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INTERVISTE IMPOSSIBILI
 
 

Marozia
L'Imperatrice di Roma
Maria, detta Marozia, era figlia di Teodora, sorella di Adalberto di Toscana e del Senatore di Roma Teofilatto. Si racconta che fosse una donna molto bella e spregiudicata. Dominò per un ventennio su Roma e sulla Chiesa. Nonostante fosse analfabeta, come la madre, Marozia con la sua astuzia e la sua seduzione riuscì a stringere forti alleanze e potenti amicizie per costruire il suo smisurato potere.



 


(Roma, 892 circa – Roma, 955 circa)

 
 


 

E’ una giornata di sole. Nonostante le temperature decembrine, la luce filtra dalle enormi vetrate, e riscalda la stanza. Entrare nella camera da letto del Papa mi fa un certo effetto e mi rende nervosa. Pare che da qualche decennio a questa parte, non sia affatto uno scandalo se una donna vi entra, anzi, sempre più spesso femmine di rara bellezza vengono invitate in queste stanze proibite ai più, per donare se stesse e sfuggire alla povertà e al degrado dei bassifondi. Non riuscivo a credere ai miei occhi, quando stamane sono arrivata a Roma, la Regina di tutte le città. Una Regina stanca, affaticata, in degrado, che sopravvive grazie ai bordelli, al vino e ai vizi dei suoi abitanti, e da dove sembra scomparsa la Virtù che ha reso famosi i suoi antenati. I bordelli, gestiti dagli stessi cardinali. Che paiono aver perduto ormai la strada della castità e dell’onestà cristiana. E si lasciano andare ai loro passatempi preferiti, il sesso e i giochi politici, rendendosi complici, insieme alle potenti famiglie della nobiltà romana, di efferati delitti e indicibili atrocità. E’ di trent’anni fa, precisamente del 896, il terribile processo al cadavere di papa Formoso, che venne mutilato di tre dita, decapitato e gettato nel Tevere per permettere ai signori di Spoleto di consacrare se stessi come intoccabili davanti agli occhi dei romani.


(...) “Hai perso la lingua, per caso? Sbaglio, o sei qui per farmi delle domande?”
Il suo tono sprezzante mi costringe a deglutire e a prendere fiato. Accompagnandomi a un lungo sospiro, raccolgo le idee e decido di intervenire con tono fermo, per quanto mi sia possibile. Quella che ho davanti è la donna più spietata e potente di Roma, e quel che è peggio, è ben conscia di esserlo. Le faccio la prima domanda, e senza rendermene conto, mi esce con un filo di voce.
“Salute a Voi, Signora incontrastata di Roma. Siete la donna più potente e avete raggiunto vette che nessun’altra è riuscita a raggiungere: esiste un prezzo per tutto questo?”
“C’è sempre un prezzo da pagare per tutto. Il potere più di ogni altra cosa, richiede maggiori sacrifici. Ma se devo essere sincera, sono orgogliosa di quello che ho fatto e se mai tornassi indietro, rifarei ogni cosa, passo dopo passo. In una città dominata da secoli e secoli dagli uomini, in cui essere donna significa essere priva di alternative, in cui avere una vagina significa essere sottomessa o puttana, io sono potente. Ora, dalla mia posizione, guardo tutti dall’alto in basso e a nessuno importa più nulla quale uso abbia fatto della parte più intima e nascosta del mio corpo.”

Di questo ne siete certa? I vostri detrattori continuano a giocare questa carta appena ne hanno la possibilità...
I miei detrattori possono fare e dire quello che vogliono. Non possono cambiare lo stato delle cose perché sono io a decidere quello che è giusto e quello che è sbagliato. Dico io come le cose devono andare. I detrattori non hanno voce in capitolo. Li vedo confabulare agli angoli delle sale, quando credono che io non li osservi. Li vedo aprirsi in larghi sorrisi quando mi vedono arrivare. Mi salutano ruffiani, come se potessero ingannarmi. Credono che io cerchi la loro approvazione. Errore. Si sbagliano e si illudono, le mie spie sono ovunque, hanno mille occhi e mille orecchie. E a un mio cenno, sono pronti ad agire. Sai quanto costa un sicario oggigiorno, ragazza?

