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INTERVISTA IMPOSSIBILE
 


 

SATANIK
La Dark d'Autore
Rossa del diavolo
Da Cenerentola al Dottor Faust, dal Ritratto di Dorian Gray al Dottor Jekill e Mister Hide. Questa è Satanik la Rossa del diavolo, la Dark d’autore, la bellissima Marny Bannister, una strega dei tempi moderni, una biologa, occhi a mandorla, zigomi pronunciati e mento lungo, che non risparmia vendetta e violenza contro i soprusi e le malvagità degli uomini servendosi del sesso e del suo irresistibile fascino come arma fatale
 (1964 – 1974)
 


 
Questa è Satanik, una favola, una favola nera, un condensato di desideri, paure e angosce, che riassume tutte le novità del "nero italiano", le sue storie mescolano poliziesco, erotismo, horror e fantasy sconfinando alle volte nel gotico e nell’esoterismo e richiamando storie ispirate ad Edgar Allan Poe e H.P. Lovecraft. L’ambiente dove si muove è quello dell’alta borghesia tanto lussuriosa quanto corrotta e ipocrita il cui perbenismo è soltanto una facciata che nasconde violenza, droga e prostituzione.

Madame ci racconta la sua storia?
Ero una giovane ragazza sgraziata e soprattutto deturpata in viso da un esteso angioma. Inevitabilmente il mio aspetto mi rendeva vittima di soprusi e angherie da parte di tutti.

Il suo nome era Marny Bannister, vero?
Esatto, cercavo di guadagnarmi il rispetto e la considerazione della gente studiando e lavorando sodo come ricercatrice di Biologia all'Università, ma mi rendevo conto quanto per gli altri l'apparenza e l’aspetto fisico fossero determinanti, per cui non riuscivo a vivere una vita normale, ad avere un uomo e successo nella vita.

La sua infanzia madame?
Vivevo ai margini della mia famiglia con un padre alcolizzato e una madre casalinga completamente asservita alle volontà delle due mie sorelle minori. Dolly e Lydia erano bellissime ma purtroppo non mi risparmiavano vessazioni e dispetti d’ogni genere.

Quindi cosa fece?
Avevo venticinque anni quando iniziai a studiare accanitamente le teorie dell’ alchimista Masopust. Del resto era il mio campo e mi appassionai nella ricerca. Grazie a queste teorie riuscii mettere a punto un elisir di giovinezza. Mi sottoposi a bagni di luce laser in modo da cancellare le mie mostruose fattezze.

Risultato?
Mutai nell’aspetto fisico trasformandomi in una provocante e rossissima dark lady. Purtroppo all’inizio l’effetto fu temporaneo. Solo grazie alla scoperta dei benefici derivanti dall’esposizione ai raggi provenienti da un rubino riuscii a stabilizzare il mio stato fisico, impedendo così la regressione.

Satanik la rossa del diavolo… Soddisfatta immagino…
Certo soddisfattissima, ma non per questo dimenticai tutti i torti subiti negli anni, anzi la consapevolezza di essere bella e desiderata mi fece diventare vendicativa e senza scrupoli, alle volte spietata specialmente verso chi mi aveva negato affetto e comprensione, iniziando dalla mia famiglia.

Quindi nasce Satanik, “La legge del Male”.
Quello fu il titolo del primo albo. Era il novembre del 1964 e a soli quattro mesi dall'uscita di Kriminal l’editore commissionò agli stessi autori Max Bunker e Magnus, rispettivamente per i testi e i disegni, un altro fumetto noir, questa volta in versione femminile, ma con enormi differenze di fondo. Fu un successo! Andammo avanti per 231 episodi, pubblicati tra il 1964 e il 1974.

Torniamo alla sua vita… le prime vittime della sua furia giustiziera furono le sue sorelle…
Dolly perì assieme a nostra madre in un incendio mentre Lydia morì a causa di un acido iniettato che corrose lentamente il suo corpo dall’interno.

Poi la sua sete di vendetta si rivolse verso gli uomini colpevoli di pensare solo all'apparenza ed all'aspetto fisico…
Serbavo un fortissimo e profondo rancore verso l’umanità intera. Ero affamata di considerazione, gloria, denaro e ricchezze ovvero tutto quello che mi era mancato fino ad allora. Molte volte sfruttai l’arma del fascino dissoluto, lussurioso e la mia abilità di seduttrice.

Il suo avversario numero uno era il tenente di polizia Trent…
Già, il fidanzato di Lydia. Non mi perdonò mai di essere stata la causa di quell’incendio che bruciò mia sorella. Mi ha dato la caccia per anni, ma senza mai catturarmi.

