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REPORTAGE
 

 
 

DALLA RIVISTA SCIENCE

La conferma dall'analisi del genoma
La diffusione dell’HIV? Colpa del colonialismo belga a Kinshasa
La diffusione iniziale nella città africana, crocevia di commerci e viaggiatori. E' quanto dimostra l'analisi del genoma dell'Hiv condotta da un gruppo internazionale di ricerca coordinato dall'università belga di Leuven e da quella di Oxford. I risultati sono pubblicati su Science.

 


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La storia dell'epidemia di HIV/AIDS che finora ha colpito più di 75 milioni di persone nel mondo viene solitamente fatta iniziare nel 1981 quando fu riconosciuta l'esistenza in alcuni pazienti negli Stati Uniti: in realtà l'infezione esisteva già da molti anni…

Tutto è iniziato a Kinshasa l'attuale capitale della Repubblica democratica del Congo. Correvano gli anni venti del secolo scorso.
Grazie ad alcuni dei più antichi campioni del virus, combinati ai ceppi più recenti, uno studio dell'Università di Oxford è stato in grado di osservare le mutazioni e le diversificazioni del virus e rintracciarne le origini nella città congolese.
La malattia è sicuramente passata da una scimmia o meglio da uno scimpanzé a un essere umano. Dopo di che ha avuto inizio un'epidemia globale.
La trasmissione uomo/scimmia è avvenuta tramite il contatto di liquidi biologici. Vi sono prove che gli esseri umani che partecipavano ad attività di caccia e di vendita di carne e pelli di scimmia, abbiano contratto il SIV. Tuttavia, solo alcune di queste infezioni sono state in grado di causare epidemie nell'uomo e tutte si sono verificate tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo.
 
La causa della diffusione è da ricercare nel colonialismo belga con le sue infrastrutture e commerci, infatti il Congo è rimasto sotto il dominio del Belgio dal 1908 al 1960 e durante questo periodo, grazie alla massiccia estrazione di oro e diamanti, sono state costruite reti ferroviarie.
Alla fine del 1940 oltre un milione di persone passava ogni anno per Kinshasa. Ed è proprio in quel periodo che l'HIV si è diffuso velocemente in tutto il paese, viaggiando con le persone attraverso ferrovie e corsi d'acqua.
 
Quegli anni furono un periodo storico di grande fermento per la colonia belga, che divenne rapidamente un centro di riferimento per il commercio di avorio e di carne, oltre che la meta di moltissimi lavoratori. Questo mix di fattori determinò una forte promiscuità, con la conseguente fioritura del mercato del sesso: a questa situazione, già di per sé esplosiva, si aggiunse infine la pratica di usare aghi non sterili. Una condizione ideale secondo i ricercatori, da cui sarebbe partito il contagio globale.

Nella seconda metà del XX secolo fu diagnosticato un cosiddetto slim disease ("mal sottile"), che portava misteriosamente a morte i malati per una progressiva consunzione, e che probabilmente era l'AIDS. Il virus si diffondeva in aree urbane come Kinshasa quasi esclusivamente tramite contagi eterosessuali, per poi travalicare l'oceano alla fine degli anni sessanta.
 
Tuttavia, il primo caso di sieropositività accertato risale al 1959, quando venne prelevato da un uomo di Leopoldville (oggi Kinshasa) un campione di sangue che, analizzato trent'anni dopo, dimostrò di contenere anticorpi all'HIV-1. All'anno successivo appartiene un campione di tessuti di linfonodi di una donna della stessa città, pure infettato dal virus.

Negli anni settanta, favorita dalla promiscuità legata alla rivoluzione sessuale e altri fenomeni connessi, ebbe inizio la seconda fase della malattia, che interessò Haiti, New York e il Brasile. Haiti aveva particolari relazioni con l'Africa, e il virus qui trovò un bacino di contagio vantaggioso soprattutto nelle comunità omosessuali maschili; fu forse l'isola caraibica, meta del turismo gay statunitense, a fare da ponte tra l'Africa e l'America.

Da lì si diffuse in maniera esponenziale in tutto il mondo (diventando una vera e propria pandemia), a differenza di tutte le altre epidemie fino ad allora conosciute fu a lungo mortale in percentuali vicine al 100% dei casi diagnosticati.

Alla fine del 1981, si registrarono i primi casi in Europa.
 
La malattia non aveva ancora un nome e iniziarono a circolare sulla carta stampata le definizioni più disparate: "Gay compromise sindrome", su The Lancet, "immunodeficienza gay-correlata" (Gay-related immune deficiency, Grid), "cancro dei gay".

Nel 1982 alcuni primi casi si verificarono tra gli emofiliaci, obbligati a ricevere continue trasfusioni.
Nel frattempo, soprattutto nella fascia mediterranea, il mezzo di diffusione più veloce e frequente fu quello del contatto ematico tra gruppi di eroinomani che condividevano la stessa siringa.
Per un certo periodo l'infezione fu chiamata "delle 4 H", poiché colpiva omosessuali, eterosessuali utilizzatori di droghe endovena, haitiani ed emofiliaci (in inglese "homosexuals, heterosexual intravenous drug users, Haitian immigrants" e "hemophiliacs")

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ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE
.http://motherboard.vice.com/it/read/il-traffico-di-diamanti-in-congo-ha-aiutato-lhiv-a-diventare-pandemico
http://www.repubblica.it/scienze/2014/10/02/news/hiv_scoperta_l_origine_della_pandemia
http://it.wikipedia.org/wiki/Storia_dell'epidemia_di_HIV/AIDS



 














 
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