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INTERVISTA IMPOSSIBILE
 



 

Gabrielle d'Estrées
LA QUASI REGINA
Intervista alla più famosa amante del re di Francia, Enrico IV, tra tutte le cortigiane fu l'unica veramente ad un passo dal trono. Lo accompagnava in battaglia e scriveva i suoi discorsi pubblici. Riuscì a manipolarlo così tanto da spingerlo ad annullare il matrimonio con la moglie, ma non è mai riuscita ad avverare il suo sogno di diventare regina a causa della sua morte prematura
(Montlouis-sur-Loire, 1571 – Parigi, 10 aprile 1599)

 



 


 
Madame le sue origini?
Sono nata nel castello de la Bourdaisière a Montlouis-sur-Loire. Figlia di Antoine d'Estrées e Françoise Babou de La Bourdaisière. La mia famiglia al tempo non godeva di una buona reputazione: la nonna era riuscita a infilarsi nel letto di papa Clemente VII e del Re Francesco I mentre mia madre, aveva abbandonato marito e prole per seguire l’amante, il marchese d' Alègre.

La sua adolescenza?
Affidata a mio padre sono cresciuta nel castello di Cœuvres insieme a mia sorella Diane. A diciassette anni divenni amante di Roger de Saint-Lary conte di Bellegarde. Lui era un bel giovanotto di 28 anni ed io me ne innamorai a prima vista.

Anche lei però era una bellissima ragazza…
Avevo i capelli biondo cenere e i miei occhi erano color del cielo quando Roger mi vide per la prima volta rimase incantato e subito chiese la mia mano. Lui rivestiva la carica di Grande Scudiero di Francia, che lo portava a essere vicinissimo al futuro re Enrico IV, all’epoca ancora Re di Navarra.

Come arrivo ad incontrare Enrico IV?
Il mio fidanzato commise l’errore di confidarsi sulla mia bellezza con il re tessendo le mie lodi e tempo dopo Enrico, trovandosi vicino al mio castello desiderò conoscermi. Appena mi vide, pretese di prendere il posto di Roger come mio amante. E come si sa a desiderio di sovrano è difficile dir di no Roger chinò subito il capo.

Lei fu d’accordo?
Inizialmente resistetti, rispetto al mio fidanzato Enrico era tutt’altro che avvenente ed aveva vent’anni più di me, ma cedetti in seguito alle pressioni di mio padre e mia zia che, per il prestigio della famiglia, vedevano di buon occhio quella relazione. Quindi nel febbraio del 1591 a venti anni divenni ufficialmente amante di Enrico.

Come si comportava il re nei suoi confronti.
Benché fosse sposato con Margherita di Valois, in pubblico si comportava con me in maniera affettuosa. Poi però per salvare le apparenze e per consentirmi di lasciare la casa paterna, mi diede in sposa a Nicolas d'Amerval de Liancourt, il quale accettò di rinunciare ai diritti coniugali in cambio di denaro.

Come visse quella situazione?
Non fu facile per me, anche perché ero moglie di uno sconosciuto ed ero ancora innamorata del mio ex fidanzato Roger. Di fatto non avevo mai troncato quella relazione suscitando la gelosia del re, il quale più volte mi esortava scrivendomi frasi del tipo: «Decidetevi dunque, mia Signora, ad avere un solo servitore…»

A poco a poco iniziò a ricambiare i sentimenti del re…
Non avevo altre scelte anche considerando il poco interesse di Roger nei miei confronti. Rimasi incinta e iniziai ad interessarmi al re tanto che a pochi giorni dal parto pretesi di stargli vicino e mi accampai in una tenda vicino al campo di battaglia, assicurandomi ogni giorno che i vestiti del re fossero puliti e che mangiasse regolarmente dopo una battaglia. Tra l’altro lui mi confidava i suoi segreti ed io gli davo consigli.

Il re l’ascoltava?
Non solo, riuscii anche a farlo convertire alla religione cattolica rinunciando alla sua fede protestante. In quell’occasione pronunciò la famosa frase: "Parigi val bene una messa". Era il 25 luglio 1593.

L’anno successivo lei partorì…
Per evitare l'accusa di adulterio il re fece annullare il mio matrimonio con il marchese de Liancourt mettendo in piedi un processo farsa in cui, per dimostrare che le nozze non fossero mai state consumate, il mio finto marito si dichiarò impotente. A quel punto, tornata nubile, non incorsi più nel reato di adulterio, ma il figlio che avevo avuto dal re risultò comunque nato fuori dal matrimonio e a questo non era possibile porre rimedio. Enrico mi conferì i titoli di marchesa de Monceaux e di Maîtresse-en-titre del re di Francia.

