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IL MESTIERE ANTICO
 


 

Grecia
Il paese dove il sesso costa poco
La fotografa Myrto Papadopoulos con il suo progetto fotografico “The Attendants” aveva denunciato anni fa la situazione di degrado economico e morale in Grecia. Oggi le cose non sono cambiate. A causa della crisi economica sempre più donne vivono ai margini della società. In un mondo fatto di sesso e povertà la concorrenza si è fatta spietata e un rapporto orale è arrivato a costare appena 5 euro!


 


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La crisi in Grecia continua a mordere e sono molti i cittadini ellenici che hanno perso il posto di lavoro, o hanno visto il loro stipendio abbassarsi notevolmente. Un fatto che però non è stato ancora ampiamente considerato è che sempre più donne vivono sotto la soglia della povertà, infatti il numero di prostitute è aumentato notevolmente negli ultimi anni.

La fotografa Myrto Papadopoulossta ha cercato di attirare l’attenzione su questo aspetto della crisi con il suo progetto fotografico “The Attendants”. Per scattare le fotografie che documentano il mondo della prostituzione, la Papadopoulos ha seguito delle prostitute per diversi mesi. Da quando l’economia è collassata la crisi sta alimentando il mercato del sesso a pagamento e le industrie collaterali che fanno del sesso il loro business. Sempre più donne greche vendono il loro corpo spinte dalla necessità a causa della perdita del lavoro, affrontando tra l’altro il fenomeno dell’immigrazione clandestina che recluta migliaia di ragazze provenienti dal Sud e dall’Est.

La Grecia con oltre 18.000 prostitute ufficiali è considerata una sorta di porta verso l’Europa e la grande affluenza di prostitute ha influito notevolmente sui costi delle prestazioni. La loro condizione è tutt’altro che rosea. Uno studio recente ha dimostrato che le donne si vendono per cifre irrisorie: se fino a qualche anno fa un rapporto sessuale poteva costare 50 euro, ora ne costa all’incirca la metà e un rapporto orale addirittura 5 euro ed alle volte il misero costo di un panino.

Ed in effetti molte donne vendono il proprio corpo per un sandwich semplicemente perché sono affamate. Altre per procurarsi droga, altre ancora per pagare le bollette.

Camminando lungo la Filis Street, una strada lunga e stretta di Atene, famosa per le signorine avvenenti che ci lavorano, tento di intervistare alcune di loro. Maria, ad esempio, è una bellissima signora cinquantenne, che mi racconta come sia caduta così in basso. Aveva un negozio di estetica, ma poi la crisi l’ha costretta a chiudere e l’ha sbattuta sul degrado del marciapiede della Filis Street: «Mi chiamavano signora Maria, ma ora qui mi conoscono tutti come puttana».
Elena invece, una ragazza di 22 anni, capelli biondi tinti, seno rifatto e tacchi vertiginosi, a pochi metri, dalla sua collega sta contrattando dietro un bidone della spazzatura con un potenziale cliente una prestazione orale da cinque euro.
Carmen invece una ragazza appena maggiorenne che lavora come prostituta da quando aveva 12 anni mi dice che il suo lavoro si concentra nei tre quattro giorni successivi al pagamento degli stipendi ed a volte è costretta a fare credito.
Miki mi dice che faceva la cameriera in un ristorante, ma poi il titolare ha cominciato a non pagarla ed ammette purtroppo che di questi tempi l’unico lavoro che dà un guadagno misero, ma certo, è proprio quello della prostituta.

In Grecia, la prostituzione è legale nei bordelli autorizzati, il problema è che nelle liste della polizia ad Atene sono segnati circa 300 bordelli, mentre risultano attive oltre 800 case chiuse. Peraltro la legge in materia non aiuta particolarmente in quanto le donne devono supere una lunga lista di test e devono rispondere a diversi requisiti per essere iscritte nella categoria.

La maggior parte delle donne decide di prostituirsi per poter sopravvivere, non avendo trovato altra soluzione per far fronte alla crisi. L’unica soluzione è il marciapiede anche se la prostituzione in strada è illegale. Eppure le donne vendono abitualmente sesso negli angoli delle strade con tutti i rischi annessi e connessi. Sono aumentati i casi di Hiv, di depressione e i suicidi, mentre centinaia di migliaia di persone sono escluse dal sistema sanitario nazionale. Alcune ormai vivono addirittura per le strade non avendo una casa dove andare. Per non parlare del racket e malaffare: una donna, intervistata dal New York Times, ha raccontato che fa pagare 10 euro per 10 minuti ai suoi clienti e che le è permesso tenere la metà di quanto guadagna.

Ad Atene il numero di prostitute è in continuo aumento e la percentuale di ragazze trai 17 e i 20 anni è spaventosa, ma i prezzi diminuiscono drasticamente. Solo alcuni anni fa per una donna in una casa chiusa il cliente pagava in media 39 euro, mentre oggi si calcola che il prezzo medio sia precipitato a meno di 17 euro.

Spesso i poliziotti chiudono un occhio, da quando è iniziata la crisi finanziaria sono più tolleranti perché ritengono che le prostitute svolgano un servizio sociale sia per i clienti che per loro stesse, le quali in questo periodo non saprebbero davvero dove prendere il necessario per sopravvivere anche al costo misero di quelle maledette cinque euro!


 







 





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ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
.https://www.youtube.com/watch?v=ihBtHTFW2iU
Foto Myrto Papadopoulos
https://www.vanityfair.it/news/approfondimenti/2018/10/30/grecia-la-crisi-finanziaria-colpisce-anche-la-prostituzione
www.giornalettismo.com



 













 
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