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INTERVISTA IMPOSSIBILE
 

 

STORIE DI BELLE EPOQUE
 
Maria Tarnowska
Un'avventuriera d'alto bordo
Siamo nei primi anni del '900 il periodo dei café-chantant. Formose chanteuse si esibivano nei locali, potevano anche steccare qualche nota, ma di sicuro avevano altre doti, con le quali facevano sognare nobili e ricchi borghesi. Era l’epoca del romanzo d’appendice, "La fidanzata del Bersagliere", "La crocerossina di Chivasso", storie a puntate sulle riviste per far sognare le lettrici e i lettori la domenica

 

 




 
Era davvero una belle époque tra ufficiali squattrinati e contesse lussuriose, e dolci pomeriggi autunnali trascorsi in giardino ad osservare fiori e rose. Ma era anche il tempo della decadente dissolutezza e la donna fatale, divoratrice di uomini che per lei arrivano a distruggersi, diviene quasi un simbolo di sfrenata libertà che ispira, architetta, provoca misfatti come questa storia di amori perversi, tradimenti e omicidi che vede protagonista Maria Nicolaievna Tarnowska.

Adamo chi era Maria Nicolaievna Tarnowska.
Ma dove sei andato a pescare questa…. diciamo così… nobildonna?

Leggevo su internet e mi aveva interessato la sua figura…
Se dovessi scrivere un libro su di lei la definirei un’avventuriera d’alto bordo e credo che come titolo sia abbastanza azzeccato. Sai, siamo nella Belle Epoque, tempo d’operetta e di sfarzo esagerato, periodo in cui sembrava che il divertimento non dovesse mai finire ed ogni cosa fosse a portata di mano. Ti dico questo perché come vedrai i due elementi che hanno reso famosa questa storia sono la sete di potere e il fatto che la protagonista sia una rappresentante del gentil sesso, la cui condizione al tempo era ancora assolutamente in subordine.

Mi hai incuriosito! Chi è la contessa?
Maria apparteneva ad un nobile casato russo. Nata a Kiev nel 1877, era una giovane ribelle che mal sopportava la rigida disciplina del Collegio delle Nobili Donzelle di Kiev. Appena ne uscì sposò il conte Vassili Tarnowsky, ma fu un rapporto molto tempestoso.

Come andò?
All’inizio abbastanza bene. Nei primi due anni di matrimonio Maria diede al marito due figli. Poi iniziarono i problemi.

Questioni di corna?
Il conte Vassili aveva delle idee tutte sue sui rapporti matrimoniali, trovando più che naturale avere una specie di harem di amanti, composto sia da nobildonne che da modeste cameriere. E non solo, il suo desiderio era quello di coinvolgere la moglie nelle continue orge che avvenivano in casa.

E lei?
Beh all’inizio queste strane idee cozzavano con il suo stile di vita, poi però ci fece il callo, ma, anziché accondiscendere ai desideri del marito, divenne altrettanto… diciamo… passionale e si circondò a sua volta di numerosi amanti.

Strano cambiamento… E il motivo?
Adorava essere corteggiata, ma rischierei di essere superficiale.

Spiega
Si radicò in lei una vera e propria patologia. Sceglieva i suoi amanti tra gli uomini più fragili e deboli in modo da ottenere il massimo e non concedere nulla. Lei non si accontentava di avere un amante, voleva piuttosto un uomo da dominare. Del resto aveva un fascino irresistibile e molti si sacrificarono per lei. Pensa che uno morì suicida, un altro ferito a morte dal marito geloso, un terzo si fece prete, un altro ancora divenne un assassino uccidendo per lei e così via.

Tra i tanti anche il nipote dello scrittore Tolstoj, vero?
Sì, il conte Paolo, che perse un braccio sfidando a duello un altro ammiratore della contessa. E poi il tenente Bosewsky protagonista del folle episodio della prova d'amore.

E’ famoso questo episodio…
Immagina un parco di una sfarzosa villa, la giovane e bella Maria che si esercita al tiro con la carabina. Il giovane tenente si avvicina dichiarandole il suo amore e che avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei. Lei lo guarda ironica e le chiede di dimostrarle il suo amore sincero mettendo la mano davanti alla canna del fucile. Il tenente non ha esitazioni e purtroppo neanche la contessa che spara bucando la mano dell’innamorato.

