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AMARSI CHE CASINO
 
LA TRAVIATA CENSURATA!
Verdi, preso dall’ira, esplose:
«La censura ha guastato il senso del dramma!
Han fatto la Traviata pura e innocente!
Tante grazie, ma una puttana
è pur sempre una puttana!»




 


 

Lo sapevate che "La traviata” di Giuseppe Verdi, forse l’opera lirica italiana più famosa al mondo, fu al tempo censurata?
Sì sì proprio quella con il coro del brindisi “Libiamo nei lieti calici”!
Quando fu presentata al pubblico, l’opera fu ritenuta scandalosa e venne censurata. Il testo subì così pesanti modifiche da parte dello Stato Pontificio che epurò dal contenuto i particolari ritenuti scomodi, inopportuni e immorali.
Curiosamente, la censura austriaca era stata la meno vessatoria, e a Venezia nel 1853 alla prima rappresentazione al Teatro La Fenice a Venezia non intervenne affatto, ma all'Apollo di Roma nella Stagione di Carnevale del 1854, il titolo venne cambiato in Violetta e appunto la trama fu modificata risultando così una versione che minimizzava e nascondeva la maggior parte degli aspetti più scandalosi del capolavoro verdiano. Questa nuova versione rimase inalterata e rappresentata fino all’Unità d’Italia.

Il testo originale raccontava la storia di Violetta Valéry, una prostituta che si innamora del giovane, Alfredo, e va a convivere con lui. La società del tempo condanna quella convivenza, fuori dal matrimonio, tra un giovane ragazzo di buona famiglia e una prostituta. Praticamente uno scandalo al punto che il padre di Alfredo riesce a convincere Violetta ad abbandonare suo figlio. E così Violetta finirà sola e abbandonata da tutti, consumando in povertà i suoi ultimi giorni di vita.

In quel libretto erano presenti vari punti di attrito con la morale comune, tra cui i riferimenti a Dio perché non si poteva accettare che una prostituta potesse pregare. A Violetta Valéry, in quanto prostituta, non era riconosciuto questo diritto. Non di meno erano i riferimenti al piacere sessuale che Violetta incarna. Quella voluttà che la rende inafferrabile e seducente, non era accettabile. In terzo luogo il suo desiderio di essere libera e indipendente, per cui Violetta diventa scomoda e pericolosa perché in quanto donna non le è concesso!

Quindi il libretto rivisto e corretto parla di una Violetta non più prostituta ma solamente una povera ragazza senza soldi e sarà appunto il motivo economico la causa del loro addio con Alfredo che deve lasciarla per sposare una fanciulla ricca e salvare dal dissesto finanziario la famiglia. Tra le altre cose la storia ambientata nel 1850, vedi “La signora delle camelie”, venne spostata nel 1700 in modo tale da edulcorare ogni critica al potere del tempo.

Quando Giuseppe Verdi lo venne a sapere, non mancò di esprimere il suo disappunto tanto che il previsto debutto romano del 1854 venne annullato, anche se l’opera sarebbe andata in scena ugualmente, di lì a pochi mesi, nella futura capitale d’Italia, con questo stesso testo illogico. Verdi, preso dall’ira,
esplose: «La censura ha guastato il senso del dramma! Han fatto la Traviata pura e innocente! Tante grazie, ma una puttana è pur sempre una puttana!»







FONTI:
https://www.ilfoglio.it/cultura/2023/06/19/news/-
la-traviata-violentata-dal-politicamente-corretto-5404334/

 

 















 
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