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INTERVISTA IMPOSSIBILE


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Una cortigiana al tempo dell’Impressionismo
Valtesse de La Bigne
Cortigiana francese, demi-mondaine, attrice e collezionista d'arte. Sebbene nata povera scalò rapidamente i ranghi sociali diventando contessa ed amante di pittori, scrittori famosi nonché cortigiana di principi facoltosi






(Parigi 1848, - Ville-d'Avray, Francia 29 luglio 1910)



 



Madame le sue origini?
Il mio vero nome è Émilie Louise Delabigne e sono nata a Parigi in una famiglia povera originaria della Normandia. Avevo cinque fratelli.

Un’infanzia difficile vero?
Mio padre era un alcolizzato facile all’uso delle mani e mia madre invece faceva la lavandaia costretta a prostituirsi per pochi spiccioli per mandare avanti la famiglia. All’età di dieci anni già lavoravo in un negozio di dolci e poi in un negozio di abbigliamento.

A tredici anni è stata violentata per strada…
Da un uomo anziano che probabilmente mi aveva notata nel negozio di abbigliamento dove lavoravo. Ormai avevo perso la mia virtù per cui iniziai a fare la modella per il pittore Corot che aveva lo studio proprio nel mio quartiere e a lavorare come prostituta. Al tempo guadagnarsi da vivere prostituendosi era una pratica ancora ampiamente diffusa per le ragazze di basso rango. Facevo la Grisette ovvero il livello più basso delle donne che si vendevano per strada e si trattava comunque di un’attività clandestina, spesso facevo quei servizi nei portoni delle case con il rischio di essere arrestata o di farmi rasare la testa come umiliazione.

Poi però prese servizio in un elegante negozio di lingerie…
Mi presero in quel negozio sul Champ-de-Mars perché ero di bell’aspetto con occhi azzurri e capelli rosso-oro ed entrai in contatto con gente facoltosa specialmente alti ufficiali militari. Fu lì che mi innamorai del ventenne Richard Fossey, dal quale, pur non essendo sposata, ebbi due figlie: Julia nata nel 1868 e Valérie nata l’anno dopo. Visto il mio passato lui non ebbe mai il coraggio di sposarmi. Poi un bel giorno, dopo circa due anni, mi lasciò e partì per l’Algeria ed io giurai a me stessa che non mi sarei mai sposata, ma che comunque mi sarei mantenuta facendo altro.

Poi cosa fece?
Affidai le mie due figlie a mia madre ed assunsi il soprannome di Valtesse che somigliava tanto a Votre Altesse… e modificai il cognome in “de La Bigne” che sapeva tanto di aristocratico comunque decisa a salire almeno un gradino della scala sociale e quindi da Grisette diventai Lorette che nel gergo della categoria indicava quelle donne che venivano mantenute da pochi clienti selezionati.

Poi arrivò la grande occasione, vero?
Conobbi il compositore Jacques Offenbach, che mi propose di recitare nelle sue produzioni. Ne divenni l’amante frequentando i ristoranti alla moda come il Café Foy e il Café Tortoni dove incontrai artisti come Zola, Flaubert e Maupassant. Mi elevai così a livello delle Grandes Horizontales, cortigiane i cui favori erano contesi da tutti quegli uomini che potevano permetterselo. Ben presto divenni l’amante e musa ispiratrice di molti artisti come Edouard Manet, Henri Gervex, Gustave Coubert, e altri pittori famosi, tanto che fui soprannominata “l’Union des Peintres”.

Diventò ricca immagino…
Dai miei amanti pretendevo abiti lussuosi e gioielli preziosi, case, carrozze, viaggi, cene in locali prestigiosi. Ero così ricercata che non ammisi nella mia camera da letto lo scrittore Alexandre Dumas, troppo povero per i miei lussi e lo liquidai dicendogli "Caro signore, non è nelle sue possibilità!" Pensi che Emile Zola, scrisse il libro Nanà, che ebbe un enorme successo, ispirandosi proprio a me, descrivendomi come la sirena che incantava e poi distruggeva gli uomini che si illudevano di possederla.

Ormai era lanciata nella sua carriera…
Lasciai Offenbach e spostai le mie attenzioni sul principe Lubomirski, il quale si innamorò pazzamente di me regalandomi un appartamento in rue Saint-Georges. Poi dopo di lui ci furono altri amanti facoltosi come il principe de Sagan, insomma diventai così ricca tanto da spostarmi per Parigi in una carrozza di mia proprietà e comprare una sontuosa casa a Ville-d'Avray, che decorai con dipinti di Édouard Detaille. Nel 1870 l'Imperatore Napoleone III mi nominò contessa, scrissi una mia autobiografia che intitolai Isola e con le mie ricchezze divenni proprietaria di una vasta collezione di opere d'arte.

Valtesse fu abbastanza lungimirante da capire che la sua attività era legata all’età, così si ritirò a vita privata, nella sua lussuosa dimora a Ville-d’Avray, quando aveva poco più di 50 anni. Se ne andò il 29 luglio del 1910 a 62 anni per un aneurisma. Fu sepolta con due uomini: il comandante Louis Marius Auriac e uno sconosciuto. Lei stessa scrisse di suo pugno l’annuncio funebre: “Bisogna amare un po’ o molto, seguendo la natura, ma velocemente, in un istante, come si ama un canto degli uccelli, che parla alla propria anima e che si dimentica con la sua ultima nota, come uno ama i colori cremisi del sole nel momento in cui scompare sotto l’orizzonte.”





FINE



 

















 
 
 





ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
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FONTI
https://en.wikipedia.org/wiki/Valtesse_de_La_Bigne
https://www.vanillamagazine.it/valtesse-de-la-bigne-la-piu-celebre-pretty-woman-francese-del-xix-secolo/
https://www.curioctopus.it/read/16946/era-una-cortigiana-poverissima-ma-mori-ricca-e-col-titolo-di-contessa:-ecco-la-storia-di-valtesse-de-la-bigne
https://caffebook.it/2018/07/20/valtesse-de-la-bigne-una-cortigiana-nella-parigi-dellimpressionismo/






























 
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