Però la vostra relazione era molto impopolare…
Eravamo criticati dall'élite parigina che aizzò il popolo, pensi che furono diffusi dei pamphlet maliziosi in cui ero accusata di essere la principale causa dei problemi della Francia. Mi diedero vari soprannomi tra cui la duchesse d'Ordure (la duchessa del Sudicio) e la puttana del re.

Ma continuò ad essere di grande aiuto al re…
Grazie alle mie amicizie femminili legate alla lega cattolica divenni la più importante diplomatica di Enrico il quale mi accolse nel gran consiglio. Dopo l'editto di Nantes, che concedeva diversi diritti ai protestanti divenni decisamente una figura importante per la storia della Francia, ma rimanevo assolutamente precaria visto che dipendevo a tutti gli effetti dal favore del re.

Lui era ancora sposato…
Ufficialmente era il marito di Margherita di Valois, anche se lei non gli aveva dato figli. I due erano separati da tempo e lei sarebbe stata disposta a non opporsi all'annullamento se il suo posto fosse stato preso da una principessa e non, come diceva in privato, “da una bagascia”. Ma la cara regina doveva per forza rassegnarsi visto che ero io a ricoprire il ruolo di moglie e che avevo dato al re tre figli, tutti riconosciuti! Tra l’altro per ringraziarmi mi aveva anche donato il ducato di Beaufort nel 1597.

Enrico però aveva difficoltà a prenderla come moglie.
Il nostro matrimonio era di fatto impossibile, perché il papa non avrebbe mai concesso l'annullamento per permettere al re di sposare la sua concubina. Inoltre i figli avuti insieme, anche se legittimati, erano esclusi dalla successione al trono in quanto frutto di adulterio per cui solo i nuovi figli nati all’interno del matrimonio avrebbero potuto essere eredi al trono. Nel frattempo le pratiche dell’annullamento proseguirono e si protrassero per ben sei anni.

Sebbene fosse innamorato di lei il re iniziò le trattative per un matrimonio con Maria de' Medici…
Era semplicemente una tattica per rabbonire il papa. L’abito da sposa era già pronto, così come la nostra nuova camera da letto al Louvre mancava solo la concessione dell’annullamento da parte del papa Clemente VIII e quindi la possibilità di sposarmi. Enrico nel marzo del 1599 mi regalò l’anello di fidanzamento. In quell’occasione, ormai sicura del matrimonio, dissi: "Solo Dio o la morte del re potrebbero porre fine alla mia buona sorte".

Non andò precisamente così ei suoi timori purtroppo si avverarono. Il 6 aprile Gabrielle, incinta al nono mese, lasciò il re a Fontainebleau e si recò a Parigi. Dopo un pranzo a casa del banchiere Sébastien Zamet, si sentì male e andò a casa della zia Madame de Sourdis. Qui ebbe di un attacco di eclampsia che le causò un parto anticipato di un bimbo morto. Il re fu subito informato della tragica notizia. Il giorno dopo, il 10 aprile 1599 Gabrielle si spense a causa delle complicazioni post-partum. Qualcuno però parlò di veleno, indicando proprio ne banchiere toscano Zamet, , il colpevole dell’avvelenamento su ordine del Granduca di Toscana Ferdinando de Medici al quale stava a cuore il matrimonio di Maria con il Re di Francia.
Il re fu affranto dal dolore. Iniziò a portare il lutto, cosa che nessun re aveva mai fatto prima per la sua amante. Compose versi in memoria dell'amata: "La radice del mio amore è morta e non darà più germogli", salvo poi dopo due mesi innamorarsi perdutamente di una nuova dama.

Il funerale di Gabrielle fu degno di una regina: la sua bara fu trasportata in una solenne processione di principi, principesse e nobili nell'abbazia di Saint-Denis dove fu celebrata una messa a suffragio. Fu sepolta nell'abbazia di Notre-Dame-la-Royale de Maubuisson a Saint-Ouen-l'Aumône.

Gabrielle è rimasta famosa anche per essere stata ritratta per il quadro Gabrielle d'Estrées e sua sorella di autore sconosciuto, realizzato intorno al 1594 e conservato al museo del Louvre dal 1937. La scena rappresenta due grandi tende di seta rossa che incornicia due giovani donne nude in una vasca da bagno. La donna a sinistra, la duchessa di Villars Julienne d'Estrées, pizzica il seno dal capezzolo roseo di sua sorella Gabrielle d'Estrées. Gabrielle tiene con la mano destra l'anello di incoronazione di Enrico I come promessa di matrimonio. Il capezzolo pizzicato di Gabrielle d'Estrées attira l'attenzione sulla fonte del latte materno e viene interpretato come un segno della sua gravidanza o al fatto che ha appena fatto nascere un bambino.









L'articolo è a cura di Adamo Bencivenga
Realizzato grazie a:  
https://it.wikipedia.org/wiki/Gabrielle_d%27Estr%C3%A9es
https://lachambrebleuecultura.com/2021/03/29/gabrielle-destrees



 















 
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