Gustoso questo episodio… ormai Maria era sulla bocca di tutti!
Il culmine della sua fama lo raggiunse quando il fratello del marito appena sedicenne s’impiccò dichiarando il suo amore per la bellissima cognata.

E il marito in tutto questo? Pensava solo alle proprie amanti?
Beh no, per salvare la faccia dovette sfidare a duello una serie di spasimanti della moglie finché si decise a chiedere il divorzio. Fu concesso dal Santo Sinodo della Chiesa ortodossa, attribuendo a Maria, adultera, la colpa della dissoluzione del matrimonio.

Lei come la prese?
Rimase sola e in condizioni economiche abbastanza precarie. Fu costretta a vendere gioielli e pellicce per mantenersi. Tra l’altro in quel periodo si era legata ad un amante che non poteva di certo mantenerla. Un certo Nicola Naumow, intellettuale un po' squinternato, che a ventitré anni è già semidistrutto dall'alcol.

Poi?
Per amore, e quindi per non lasciarlo, la bella contessa si fidanza contemporaneamente con il ricchissimo conte Kamarowsky di fresca vedovanza che soddisfaceva pienamente i suoi capricci e le sue finanze. Il problema è che il ricco conte, desideroso di consolarsi rapidamente, fece esplicite proposte a Maria.

Un imprevisto non calcolato?
Ma Maria tirò fuori dal cappello la contromossa. Di fronte a tali proposte si mostrò pudica e seria spiegando al conte che solo dopo il matrimonio avrebbe ceduto ai suoi voleri. Vista la recente vedovanza di lui naturalmente questo non era possibile immediatamente, ma solo dopo un congruo intervallo di tempo.

Il conte era innamorato?
Direi cotto! Tanto che la donna per lenire l’attesa gli fece firmare una polizza vita a suo favore per l’enorme somma di 500.000 rubli.

Cosa c'entrava in tutto ciò il giovane Nicola Naumow?
Semplice: nel piano architettato, Naumow aveva il compito di eliminare il conte per consentire a Maria di incassare il ricco capitale della polizza vita.

Con quali argomenti la contessa convinse Naumow?
Facile, gli confidò che il conte Kamarowsky, la tormentava con continue profferte amorose alle quali lei non voleva cedere, ma naturalmente non poteva assicurare al giovane amante la fedeltà eterna…

Una specie di ricatto!
Già… ma non aveva fatto i conti con la coscienza di Naumow. Il giovane seppur innamorato non se la sentiva di uccidere un uomo.

E davanti all’imprevisto come si comporta la nobildonna?
Attuò un piano infallibile. Fece scrivere un telegramma dal suo avvocato Prilukov ma firmato conte Kamarowsky pieno zeppo di pesanti insulti rivolti a lei ad al suo amante Naumow… Ah scusa, mi stavo dimenticando di un particolare non trascurabile. L’avvocato Prilukov era un altro spasimante della contessa ed anche in questo caso la contessa accettava volentieri la corte.

Il giovane che fa? Cade nella trappola?
Divorato dalla passione, stordito dall'alcol, giurò a Maria di vendicarne l'onore. Così dicendo si recò a Venezia dove si era stabilito il conte Kamarowsky per ucciderlo. Nel frattempo Prilukov aveva assoldato due detective in modo che una volta commesso il crimine Naumow fosse immediatamente arrestato e quindi morto un amante, arrestato un altro, sarebbe rimasto l’unico pretendente a godere dei favori della bella Maria.

Immagino che il diavolo che fa le pentole non faccia anche i coperchi…
Esatto! Alle ore otto del mattino del 4 settembre 1907 Naumow bussò alla porta della residenza del conte Kamarowsky. Il nobile, vedendo il giovane, non ebbe alcun sospetto e lo pregò di entrare. A quel punto Naumow tirò fuori la pistola e gli sparò addosso l'intero caricatore urlando “Non voglio che sposi Maria!” Quattro pallottole andarono a segno.

Missione compiuta?
Sì, ma il conte non morì all’istante anzi ebbe il tempo necessario per giurare sui suoi figli di non essere l’autore del telegramma e soprattutto che Maria più di una volta gli aveva promesso di sposarlo.

Cosa fece Naumow?
Disperato fuggì in preda al panico, ma nella stessa giornata la polizia lo arrestò alla stazione di Verona. Qui rese una dettagliata confessione spiegando la diabolica macchinazione di cui era rimasto vittima. Subito furono diramati telegrammi di ricerca in tutta Europa. Maria Tarnowska, l'inseparabile governante Elisa Perrier e l'avvocato Prilukov furono arrestati a Vienna e consegnati dalla gendarmeria austriaca alla polizia italiana.

