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INTERVISTA IMPOSSIBILE
 
 

Anaïs Nin
Il segreto di Nina
E’ stata una delle scrittrici più controverse del Novecento. Donna affascinante, cosmopolita e dall'eleganza oriental-mitteleuropea, Anaïs cresce tra l'Europa e New York, facendo scalpore coi suoi diari e racconti.
La sua letteratura sarà annoverata come letteratura erotica, mentre da ogni pagina traboccherà l'enorme passione per la scrittura che fin da piccola l'aveva rapita.
   (Neuilly 1903 - Los Angeles 1977)


 
Come ogni biografia che si rispetti direi di iniziare dalla sua famiglia di origine…
Sono nata da un pianista cubano e una cantante franco-danese. Nella mia casa, alle porte di Parigi, si respirava musica e arte.

A 11 anni il primo grande dolore…
Mio padre abbandonò la famiglia. Per sopportare la sofferenza mi rifugiai nel mio diario scrivendogli una lunga lettera mai spedita. Da lì iniziò la mia passione per la scrittura.

Poco dopo si trasferì a New York.
Per la mia famiglia Parigi divenne improvvisamente stretta, mia madre decise di riparare oltreoceano.

Come furono i primi anni in America?
Studiai danza spagnola e continuai a scrivere i miei diari rigorosamente in francese. Basta?

Il 1923 fu un anno importante per la sua vita.
Andai a convivere con Hugo Guiler che avevo conosciuto alla scuola d’arte. Poi lo sposai.

Intorno al 1930 tornò a Parigi…
Respirai l’aria di casa, che bello! Mi stabilii a Louvenciennes, alle porte della capitale. Richiamata dal fervido clima intellettuale della città negli anni Trenta iniziai a scrivere romanzi, saggi, articoli senza trascurare i miei Diari.

Il suo matrimonio non resse a questo cambiamento.
Avevo voglia di libertà e il matrimonio si rivelò presto un'amara prigione. Mio marito nonostante i discreti successi nella regia cinematografica non si adattò mai all’aria intellettuale di Parigi.

Nel 1931 pubblicò il suo primo libro, uno studio non accademico su Lawrence, l’ autore di L'amante di Lady Chatterley. Fu un caso?
Mi affascinò molto quella figura forse anche dovuto al mio stato d’animo. Sentivo il bisogno di riscattarmi dal senso di noia che vivevo con disagio.

In che modo Lawrence fu determinante?
Leggendo i suoi scritti cominciai a dare un linguaggio all'istinto cercando di sottrarmi al solo metodo scientifico come mezzo conoscitivo. Mi ero ripromessa di andare oltre e cercare il linguaggio del sesso, il linguaggio dei sensi che doveva ancora essere esplorato.

Conobbe Henry Miller…
Conobbi Henry frequentando il gruppo di Villa Seurat. Una persona davvero fuori dal comune. Un genio! M’innamorai della sua rudezza, del suo modo di trattare le parole con fare burbero…

… e di sua moglie June Mansfield
“Quando June mi è venuta incontro, ho visto per la prima volta la donna più bella del mondo”, scrissi nel 1931 nel mio diario.

Sin dall'inizio della sua produzione letteraria, lei mette in rappresentazione una vocazione erotica imperiosa.
Vivevo la mia arte ogni giorno e con Henry e June formammo un triangolo affiatatissimo e nacque una forte collaborazione sul piano più propriamente letterario.

Lei è conosciuta come l'autrice più affermata di letteratura erotica.
Il mio pregio al di là della forma e del contenuto fu quello di scoprire di non avere remore e grazie a questo mi raccontai.

Ci fu un episodio specifico?
Erano gli anni ’40 quando un collezionista di libri offrì 100 dollari al mese a Miller per scrivere racconti sul sesso. Lui ne rise con me, e poi decidemmo di scriverli insieme.

Anche “Il delta di Venere” venne scritto su commissione. Vero?
Esatto. Un misterioso personaggio del quale non conobbi mai la vera identità mi esortò a tralasciare la poesia per dedicarmi solo alle descrizioni strettamente meccaniche. Scelsi un linguaggio prettamente maschile e solo in una piccola parte riaffiora un erotismo al femminile con sprazzi di poesia.

Sul suo diario parigino passeranno volti notissimi, come Antonin Artaud, geniale artista della parola e tanti altri…
Per anni mi rifugiai in numerosi tradimenti, ma rimasi infedelmente fedele a mio marito... per ben cinquant'anni.

Si parla di una sua sessualità complessa...
Cercai di leggermi a fondo sottoponendomi a sedute di psicoanalisi da Otto Rank, allievo di Sigmund Freud. Ma ben presto la terapia divenne una bellissima relazione segreta e passionale. Fui così coinvolta che intrapresi la carriera da psicoanalista, ma non resistetti molto, ero confusa tra me stessa e le turbe dei pazienti.

Tornò alla letteratura e a suoi rapporti precari… E’ vero che fu bigama?
Vivevo un po' in Europa con mio marito e un po' in America col mio nuovo amante, molto più giovane di me, Rupert, che avevo conosciuto in un ascensore a New York.

Non le chiedo cosa successe in quell'ascensore... Lo sposò davvero?
Fu un momento di pazzia. Addirittura negai di essere già sposata. Alla fine confessai la cosa per non avere problemi con il fisco americano.

Lei deve la sua fama senz’altro ai Diari pubblicati nel 1966, ma soprattutto al libro Delta di Venere.
Delta di Venere è stato pubblicato nel 1977 in pieno periodo di rivendicazione dei diritti femminili. Si trattava di una raccolta di racconti erotici, che hanno avuto una notevole fortuna in quanto pubblicati in concomitanza della teorizzazione da parte delle donne della riappropriazione del proprio corpo e del sesso in genere.

Divenne quasi un’icona dell’emancipazione femminile.
Eh sì. Nonostante in A woman speaks: the lectures, seminars, and interviews of Anaïs Nin fui io stessa a prendere le distanze dall'aura politica che aveva investito la mia opera. Io raccontavo solo storie di donne secondo la mia particolarissima visione erotica senza mai trascurare la mia vicenda autobiografica.

Domanda d’obbligo. Perché decise di narrare l’erotismo?
Nel periodo in cui scrivevo con Henry Miller di pornografia a un dollaro la pagina, mi accorsi che per secoli noi donne avevamo avuto solo un modello per questo genere letterario: quello maschile. Ero già consapevole della differenza nel modo di trattare l'esperienza sessuale da parte dell'uomo e da parte della donna. Sapevo che c'era una grande disparità tra la chiarezza di Henry e le mie ambiguità. Le donne erano più portate a fondere il sesso con l'emozione, con l'amore. Avevo l'impressione che il vaso di Pandora contenesse i misteri della sensualità femminile, così diversa da quella maschile, e per la quale il linguaggio dell'uomo era inadeguato. Tutto qui.

Anaïs Nin muore di cancro a Los Angeles assistita da Rupert il 14 gennaio 1977. Pochi anni prima aveva ricevuto una laurea ad honorem in lettere dal Philadelphia College of Art.




 




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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
http://www.zam.it
http://it.wikipedia.org
http://www.girodivite.it
FOTO GOOGLE IMAGE







 
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