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INTERVISTA IMPOSSIBILE
 
 

Henriette Hauser
La scandalosa Nanà
Eccola Nanà bella e provocante, una delle più famose protagoniste femminili del romanzo ottocentesco dall’esistenza tormentata e rovinosa
 



 
 


 
E’ lei la cortigiana di alto bordo, la cocotte che usa la sua bellezza per imporsi sull'universo maschile, facendosi mantenere da ricchi signori, di cui dilapida le ricchezze in un lusso sfrenato, e che passa dall'uno all'altro con cinica indifferenza.
Nanà è il simbolo spregiudicato del fascino femminile, il gioco pericoloso della conquista, senza amore, fino alla sua rovina. Nanà è un'attricetta ammirata soprattutto per la piccante bellezza e i facili costumi. Nanà è una prostituta che ben presto conosce le gioie di amanti ricchi e del lusso. Nanà ama tutti i suoi amanti, o meglio non ne ama nessuno, anzi gode nel vederli andare in macerie per lei.
Nanà raccontata da Zolà e ritratta da Manet in uno dei più celebri quadri in sottoveste mentre si sta incipriando.


Nanà, qual è il suo vero nome?
Henriette Hauser, figlia di Gervaise e Copeau.

La sua famiglia era molto povera, vero?
Mio padre era un operaio di origini molto umili. Dopo un grave incidente perse il lavoro spendendo tutti i suoi risparmi per le cure.

Ma non servirono a nulla…
Assolutamente no e demoralizzato si diede all'alcool.

E sua madre Gervaise?
Anche lei cominciò a bere degradandosi sempre più fino a prostituirsi nei bassifondi della città.
Morto mio padre andò a vivere in un sottoscala.
Dopo pochi giorni la trovammo morta di fame e di freddo.

E lei?
Io sono stata graziata da Dio e sono riuscita a sfuggire all’infelice destino dei miei genitori.

Cosa ha fatto?
Sin da adolescente ho cercato in tutti i modi di elevarmi da quella condizione, non rassegnandomi e scappando dalla miseria e dal mio passato. Sono riuscita a farmi strada sulla via dell’Arte.

E’ stata aiutata da qualcuno?
Sì dalla mia bellezza provocante e dalla voglia di arrivare… La mia prima esibizione fu l’interpretazione della Venere in un teatro parigino. Avevo diciotto anni, mi presentai avvolta in un bianco manto di dea, coi lunghi capelli biondi sciolti sulle spalle. Avanzai verso la ribalta con disinvoltura, sorridendo al pubblico. Un brivido corse per tutta la sala. Ero nuda. In trasparenza si potevano intravedere i miei seni esuberanti, i capezzoli rosa, le cosce tornite, i fianchi dondolanti.

Da fanciulla a donna…
Già, in quel momento capii che avrei tolto la quiete a molti uomini.

Infatti, le cronache del tempo la descrivono come molto ambiziosa.
Senza l’ambizione e la voglia di arrivare a tutti i costi non avrei fatto nulla. La mia testardaggine mi ha portato fino alle soglie del successo pur non sapendo né ballare e né recitare e tanto meno cantare.

Ma il successo non durò molto…..
In effetti smisi quasi subito di fare l’attrice. Ero diventata l’idolo delle folle e non c’era uomo in tutta Parigi che, più o meno in segreto, non avesse desiderato ospitarmi nel proprio letto. Quindi mi dedicai al ruolo ben più remunerativo di mantenuta e cortigiana.

Il suo soprannome era “La ragazza di tutti”.
Beh ero bella e iniziai a farmi conoscere negli ambienti che contavano, diciamo quelli aristocratici.

Cosa si prova ad essere il sogno proibito di molti uomini…
Pensi che pur di avermi a turno come amante erano disposti a tutto e in molti casi a dilapidare i loro patrimoni. Sentivo il potere tra le mani e per me, figlia di operai, era il massimo!

Dicono che fosse incapace di amare e che disprezzasse i suoi amanti…
Viste le mie origini per me contavano solo il lusso e i piaceri della vita.
Mi stancavo molto presto di loro e non è colpa mia se molti uomini si sono suicidati per me.

Suo figlio Luigino era un ostacolo per la tua attività?
Certo, non sapevo a chi lasciarlo…

Molti dei suoi ammiratori divennero amanti di letto, ma non ha mai avuto un buon rapporto con gli uomini...
Chi per una notte, chi per qualche mese... ma solo amanti e niente più. Gli uomini sono e saranno sempre noiosi!

Tra i suoi amanti spicca la figura del principe Guglielmo d'Orange…
Era il primogenito del re Guglielmo III e della regina Sofia, erede al trono dei Paesi Bassi.

Si innamorò pazzamente di lei…
Addirittura si trasferì a Parigi per me, ma era molto fragile tanto che si abbandonò ad una vita fatta di sesso, alcool e gioco d'azzardo. Per scherzo gli diedi il nomignolo di "Lemon", e da quel giorno i giornali scandalistici per riferirsi a lui, invece di Principe d'Orange, lo chiamano Principe di Lemon.

In quegli anni fu ritratta da Manet in uno dei suoi più celebri quadri chiamato appunto Nanà.
Mi raffigurò in una bellissima sottoveste di tulle bianco mentre mi stavo incipriando.

Il quadro fece scandalo vero?
Direi abbastanza… Fu respinto dalla giuria del Salon del 1877.
Addirittura mesi dopo, in una esposizione pubblica, la reazione scandalizzata degli ospiti fu così furente che dovette intervenire la polizia.

Secondo lei perché fu considerato troppo licenzioso?
La scena fu una provocazione per il perbenismo borghese dell'epoca.
Io in quel quadro appaio molto casta. Molto probabilmente l'arredamento dell'ambiente e la presenza di un uomo elegante alla mie spalle fa intendere altro…. Non so forse un incontro piccante.

Sempre in quel periodo è stata protagonista di uno tra i più famosi romanzi di Emile Zola.
Ero bella e soprattutto famosa, molti artisti avrebbero voluto avermi, Emile ha fatto qualcosa di più… mi ha raccontata in un bellissimo romanzo e ne andrò per sempre orgogliosa.


Le somiglianze tra Zola e Manet vanno oltre il nome della soubrette e si confondono in un magico gioco di finzione e realtà.
Nanà e Henriette in entrambi i casi descrivono una meravigliosa ragazza dalla pelle bianca, le curve morbide e i capelli rossi.
All’apice del successo e della fama il destino le voltò le spalle.
Sfigurata dal vaiolo, morì in una camera d’albergo in completa solitudine.
Negli anni successivi è ricordata in campo cinematografico con i film di Jean Renoir (1926), di Christian Jacque del 1954 e del più recente di Alberto Negrin del 2001 con Francesca Dellera.



 




















 





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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
http:/http://stanzadidora.splinder.com
www.romanzieri.com

Le interpreti di Nanà in questa pagina sono: Francesca Dellera e AnnaSten
FOTO GOOGLE IMAGE


 














 
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