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MUSICA PASSIONE
Storia e significato delle Canzoni
 
 

ANGELO BRANDUARDI
1976 - Alla fiera dell'est
1977 - Ballo in fa diesis minore
1979 - Cogli la prima mela
1979 - Il signore di Baux

 
 
 


 


Adamo chi è Angelo Branduardi?
È un cantautore e violinista vissuto a Genova, fin da adolescente ha ricercato un nuovo genere musicale che unisse la musica medievale e rinascimentale con le sonorità moderne. A soli 16 anni si diploma al Conservatorio di Genova, ma è a Milano che inizia a suonare la chitarra e a comporre musica.

L'esordio?
Il 1974 è l'anno del suo debutto discografico con l'album Angelo Branduardi, in collaborazione con Paul Buckmaster, già arrangiatore di Elton John e David Bowie. L'anno successivo realizza il suo secondo album, "La luna", in collaborazione con un altro nome di punta: Maurizio Fabrizio. Gli elogi ai suoi primi due dischi restano però confinati in una stretta cerchia di ammiratori.


ALLA FIERA DELL’EST

Il primo grande successo?
Arriva due anni dopo nel 1976 con l'album Alla fiera dell'Est, che si aggiudica il Premio della Critica Discografica. Il lavoro, sempre rigorosamente acustico si ispira alle favole popolari tra le quali la filastrocca ebraica di "Alla Fiera dell'Est"...
Brano destinato a diventare un classico della musica italiana...
Il brano è un adattamento di un canto pasquale ebraico dal titolo Chad Gadya. Ha una curiosa somiglianza con la filastrocca inglese The House That Jack Built, pubblicata nel 1797.

Come arrivò all’autore?
Appassionato di cultura ebraica fin da giovane Branduardi conosceva il canto del Chad Gadyà, ovvero il canto del capretto. Un capretto che mio padre comprò per due susim, ma poi venne il gatto, che mangiò il capretto, che mio padre comprò per due susim, e venne il cane, che morse il gatto, che… ecc ecc.

Un grande successo per Branduardi
L’album è rimasto per 36 settimane tra i 25 dischi più venduti e alla fine dell’anno risultò il quinto tra i più venduti. Visto il successo seguirono a ruota la versione francese (“A la foire de l’est”) e inglese (“Highdown Fair”), grazie alle quali il cantautore lombardo acquistò lo status di star internazionale.

Di che si tratta?
È un brano che vive di vita propria ed appartiene di fatto alla cultura popolare. Sicuramente rimarrà scolpito nella mente di tutti e in special modo dei bambini anche se è un delitto considerarla una storiella per piccini perché in realtà si tratta di un richiamo alla cultura ebraica, alla fragilità di ogni tipo di forza e all’ineluttabilità del giudizio divino. Ciascuna delle dieci strofe del canto, recitato durante la cena della Pasqua ebraica, ha un suo preciso significato. Il testo originale, apparso per la prima volta a Praga nel 1590, è scritto in un misto di aramaico e ebraico e sebbene abbia un testo molto semplice è un’allegoria il cui significato principale è che la giustizia di Dio si esercita sempre, anche quando non ce ne rendiamo conto. Dio punisce chi fa del male. In un’interpretazione morale, più in generale, il racconto illustra la tragedia e i pericoli di una spirale di odio.

Anche un’allegoria sulle diverse dominazioni che il popolo d'Israele ha subito nel corso dei secoli.
Il padre rappresenta Dio, il bambino o la capra, che simboleggia il popolo ebraico; la fiera dell’est è il luogo da cui proviene la voce di Dio. E poi il gatto Babilonia, il cane l’Egitto, il bastone Mosè che divise il Mar Rosso annegando gli eserciti del Faraone e salvando Israele, il fuoco l'Impero Macedone, l'acqua la Persia, il bue la Grecia, il macellaio l’Impero Romano, l'Angelo della Morte Roma. Infine Dio ritorna per condurre Israele alla salvezza.

