vendevano esclusivamente il loro corpo lavorando per strada o all’interno di qualche casa. Di solito erano ex schiave che difficilmente riuscivano ad emanciparsi. Il mio stato di etera invece poteva essere paragonabile a quello di concubina e con più libertà individuale a quello delle mogli regolari. Pensi che per alcuni aspetti noi eteree diffondemmo la nostra influenza nella moda della polis. Tanto che, ad esempio, le mogli ateniesi imitarono il nostro stile sia adottando il nostro modo di vestire con abiti appariscenti, l’abbondante trucco e la completa depilazione del pelo pubico…

La sua storia come proseguì?
Ad un certo punto della mia vita fui toccata dall’amore. Conobbi Ippoloco il tessalo e lasciai l’acropoli di Corinto abbandonando di nascosto la folla dei tanti amanti e il mio lavoro di cortigiana. Insomma mi ritirai con discrezione seguendo il mio amore in Tessaglia.

Non furono giorni felici per lei…
La mia abbagliante bellezza colpì tutti gli uomini della Tessaglia, alcuni si presentavano nella mia casa carichi di tesori per avere in cambio un sorriso, altri ripudiarono le proprie donne. Insomma nonostante il mio comportamento morigerato la sola mia presenza fu sufficiente per gettare scompiglio in tutta la zona. Ben presto mi resi conto di non essere la benvenuta per via delle invidie e delle gelosie che provocava la mia bellezza. Fui osteggia da diverse donne del paese fino a quando una quarantina di loro mi coinvolsero in un rito particolare presso il tempio di Afrodite…


Laide di Hykkara morì nel 340 a.C. circa, quando le donne del paese la condussero nel tempio di Afrodite e la lapidarono a morte; per questo ancor oggi il tempio è intitolato ad Afrodite omicida. Venne seppellita sulle rive del fiume Peneo. Si narra che Ippoloco si rivolse alla dea della vendetta Nemesi che gli donò in cambio dei suoi servigi forza e abilità per uccidere le quaranta donne e i loro figli e mariti.







 





ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE
FONTI
.https://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/laide/
https://it.wikipedia.org/wiki/Etera















 
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