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INTERVISTA IMPOSSIBILE
 




 

Marie Duplessis
La signora delle Camelie
Alphonsine Plessis nobildonna francese, celebre figura di cortigiana che ha ispirato numerose opere letterarie, teatrali e cinematografiche.
 



 
  (Nonant-le-Pin, 1824 – Parigi,1847)


 
La sua vita fu breve, ma intensa. Morì di consunzione a ventitré anni all’apice della sua fama e della sua bellezza. Alexande Dumas figlio, che ne "La Dame aux Camélias" la trasformò in Marguerite Gautier, descrisse le sue apparenze in un’unica frase: “On voyait qu’elle était encore à la virginité du vice” (Si vedeva che era ancora alla virginità del vizio).

Marie è bella. Marie è magra dai lunghi capelli neri corvini. La pelle è chiara e gli occhi grandi hanno il taglio allungato. Marie è giovane, piena di entusiasmo, di linfa intelligente. Marie e Maguerite, Alphonsine e Violetta. Amami Alfredo, Parigi o cara.

Fuori impazza il carnevale, la malattia, la tubercolosi, ma lei accenna ad un canto, leggero suadente: “Addio, del passato bei sogni ridenti”- La voce è filo friabile e caldo, fragile e forte, occhi ipnotizzanti e sorriso ammaliante.
Seduttrice naturale, spontanea, passionale e intrigante, amante di uomini facoltosi, musa ispiratrice, giovane vita consegnata troppo presto all’eternità, la povertà e la Normandia, il benessere e Parigi, carrozze e cavalli, tutti i giorni una camelia bianca, tranne le 5 rosse ogni mese, cortigiana e ribelle verso una società che non l’ha mai accettata, per le sue umili origini, per i suoi modi spontanei, mantenuta ed autodidatta, amante disillusa da quell'amor ch'è palpito.
Donna del popolo e ricca signora, dai modi semplici, dalla consapevolezza d’essere bella. Lei sa perché sono qui… affascinato dalla sua bellezza, dal suo spirito e dalla sua vivacità, dalla sua storia, da quell’icona romantica che rappresenta. Muoio di farle domande, di chiedere, di sapere, ma soprattutto di starla ad ascoltare…

Madame… Dove … è nata?
In un piccolo paesino tra i castelli, le foreste e le abbazie della Bassa Normandia.
La mia famiglia era molto povera. Mio padre, sempre ubriaco picchiava regolarmente mia madre finché lei fuggì andando a fare la cameriera presso una famiglia benestante.

Lei e sua sorella rimaneste con vostro padre?
Già, ma lui pensava a tutt’altro che mantenere le sue due figlie.

E come avete fatto?
Appena adolescente ho iniziato a lavorare. Prima come lavandaia, poi come cameriera d’albergo ed infine in una fabbrica di ombrelli. Il rapporto con mio padre peggiorava di giorno in giorno. Ero ancora negli anni dell’adolescenza, ma lui non esitò a sfruttare la mia bellezza mettendomi al servizio di un vecchio libertino col segreto scopo che io soddisfacessi, dietro compenso, i capricci del vecchio.

Quindi?
Andai a servizio da quel vecchio, cercai in tutti i modi di non farmi domande e di accontentare mio padre e il vecchio... naturalmente, ma desistetti quasi subito. Ero troppo giovane ed ancora troppo per me! Per cui tornata a casa sapevo benissimo che non sarei rimasta più a lungo sotto lo stesso tetto con mio padre. Come mia madre ogni santo giorno sognavo la fuga, pensando che solo Parigi mi avrebbe potuto offrire qualcosa di diverso.

Quindi partì per Parigi in cerca di fortuna…
All’inizio continuai a fare lavori umili, poi fui ingaggiata come modista in rue Saint-Honoré, e lì conobbi un altro mondo.

La sua ascesa in società fu abbastanza rapida…
Ero testarda, volevo arrivare. Conobbi un ricco commerciante, ma sapevo benissimo che le qualità fisiche non potevano bastare per cui leggevo molti libri, tra i quali Lamartine, Hugo, Goethe e Musset. Imparai a suonare il piano prediligevo bravi di Robert le Diable e Les Huguenots. Insomma in tempi rapidissimi riuscii a farmi una vasta cultura da autodidatta.

Ho letto nelle cronache del tempo che gli uomini rimanevano colpiti dal suo fascino spontaneo e dal tuo temperamento passionale.
Eh già… naturalmente al tempo, avendo solo sedici anni, non me ne rendevo conto. Iniziai a frequentare salotti e feste da ballo ed in breve scoprii che concedere le proprie grazie era assai conveniente ed oltretutto facilissimo… uomini importanti e facoltosi, con mia grande sorpresa, cadevano ai miei piedi come birilli uno dopo l’altro.

Perché ha cambiato nome?
Ma sa... frequentando quei salotti, decisi di darmi un tocco aristocratico. Aggiunsi il “du” davanti al cognome e cambiai il nome da Alphonsine a Marie.

Ormai era lanciata nel bel mondo...
Beh si, non mi mancavano le soddisfazioni… anche quelle economiche voglio dire! In poco tempo, grazie ai continui regali, riuscii ad avere un tenore di vita degno di una principessa! Vivevo in una casa da sogno in rue di Mont-Thabor ed ero circondata da mobili, gioielli, argenterie, un intero guardaroba con capi lussuosi, carrozza, cavalli e quant’altro…

Mi parli di Agénor Gramont duca di Guiche.
Lui era pazzo di me e devo a lui se sono diventata una donna raffinata e di classe! Insegnanti di bon-ton, dizione, pianoforte si alternavano nella mia casa. Iniziai a frequentare l'Opera. Ovunque ero apprezzata e coccolata.

