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REPORTAGE
 

 
 

PAKISTAN

Mujra La Danza Orientale
Nel paese dove si vuole vietare la danza
La danza del ventre è troppo sensuale e dunque i fondamentalisti religiosi tentano di metterla al bando


 


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Le danzatrici di Lahore, la capitale culturale del Pakistan, si sono opposte ed hanno deciso di scioperare contro l’ondata di restaurazione che minaccia di distruggere la raffinata forma d’arte secolare.

Ad innescare la protesta, la decisione dell’Alta Corte di vietare la Mujra, la delicata ed elegante danza del ventre fiorita nelle corti Mughal.
Ed in effetti è da oltre cinque secoli che le danzatrici pakistane sono rinomate e ricercate. Nei teatri, nelle case dei ricchi, alle feste di nozze, recentemente negli studios cinematografici e nei bordelli: un'arte antica, simile a quella ballata in India e in Medio Oriente.
La protesta delle ballerine non si è fatta aspettare ed ha obbligato la Corte a fare un passo indietro sospendendo il divieto. E si è arrivati quindi ad un compromesso: le danzatrici dovranno coprire il decollete con scialli e mettersi scarpe ai piedi (danzare a piedi nudi è considerato troppo erotico).

Governo e Corte suprema avevano cercato di favorire la diffusione di danze “più adatte alla famiglia”, ma nei locali “eticamente corretti” nonostante gli sforzi con il biglietto decurtato da 300 a 25 rupie c’è stata una scarsissima affluenza ed i teatri sono rimasti praticamente vuoti.
Per i fondamentalisti quella danza aggraziata è fumo negli occhi perché troppo esplicita sessualmente. La Mujra per sua stessa natura è una danza molto seducente e già negli anni Ottanta ci furono tentativi per proibirla.

Questa danza di corte ebbe origine sui pavimenti di marmo delle corti Mughul e veniva praticata dalle Cortigiane "Tawaif" nei palazzi reali e nelle ricche corti di Nababbi e sultani. Attraverso la poesia Mudra, i movimenti del corpo, gli sguardi e l’andatura elegante venivano raccontate storie di amori impossibili. Quel movimento ritmico e sacrale aveva in sé la magia di compiacere ed appagare il pubblico presente.
«Cosa si aspettano che le ragazze ballino con il burqa?», dice Jalal Mehmoud a The Independent. «Il Mujra fa parte della nostra cultura». Il teatro ha bisogno della danza proprio come si ha bisogno dell’acqua» dice Rabia, ballerina e attrice. Centinaia di ragazze con questa censura resteranno senza lavoro. Il divieto di ballare è solo uno degli ultimi casi di una pericolosa tendenza che sta prendendo piede nel paese.

In Pakistan le danzatrici si tramandano la professione di madre e in figlia, contribuendo al bilancio familiare. Anche se sono artiste spesso nelle feste private viene loro richiesto sesso da parte dei clienti.
Nonostante si possano guadagnare 50.000 rupie per serata alcune famiglie delle ragazze hanno fiutato l’affare e gestiscono direttamente questa attività collaterale.
E’ la famiglia a decidere il prezzo di una notte e a rifiutare bei giovani per timore che le ragazze s’innamorino, si sposino e cessino di essere una fonte di reddito.

Nel nord del paese sotto l’influenza talebana la situazione è a dir poco più complicata. Le ballerine, a rischio della vita, sono accusate di attività anti-islamica. Nel 2009 la celebre ballerina Shabana è stata ritrovata morta nella valle dello Swat con il corpo coperto di banconote, foto, cd e dvd delle sue esibizioni artistiche. Quattro uomini sono entrati in casa sua fingendosi clienti, l’hanno guardata ballare, poi l’hanno trascinata a forza nella pubblica piazza e qui le hanno sparato qualche colpo di pistola in testa. “Ogni ragazza trovata a danzare in qualsiasi parte della provincia verrà giustiziata sul posto”, questo l’avvertimento per le altre.
In quelle terre totalmente fuori controllo dal governo centrale di Islamabad nel 2013 due sorelle adolescenti sono state uccise dopo essere state accusate di infangare il nome della loro famiglia. Il motivo: sono state riprese da un telefono cellulare mentre danzavano sotto la pioggia attorno alla loro casa, un bungalow nella città di Chilas; le ragazze, di età compresa tra 15 e 16 anni, nel filmato indossavano abiti tradizionali ed erano accompagnate da altri due bambini più piccoli secondo un rapporto pubblicato dal britannico online Daily Mail.

L’anno precedente, nel 2012, si ritiene che altre cinque donne siano state uccise da alcuni anziani conservatori del paese per aver danzato e cantato in compagnia di altri uomini ad una festa di nozze in un remoto villaggio a nord-ovest di Kohistan. Un consiglio tribale di chierici avrebbe condannato a morte le donne per “fornicazione” e per aver disonorato le rispettive famiglie.
La danza non è la sola arte ad aver pagato il conto di questo fondamentalismo preistorico; stessa sorte è toccata alla musica qawwali, un rito mistico islamico capace di portare a uno stato di trance (ma’rifat) che permette di raggiungere un livello di conoscenza e unione con il divino che non è raggiungibile solo con la preghiera e il sacrificio ma proprio grazie alla con danza e al canto; la stessa estasi descritta nello “Ione” del filosofo greco Platone. Secondo i fondamentalisti islamici la musica qawwali, la filosofia sufi e tutte le altre arti (compresa la danza) “distraggono dalla preghiera” e “incoraggiano la depravazione”.


 




 





ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE
. http://www.americanaexotica.it/beni-culturali/danza-in-pakistan-emancipazione-miraggio/
Kawkab Tawfik http://www.loccidentale.it/node/64620
http://www.fusiorari.org/world/attualita/651-le-mafie-nel-mondo-prostituzione-dal-e-nel-mondo-islamico-pt2.html
http://www.danza-oggi.it/archives/0002556.html
Cecilia Zecchinelli http://www.corriere.it/esteri/09_gennaio_13/ballerina_massacrata_talebani_zecchinelli
http://www.lastampa.it/2008/12/12/esteri/la-rivolta-delle-danzatrici-contro-il-governo



 













 
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