Dopo Alla fiera dell’est?
Seguono anni di successi, l’album successivo è La pulce d'acqua che rimarrà per molte settimane al primo posto in classifica, risultando tra i primi cinque album più venduti in Italia del 1978.


BALLO IN FA DIESIS MINORE

Tra le canzoni più conosciute dell'album vi è una meravigliosa "Ballo In Fa Diesis Minore..."
La melodia si rifà alla celebre Schiarazula Marazula, melodia friulana di origine medievale che accompagnava riti esorcistici o, secondo documenti dell'Inquisizione, una sorta di magia per evocare la pioggia. Il testo invece è ispirato dal ciclo di affreschi sulla facciata esterna dell'Oratorio dei Disciplini di Clusone: «Io sont la morte che porto corona. Sonte Signora de ognia persona. At cossi son fiera forte et dura. Che trapaso le porte et ultra le mura» Rivista da Branduardi in: «Sono io la morte e porto corona, Io son di tutti voi signora e padrona E così sono crudele, così forte sono e dura Che non mi fermeranno le tue mura.»

Il finale della canzone di Branduardi ne capovolge il senso...
Esatto, dal trionfo alla sconfitta della Morte. Il tempo si ferma e quindi la Morte non può più essere “signora e padrona” del tempo e degli uomini. Branduardi stesso ha riferito che si tratta di un esorcismo della morte attraverso la musica e la danza: "Sono io la morte e porto corona. Io non di tutti voi signora e padrona. E davanti alla mia falce il capo tu dovrai chinare. E dell 'oscura morte al passo andare. Sei l'ospite d'onore del ballo che per te suoniamo. Posa la falce e danza tondo a tondo. Il giro di una danza e poi un altro ancora. E tu del tempo non sei più signora..."

 

COGLI LA PRIMA MELA

Nel 1979 un altro colpo azzeccatissimo...
Esce l'album "Cogli la prima mela", che oltre ad un ennesimo enorme successo in Italia, viene premiato dalla critica tedesca e francese come disco rivelazione dell'anno. Anche in questo caso il brano omonimo che apre il disco è una rielaborazione di una melodia medievale ungherese dal titolo "U naseho Barty".

Con questo brano Branduardi esce dalla nicchia...
Riesce a catturare un pubblico che di solito non si avvicina alla sua musica e l'esperimento è commercialmente valido sia in Italia che in Europa. L'album è tradotto sia in francese con il titolo di "Va où le vent te mène" che inglese col titolo "Life is the only teacher".

Di che parla?
Nel brano a forma di filastrocca la mela evoca un’immagine di femminilità, ma è anche il frutto proibito, ma il testo invita a coglierla perchè non è detto che non faccia bene. Quindi la metafora invita a non lasciarsi scappare le occasioni che la vita ci offre vivendo nel contempo la propria esistenza in allegria senza rimpianti o pentimenti: "Bella che così fiera vai. Non lo rimpiangerai. Cogli la prima mela. Cogli la prima mela. Cogli la prima mela-a. Danzala la vita tua. Al ritmo del tempo che va. Ridila la tua allegria. Cogli la prima mela-a."



IL SIGNORE DI BAUX

Nello stesso album "Il Signore di Baux"
Il brano si ispira ad una leggenda provenzale incentrata sulla famiglia dei Baux, una delle più potenti famiglie della Francia medioevale, proprietaria dell'omonimo castello. Si racconta che i Baux sarebbero scomparsi in una notte senza lasciare traccia. Nel testo Branduardi immagina di sentire ancora tra i ruderi le voci che un tempo riecchieggiavano tra le mura del castello: "La casa sua il signore di Baux. L'ha costruita sui sassi. Passi di mille cavalieri. Segnano i suoi sentieri. Veglian dall'alto nella notte. Gelidi i suoi pensieri. La casa sua il signore di Baux. L'ha costruita sui sassi."








 










 

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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE
http://www.angelobranduardi.it/index.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Angelo_Branduardi
https://www.ondarock.it/italia/angelobranduardi.htm
https://www.marcoliberti.it










 
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