Ci fu un processo immagino…
Il processo ebbe inizio nel marzo 1910 alla Corte d'Assise di Venezia e divenne un avvenimento sensazionale, che appassionò il mondo. L'opinione pubblica si divise non tanto tra colpevolisti e innocentisti, ma tra quanti cercavano di giustificare in qualche modo la Tarnowska, e tra quanti accusavano la donna di avidità perché ciò che l’aveva animata era il solo desiderio di denaro, causando così la morte di un padre di famiglia e portando alla rovina un giovane che fino a quel momento si era dimostrato onesto e soprattutto innamorato.

La Tarnowska come si comportò durante il processo?
Diciamo fu pane per i suoi denti! Divenne un personaggio da imitare nelle pettinature e negli abiti. La gente comune nonché i tantissimi inviati di tutti i giornali del mondo si accalcavano per vederla da vicino. Il suo fascino era incontenibile, pensa che durante un’udienza le furono sequestrati due biglietti d'amore, scritti da un avvocato e da un cancelliere, che si erano invaghiti di lei solo vedendola.

Una donna fatale!
Guarda, non ti dico bugie! Ho qui un articolo dell’epoca, credo sia il Gazzettino, leggi: «Non ha ancora trent’anni ma almeno sei uomini si sono rovinati per lei; due sono morti tragicamente e quattro hanno abbandonato mogli e figli».

Come si comportò la difesa?
L'avvocato della donna cercò di accreditare davanti ai giudici la figura di una povera vittima, desiderosa solo di essere sposa e madre, rimasta segnata nella psiche dallo sciagurato marito che l'aveva obbligata a indecenti pratiche. Da ciò sarebbero poi derivate tutte le sue azioni, il cui denominatore comune sembrava essere solo la distruzione del maschio.

E l’accusa?
Smantellò le attenuanti avanzate dalla difesa facendo notare che la giovane Maria Nicolaievna O'Rurke non aveva sposato il conte Tarnowsky col solito matrimonio obbligato, combinato tra nobili famiglie, ma, anzi, si era messa in contrasto con la sua famiglia per unirsi col nobiluomo, la cui fama di grande "scostumato" era ben nota nel bel mondo. Insomma Maria sapeva ed era ben consenziente, perché evidentemente anche in lei allignava un fondo torbido e perverso.

La sentenza?
L’accusa fu implacabile perché come detto la contessa aveva istigato al delitto per denaro e per amore della bella vita, degli agi e delle comodità. Furono condannati tutti e tre!
Ma per Maria Tarnowska, tutto sommato fu una sentenza mite. Riconosciuta isterica e seminferma di mente fu condannata a otto anni e quattro mesi. Naumow, vittima oltre che carnefice, fu anche lui giudicato seminfermo e condannato a soli tre anni e un mese. Chi andò peggio fu l'avvocato Prilukov che in assenza attenuanti fu condannato a dieci anni in galera.

Rimase molto in carcere?
Ragazzo mio, certo che no! In fin dei conti era sempre una contessa! Venne rilasciata nel 1915 e partì per Parigi dove divenne l’amante di un ufficiale americano che ovviamente provvide a mantenerla.

Il che dimostra che il lupo perde il pelo ma non il vizio…
Certo! Era tornata alla sua forma migliore.

Fece una fine tragica?
Direi di no, morì nel 1949 in Argentina, ignorata da tutti.

Vittima o carnefice?
Bella domanda! Io sono solo un povero cronista, ti ho raccontato semplicemente la storia di Maria Nicolaievna Tarnowska, sposa a diciassette anni, consenziente più o meno con le pratiche orgiastiche del marito, pluriamante dall'età di diciannove, causa di rovine di patrimoni, di uomini gettati sul lastrico dalla passione, mandante di omicidio a trent'anni, morfinomane, isterica e seminferma di mente…. posso solo dirti che alle volte scelte sbagliate non solo cambiano il corso della propria vita, ma ti trasformando dentro… Sarà questo il caso?











 





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A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
http://www.storiain.net/arret/num54/artic4.htm
http://www.cinziatani.com
http://notitiacriminis.blogosfere.it/2007/11/maria-tarnowska.html
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