Si è mai innamorata?
Sì certo! Il mio primo grande amore fu Alex Bey, era un uomo bellissimo ma corrotto fino nel midollo con l’aspetto eternamente giovane. Come Dorian Gray non invecchiava mai, come Faust aveva venduto l’anima al diavolo, anzi ad una strega. Solo tempo dopo mi accorsi che la tela, invecchiando al suo posto, nascondeva tutto il suo marciume morale ed i segni della sua vita dissoluta.

Fu lei ad ucciderlo…
Involontariamente! Colpii con forza il quadro e liberai Alex dalla maledizione a scapito, però, della vita. Con la sua morte il ritratto riprese Alex com’era da giovane.

Altri uomini?
Poi fu la volta di Max Lincoln, bello e assolutamente stupido, un affarista che per intascare la mia taglia si allea addirittura con i miei nemici. E infine ebbi una relazione con Kriss Hunter, un investigatore privato afroamericano. Fui la prima protagonista del fumetto italiano ad avere rapporti con un uomo di colore!

Lei viene descritta come una donna emancipata…
Il contesto in cui mi muovevo descriveva una società allo sfascio dove predominavano ingiustizia, torti e corruzione. Sentivo il bisogno di scuotere l’apparente torpore e soprattutto quel perbenismo ipocrita di fronte al quale agivo con spregiudicatezza, sia nell’aspetto, quando mi presentavo senza veli, sia negli obiettivi per i quali mi concedevo anche per puro diletto personale.

Così facendo anticipò le tematiche femministe…
Rispetto alla condizione della donna nella società bacchettona degli anni sessanta in Italia certamente rappresentavo un avanguardia con fortissime prerogative di indipendenza e libertà! Vivevo liberamente la mia sessualità, fumavo ero autonoma dal mondo maschile tanto da esercitare potere ed incutere timore. Naturalmente stiamo parlando di un femminismo ingenuo e votato al negativo, ma violentemente dirompente.

Poi l’inversione di rotta ed è diventata una sorta di giustiziera al servizio del Bene e della Legge…
Molti accomunano il mio percorso a quello del mio collega Diabolik, in effetti, esaurita la sete di vendetta non aveva più senso continuare… Nel tempo mi scontravo sempre più con malvagi e con esseri soprannaturali. Dal numero 96 entrai a far parte del gruppo 'Patente Speciale', un gruppo dedito a combattere il crimine con i suoi stessi metodi, agendo al di sopra della Legge e in nome della Legge.

Dicono che col tempo si imborghesì perdendo tra l’altro la sua carica erotica…
Tenga conto che negli anni subimmo una serie di sequestri, querele, noie legali, denunce e quant’altro che costrinsero editore ed autori a limare i miei tratti più selvaggi, rendendo così più umano il mio carattere e soprattutto edulcorando le storie.

Pensa che il motivo del calo delle vendite dipenda dal mutamento del personaggio?
I tempi stavano cambiando. Nel mondo dei fumetti imperversava l’eros più spinto e non c’era più posto per un erotismo fatto di sottintesi e un’eroina che lasciava tutto alla fantasia… Certo mi spogliavo, ma mai in nudi integrali, mai in pose oscene. Anche il rapporto con Kriss diventa quasi una relazione normale con piccoli bisticci e piccole rivalità e schermaglie tipiche delle coppie.

Arriviamo così al numero 231…
Fu l’ultimo numero del fumetto.. Ero stanca.

Nell'ultimo episodio, dal titolo Di nuovo morte!, Kriss Hunter, il compagno di Satanik, morirà lasciandola sola ed in balia del mare. La nostra eroina cessa di esistere, anche se non si saprà mai se la sua fine virtuale, sulle pagine in bianco e nero del fumetto, sia o no avvenuta.
Il fumetto subì parecchi interventi da parte della censura. Le figure femminile erano troppo procaci e discinte e venivano tagliate o parzialmente oscurate da grosse ombre.
Dal fumetto è stato tratto un film nel 1968 dal titolo Satanik, di Pietro Vivarelli. La trama si discosta molto dal fumetto. Satanik è una vecchia zitella, che riesce a creare il filtro della bellezza e che uccide tutti coloro che vogliono mettere le mani sul farmaco miracoloso. E a differenza della serie sulla carta stampata, nella conclusione della pellicola, dopo una corsa su un'auto che ha rubato da un'officina senza sapere che i freni erano smontati, Satanik precipita in un burrone e muore. Una trama assolutamente inconsistente per un film veramente brutto.


 






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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
www.slumberland.it/
http://it.wikipedia.org/wiki/Satanik
http://recensioni.ebay.it/
FOTO GOOGLE IMAGE







 
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