Veramente... no, non lo so...
Poco. Molto poco per le mie possibilità economiche. Ti basti sapere questo.
Mi sorride beffarda e sicura di sé. In lei percepisco la potenza pericolosa che deriva dalla fiducia incrollabile che ha nelle proprie capacità. Un’arma a doppio taglio.

Ma voi comunque avete protezione papale e nobiliare, tutti sono al vostro servizio, il lavoro di eventuali sicari nel vostro caso sarebbe inutile. Forse solo deleterio.
Lascia decidere a me cosa sia deleterio per la mia persona, ho ottima capacità di discernimento. E ti assicuro: nulla è veramente superfluo quando ti trovi in una posizione come la mia. Tutti sono utili, nessuno indispensabile, ma la fedeltà di alcune persone è necessaria in casi di estrema urgenza. Mia madre mi ha abituata a non essere sprovveduta. E io voglio tenere fede ai suoi insegnamenti.

E’ stata vostra madre a buttarvi tra le braccia di papa Giovanni X?
Mia madre è stata una buona maestra. Ma ho un cervello, lo faccio funzionare. Le persone possono darmi indicazioni, ma sono io a decidere. Mio padre, Teofilatto, mi ha permesso di scegliere la strada che più mi aggradava. Entrare e uscire dal letto di vescovi e cardinali era un divertimento piacevole, ma arrivare a Giovanni è stato un successo per me e le mie ambizioni. Una scalata al trono. Certo, una volta raggiunto, è diventato scomodo per tutti e due...

Per questo l’ha fatto imprigionare e uccidere?
L’ho fatto imprigionare. Sul resto, fossi in te starei attenta a cosa dire e a come parlare. Tieni a freno la lingua, non sei nella posizione migliore per fare delle accuse e delle illazioni. Suvvia, cara ragazza, me lo chiedi con un tono sgradevole, come se mi stessi condannando. Avevo le mie buone ragioni.

Le ha appena rivelate...
Era un debole e un traditore. Io sono stata più forte di lui. Sono più forte di chiunque altro. E qui è l’unica legge che conta. Sarà morto di fame, o forse strangolato, non so e non mi riguarda. Ma non è colpa mia. Io ho solo fatto quello che era giusto per Roma.

E per Voi...
Stai diventando insolente. Non te lo ripeterò una terza volta. Bada, te la farò tagliare, quella lingua.
Cambia umore, espressione, è mutevole come la luna. E’ megalomane e pericolosa. Marozia si sta rivelando per quello che è: una vera maestra di intrighi.

Scusatemi, Signora. Sarò più attenta. Tornando alla questione, dopo la morte di Giovanni X, è arrivato Sergio III...
Il mio più grande amore. Certo, la nostra era una relazione focosa, sensuale, passionale. Non smettevamo mai di toccarci, baciarci, fare l’amore. Le stanze papali erano nostre, e soltanto nostre. Abbiamo creato scandalo. E in tempi come questi, quando non scandalizza più nulla, può significare solo una cosa: eravamo compiaciuti di noi, e non lo nascondevamo. E’ stato questo a creare invidie a non finire. Io avevo quindici anni ma lui mi trattava da Regina. E quando rimasi incinta capii che quel figlio era una benedizione.

Perché un giorno sarebbe diventato Papa...
Ho deciso che accadrà tra non molto. I tempi sono ormai maturi ed è giunto il momento che salga al soglio papale e si prenda ciò che è giusto, ciò che ho scelto per lui. Potrei suggerirgli un nome che renda onore a un suo predecessore, Giovanni. In fondo, è stato uno dei miei primi amanti, sarebbe il giusto tributo alla sua memoria. Potrei concederglielo, questo.

Nel frattempo, Voi siete già senatrice e patrizia. Cosa vi manca?
Un trono vero, e non solo ideale. Lo pretendo. Due titoli non fanno un’Imperatrice, e io di fatto lo sono. Mi manca la consacrazione finale. Uno scettro, una corona. Ho ambizioni e sogni e idee e non voglio sprecarli inutilmente. Sto pianificando un matrimonio. Matrimonio che mi permetterà, un giorno, di ricostruire la grandezza di Roma, e di tenerla sul palmo della mia mano. Sono pronta e aperta a sostenerla!

