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INTERVISTE IMPOSSIBILI
 

 
 

CANTANTE E DANZATRICE STATUNITENSE NATURALIZZATA FRANCESE

Joséphine Baker
La Venere Nera
Di origine meticcia afroamericana e amerinda degli Appalachi, è considerata la prima star di colore e tra le più acclamate vedette di Parigi.
E’ ricordata come la "Venere nera". Picasso l'aveva soprannominata "la Nefertiti della società".
Per Ernest Hemingway era "la donna più sensazionale che si sia mai vista".
Utilizzò in seguito la sua grande popolarità nella lotta contro il razzismo e a favore dell'emancipazione dei neri, in particolare sostenendo la lotta per i diritti civili di Martin Luther King

 

(Louis, 3 giugno 1906 - Parigi, 12 aprile 1975)
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.Madame le sue origini?
Sono nata nel 1906. Mia madre, Carrie, era un'ex ballerina, costretta a fare la lavandaia per pagare l’affitto e mandare avanti la casa. Mio padre un batterista di nome Eddie Carson, che lasciò la famiglia poco dopo la nascita di mio fratello più piccolo.

Sembra che sua madre imputasse a lei le sue insoddisfazioni e la fine della sua carriera di ballerina..
Spesso mi picchiava, così a 13 anni abbandonai la famiglia e cominciai a lavorare come domestica in una casa finché, dopo aver subito una punizione esagerata per aver rotto due piatti, me ne andai…

E conobbe un uomo più grande di lei…
Nel disperato tentativo di lasciarmi alle spalle quella vita infelice, con una cerimonia informale, sposai Willie Wells, un uomo che aveva il doppio dei miei anni. Ma le nozze non mi portarono tranquillità. Litigavamo spesso, ed una volta Willie mi colpì alla testa con una bottiglia. Alla fine lui se ne andò e il matrimonio si chiuse dopo appena otto mesi.

Intanto frequentava i piccoli teatri di St. Louis…
Risparmiando riuscivo ad acquistare il biglietto per assistere agli spettacoli del Boxer Washington Theatre, riservato ai soli neri… Avevo una passione sfrenata per il ballo e il canto. Ricordo che, con grande difficoltà, un giorno riuscii a convincere il direttore a farmi un provino. Iniziai così la mia carriera di ballerina.

Veniva pagata 10 dollari a settimana…
Ero comunque felice anche se le coriste come me erano tenute a dispensare favori sessuali ai finanziatori dello show.

Quando lo spettacolo raggiunse Filadelfia, venne corteggiata da un uomo gentile di nome Willie Baker…
Mi innamorai di lui e mi risposai, avevo 15 anni, anche se non avevo mai divorziato dal primo marito. Ma il ballo era tutto per me e quando feci un provino per un musical all-black, Shuffle Along e ottenni una parte nel coro seguii lo spettacolo lasciando Philadelphia e il mio nuovo marito.

A sedici anni debuttò a Broadway…
In una grandiosa rivista, replicata per due anni. Il 2 ottobre 1925 venni in Europa con la Revue nègre al teatro degli Champs-Elysées.

Si dice che lei fu abbastanza riluttante a lasciare gli Stati Uniti…
Fui convinta da un assegno-paga di 200 dollari a settimana…

Naturalmente non era a conoscenza del fatto che avrebbe dovuto esibirsi nuda…
Fui spiazzata. Mancavano poche settimane all'inizio dello spettacolo e i produttori mi dissero che dovevo ballare in topless per stuzzicare le fantasie erotiche che i francesi coltivavano sulle donne africane.

Come andò?
Mi rifiutai minacciando di tornare a casa. I produttori mi dissero che ero libera di andare ma non mi avrebbero dato nemmeno un centesimo. E così, senza un soldo, fui costretta ad accettare.

La sua bellezza di donna e la sua bravura di artista mandarono Parigi in delirio. Si dice che il teatro registrò costantemente il tutto esaurito.
Cercai di unire il gusto piccante e ricercato del varietà francese al folklore della musica africana. Dopo il clamoroso successo alla prima dello show, gli stilisti facevano a gara per vestirmi, e mi arrivarono migliaia di proposte di matrimonio da ammiratori infatuati.

Ricorda ancora il primo spettacolo?
Sotto cocenti luci di scena, mi presentai al pubblico completamente nuda, ad eccezione di poche penne di fenicottero strategicamente posizionate. Il mio partner di ballo mi mise a testa in giù, mentre le mie gambe si distendevano in aria. Mentre la luce giocava sulla mia pelle color caffè, il mio corpo sembrava fondersi in un delicato abbraccio con il mio partner. Ero persa nell’erotismo del momento, inebriata. . . guidata da forze oscure che non conoscevo, mentre mi contorcevo in modo seducente. Il pubblico se ne accorse, per qualche istante rimase in silenzio, come stordito. Poi tutti si alzarono in piedi contemporaneamente per un applauso fragoroso.