Soddisfatta di quel rapporto?
Mi sentivo gratificata. Lui mi voleva al suo fianco in ogni occasione mondana, ma era un uomo importante, rampollo di una nobile famiglia e destinato a diventare una figura di primo piano nella Francia di Napoleone III. La cosa creò scandalo e la famiglia intervenne facendogli pressione. Lui lasciò Parigi senza opporsi. Io non ci rimasi molto bene, anzi quell’abbandono mi ferì molto.

Ma le cronache narrano che il duca non era il solo ad apprezzare la tue grazie…
Ero giovane, poco meno di vent’anni. Qualcuno disse addirittura che sette uomini contemporaneamente si contendevano le gioie del mio letto…

Era vero?
Oddio il numero mi spaventa… ma sinceramente non li ho mai contati!

Subito dopo nella sua vita comparve Alexandre Dumas…
Lo conobbi durante un ricevimento. Fu subito passione… di quelle travolgenti. La nostra relazione durò quasi un anno. Vivemmo dei momenti stupendi circondati dalla campagna di St. Germain en Laye, un piccolo comune a poca distanza da Parigi. Mi regalava ogni giorno fasci di fiori. Io avevo preso l’abitudine di staccare una camelia ed appuntarmela sul vestito all’altezza del seno. Per venticinque giorni una camelia bianca, per cinque una rossa.

Come spiegava questa attrazione fatale da parte dello scrittore?
Alexandre viveva assai male il suo stato di figlio illegittimo. Fu messo in collegio ancora bambino ed il nostro incontro gli diede una certa stabilità.

Ma poi finì tutto improvvisamente…
Alexandre mi scrisse una lettera... mi disse che la nostra storia, troppo coinvolgente, ci avrebbe fatto solo soffrire. Mi sorpresero queste poche parole: «Cara Marie non sono abbastanza ricco per amarvi come vorrei, né abbastanza povero per essere amato come voi vorreste».

Si dice infatti che Dumas dilapidò per lei una fortuna messagli a disposizione dal padre.
Sotto questo punto di vista ero e sono tranquilla. Sin dalla prima sera gli dissi senza alcun problema: “Alexandre voi dovete sapere di me che sono una donna che ama alla follia, succhia il sangue e sperpera centomila franchi l'anno"

Come ci si sente essere l’ispiratrice della “Signora delle Camelie”?
Strafelice!!! Non tutti possono avere dei ricordi dentro un capolavoro!!! Anche se mi è dispiaciuto molto leggere che Alexandre attribuisce i miei desideri d’amore alla mia malattia che, secondo lui, avevo contratto sin da piccola nell’ambiente povero in cui ero nata. In realtà avevo una gran voglia di essere amata e vezzeggiata, di essere corteggiata fino alla simbiosi delle nostre anime anche attraverso il sesso.

Dopo una breve storia con il compositore Franz Liszt arrivò finalmente il matrimonio.
Mi sposai a Londra. Il conte Édouard de Perrégaux era un uomo eccezionale, ma le troppe incomprensioni ci portarono ad un inesorabile fallimento!

Tornò a Parigi…
Ero per la vita libera e Parigi faceva al mio caso. Ma ormai la malattia avanzava e passavo le mie giornate in estrema solitudine peggiorando ogni giorno. Non riuscii a passare l'inverno,,,

Marie Duplessis, sopraffatta dal male, morì di tisi il 3 febbraio 1847 nel suo appartamento di Rue de la Madeleine al numero di 11. Soltanto due dei suoi tanti ammiratori furono presenti al suo capezzale: il conte svedese von Stakelberg e il marito conte De Perrégaux oltre alla sua fidata cameriera Clothilde. Fu sepolta due giorni dopo nel cimitero di Montmartre, lo stesso nel quale riposa Dumas.
La piccola tomba è tuttora meta di un intenso pellegrinaggio dove centinaia di visitatori al giorno depongono fiori freschi, naturalmente camelie. La figura di Marie è divenuta un'icona romantica che passa intatta attraverso epoche e mode.

Dumas venne a sapere della sua morte tre giorni dopo, a Marsiglia. Disperato, si mise subito a scrivere La dame aux camélias, romanzo in cui confluirono languori romantici, malattia e sensi di colpa. Così la breve e intensa vita di Marie Duplessis venne consegnata all’eternità e impersonata da Sarah Bernhardt, Greta Garbo e Maria Callas.
Dumas, dopo aver dato alle stampe con successo il testo letterario nel 1848, ne trasse nel 1852 un dramma che ebbe un successo altrettanto clamoroso e dal quale fu poi tratta la trama dell’opera La traviata di Giuseppe Verdi, dove Alphonsine diventa Violetta, ma in questo caso la nostra Signora delle Camelie viene assistita nel momento estremo dal suo amato.
Il significato della sua morte diventa un terribile j’accuse contro l’ipocrisia della società del tempo che non consentiva ad una donna di vivere liberamente e alla luce del giorno la propria vita e i propri amori. Quella morte è una condanna senza appello.


 


 

 


 







In foto Francesca Neri




 





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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
http://it.wikipedia.org/wiki/Marie_Duplessis
http://www.operainfo.org
http://81.75.233.46:8080/latraviata/ita/laprima/plessis.html


FOTO GOOGLE IMAGE


 















 
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