Chi è il fortunato con cui vi sposerete?
Non io. Mia figlia. Sposerà un principe bizantino. Si accaserà. Starà bene. E io potrò approfittare delle nuove parentele e delle nuove alleanze per fare ciò che devo. Questa città ha bisogno di avere una guida forte e reale, determinata a restituirle prestigio e potenza. E chi meglio di me può assicurare quello che serve? Sono la donna adatta. Molto meglio di tanti uomini, che fanno la voce grossa ma rimangono muti e ipnotizzati quando espongo loro il mio corpo nudo. E non sanno fare altro che grugnire, quando glielo concedo.

La vostra bellezza è la vostra forza, dunque. Ma avete pensato a quando sfiorirà?”
Tutto passa. Anche la mia bellezza. Ma il giorno in cui sfiorirà, io non ne avrò già più bisogno, e mi godrò le mie ricchezze dall’alto del mio trono di Imperatrice del Nuovo Impero Romano.

Il segreto di questa sicurezza a che cos’è dovuto, potente Signora?
Al fatto che oltre alla bellezza, ho anche un’intelligenza che supera di gran lunga quella di un uomo, ragazza. Non credere che io abbia sprecato, in tutti questi anni, le mie arti seduttive con paggi o stallieri. Non credere che io sia stata così ingenua da lasciare cadere la mia immagine nella polvere sporcandomi del seme di incapaci e di inetti. Non ho perso tempo con delle nullità. La bellezza senza cervello non è niente, l’ambizione senza intelligenza cade nel vuoto. Corpo e mente, insieme, sono un binomio indistruttibile. E io so usarli all’unisono. Sono strumenti che suono con grazia e sapere.

E non teme proprio nulla, ormai?
Nulla. Tra qualche tempo, mio figlio sarà papa. Mia figlia sarà già sposata con un buon partito. Quando mio marito Guido non mi servirà più, troverò un altro marito che mi renderà altri servizi, così come hanno fatto quelli prima di lui. E’ la forza della vita che scorre dentro le mie vene, inarrestabile, e nessuno può fare nulla per interromperne il flusso. Io sono fatta per il potere, è il potere stesso che mi cerca, io non posso fare altro che accoglierlo tra le mie braccia. E un giorno, sarò una grande Imperatrice.

Marozia sembra preda di un delirio di onnipotenza che mi blocca e mi ammutolisce. Non ho più domande da fare alla scandalosa papessa. Non so cos’altro chiederle, ma so che le risposte ricalcherebbero l’arroganza e la presunzione con cui fin’ora ha replicato alle mie parole. Con umiltà la ringrazio e le chiedo congedo, e quando me lo concede sento un sospiro di sollievo risalire lentamente e uscire dalle mie labbra una volta chiusa la grande porta della camera da letto papale. Inutile dire a questa donna che i suoi progetti falliranno miseramente, non mi crederebbe. Rischierei la vita. Non mi darebbe credito se le dicessi che verrà tradita da suo figlio Alberico, quello che ebbe col primo marito, il conte di Spoleto. Sarà proprio lui ad aizzarle contro Roma. Sarà lui a farla imprigionare. E probabilmente, sarà lui stesso a farla uccidere. Lo strapotere di Marozia si sta avviando alla sua conclusione, ma le manie di grandezza di questa donna la rendono cieca e sorda. Mi guardo intorno e osservo il lusso che mi circonda, penso che tra qualche tempo, lei la rimpiangerà, poi mi incammino verso l’uscita. La brezza romana mi sta attendendo.



 




 





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L'INTERVISTA A CURA DI ELISELLE
E' STATA REALIZZATA
in collaborazione con Delirio.net
www.echolalie.org/ wiki/index.php?ListeDePapes
www.smgaribaldi.it/ nomentana/marozia.htm
leggendogodendo.com
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