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INTERVISTA IMPOSSIBILE
 
 

Isa Barzizza
La Musa di Totò
Attrice italiana, interprete della rivista, del cinema e della televisione fin dalle prime trasmissioni sperimentali. Scoperta quindicenne da Erminio Macario, poi con Totò divenne una star del cinema italiano

 

 
 
(Sanremo, 22 novembre 1929 – Palau, 28 maggio 2023)



 
Madame le sue origini?
Il mio nome vero è Luisita Barzizza, e sono nata a Sanremo il 22 novembre del 1929. Sono figlia del direttore d'orchestra Pippo Barzizza, lui, pioniere del jazz in Italia, al tempo aveva un enorme successo con la sua orchestra Blue Star, un sestetto che girava il mondo suonando 36 strumenti, e poi con l’Orchestra Cetra.

Com’era il rapporto con suo padre.
Direi problematico perché nonostante fosse ben inserito nel mondo dello spettacolo agli inizi fu contrario alla mia attività teatrale.

I suoi studi?
Frequentai il Liceo classico Vincenzo Gioberti di Torino, ma la mia vera passione era il teatro per cui parallelamente agli studi partecipavo a rappresentazioni teatrali. A otto anni seppi che la compagnia di Elsa Merlini cercava una bambina per un piccolo ruolo e così, nell’inverno del ’37 feci il mio debutto al Teatro Carignano. Andai talmente bene che tutte le compagnie che passavano da Torino chiedevano di scritturare la figlia del Maestro Barzizza. Poi conobbi anche Ruggero Ruggeri ed Eduardo De Filippo che mi invitò a seguirlo a Bologna. Il mio primo viaggio in treno con mia mamma, con albergo e ristorante pagato dalla compagnia: una favola per una bambina...

Chi fu a credere davvero in lei?
Fu Erminio Macario a farmi coraggio e dopo finiti gli studi fu proprio lui che chiese personalmente a mio padre di farmi debuttare in una sua rivista. Papà gli rispose: “Vede Erminio, mia figlia è stata rimandata in terza liceo, non può trascurare gli studi per lo spettacolo”. Dopo mie insistenze, minacciando anche di scappare di casa, mio padre si convinse a patto che fossi sempre seguita da una governante. Esordii così con “Le educande di San Babila”. Era il 1947.

Si dice di lei che fosse dotata di un fisico avvenente e di una spigliata ironia…
Divenni molto presto popolare e una delle beniamine del teatro leggero e musicale del dopoguerra italiano.

Dopo Macario… Totò
Da lui imparai tutti i segreti del mestiere: dal rapporto diretto con il pubblico ai tempi comici, dalla mimica all'uso dello spazio sul palcoscenico. Interpretai con Totò due spettacoli: “C'era una volta il mondo” nel 1948 e “Bada che ti mangio” nel 1949 da cui è tratto il famoso sketch del vagone letto riproposto quattro anni dopo nel film “Totò a colori”. Con lui debuttai anche al cinema nel film “I due orfanelli” del 1947.

Fu l’inizio di una grande carriera…
Al tempo non esistevano attrici comiche per cui nei miei trenta film ricoprii sempre ruoli come spalla ai comici maschili. L'unica pellicola da protagonista fu “Viva la rivista!” del 1953, in cui cantavo un blues vestita con un abito nero di raso con lo spacco da femme fatale.

Nello stesso anno si era sposata.
Sposai nel 1953 il regista televisivo Carlo Alberto Chiesa, pensi che per mantenere un profilo basso scegliemmo un orario assurdo, le 5 e tre quarti di mattina, in una chiesetta di Monte Mario a Roma, per non farci fotografare da nessuno. Da quel matrimonio nacque nostra figlia Carlotta.

Ormai era una vera star…
Le copertine dei settimanali riportavano spesso la mia immagine, il giornalista Orio Vergani, che era pazzo di me, mi definì sulle pagine del Corriere: “Un fiore da vetrina, Boucher e Fragonard se la sarebbero certamente contesa come modella!” Pensi che per lanciare in America “Dove sta Zazà” accanto a Nino Taranto sui giornali d’oltre Oceano si scriveva “Italy’s most beautiful girl in her first strip tease”. Comunque sì, guadagnavo molto bene, circa 16 milioni di lire all’anno, al tempo una cifra astronomica. I registi facevano a gara e le platee dei teatri erano sempre stracolme, più volte mi sono chiesta se fosse per la mia bravura o per le mie gambe!

Il 3 gennaio 1954… altra data importante per lei.
Il giorno d'inizio dei programmi ufficiali della televisione italiana, la Rai trasmise l'atto unico di Carlo Goldoni “Osteria della posta” nel quale recitavo da protagonista.

Nel 1960, a soli 31 anni, decise d'interrompere la sua carriera…
Presi quella decisione in seguito alla morte di mio marito avvenuta il 3 giugno 1960 per un incidente stradale sulla via Aurelia all’altezza di Campiglia Marittima. Un impatto violento, la corsa disperata in ospedale in una clinica di Roma, ma non ci fu nulla da fare. La mia vita si spezzò. Avevo una bambina piccola e decisi di dedicarmi completamente a lei.

Poi però un nuovo amore spuntò nella sua vita…
Lentamente superai quel trauma, mi legai sentimentalmente al costruttore edile Enzo Villoresi e decidi di riprendere a lavorare, ma questa volta dietro la macchina da presa mettendo su una società di doppiaggio.

Piano piano tornò anche a teatro vero?
Solo nei primi anni novanta interpretai qualche commedia come “La pulce nell'orecchio” per la regia di Gigi Proietti, o “Arsenico e vecchi merletti” per la regia di Mario Monicelli. Nel 1999 interpretai una versione teatrale del romanzo Sorelle Materassi di Aldo Palazzeschi, accanto a Lauretta Masiero.

Isa Barzizza è morta il 28 maggio 2023 all'età di 93 anni nella sua casa di Palau, cittadina sarda dove viveva da oltre quarant'anni e della quale era cittadina onoraria. L'annuncio della scomparsa è stato dato su Facebook da don Paolo Pala, parroco di Palau Il funerale è stato celebrato nel pomeriggio del 29 maggio nella chiesa del Redentore a Palau.






 






 





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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE










 
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