La ragazza del ghetto di St. Louis, riuscì quindi a diventare una delle più grandi dive di sempre, un'icona dell'età del Jazz, piena di talento e glamour...
Nel 1927 debuttai alle Folies Bergère… fu un continuo successo, mi esibivo accompagnata da un leopardo, che terrorizzava l'orchestra e faceva fremere di paura il pubblico…

Oggi, tutto ciò che molte persone ricordano di lei è un balletto osé, in cui era seminuda tranne che per il famoso tutù di banane finte.
Con quel gonnellino mi scatenavo in un più pazzo charleston, musica allora sconosciuta in Europa. Negli spettacoli successivi le banane furono laccate d'oro e ricoperte da strass.

Nonostante il successo soffriva di solitudine, vero?
Amavo Parigi e la sua tolleranza razziale, ma avevo nostalgia di casa, al punto che riempii la mia suite d'albergo con due conigli, un serpente, un pappagallo e un maiale chiamato Albert.

Nel 1931 si sposò in gran segreto con il suo nuovo manager…
Mio marito era un nobile siciliano Giuseppe Abatino. Il matrimonio durò 10 anni e purtroppo si concluse con la morte di mio marito.

Diciamo un matrimonio sui generis…
Beh sì, non sono mai stata fedele, avevo un’energia sessuale straripante corrisposta da migliaia di francesi che avrebbero dato chissà cosa per venire a letto con la Venere Nera.

E’ vera la storia che per soddisfare il suo appetito sessuale frequentava un bordello sotto mentite spoglie?
Beh no, lo dicevo per provocare, ma sicuramente molti uomini ogni sera facevano la fila davanti alla mia stanza d’albergo… Avrei potuto scegliere sempre il meglio… comunque con il consenso di mio marito ebbi altri amanti: un principe svedese, un Maharajah indiano, una bella ballerina e un'attrice statunitense…

Nel 1936 fu la volta di una tournee in America…
La mia tournée negli Stati Uniti non fu un grande successo. L'America era scettica nei miei confronti e soprattutto mi rimproverava di parlare un inglese con accento francese. Al rientro in Francia ottenni la nazionalità francese e sposai l’industriale Jean Lion, ma il matrimonio durò soltanto due anni. Lui si era messo in testa di plasmarmi in una casalinga giudiziosa.

E’ vera la storia che allo scoppio della Seconda guerra mondiale lei divenne un agente del controspionaggio?
Avevo conosciuto Jacques Abtey, capo del controspionaggio militare a Parigi. Mi arruolai nei servizi segreti della Francia libera e durante la guerra mi feci carico di missioni importanti, utilizzando i miei spartiti musicali per celare dei messaggi. Alla Liberazione, proseguii l’attività a favore della Croce Rossa e cantai per i soldati al fronte. Alla fine della guerra, conclusa con il grado di capitano, fu Charles De Gaulle a decorarmi con la Legion d'Onore.

Nel 1947 un altro matrimonio…
Mi sposai con il direttore d'orchestra Jo Bouillon; insieme acquistammo il castello di Milandes in Dordogna, dove adottammo 12 bambini provenienti da diversi paesi del mondo, che bonariamente chiamai "la mia tribù arcobaleno". Per il mantenimento del castello spesi completamente tutta la mia fortuna.

Quando Joséphine fu definitivamente rovinata dalle sue difficoltà finanziarie, fu costretta a vendere il suo castello e a trasferirsi in un appartamento di due stanze a Parigi con tutti i suoi figli.
La principessa Grace di Monaco, amica della cantante, le offrì un alloggio per passare il resto della sua vita in Costa azzurra.

Fuori dal palco, non era più una stella glamour. Anni di tintura ai capelli le avevano bruciato il cuoio capelluto lasciandola quasi calva. Le sue gambe erano avvolte in bende per proteggerle dagli strappi e la sua salute era compromessa. Nel 1973, ebbe un attacco di cuore e poi un ictus.
Nonostante ciò, nell'aprile del 1975, accettò l’invito da parte dei suoi ammiratori ad esibirsi a Parigi, per celebrare i 50 anni dal suo primo successo in città.

Nel corso di quella esibizione, l'11 aprile 1975, si accasciò sul palcoscenico e morì poche ore dopo per un'emorragia cerebrale. Era il 12 aprile.
Fu sepolta con gli onori militari in segno di riconoscimento del suo eroismo durante la guerra. Ventimila persone scesero in piazza per dire addio alla Venere Nera che aveva conquistato il loro cuore. Non era solo una stella, ma una eroina.
La ragazza del ghetto aveva concluso il suo lungo percorso.

Fu seppellita nel cimitero del Principato di Monaco.


 











 





ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE
FONTI
.http://it.wikipedia.org/wiki
http://www.dagospia.com
https://www.liberaeva.com/1interviste/josephinebaker/big7.jpg



 













 
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